Eccomi..ora
sono qui..
Era un freddo pomeriggio credo..C’era la neve
questo lo ricordo perché guardai quasi ipnotizzato quella cosa..così fredda al
tatto..che scendeva magicamente dal cielo..sembrava così pura, così candida e
rimasi attonito a fissarla per qualche secondo..ero confuso,quasi
terrorizzato..un piccolo bimbo innocente a cui è stato strappato via tutto..e
non avrebbe potuto nemmeno aggrapparsi ai suoi ricordi..perchè non poteva
ricordare..o non voleva..
Anche nelle
notti più buie era solo..senza ricordi che gli dessero conforto..
Un uomo..anziano, forse troppo perché mi faceva
paura..anche se mi tese la mano con gentilezza..ero..ero titubante,
timoroso..in fondo cosa ne può sapere un bimbo di quello che succede?..con
l’innocenza e l’ingenuità che solo un ragazzino possiede..gli sfiorò la
mano..così grande in confronto alla sua..così rugosa che prima di toccarla la
guardò bene..però era una mano che infondeva calore..calore umano..
Un calore
così curioso..mai provato prima..
Il vecchio signore..lo condusse in una
macchina..una macchina lunga, nera..il piccolo Mail poteva vedere il suo
riflesso in quel nero così lucido..poteva vedere come si era ridotto..cos’era
diventato..cos’era sempre stato..vide il suo riflesso..lo fissò..quasi
incredulo..bhè scoprì chi era..apri la portiera..così grande e pesante..a
fatica e vide dei sedili così belli..in pelle..sembravano nuovi..appena usciti
dalla sua fervida immaginazione..stupito e confuso..si sedette, senza
fiatare..senza sapere dove sarebbe stato condotto..
Ma infondo,
chi lo sa dove ci conduce il destino?
L’anziano signore era seduto davanti..non disse
una parola durante il tragitto..Mail..il piccolo Mail..durante il tragitto era
troppo affascinato nel vedere il mondo attraverso un finestrino per parlare..stava
lì..toccando con la sua piccola mano il finestrino..e si accorse di aver
lasciato un’impronta su quel vetro prima così perfetto..non che gli importò più
di tanto..però notò questo piccolo particolare..vide tante case..tante
persone..tante mamme con i loro figli..sembravano tutti così contenti..e si
chiese perché lui era così solo..perchè nessuno lo voleva..
Si domandò
che razza di mostro potesse essere..
La macchina si fermò..arrivarono davanti ad un
vialetto desolato..spoglio, senza alberi..senza niente, ricoperto solo da
candida neve..la portiera si aprì, la luce sembro abbagliare per un attimo il
piccolo che istintivamente si mise le mani sugli occhi, come segno di
protezione e come un piccolo essere indifeso scese dalla macchina..rimase fermo
e guardò attentamente quel grande cancello nero che lo sovrastava, era molto
più alto di lui..e con gli occhi al cielo cercò di capirne l’altezza..quasi
temendo che gli potesse cadere addosso fece un passo indietro..
Si dovette
far coraggio..e cominciò ad avanzare..
Sorpassò il cancello..che era socchiuso..e
cominciò ad avanzare lentamente..osservava i fiori che in primavera dovevano
essere così colorati, ora cosi appassiti e bianchi per la neve..arrivò ad una
grande porta..un grande portone in legno con un pomello che sembrava in
oro..arrivava a malapena a toccare quel pomello..lo sfiorò a malapena e la
porta si aprì da sola.. sulla soglia apparve un altro signore piuttosto
anziano..che gli prese la mano, senza dargli modo di reagire..
Rimase
immobile un attimo e si fece condurre in una specie di ufficio..
Scoprì che il nome di quel signore era Roger..bhè
un nome facile da ricordare..pensò..gli parlò velocemente, anche troppo perché
un bimbo come lui potesse comprendere a pieno tutti quello che gli disse..seguì
distrattamente le parole ma ne perse il filo più volte..era troppo concentrato
a guardare la neve scendere…da quella grande finestra dietro la scrivania..si
guardò intorno e noto il freddo arredamento di quella stanza..un po’ lo
inquietava sembrava uno studio così antico..così vecchio..
Era rapito
solo dalla neve..sperava che potesse portarlo via..
Finito quel lungo..lunghissimo e interminabile
discorso di benvenuto si può dire..il piccolo Mail fu accompagnato in una
stanza..già una piccola stanzetta, non era molto grande né molto
arredata..c’era un letto e un armadio..basta..piuttosto spoglia dato le bianche
pareti, bianche e luminose come la neve di prima mattina..si sdraiò sul
letto..tirò un sospiro di sollievo, anche se era ancora piuttosto confuso..Chiuse
gli occhi, ma non volle addormentarsi..stava pensando..
Tanti di
quei pensieri turbinavano nella sua piccola mente infantile..
