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Autore: Lidy    25/10/2013    2 recensioni
Quanto può essere difficile scrivere una lettera, soprattutto se nascondi una verità da 4 anni e non sai come dirla?
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nick Jonas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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2013

 

Iniziare a scrivere. Ecco, credo che questa sia sempre la parte più complessa. Dovrei scrivere 'Caro' oppure un semplice e informale 'Ciao'? Dovrei arrivare dritto al punto o fare una premessa giusto per far intendere chiaramente le mie intenzioni?

Una tragedia.

Iniziare a scrivere quella lettera stava diventando peggio del previsto. Eppure lo sapevo bene, altrimenti perchè rimandare ancora?

Poggiai la penna sul foglio ancora bianco, spazientita e tolsi le cuffie dalle orecchie.

 

- Gradisce qualcosa da bere? - chiese l'hostess dolcemente verso di me.

- Si grazie, un succo - forse un po' di zuccheri mi avrebbero illuminata.

- Scusi, ha da cambiare 10 dollari? -

Il mondo si bloccò. Quella voce. Non poteva essere vero.

 

2009

La piazza era completamente piena di gente. Londra non era mai stata tanto bella ed io toccavo il cielo con un dito. Il ragazzo della mia vita era lì accanto a me e sorrideva. Doveva farlo più spesso, il sorriso faceva brillare ancora di più quegli occhi color cioccolato tanto simili ai miei.
 

Nick, hai visto quanta gente? Ci stiamo riuscendo. Stiamo vivendo il nostro sogno. - Disse Joe dandogli una pacca sulla spalla. Saltava come un grillo da almeno mezz'ora, impaziente di uscire lì fuori e dare il meglio di sé.

L'avresti mai detto? Noi tre, qui, a fare quello che vogliamo fare. Sai quante persone pagherebbero per essere al posto nostro? Sai quante persone vivono un'intera vita facendo un lavoro che nemmeno li soddisfa? - Continuò Joe gesticolando.

Si fratello, penso che siamo veramente fortunati. - Rispose Nick mantenendo quel sorriso meraviglioso. Se non ci fosse stato Joe l'avrei baciato. Dio quanto era bello!

 

Mancavano poche ore all'inizio del concerto e io come al solito non sapevo che mettere. Girovagavo in intimo per la stanza dell'hotel aprendo le ante dell'armadio per poi richiuderle. Perchè non trovavo niente di accettabile? Niente che mi facesse sentire alla sua altezza.

 

Posso entrare? - Chiese Nick da dietro la porta socchiusa. Riuscivo già a vedere alcuni riccioli.

Ehy tu, non sbirciare! - dissi fintamente arrabbiata in tono ammonitore.

Come se non ti avessi mai vista in intimo.. - e comparve il suo sorriso furbetto, quello che probabilmente conoscevo solo io e che non sprecava con chiunque. -..Sei bellissima. -

Si avvicinò a me e prendendomi il viso tra le sue mani, mi guardò intensamente negli occhi. Non abbassò lo sguardo nemmeno per un attimo e, seppure non emise alcun suono con la bocca, i suoi occhi stavano dicendo tutto. Non avrei potuto vivere senza lui.

Mi baciò con dolcezza come se potessi farmi male e le sue mani scesero delicatamente, prima lungo le spalle e infine lungo la schiena. Il suo tocco faceva scaturire in me mille sensazioni e i brividi sostituirono la dolcezza con la passione e l'eccitazione. Risposi a quel bacio con tutta me stessa. Lo volevo e non mi sarei mai stancata di questo. Gli morsi leggermente il labbro inferiore e mi accorsi che lo aveva eccitato ancora di più. Il suo respiro, che sentivo sulla pelle nuda, era notevolmente aumentato e questo incrementava il mio piacere.

 

Se non ci fosse il concerto.. - disse tutto ad un tratto, lasciando la frase in sospeso.

