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Autore: Glory and Love    24/10/2013    2 recensioni
South Ashfield - 2005
Tanti anni sono passati da quando James Sunderland ha ucciso sua moglie, Mary. Altri anni da quando ha pareggiato i conti con le sue colpe, a Silent Hill.
La sua vita è totalmente cambiata. Ha una figlia: Laura, la bambina orfana che ha adottato.
Da mesi, però, Laura fa incubi assurdi e non sono per niente legati a Silent Hill, stavolta. Ma ad una famiglia che visse durante l'infanzia di Alessa Gillespie.
James decide di trasferirsi a South Ashfield Heights con sua figlia, nell'intento di scoprire qualcosa all'orfanotrofio Wish House, che sorge vicino le sfonde del lago Toluca.
Il destino sta architettando qualcosa di molto peggio dell'inferno per James e lui è disposto a tutto per salvare sua figlia.
Anche contrastare i piani di Ernest Baldwin e di Walter Sullivan, quest'ultimo e magicamente riapparso nella palazzina per ordine del nuovo maestro del "culto".
"Una madre è Dio agli occhi del figlio... ma un padre, agli occhi di una figlia, è un eroe".
[Sequel di "Leave (Partenza)".]
[Personaggi: James Sunderland, Laura, Frank Sunderland, Walter Sullivan, Ernest Baldwin, Amy Baldwin, Maria, Henry Townshend, Alessa Gillespie, Dahlia Gillespie, Suor Marie, Uomo Nero, Lisa Garland, Harry Mason.]
Genere: Drammatico, Generale, Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: James Sunderland, Laura, Lisa Garland, Sorpresa, Walter Sullivan
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Quante minuti erano passati? No... quante ore?
James non seppe stabbilirlo con certezza. Sospirò, mentre lo stereo della macchina continuava a trasmettere la canzone che più o meno aveva sentito già una decina di volte.
Era la preferita di Laura e per questo avrebbe fatto uno sforzo nel risentirla tutte le volte che la bambina voleva.
Always On My Mind...
Ormai James sapeva a ripetizione quella strofa e nelle orecchie, Laura la ricanticchiava sempre. Quando raggiunse il rettilineo di una strada, si voltò a guardarla. Non era cambiata molto da quando l'aveva presa con se, un pò d'anni fa. Dio, saranno stati... cinque o sei anni? Aveva perso i conti.
Comunque Laura era ancora una bambina... oddio, iniziava forse una fase un pò difficile ma si riteneva ancora fortunato di non dover affrontare con lei il discorso del trucco, dei tacchi e delle minigonne. Specialmente cose che riguardavano il sesso. Su questo punto, James preferì riconcentrarsi sulla strada.
Già... si riteneva ad essere ancora fortunato.
Il traffico di South Vale era piuttosto gotico, quella mattina. Il sole era alto nel cielo e le temperature erano alte, troppo per un'estate come quella. Fortunatamente la scuola, per Laura, si era conclusa e questo avrebbe potuto facilitare lo spostamento di residenza e il cambio scuola. Certo, inizialmente per Laura è stato difficile ma poi l'idea le era piaciuta.
La casa che per anni aveva condiviso con Mary non aiutava ne James e di certo neanche Laura, la quale le era stata molto legata. Per la bambina era diventata una sorta di figura materna, la stessa che gli è stata sottratta troppo presto. Su questo proposito, molte volte James aveva domandato a Laura qualcosa su i suoi genitori ma lei non ricordava niente. Era tutto confuso.
Frank, suo padre, appena aveva colto la notizia dell'adozione, aveva dato di matto. Continuava a ripetergli che chi stava portando con se era una sconosciuta e poteva essere anche un'approfittatrice. Benchè James continuasse a ripetergli che si trattava di una bambina e non di una donna in cerca di soldi, suo padre non voleva sentire ragioni. Non avrebbe mai acconsentito a quella farsa. Per questo aveva litigato con lui. Erano passati più di tre anni e Frank si era rifatto vivo con una scusa, dicendo a James che lui e sua... figlia, potevano usufruire dell'appartamento 302 ai South Ashfield Heights. Il biondo, dal canto suo, era felicissimo e per la prima volta le cose iniziavano ad andare bene.
Laura aveva preso male inizialmente la situazione, ma poi si era fatta forza e aveva accettato di seguire suo padre. Non l'aveva mai chiamato "papà" e forse era meglio così.
Da piccolo, James, ripeteva sempre che non si sarebbe mai sposato e non sarebbe mai diventato padre. Sua madre, a tempo che fu, rideva di questo e lo metteva in guardia, scherzando sul fatto che l'ultimo che aveva sentito dire così si era sposato per primo.
Poi aveva iniziato il liceo, aveva fatto nuova amicizie, aveva frequentato party nei locali e feste di compleanno di amici. Proprio ad uno di quei party aveva incontrato Mary.
Ricordava ancora cosa indossava. Non era mai stata troppo "appariscente", neanche quando era una liceale con la sua crisi di nervi in quel periodo del mese dove le donne andavano in escandescenza anche se un quadro era capovolto. Indossava uno di quei maglioni pesanti, di un colore rosa pallido. Una sciarpa di lana e una lunga gonna sotto il ginocchio. Occhiali da vista un pò troppo grandi per quei due semplici occhi d'orati.
Si, era molto "chiusa" specie nell'ambito dell'abbigliamento. Ma lui, che a quel tempo cercava di emitare Elwis con tanto di ciuffo, soltanto che il suo era biondo, era riuscito a vedere qualcosa in Mary Shepherd. Qualcosa che altri non avevano visto.
Poi una cosa tira l'altra e dopo neanche due mesi si erano messi insieme. La famiglia di lei era molto religiosa, però. Una sorta di famiglia Adams, avete presente? Il giorno che gli aveva conosciuti, James dovette trattenersi da non scappare a gambe levate.
