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Autore: sara_efp    24/10/2013    0 recensioni
"Ali, non farci caso a lui, okay?" sussurrò Alessandra all'orecchio di Alice, per fare in modo che lo sentisse solo lei. Alice abbassò gli occhi. Poi si alzò, senza salutare i due ragazzi appena venuti e si incamminò verso il bancone degli alcolici. Si fece portare uno, due, tre, quattro o cinque bicchieri di vodka e rum e poi, barcollando, si diresse verso la pista da ballo.
Up in the air dei 30 Second to Mars era partita e lei non la smetteva di muovere un secondo i suoi fianchi. Alzava le mani in cielo, ondeggiava lentamente e a volte saltellava. Era sola nel suo angolino della pista, anche se quella maledetta canzone lo ricordava così tanto.
"Non puoi evitarlo per sempre." Sentì la voce di Alessandra dietro di lei, prima che cominciasse a ballare insieme a lei. Alice non ci fece caso, continuava a muovere i suoi fianchi.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Musica.
Quello che sentiva Alice, in quel locale lurido ed insignificante, era la canzone di Ellie Goulding, Burn. 
Mentre Giulia e Alessandra chiacchieravano tra di loro, le migliaia di persone che occupavano il suo spazio ballavano, ridevano e si ubriacavano sempre di più, ragazze che provocavano ragazzi di ogni genere, lei ascoltava. Pensava il motivo per cui si era fatta convincere così stupidamente dalle sue migliori amiche. Non era la solita ragazzina secchiona, che si rinchiudeva in stanza e non usciva per giorni, ma non si definiva nemmeno una ragazza come tutti loro. Era diversa e lei lo sapeva bene.
Canticchiava leggermente le parole di quella canzone, mentre prendeva il suo bicchiere d'acqua dal tavolino vicino a lei. Sospirò, era così annoiata…
"Peppe! Roberto!" sentì urlare da Giulia, mentre agitava le mani per segnalare che erano sedute qui.
"Ali, non farci caso a lui, okay?" sussurrò Alessandra all'orecchio di Alice, per fare in modo che lo sentisse solo lei. Alice abbassò gli occhi. Poi si alzò, senza salutare i due ragazzi appena venuti e si incamminò verso il bancone degli alcolici. Si fece portare uno, due, tre, quattro o cinque bicchieri di vodka e rum e poi, barcollando, si diresse verso la pista da ballo.
Up in the air dei 30 Second to Mars era partita e lei non la smetteva di muovere un secondo i suoi fianchi. Alzava le mani in cielo, ondeggiava lentamente e a volte saltellava. Era sola nel suo angolino della pista, anche se quella maledetta canzone lo ricordava così tanto.
"Non puoi evitarlo per sempre." Sentì la voce di Alessandra dietro di lei, prima che cominciasse a ballare insieme a lei. Alice non ci fece caso, continuava a muovere i suoi fianchi.
"Giulia?" chiese in un filo di voce Alice, domandandosi se Alessandra l'avesse sentita. Lei si girò verso la sua destra, per indicare Peppe e Giulia nei divanetti bianchi. Si stavano amorevolmente baciando come una normale coppia di fidanzati. Alice sorrise lievemente e guardò Alessandra.
"Non lo so dov'è, ci ha salutati ed è scappato." disse la mora, mentre smetteva di ballare e usciva da quella confusione. Alice rimase lì, immobile. Due mani le si poggiarono ai fianchi, la faceva muovere lentamente verso destra e sinistra e quasi di scatto, Alice lo spinse. Spalancò gli occhi e notò che quelle mani appartenevano ad un uomo di mezza età, con tanto di canna in bocca. -Che schifo.- pensò Alice, prima di correre fuori ad accendersi una sigaretta. 
Non aveva il vizio, fumava solo quando era in difficoltà o si sentiva nervosa, come in questo caso. Non capiva il perché solo a sentire il suo nome correva e scappava da tutto. Dai ricordi, da lui, da lei. Solamente lui poteva solo sfiorare i suoi fianchi, solo lui poteva farla sentire così sicura. 