Non fa niente, possiamo sempre continuare dopo. - Risposi mordendomi il labbro. E mi ribaciò.

La porta si spalancò e la voce di Kevin riempì la stanza - Nick, siamo in ri.. - si bloccò e mi vergognai miseramente per avere del semplice intimo addosso. Quasi istintivamente mi nascosi dietro le spalle di Nick.

Ops, scusate, non volevo interrompere qualcosa.. - continuò Kevin probabilmente più imbarazzato di noi.

Tranquillo Kev, sto venendo. - Rispose Nick toccandosi i capelli.

Mi scappò una risata che non passò inosservata, ma chiunque un po' malizioso si sarebbe messo a ridere per il doppiosenso della frase di Nick. E invece fui l'unica. Nascosi anche la faccia. 

..Ok. Ci vediamo tra poco”. Disse Kevin chiudendosi la porta alle spalle.

 

Il concerto.

Era sempre un sogno guardarli cantare con tutta quella passione e quella voglia di dimostrare che chiunque può riuscire in qualcosa, se veramente lo desidera.

Ero innamorata di un ragazzo stupendo che mi ricambiava. Cosa potevo volere di più?

La canzone When you look me in the eyes stava facendo da colonna sonora ai miei pensieri e non mi accorsi dell'agente della Hollywood Records che si avvicinò a me.

Dobbiamo parlare Samantha. Puoi seguirmi per favore? - Disse con tono serio.

..Si . Risposi titubante. Cosa poteva volere da me? Mi condusse in una stanza poco lontana dal palco in modo tale che la musica non disturbasse la nostra conversazione.

Chiuse la porta e tutto ad un tratto ebbi una brutta sensazione alla bocca dello stomaco.

Sai che non ho nulla contro di te e, credimi, se potessi eviterei tutto ciò..ma il lavoro è lavoro e io non posso più indugiare. Spero che tu, un giorno, possa capirlo. - disse guardandomi negli occhi.

Ero più confusa che persuasa e non capivo dove voleva andare a parare.

Poi continuò e il mondo mi crollo addosso. - Questa relazione non può più esistere. I Jonas Brothers sono all'apice del loro successo e noi non possiamo impedire che una relazione tra adolescenti possa mettere in crisi tutto quello che abbiamo costruito in questi anni. -

- Non..Non capisco. - Ammisi spaesata da ciò che avevo appena sentito  - Come può la mia relazione con Nick mettere in pericolo il futuro dei Jonas Brothers? -

Nick si è distratto molto da quando sta con te. Non scrive quasi più come prima e passa molto più tempo con te che in studio. Quindi, se anche tu vuoi il meglio per il suo futuro, te ne devi andare. Non stasera, non domani, ma ora. E' solo per il loro bene. -

Non potevo crederci. Non volevo lasciarlo e soprattutto, non volevo farlo in questo modo.

E come se non fosse abbastanza continuò - Un auto ti sta già aspettando per condurti all'aeroporto. Per favore, fallo per loro. Non c'è più tempo. -

 

A malincuore e con le lacrime che rigavano le mie guance, usciì dalla stanza. Esattamente in quel momento la canzone terminò e un senso di vuoto mi pervase. Ero sicura che non avrei mai più amato nessuno come amavo Nick. Mai più nessuno mi avrebbe rubato il cuore perchè ormai apparteneva solo a lui. Per sempre.
Non avevo più la percezione del tempo e dello spazio.
Camminavo come una condannata a morte e, forse, in senso metaforico lo ero veramente. Stavo uccidendo il suo amore. Stavo facendo la cosa giusta? Stavo veramente aiutando i Jonas Brothers? Non potevo essere tanto egoista da restare per scoprirlo. Se fosse stato destino, un giorno, le nostre strade si sarebbero incrociate di nuovo.

Salii in macchina mentre le urla delle fans erano in delirio per quei 3 ragazzi che avevano cambiato la vita di tutti, anche la mia.

