Anime & Manga > La squadra del cuore/Hungry Heart
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Autore: RomanticaLuna    25/10/2013    1 recensioni
Roy è partito per l'Olanda, per giocare nell'Ajax. Però, durante la sua prima vera partita, nella sua mente si susseguono pensieri e rimorsi. Avrebbe fatto meglio a rimanere, ad aiutare l'Orange Hill a vincere contro il Tenryu? O ha fatto bene a partire per esaudire il suo sogno?
Un viaggio nella mente del grande Roy Kanou...buona lettura! =)
Genere: Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Roy Kanou
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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AMORE CHE VA, AMORE CHE TORNA! 

 

Finalmente…sono in Olanda. Giocherò la mia prima partita in questa nuova, fantastica, squadra! Forza, Roy. Uno scalino per volta…ti sei forse dimenticato come si cammina? Dai…prima un piede, poi l’altro.
Il cuore mi batte a mille. Sarà l’emozione o la paura? No, sono certo che si tratti dell’adrenalina. Uno stadio nuovo, gente che urla ed esulta, flash di migliaia di macchine fotografiche. Ci sono arrivato, giocherò in una squadra europea! Sto realizzando il mio sogno, finalmente! Il cuore accelera, sembra che voglia uscire dal petto e giocare lui stesso questa partita. Forza Roy, è il tuo momento!
Mi guardo intorno. Luce e urla. Schiamazzi, trombette, rumori di ogni genere. Non so se sorridere o piangere dalla gioia. Però non riesco a staccare gli occhi dalla tribuna. Manca qualcosa. Questo non è il mio pubblico. Non sono qui per me come nelle partite passate. Non mi conoscono nemmeno. Una nota di tristezza raggiunge il mio cuore che rallenta la sua corsa.
-Go, Kanou! Let’s go!- mi urla l’allenatore. Che significa? Non ho mai imparato l’inglese ed ora sono entrato in una squadra in cui l’unico modo per comunicare è proprio questa strana lingua. Cavolo, dovevo dare più ascolto a Miki e studiare…Miki. L’ultima cosa che le ho detto è che dovevo partire. Che stupido. Potevo almeno dirle cosa provavo per lei. Però ho ricambiato l’abbraccio, credo sia sufficiente anche così. Lei è intelligente, avrà sicuramente già capito cosa provo.
-Number nine, run!- urla ancora il mister. Number nine…questo so cosa vuol dire…si sta riferendo a me! Ma cosa devo fare? Non capisco un acca di quello che mi sta dicendo. Dai Roy, concentrati. Sei su un campo di calcio, stai giocando una partita!
-Corri Roy, fai goal!-. Ma questa è la voce di Rodrigo…da dove viene? Non può essere partito per venire a vedermi!
-Forza Roy, fai conoscere a tutti lo spirito del goal!-. Sakai…dove sei? Forse mi sto solo immaginando tutto! Però avete ragione, amici! Facciamo vedere a questa squadretta europea come gioca l’Orange Hill!
Corri Roy, corri!
-Passa Rodrigo!- urlo. Il centrocampista mi guarda. Cavolo, lui non è Rodrigo! Qui siamo in Olanda, non in Giappone. Non avrà nemmeno capito cosa gli ho urlato. Nessuno, qui, capisce la mia lingua. Però mi passa la palla. Beh, era ora! Almeno una cosa giusta l’ha fatta.
Corri Roy, corri!
Prendo la palla di petto, stoppandola.
Corri Roy, corri!
Mi guardo intorno. Non conosco nessuno della mia squadra. Non so nemmeno il loro schema di gioco. Non ho capito le spiegazioni del mister, né le acclamazioni dei compagni. Mi sento uno straniero tra tutti questi europei, non sono sicuro di aver preso la scelta giusta lasciando l’Orange Hill. Ma questo è il tuo sogno Roy, smettila di pensare e concentrati sulla partita.
Il numero 11 mi chiede palla, il 7 mi urla qualcosa!