Quel giorno Alice era felicissima. Sarebbe stata la festa del 31 Ottobre, Halloween. Si era già organizzata la serata: avrebbe fatto finta che Carlotta,Erica,Giusy e Martina non erano lì, (le sue peggior nemiche) e avrebbe dato il suo primo bacio. A chi? Al ragazzo di cui era innamorata da ben 3 anni, Roberto. Lo considerava come un migliore amico, come un fratello. Ma un fratello diverso. 
"Alì, ma tu hai già tutto pronto? Trucco, parrucca e vestito, intendo?" Chiese Alessandra al telefono, anche lei eccitata per la festa della sera stessa. L'avevano organizzata già dal 1° Ottobre, avevano preparato tutto loro: invitati, dj, balli, cibo e decorazioni. L'avevano così aspettata.
"Non lo so…sono così emozionata! Ho intenzione di fare quello che vi ho detto stasera." il tono di voce di Alice era elettrizzato, emozionato, felice.
"Ma sei sicura?" chiese Giulia, stavano facendo la conferenza, come quasi ogni pomeriggio. Alice ci pensò un'attimo e, cavolo, era sicurissima! 
"Certo che sono sicura. Ovvio, ci vorrà il coraggio che non ho, ma devo assolutamente fare qualcosa stasera." rispose con un sorriso a trentadue denti. Raccolse il vestito di Mortisia, quello che avrebbe indossato stasera, dalla sedia della sua scrivania e lo appoggiò delicatamente nel letto. Prese gli stivali neri nell'armadio verde e li lasciò nel pavimento sotto il vestito. 
"Io spero davvero per voi, Ali. Siete così teneri insieme!" rispose Alessandra. Alice sorrise, senza volerlo. 
"Aspettate, devo prendere i trucchi dalla camera da letto di mia madre. Un'attimo!" disse Alice, dopo mise il suo telefonino alla scrivania e si diresse verso la camera da letto. Sua madre stava leggendo il suo libro preferito, Harmony, con la luce della piccola lampadina gialla accesa. Appena la notò, le sorrise dolcemente. Alice le schioccò un bacio in guancia e prese i suoi trucchi dal secondo cassetto del comodino. Chiuse la porta alle spalle e corse verso la sua stanza.
Riprese il telefono e mise il vivavoce, appoggiò i trucchi nella scrivania e raddrizzò lo specchio.
"Eccomi." disse Alice alle amiche. 
Incominciarono a parlare e a prepararsi contemporaneamente, Alice indossò il suo vestito e si guardò allo specchio. Lasciava scoperto il suo petto, così tanto che fu costretta ad indossare un odioso top nero di sotto. Si era truccata com'era il suo personaggio; la faccia bianca, il rossetto nero che copriva le sue labbra, l'ombretto nero scuro agli occhi verdi ed infine, un leggerissimo fard rosa. 
Anche Giulia avrebbe combinato qualcosa alla festa. Lei invece, era follemente innamorata del suo migliore amico, Peppe. Un ragazzo diverso, dalle altre persone. Lui fumava le canne, cosa che Giulia detestava pesantemente. Faceva cose illegali, come mascherare i muri con i graffiti, arrampicarsi da un tetto di una casa all'altra e per gioco, si divertiva a fare dei dispetti a chiunque gli passasse davanti. Ma, nonostante questo, Giulia lo vedeva diverso a modo suo. Era dolce, gentile, tenero e un ragazzo che aveva bisogno disperatamente di lei, così come lei aveva bisogno di lui. 
Si era vestita da Jack quella sera, con il sorriso fatto a matita bianca fino alle orecchie, la faccia molto più bianca di quella di Alice, una camicia con molte croci grigie, dei semplici pantaloni neri stretti e un paio di stivali neri anch'essi. Alessandra, invece, era all'idea che avere il fidanzato era troppo.. problematico. Preferiva la vita libera, poter essere un'uccello libero e non in gabbia. Si era vestita da una specie di pagliaccio assassino, con il trucco abbastanza inquietante ma molto diverso e molto bello. Indossava una maglietta unica tinta nera e una specie di gonnellina nera, con calze grigio scuro e delle scarpe dello stesso colore. 
