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Autore: MadMe_94    25/10/2013    1 recensioni
Catapultatevi nel mondo degli spiriti in una travolgente storia d'amore all'insegna del sovrannaturale e della magia!
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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PROLOGO
Inverno.
Il calore della luce del giorno era diventato, ormai, gelido. Un raggio di luce filtrava dal vetro della portafinestra della cucina e quel poco bastava ad illuminare la piccola stanza.
Io stavo sfidando il sole con lo sguardo, ma non provavo alcun fastidio. Ogni volta in cui ci facevo caso avrei voluto sentirmi male. Mi girai e lui era ancora lì, bello come sempre. Daniel, quel giorno, aveva invitato a casa sua una compagna universitaria per svolgere assieme i compiti di matematica. Posava i suoi occhi castani sul libro, poi si portava la matita alle labbra, rosee e un po’ carnose screpolate la freddo. Si teneva la testa con la mano sinistra con fare un po’ annoiato, grattandosi di tanto in tanto il capo ricoperto da capelli scuri, come se si stesse sforzando di capire l’esercizio che aveva davanti. Spostava spesso lo sguardo dal libro al quaderno, dal quaderno alla ragazza che le sedeva di fronte, dalla ragazza alla vetrata dove c’ero io. A volte mi fissava, ma sapevo perfettamente che non era me che stava guardando. Spesso, per richiamare la sua attenzione, mi mettevo a girare su me stessa. Si, lo so, è una cosa idiota, ma sembrava che a volte funzionasse! Avrei potuto fare piroette per ore, giorni, mesi o anni interi senza mai sentir la testa vacillare o il corpo cadere. Avrei potuto fare piroette per tutto il resto della mia esistenza per un suo solo sguardo, solo per capire se infondo lui sapeva che io ero lì per lui.
Per quanto si stesse sforzando, era evidente che Daniel non riuscisse a concentrarsi sull’esercizio. Poggiò le mani sul tavolo spingendo la sedia all’indietro e, con uno scatto repentino, si alzò. Eva, la sua amica, levò la testa di scatto guardandolo in modo interrogativo.
–Ho sete – disse Daniel, - vuoi dell’acqua o qualcos’altro da bere? -.
–Si, grazie! – rispose Eva con un lieve sorriso. –Daniel, senti… - continuò la ragazza.
Daniel la guardò. Dall’espressione di Eva riusciva ad intuire che la domanda che gli stava per porre non gli avrebbe fatto molto piacere.
–Tra poco sarà Dicembre…- disse lei con un filo di voce mozzata, come se quelle quattro parole, se non dette dolcemente, potessero essere taglienti come lame.
Daniel non rispose. Si girò verso il frigorifero per prendere l’acqua, fingendo che l’argomento non lo toccasse. Ma io lo sentivo. Sentivo il cuore come gli si stringeva nel petto, come gli batteva forte anche se lui aveva smesso di respirare, tremava per paura di ricordare. Io e Daniel eravamo in qualche modo collegati, non so come né come fosse stato possibile.
–Faranno la commemorazione? – chiese Eva con la stessa sottigliezza di prima.
Daniel annuì senza guardarla. Si girò e le porse l’acqua.
Eva capì. – Scusami- gli disse. Raccolse le sue cose dal tavolo e le rimise nella borsa.
Io mi avvicinai a Daniel e lo abbracciai. Lui guardava Eva senza dire una parola, con il volto coperto da uno spesso velo di tristezza. Un attimo dopo Eva lo salutò e uscì con passo lento da casa.
Eravamo soli. Soli come forse non lo eravamo mai stati.     
                                                                                                
  
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