-Look the ball! Look the game!-
Cheeee? Oddio, il difensore dell’altra squadra. Basta, devo concentrarmi. Scavalco lui e quello dopo.
Corri Roy, corri!
Ecco la porta, la vedo. Il portiere è inquietante. Ma ti batterò.
-Fatti sotto-. Ancora la voce di Sakai. Non è possibile.
-Va bene- dico tra me prima di lanciare. Prendo la mira, carico e tiro. La palla sfreccia attraverso l’area avversaria. Il portiere si lancia. Ora ha il viso di Sakai. Riesce a toccare la palla con le punte delle dita, ma non può fermare il mio bolide.
-Goal!- esclama il radiocronista. Un boato di applausi proviene dal pubblico.
-Very good!- mi urlano i compagni. Bene, ho fatto il mio lavoro e vengo anche elogiato! Questa si che è vita! Ti raggiungerò, Peter, prima o poi ti sfiderò e vincerò! Ne sono sicuro.
-Numero 9, guarda che la partita non è ancora terminata!-. Questa voce. Come può essere? No, lei non è qui, lei è in Giappone a chilometri di distanza da me. Devo smetterla. Concentrati, Roy, concentrati! La partita è solo all’inizio! Dai!
-Ehi, Kanou!- cerca di attirare la mia attenzione il numero 11. Assomiglia molto a Cespuglio Rosso…no, aspetta…è lui. Sgrano gli occhi. No. L’immagine di Cespuglio Rosso svanisce e quella del calciatore olandese si ripresenta ai miei occhi.
-Segui il gioco, Testa Arancione-. Mi mancava solo la sua voce. Ma..ha ragione Cespuglio Rosso, devo concentrarmi sulla partita.
-Passa!- urlo al centrocampista. Non mi viene in mente come si dice in inglese, quindi provo a mimare l’azione che deve fare. Ma la palla non mi arriva. Il numero 11 sfreccia nel campo davanti ai miei occhi con la palla tra i piedi.
-Run, number nine!- urla.
Corri Roy, corri!
Dobbiamo vincere questa partita! Questa e poi un’altra ed un’altra ancora. Le vinceremo tutte e poi toccherà a te, Peter!
Il numero 11 mi passa la palla. Bene, è il mio momento. Sono pronto per segnare il secondo goal. Aspetta, la difesa avversaria mi sta soffocando, non ce la farò mai così. In questo momento avrei proprio bisogno dell’aiuto di Rodrigo o di Cespuglio Rosso. Dove cavolo è il numero 11 quando serve?
-The ball! Passes the ball, number nine!-.  Eccolo, finalmente! Il numero 11 si è fatto vivo! Ma non è così semplice riuscire a passare, mi sono tutti addosso. Aiuto, sono forti! Non pensavo che in questa squadra i giocatori potessero essere così grossi e potenti. Cerco un buco libero. Niente da fare, sono riusciti a prendermi la palla.
-You had to pass me the ball, orange idiot!- urla il numero 11.
-Nessuno può chiamarmi idiota!- grido appena capisco almeno l’ultima parte della frase. Non pensavo potesse essere così difficile una partita in una squadra europea. Mi sono tutti contro, ma questo me lo aspettavo. Mi guardano tutti dall’alto in basso, ma è normale. Solo che…a quest’ora pensavo già di poter essere al loro livello…dopo tutti gli interminabili allenamenti che ho fatto con questa squadra. Forse non sono ancora pronto per giocare a questi livelli…sono solo uno studente delle superiori. Devo ancora diplomarmi…
Però Peter ha iniziato presto…devo raggiungere il suo livello.
Il fischio dell’arbitro segna un fallo. Cavolo Roy, svegliati, stai giocando una partita! È un fallo per noi, splendido! Il numero 10 prende posizione davanti al dischetto…dovrei tirarlo io per fare goal. Ma non so proprio come fare a dirglielo. Fischio dell’arbitro. Il numero 10 prende la mira, la barriera salta. Ma non tira direttamente in porta, la passa all’11. Uno scatto in avanti, la difesa capisce subito il cambiamento di gioco e si precipita su di lui. Devo andargli in soccorso.