Appena si incontrarono nella Sala, si abbracciarono strette. 
"Come siete belle!" disse Alice alle sue amiche, sorridendo raggiante. 
"Tu non sei da meno!" risposero in coro le due migliori amiche. Entrarono e la gente era davvero parecchia. Erano tutti vestiti in modo diverso, chi da vampiro, strega, scheletro o bambola di pezza assassina. Alice si diresse verso il suo solito gruppo e abbracciò i suoi amici.
"Quanto sei bona!" disse il suo amico Matteo, facendola ridere. L'abbracciò calorosamente e corse a salutare Andrea, un'altro suo amico. Incontrò anche a Michela, Giuseppe, Eleonora, Chiara e Valerio. Erano davvero troppe le persone lì dentro, ma lei ne cercava solamente uno.
Corse verso le sue migliori amiche e insieme, andarono verso i tavoli. Presero da mangiare e nel mentre, due paia di mani si appoggiarono ai fianchi sia quelli di Alice, che quelli di Giulia, facendole spaventare. Dietro Alice c'era il suo Roberto, con un sorriso sulla faccia e un paio di occhi meravigliosi come sempre, mentre dietro Giulia, ovviamente, c'era Peppe.
Incominciarono a parlare del più e del meno, di quanto erano carini vestiti da Halloween, se avevano mangiato e robe così. 
Partì la canzone Up in the air dei 30 seconds to mars e Alice, presa dall'euforia, trascinò Roberto e le sue amiche in pista. Cominciarono a ballare, a divertirsi, a sentirsi felici e vivi, specialmente Ali.
"Possiamo uscire un'attimo? Mi manca l'aria." sussurrò Alice avvicinandosi a Roberto. Il ragazzo annuì e a passo lento, uscirono fuori, nel piccolo giardino. Alice si strinse nelle spalle per il freddo e, Roberto, quando lo capì, posò delicatamente la sua giacca nelle sue spalle, -cosa che fece andare lo stomaco di Alice a quel paese- e gli sorrise dolcemente. -Roberto 2 Alice 0-
"E' una bella festa, no?" sussurrò Alice, abbassando lo sguardo sorridendo lievemente. Roberto alzò le spalle, quasi annoiato. 
"Già." mormorò il ragazzo, camminando lentamente e guardandosi attorno. Ad Alice cominciò a venire l'ansia, cominciò a chiedersi se quello che stava per fare era giusto o sbagliato, se era quello che voleva. Sull'ultima domanda non aveva dubbi, era esattamente lui che voleva. 
Così, presa da un pizzico di coraggio che aveva infondo al cuore, lo prese per le spalle e lo baciò. Un bacio semplice, di quello timido e dolce. Solo un'attaccatura di labbra, solo uno scontro tra due mondi diversi. Nessuna lingua, nessuna presa in giro, niente di niente. Il cuore di Alice cessò di battere nell'esatto momento in cui lui la prese per i fianchi attirandola a sé, quasi come se non volesse che scappasse. Alice cinse il suo collo con le sue esili braccia e schiuse leggermente le labbra, per trasformare il bacio dolce e tenero in uno pieno di passione. Le sue labbra erano esattamente come aveva sempre immaginato: morbidi, fragili e incredibilmente tenere. 



"Alice, ti abbiamo cercato dappertutto!" la voce di Peppe la fece saltare in aria, colta alla sprovvista. Si accorse solo ora delle lacrime che erano incominciate a scendere, nel pensare a quel meraviglioso e piccolo bacio. Giulia era mano niella mano con lui, aveva le labbra leggermente schiuse e incredibilmente rosee. 