I genitori di Mary l'avevano assillato di domande, dopo aver recitato la preghiera diurna. Che lavoro fanno i tuoi? In cosa vuoi specializzarti, James? E poi... la domanda più imbarazzante di tutte fu: "Allora James, dicci... quante ragazze hai avuto prima di Mary?" Se ci ripensava, James poteva sentire le gote arrossarsi come la prima volta.
I suoi genitori, invece... oh, tutt'altra storia!
Sua madre era sempre stata molto premurosa con Mary, fin da subito. Aveva notato che era più una ragazza casa e chiesa e a lei non dispiaceva neanche, visto le precedenti presentazioni di ragazze che suo figlio portava in casa.
Frank, come al solito, era malfidente. Aveva preso in disparte il figlio e infestato di domande. Quando James aveva cercato di rassicurarlo, dicendogli che Mary era una brava ragazza, lui sarcasticamente aveva detto una pessima battuta: "Bisogna vedere il tragitto tra la casa e la chiesa, figliolo".
E poi il matrimonio, la luna di miele a New York e la casa nuova.
Le complicazioni sono venute dopo, ma James preferì non pensarci e riservare l'attenzione al traffico, che si stava lentamente svuotanto dalla strada.
Laura controllò la mappa e indicò a James un parcheggio.
-Siamo arrivati.- Decrattò la bambina, prendendo il suo zaino.
James entrò nel parcheggio, spegnendo il motore una volta che la vettura verde petrolio fu dentro le strisce bianche. Scese dall'auto, aiutando Laura con i bagagli.
La bambina guardava di fronte a sè, un Hotel con lo stesso nome della città. Sicuramente stava pensando che di fantasia ne avevano in quel posto!
James prese due borse e avanzò verso la palazzina che gli si presentava davanti, fatta di due parti. Suo padre abitava all'ultimo piano. La porta principale era aperta e quindi entrarono lì. Di fronte la casetta della posta trovarono subito un'attraente ragazza che, sicuramente, si occupava della posta. Appena si accorse della loro presenza, si sorprese di trovarseli davanti, come se li conoscesse.
-Voi siete James Sunderland! Il figlio di Frank, immagino!- Disse la ragazza, piena di se dalla gioia. Andò verso di loro e tese la mano al biondo.
Lui la strinse con un sorriso, con ancora le borse sulla spalla.
-Esattamente, signorina...- Si bloccò, non sapendo il suo nome.
-Rachel, signor Sunderland. Sono l'addetta alla posta.- Spiegò lei, dando una valida giustificazione del perchè era immezzo a tante scartoffie ancora intatte.
Rachel spostò il suo sguardo su Laura, chinandosi alla sua altezza. -E questa bambina?- Chiese lei, con voce amorevole.
-E'mia figlia. Laura, saluta Rachel.- Spiegò James, rivolgendosi poi alla figlia.
Laura, timida e chiusa, rivolse alla ragazza un sorriso imbarazzato, stringendosi al petto il suo peluches, Robbie. -Ciao.- Mormorò appena.
James sorrise, guardando poi Rachel. -E' ancora tutto nuovo per lei. Mio padre è in casa?- Chiese, volgendo poi l'attenzione ad altro.
Rachel scosse la testa, frugando sulla scrivania piena di carte e buste. -No, ma mi ha raccomandato di darti la chiave dell'appartamento e che verrà verso l'ora di pranzo.- E la ragazza consegnò al biondo un mazzo di chiavi con dei numeri incisi sul portachiavi, "302". -Terzo piano.- Precisò lei, indicandogli la prima porta al primo piano, che cominciava in effetti da "100" e terminava la stanza con "110". Al secondo piano, invece di "120" c'era direttamente l'appartamento "200".
Salutata, James si incamminò con la figlia verso l'appartamento. Laura si guardava intorno, sorpresa quasi di tutto. Entrò senza obbiettare nell'appartamento "302" e a James non scappò di certo l'occhio sulla porta del "303", dove spiccava a lettere cubitali il cartello con su scritto: "FOR SALE!"
Chissà cos'era successo di tanto grave a far andare via due inquilini dello stesso piano. Magari si erano conosciuti e piaciuti...
James entrò e richiuse la porta della sua nuova casa. I muri erano stati ridipinti di bianco, con strisce rosse sopra e sul soffitto. I mobili riacquistati nuovamente. Laura si andò a sistemare sul divano di pelle nera, posando il suo zaino lì. Il suo sguardo guardava il vuoto. James, allora, gli si avvicinò. -Laura, so che è difficile cambiare ambiente. Da piccolo sono stato costretto ad abitare in questa città, per niente malaccia.-
La bambina lo guardò con un timido sorriso. -Qui hai incontrato la mamma?- Chiese lei, stringendo Robbie al petto.
James fu sorpreso dalla domanda, ma rispose semplicemente: -Si. Proprio a casa di un'amica. Ma adesso basta pensieri... aiutami a disfare i bagagli.-
Laura saltò giù dal divano e seguì James fuori dall'appartamento.
Si, si disse il biondo.
Era la città giusta per ricominciare da capo.



Note d'autrice:
Salve a tutti. Ecco che vi presento la mia nuova fanfiction!*.*
Muorivo dalla voglia di scrivere qualcosa di diverso e quindi mi sono immaginata il seguito di "Leave (Partenza)".
In questa storia prendo in considerazione il finale "21 Sacramenti" di SH 4: The Room, dove Henry ed Eileen muoiono... ma scopriremo in seguito molte più cose.
Fatemi sapere cosa ne pensate.
Un bacio,
Glory and Love.

  
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