-Sei stanco di me?- gli chiesi con gli occhi lucidi.
-non vederla così.- dissi prima di andartene.

Sono passati 5 anni dal giorno in cui sei partito per l'america. Da quando i One Direction avevano portato te e i tuoi amici in tour con loro, sei cambiato. Certo, sei una pop star ora e devi mantenere un'immagine. All'inizio ricordo che mi chiamavi ogni giorno, poi sempre di meno. Poi arrivò il giorno in cui non mi chiamasti, e da lì non l'hai mai più fatto. Ti ho odiato, sai? Non perchè mi hai lasciata, e nemmeno perchè probabilmente ti scopavi ragazze più carine di me, ma perchè avrei voluto dirti tante cose prima che sparissi. Eppure eri lì, davanti a tutti, ma non ti trovavo mai. Eri ovunque, ovunque io mi girassi c'era un cartellone con una vostra foto. E mi sono sentita sola. Bravo, sei riuscito a farmi sentire sola in un posto affolato come sidney, complimenti. Ora è la mia possibilità, i 5 seconds of summer sono tornati in Australia e tu hai ancora la residenza nel vecchio appartamento vicino al parchetto. Ti ho mandato un milione di lettere, sperando che tu non tornassi mai, così che non potessi leggerle. Perchè l'ho fatto? Perchè mi sentivo meglio ogni volta che attaccavo il francobollo e scrivevo il tuo indirizzo sulla carta. Ora sto venendo da te, per riprendermele. Per riprendere ogni frammento di vita che mi hai rubato e che non ho mai avuto il coraggio di togliere da lì perchè, come ho detto prima, speravo che tu non tornassi mai.

Entrai nell'appartamento con la copia delle chiavi che luke mi aveva fatto e salii nella tua camera, il nostro nascondiglio. Quando ero triste o semplicemente pioveva, ci mettevamo sotto il tuo piumone blu e facevamo l'amore. Ti ricordi quando ti ho chiamato alle 3 di notte perchè c'erano i tuoni e avevo paura? Ti ricordi che tu mi risposi che non potevi venire, e mezz'ora dopo sei sbucato dalla mia finestra e ti sei infilato nel letto? Io si. Ricordo tutto, Calum. Tutto. Ricordo i tuoi baci sul collo che mi bruciavano la pelle e mi mandavano in tilt il cervello. Ma soprattutto mi ricordo dei 'ti amo' detti di sfuggita, quando magari non ci pensavamo nemmeno. Sinceramente non credo che tu l'abbia mai pensato davvero. Un'altra tacca sulla tua cintura, è tutto quello che sarò.

Dopo aver preso le lettere nello scatolone sotto al letto, scesi giù in cucina. Aprii alcuni scaffali e vidi le tue tazze, quelle colorate, e ce n'era una che ricordo tu amavi in particolare, quella che ti regalai io per il compleanno. La usavi spesso per il tè, che ovviamente eri troppo pigro per farti da solo. Quando ero malata mi portavi spesso la colazione a letto e puntualmente preparavi un pò di tè per me anche se sapevi che lo odiavo.
Quando la lacrima che mi solcò il viso mi fece capire che dovevo andarmene, mi diressi verso la porta e uscii da quel posto pieno di ricordi. Nel tragitto verso casa mi fermai davanti la casetta di legno di tuo padre. La mia prima volta, il battito più veloce, i baci più dolci, e i nostri corpi vogliosi l'un dell'altro. Te lo ricordi? Forse no, ma va bene lo stesso.
Entrai in quella piccola stanzetta di qualche metro quadrato e il profumo di vaniglia mi pervase le narici. Cavolo, è tutto come una volta, con l'unica differenza che tu non ci sei. Il nostro letto ad una piazza e mezzo è ormai rotto, e la foto di quando eravamo piccoli è sparita. Ti sei portato via anche i ricordi più dolci, ma che bravo.
Siccome la mia casa era ancora un bel pò distante, decisi di andarmene senza più fermarmi. Non dovevo guardare il mio passato, è così pieno di errori, paure, ansie. Mi hai tolto gli anni più belli della mia vita Calum Hood, ma non lascerò che i miei errori ricadano sulla figlia che sto per avere. Si, la nostra bambina, che molto probabilmente tu non conoscerai mai.
Mentre leggo le mie lettere, sento bussare alla porta così, molto svogliatamente, vado ad aprire. Ti riconosco subito, anche dopo il taglio 'moderno' che ti sei fatto, anche dopo i jeans stretti che bloccano la circolazione, anche dopo il cappello ad agosto, anche dopo che sei andato in palestra e hai messo su muscolatura. Eh si, cal, sei proprio....come gli altri.
ciao- riesci a pronunciare.
-dopo 5 anni sai solo dire 'ciao'- chiedo sorpresa.
-entra- t'nvito.
E dopo 2 tazze di tè, ti siedi comodamente sul divano e riesci a parlare.
-scusa-
-non è così sempice- rispondo subito. Sarai anche cambiato fuori, ma dentro ti conosco. Tu abbassi lo sguardo, triste, poi
spalanchi gli occhi e allunghi la mano sulla mia pancia.
-si, Cal- dico.
-lo sento scalciare- dici sorpreso.
-è una femmina-
Vedo i tuoi occhi illuminarsi, così ti abbraccio e tu inizi a piangere. Non voglio farti sentire così, ma un pò te lo meriti.
-scommetto che sarei un buon padre- dici ricambiando l'abbraccio.
-lo so, ma...vedi...-
-no, io ti amo, e amo questa creatura. Voglio affrontare questo viaggio assieme a te, e con nessun'altra, perchè io voglio te, io
amo te.- dici prendendomi il viso tra le mani.
-sarà difficile- dico con un groppo alla gola.
-non m'interessa- dici baciandomi dolcemente.

Ah cal, se solo sapessi quel che mi hai fatto passare in questi anni, capiresti che non è così facile come sembra. Ma ti amo, e voglio essere felice. Me lo merito, no?

*SPAZIO AUTRICE*

HELLOOOO allora questa è la mia seconda OS su cal. Lo so che è un pò scaciosa, ma capitemi XD. Se vi è piaciuta, mi farebbe piacere che lasciaste una recensione, grazieeee :))