"Scusatemi, non mi sentivo molto bene." mormorò Alice con un filo di voce. Abbassò gli occhi e sentì, ancora, i suoi occhi inumidirsi. Sentì un "Oh" proveniente da Giulia, poi sentì solo le braccia sottili e leggere di Giulia stringerla calorosamente. Ricambiò l'abbraccio frettolosamente, subito. Era di quello che aveva bisogno, di un'abbraccio sincero, un'abbraccio che diceva -Io sono qui, non ti lascio.- 
Dei passi veloci giunsero alle orecchie della bionda e, come uno scatto, alzò gli occhi nel vedere il suo tormento. Eccolo lì, incredibilmente bello. Con quei riccioli corti che gli ricadevano dolcemente nella fronte, i suoi occhi marroni, e quel dannato sorriso che fregò Alice. 


Andava tutto perfettamente, Roberto e Alice stavano insieme da molto ormai, quasi tre mesi e si amavano alla follia. Trascorrevano ogni giorno insieme, a baciarsi, a scambiarsi carezze, a guardare un film romantico, a stringersi sotto le coperte con una cioccolata calda in mano, a scambiarsi parole e frasi tenere come ''Ti amo.'' e molto altro, a guardarsi amorevolmente e sorridersi. Un giorno, Alice andò a scuola di Roberto, per una sorpresa. Aspettò con ansia che fossero le 12 per abbracciarlo e stritolarlo dolcemente. Sentì la campanella suonare interrottamente e inziò a sorridere come una ragazzina di 10 anni. Vide una marea di ragazzi uscire dal cancello e quando vide una chioma riccia il cuore cominciò a battere più forte. Camminò lentamente verso di lui ma, dopo averlo visto, era sicura di aver sentito lo stesso cuore rompersi in mille pezzi. Una ragazza, sicuramente più piccola di lui, lo baciava con molta.. passione. Lui era immobile, non faceva niente, ma questo Alice non lo vide. "Sei uno stronzo!" urlò con tutta la sua forza, urlò con tutta la voce che le era rimasta. La vista era offuscata e non vedeva più niente, l'aria le cominciava a mancare e troppe persone la guardavano shoccate, troppe. Roberto si staccò immediatamente dalla ragazza, non appena sentì la voce della sua ragazza. Lorena sorrise soddisfatta, gesto che fece mandare in bestia il ragazzo. La spinse via con violenza, e quando notò Alice correre, la seguì con tutta la velocità che aveva. Alice correva, correva sempre più veloce quando sentiva la sua voce chiamare il suo nome. Correva tremendamente troppo e il vuoto dentro di lei la stava divorando. Roberto riuscì a prendere il suo polso piccolo e stretto e quando si girò, il cuore cessò di battere. I suoi occhi erano completamente rossi e pieni pieni di lacrime amare, il sorriso che aveva era stato trasformato da una smorfia triste e dolorosa. "Sei uno stronzo! Mi fai schifo!" urlò Alice, cercando di spingerlo con forza. Roberto non si mosse di un millimetro. "Come hai potuto? Come?!" continuava ad esasperarsi la ragazza- Roberto ascoltava, in silenzio e stava quasi per scoppiare a piangere per tutto il dolore che le stava facendo causare. "Alice, ascoltami." disse Roberto. La voce gli uscì spezzata e piano. "No! Non voglio ascoltare niente! Sei un bastardo!" Roberto le prese il viso tra le mani e la costrinse a guardarla negli occhi. "Lorena mi ha baciato, ok? Io ti amo Alice, ho sempre amato te e sempre ti amerò. Credimi, è stata lei a baciarmi, non ho fatto niente!" disse Roberto guardandola negli occhi. Lei riprese a piangere ancora più forte e quando Roberto cercò di abbracciarla, lei gli diede dei piccoli pugnetti accompagnati da uno "Stronzo, bastardo, vaffanculo." 

Da quel giorno i due ragazzi non si sentirono e non si videro mai più. o 

"Alessandra…" sentì dire dalla sua voce. "Vi stava cercando.".