Si chiedeva perché lui..perchè proprio lui fra
tanti inutili individui fosse stato scelto dal destino..prima così
crudele..perchè era finito in quella casa?...come lo avevano trovato?..non
riuscì a trovare risposta..a domande che non sarebbe nemmeno dovuto porsi..ma
forse..era troppo maturo per essere così giovane..e per un attimo smise di
pensare..niente, il vuoto..si calmò con calma..e rimase seduto su quel
letto..ogni suo piccolo movimento faceva cigolare le molle, ma questo non gli
importava..anzi nemmeno gli dispiaceva..forse lo aiutava a sentirsi meno solo..
Ma lui era
solo..e non poteva illudersi del contrario..non ora
Si riprese da quell’attimo di
smarrimento..ritrovò i sensi che per un attimo erano altrove..ricominciò a
pensare e il tempo ricominciò a scorrere..la magia svanì e la realtà gli sbatté
in faccia..decise di curiosare in quell’armadio..certo non era così
divertente,o non era cosi interessante..ma la mente di un bambino si accontenta
di tutto..allora aprì l’armadio e vide in basso due cassettini..ne aprì uno,ma
niente era vuoto..un normale cassetto di legno scuro..pieno di polvere..ecco
tutto..senza scoraggiarsi aprì anche l’altro e con sua grande sorpresa
trovò..un oggetto..
La
curiosità si impossessò di lui..e prese in mano quell’oggetto..
Lo esaminò..più e più volte..richiuse i cassetti
poi l’armadio e si sedette sul letto con quello strano oggetto in mano.. lo
rigirò un paio di volte e premette un bottoncino sul fondo..quello strano
oggetto rettangolare..aveva uno schermino che si illuminò e Mail colpito da
questo aggeggio rimase immobile a fissare la scritta che era apparsa..
“Nintendo
Game-Boy color”
Sapeva leggere a malapena..perchè nessuno teneva
a lui..e nessuno lo avrebbe voluto istruire..nessuno avrebbe buttato i soldi
per insegnare qualcosa a questo disperato..Mail non ci badò troppo e comincio a
premere gli altri bottoni..all’inizio andava a caso.. non sapendo bene cosa
fare.. poi cominciò a capire.. c’erano le frecce per muoversi..e dei bottoni
per tirare dei calci con quello strano personaggio..
Non seppe
cosa gli stava succedendo..ma quel gioco sentiva di adorarlo..come mai con nessun
altro oggetto..
Forse Mail adora i videogames perché può
immedesimarsi in un'altra persona, forse può dimenticare di esser e in questo
mondo, può dimenticare tutto diventando un'altra persona..immedesimandosi in un
personaggio buffo..così i suoi incubi e le sue paure non lo avrebbero più
perseguitato..sarebbe stato finalmente sereno..
Bhè per un
attimo..anche un bimbo troppo maturo.. riuscì a sentirsi rinascere..a ritrovare
l’infanzia..
Cominciava a girargli la testa..perciò spense il
game-boy e lo rimise nel cassetto..quasi come fosse il suo nascondiglio
segreto.. la sua porta per un altro piccolo mondo colorato..era ora di cena..ma
non se ne rese conto fino a quando il suo piccolo stomaco diede qualche segno
di fame..si mise una mano sulla pancia e si sedette.. non sapeva cosa avrebbe
dovuto fare.. non sapeva a chi rivolgersi..non fece in tempo a pensare che
sentì bussare..al momento giusto per giunta..si alzò quasi di scatto e si
avvicinò alla porta..la apri..
Ciò che
vide non se lo scordò mai..
Un ragazzino..magrolino, esile.. biondino.. che
odorava di cioccolato fondente.. si era presentato davanti alla sua porta.. si
proprio la sua porta..”ciao..sono Mail”..disse senza rendersene conto..come se
avesse dato il benvenuto ad uno sconosciuto nella sua piccola casa..”Mail?..ma
che razza di nome ti hanno affibbiato?!” disse l’altro..il biondino..
sghignazzando..e in men che non si dica il biondino appoggiò sul letto di mail
un vassoio con del cibo..”cos’ha che non va il mio nome?”la domanda più ingenua
che potesse fare..parlò senza pensare, come un bambino..
C’era
qualcosa in quel biondino che lo aveva rapito..
“Matt, ecco come dovresti chiamarti..”..
“Matt??..” infondo Matt era un bel nome..un nome da ragazzino forte..ma dolce..
“si ok..va bene”..rispose frettolosamente..parlarono, si conobbero meglio..il
biondino era soprannominato Mello..il motivo non gli fu raccontato, ma fu così
che Mail..conobbe ciò che per lui c’era di meglio al mondo..conobbe un angelo
sceso in terra..
Conobbe
chi, un giorno molto lontano, lo avrebbe portato a perdere la vita per lui, ma
questo..non lo sapeva ancora..