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Autore: frenz    24/10/2013    0 recensioni
[The Unforgiving]
Sinéad e Jason non sanno distinguere il bene dal male. Per questo sono gli "imperdonati", coloro che non possono vivere in questa terra per le cattive azioni compiute. Ma forse qualcosa sta cambiando...
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 11
A Demon's Fate




Gli occhi di Elehcim si infuocarono. Nessuno poteva rivolgersi così a colui che ha dato tutto per il mondo, a Dio. Emise un urlo stridulo e acuto e con quello segnò l'inizio della battaglia. Quella battaglia che pazientava da troppi anni ormai. Quella battaglia che doveva essere iniziata, prima o poi, e che avrebbe visto la morte di una potenza e la vittoria di un'altra. La decisione era vicina, il bene e il male si stavano scontrando per vedere chi adesso aveva la meglio, chi poteva vincere sull'altro.
Jason teneva ancora stretta la mano di Queen un po' per timore. Si sarebbe diviso da lei appena gli angeli si sarebbero buttati addosso a loro. Dovevano separarsi per sopravvivere. Dovevano vivere insieme e per farlo, in questo momento, avevano bisogno di dividersi e scappare.
Elehcim salì sul drago rosso e blu che spiegò le ali per innalzarsi verso il cielo. Con un pugno verso l'alto aveva dato il segnale agli angeli di avanzare. E così l'armata iniziò a correre verso le due anime identificate come colpevoli. Colpevoli della loro esistenza.
Jason, di colpo, lasciò la mano di Queen, inavvertitamente. Lei, da parte sua, non si sarebbe mai aspettata una mossa del genere. Credeva che avrebbero combattuto insieme anche questa battaglia, come quelle che sarebbero avvenute durante la loro vita. Avrebbero sconfitto i mostri del passato e del futuro, come avevano detto poco prima. Eppure si sono separati, dividendosi per combattere la battaglia più decisiva, quella che avrebbe segnato il loro presente.
Jason iniziò a correre verso destra, sperando che Queen avesse capito quale fosse il suo piano. Ma Queen era ancora lì fissa, immobile. Pensava ancora a quelle parole dette. Non vedeva il riscontro. Era come un manichino e il suo sguardo era perso nel vuoto, incurante della folla che le si stava avanzando contro. Jason corse nuovamente indietro per poterla salvare prima che gli angeli la divorassero e la avvolgessero con le loro ali. Ma ormai era troppo tardi. Erano su di lei: come enormi lenzuoli la ricoprivano e le ali richiudevano a scudo quel guscio dove nel cuore veniva custodita la loro anima malvagia. Quell'anima malvagia che dovevano purificare. Quell'anima che riuscì a liberarsi dalla luce.
Queen, con la forza dell'amore, ce l'aveva fatta. Si era liberata di quegli angeli che le bloccavano il respiro, che le offuscavano la visuale per la luce troppo accecante. Lei voleva le tenebre, voleva il grigio e il nero per poter identificare se stessa. Con una spinta violenta era riuscita a stendere a terra quegli angeli che la opprimevano e a liberarsi.
Jason le corse incontro, la prese in braccio e si mise a correre ancora verso destra. Aveva fatto lo sbaglio più grande lasciandola lì da sola, senza di lui. Insieme erano la forza. In quella presa era nascosta la loro potenza inestimabile, capace di piegare ai loro piedi anche la forza più pura che potesse esistere. Perché dalle loro forze oscure era nata la luce più forte: l'amore.
Migliaia di angeli inseguivano Jason e Queen, senza forze tra le braccia di lui. Con le lance rivolte verso i due corpi umani, gli angeli gridavano un canto acuto, difficilmente sopportabile a lungo.
I vetri si frantumavano di fronte a Jason, bloccando la possibilità di correre ancora più veloce. Nessuna scheggia scalfiva i loro corpi. Erano protetti da un'aurea invisibile che li riparava. I piedi poggiavano sulle pozzanghere fangose della strada ma non si sporcavano. Camminavano pure sull'acqua. Erano più veloci del tempo, della luce che dietro di loro cercava di raggiungerli.
«Lasciami qui» disse Queen. «Sono troppo debole, non ce la faccio.»
«No, non posso farlo. Ho commesso lo sbaglio più grande lasciandoti andare da sola»
«Dovevi. Ti prego, lasciami qui. Andrà tutto bene. Ricorda che noi siamo insieme anche quando non lo siamo...»
Jason si fermò di fronte a quelle parole. Avevano toccato in lui le corde della sua vita. In quel momento si ricordò ancora una volta di sua madre e della sua mancanza e poi, per la prima volta, pensò a suo padre. Anche se l'aveva ucciso, era sempre lì con lui. Non si sarebbe potuto liberare della sua presenza in nessun modo.
Lasciò Queen per terra, si rimboccò le maniche della sua camicia di flanella blu con richiami di giallo e avanzò contro la luce che aveva davanti. Era pronto a combattere e, qualora avesse perso, a morire per espiare le sue colpe. Per espiare le anime che erano richiuse in lui, per liberarsi una volta per tutte, nel giusto modo, delle persone del passato che non erano mai andate via.
Stese a terra due o tre angeli con un calcio, mentre alcuni con dei pugni. Ma erano troppi. Uno contro migliaia e migliaia. Non poteva farcela, non poteva reggere a lungo. E intanto, mentre era impegnato a difendere se stesso e Queen. Elehcim era sceso dal drago per prendere con la bilancia la anima di Queen.
L'avrebbe pesata, come aveva fatto con milioni di anime, per poterla far accedere all'aldilà.




Note:
Queen e Sinéad sono personaggi esistenti nel fumetto The Unforgiving di Steven O'Connell.
Gli altri personaggi sono inventati dall'autore della fanfiction.
Nel testo ci sono frasi tratte dalla traduzione della canzone A Demon's Fate dei Within Temptation.
Non vi è nessuno scopo di lucro.
   
 
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