Roberto la guardava, ancora una volta, in silenzio. La voleva stringere a sé, poterla coccolare fino a farla sorridere tra le lacrime. Ma sapeva, che se lo avrebbe fatto, sarebbe stato peggio per entrambi. La amava ancora, nonostante fossero passati esattamente 2 mesi e 15 giorni, la amava ancora, nonostante non la vedeva più.La amava ancora, nonostante lui non le andava a fare le sorprese a casa sua o a scuola. La amava sempre di più, incoscientemente. 
Giulia si staccò da Alice e lo guardò. 
"Ali, io e Peppe andiamo a cercare Alessandra, torniamo subito, ok?" disse Giulia alla bionda, cambiando sguardo su di lei. Alice la guardò con gli occhi pieni di tristezza e poi, stancamente, annuì.
Sospirò e abbassò gli occhi. Si sistemò la sua giacchetta di lana nelle spalle e si morse il labbro inferiore. Voleva con tutto il suo cuore abbracciarlo, o almeno poterlo guardare negli occhi. Ma se lo avesse fatto, la rabbia e la tristezza si sarebbe trasformata in lacrime e lei era molto stanca di piangere inutilmente.
Roberto iniziò a fare dei piccoli passetti verso Alice, arrivando accanto a lei.
"Ehi…" mormorò Roberto, guardandola per un'attimo. I capelli biondi le scendevano dal viso, dato che aveva la testa abbassata, il labbro che fino a poco tempo fa lo mordeva dolcemente lui, era incastrato tra i suoi denti, gli occhi verdi e felici erano abbassati. 
"Ehi." rispose Alice, alzando la testa per guardarlo e fargli un piccolo sorriso. 
Il silenzio. 
Ecco cosa odiava di più al mondo: il silenzio tra loro due. Nessuna parola, nessun rumore di labbra che si scontravano, nessun rumore, o suono, di niente. Si sentiva solo una leggerissima canzone della discoteca, troppo lontana ma anche troppo vicina. 
"Emh.." balbettò Roberto, in preda al panico. Non sapeva proprio cosa dire, così, preso dalla sprovvista se ne uscì con un: "Come stai?"
Pessima mossa.
"Come vuoi che stia?" gli rispose Alice, sorridendo tristemente. Alzò le spalle e sospirò, ancora. Lo faceva sempre quando si trovava in difficoltà. 
"Perché stai piangendo?" chiese Roberto, sapendo che se le avesse chiesto quella domanda, avrebbe incominciato a sfogarsi, a svelagli i suoi segreti.
"Perché sono stanca." rispose Alice, con un tono di voce triste e maledettamente basso. Roberto alzò gli occhi al cielo, notando che c'erano davvero moltissime stelle quella seria. Anche se, sapeva benissimo che ne aveva una proprio accanto a lui. "Di tutto, specialmente di questa fottuta distanza che ci separa e non ci permette nemmeno di guardarci negli occhi per dieci secondi in più." continuò Alice, accompagnando le sue parole con un sospiro lieve. Roberto spalancò gli occhi.
Il suo cuore batteva forte, in un momento aveva paura se gli uscisse dal petto. Prese una boccata d'aria e si gettò -letteralmente tra le sue braccia.-. Alice tremò per circa cinque minuti, poi si fece travolgere dal calore del suo abbraccio e ricambiò la stretta, iniziando a piangere. Le era mancato il suo profumo, il suo petto, il suo naso incastrato tra i capelli biondi, le sue braccia forti e capaci di dare una sensazione di protezione tra la sua schiena, il respiro pesante e il sorriso in faccia. Le era mancato terribilmente. 
Angolo Autrice,
Non mi sono aggiornata per diversi periodi, mi scuso. L'ispirazione non viene sempre, la storia era finita già da un po, ma non mi convinceva del tutto e cosi riflettevo 1,2,3,4,5,6 ecc... volte. Ma finalmente ho trovato il modo. Dopo 4 diverse versioni trovo che questa sia la migliore, spero che continuerete a seguirmi e che recensirete in molti. Grazie.
Se volete continuatemi a seguire mi trovo anche qui : Storie Di Sara 
 
  
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