 

 

 

- Signorina? Ecco a lei il suo succo. - Disse l'hostess un po' indispettita per il tempo che le avevo fatto perdere.

- Grazie. - sussurrai. La sua voce aveva bloccato ogni parte del mio corpo. Mi schiarii la voce e ripetei - Grazie. -

Ne bevvi un sorso e continuai a guardare quel foglio bianco. Avrei voluto tante volte dargli una spiegazione per il mio gesto, per quello che avevo fatto, per essere sparita come se per me, lui, non fosse stato importante. Ma nella vita accadono tante cose che non ti aspetti ed io avevo aspettato anche troppo. 

4 anni e probabilmente pochi metri a dividerci.

L'aereo atterrò e la tentazione fu più forte di qualsiasi altra cosa: dovevo scoprire se era effettivamente Nick Jonas. Il mio Nick.

Appallottolai la carta, presi in fretta la borsa e iniziai a camminare lungo il corridoio. Gli passai accanto e in un secondo, mi voltai verso di lui.
Era Nick.
l mio cuore perse un battito. Era, se possibile, ancora più bello.

Lui, però, non si accorse del mio sguardo e si voltò alla sua destra, verso una ragazza mora. Le mani erano intrecciate l'una con l'altra e lei aveva lo stesso identico sguardo che avevo io, qualche anno fa. Erano innamorati.

Non potevo rovinargli ancora una volta la vita. Non ne avevo nessun diritto.

 

- Mamma, mamma!! Mi sei mancata! - gridò una vocina nella sala d'attesa dell'aeroporto. Una bambina ricciolina, dagli occhi verdi, iniziò a correre verso di me e mi abbracciò.

- Amore mio! Mi sei mancata tanto anche tu! - esclamai con gli occhi lucidi, sorridendo e abbracciandola.

- Ti aiuto io - disse, e nel farlo cercò di prendere una valigia più grande di lei.
Era uguale a lui.
Ogni volta che la guardavo, io vedevo lui. Si possono amare così tanto due persone da non saper decidere chi si ama di più?

- Mandy lascia, faccio io. - Dissi dandole un bacio.

Mi voltai verso l'uscita e li vidi. Davanti l'ingresso, circondati da fans e fotografi che chissà da quanto aspettavano il loro arrivo.

Presi la sua manina e notai la faccina stupita di Mandy mentre guardava tutto quel gruppetto curioso.

- Chi sono quelle persone? E perchè gli fanno delle foto? - Chiese indicandole con il dito.

Ebbi un attimo di esitazione. - Sono dei personaggi famosi, tesoro. Uno di loro è...una rockstar - risposi mordendomi il labbro. - Dai, andiamo dal nonno che ci sta aspettando da un bel po'. -

 

Superammo tutto il gruppo e uscimmo dall'aeroporto. Buttai la carta appallottolata nel primo cestino disponibile e mi chiesi quando avrei avuto il coraggio di dirglielo. Prima di salire in macchina però, mi voltai un'ultima volta e lo vidi mentre le porte si spalancavano e li lasciavano passare: era decisamente più bello di prima. Gli occhiali da sole gli davano quell'aria ancora più sexy. La sua mano toccava sempre la mano di quella ragazza. La gelosia mi stava dando alla testa. Notai però che non sorrideva. Che peccato! non avrebbe dovuto MAI smettere di farlo.

Entrai in macchina proprio mentre ci passarono accanto. Lo sguardo di Mandy li aveva accompagnati dall'inizio alla fine e la sua boccuccia continuava ad essere a forma di “o”. Misi in moto la macchina ma una manina mi tirò un pezzo di giacca, come per chiamarmi. Mi voltai verso di lei e con mio grande stupore disse: - Mamma, anch'io da grande voglio fare la rockstar! -

Guardai lo specchietto retrovisore poco prima che Nick voltasse l'angolo e sorrisi. Un giorno gliel'avrei detto e saremo diventati una famiglia. Ne ero sicura.

 

 

  
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