Corri Roy, corri!
-A me, a me!- gli urlo. Non capisce le mie parole. Però mi vede, è già un buon risultato.
-Numero 9, corri verso la porta, non stare li imbambolato!-. Come vuoi tu, Miki!
Corri Roy, corri!
Sono ancora davanti al portiere, sono libero e pronto. Il portiere sgrana gli occhi e digrigna i denti, mostrandomi un sorrisetto maligno.
-La parerò- starà pensando.
Vedremo.
-Questo goal è per te, Miki!- urlo mentre calcio il pallone. Attorno alla sfera ormai ovale si crea un alone arancione, come fuoco. Questo è il mio tiro, il tiro personale di Roy Kanou dell’Orange Hill. Dell’Orange Hill. Non sono più all’Orange Hill. Ormai è il tiro di Roy Kanou e basta.
-Goal!- urla di nuovo il pubblico. Il tabellone segna 3-2 per noi. Mancano ancora due minuti di gioco prima della fine del primo tempo. In due minuti si può ribaltare il risultato o rincarare la dose.
L’arbitro fischia la fine, la squadra è richiamata nello spogliatoio. Mi sento escluso dal discorso del mister, non capisco neanche una parola, inutile sforzarsi di seguire. Mi perdo a guardarmi intorno. È tutto così diverso, qui. È tutto così…vuoto. Manca il Pipistrello delle Filippine che consegna le borracce, la sua amica con la testa azzurra sempre sorridente. Manca la signorina Kaori o il mister Murakami che ci incoraggia con le sue parole. Mi mancano, devo ammetterlo. E poi non è la stessa cosa giocare con una squadra che non ti considera nemmeno, che ti chiama con un numero invece che per nome.
Devo mettermi in testa che per un po’ di tempo non li potrò rivedere.
Ti aspetterò…Miki, ti prego aspettami. Mi manchi, Miki. Mi manca la tua voce, i tuoi litigi, le tue battute. Mi manca vederti, il tuo sorriso, il tuo profumo. Avrei dovuto baciarti, per lasciarti almeno qualcosa di me. Quante cose che, effettivamente, avrei dovuto fare. Ho deluso tutti e, nonostante questo, tutti i miei amici mi sono ancora vicini. Io non sono come loro…sono…egoista. Lo sono sempre stato. Rodrigo è rimasto per la squadra, per battere il Tenryu…io sono andato via.
Oh…al diavolo i pensieri, è ora di giocare! Pronto per rientrare in campo!
-Kanou, I would talk you, please- dice l’allenatore. Mi fa segno di sedermi. Ma io devo giocare, sta per ricominciare il secondo tempo…la partita. Non mi avrà già sostituito. Cavolo, perché non ascolto mai le parole del mister.
-Kanou, you are a fantastic player. But…today, you are not here…with the head. Where are you, Kanou?-
Che ha detto?
-Ehm…- provo ad iniziare la frase. Ma so che non funzionerà.
-Aspetta…Roy…giochi bene…ma oggi manca te qualcosa-. Il mister sta cercando di parlare in giapponese per me.
-No, sto bene, sono carico! Sono pronto a ricominciare a giocare!- dico con sicurezza. Ma ha centrato nel segno. Mi manca qualcosa, ha ragione. O, per meglio, mi manca qualcuno…la mia squadra. Mi manca l’Orange Hill, la fiducia reciproca, la connessione con gli altri giocatori. Mi mancano le urla giapponesi del mister, gli schemi di Mori. E poi mi manca il tifo. Quello dei miei tifosi, quello della squadra femminile che nonostante i duri allenamenti non manca mai alle nostre partite. E poi…poi si, mi manca lei.
-No stai bene! Sei distante…oltreoceano! You are not here with the head! Finché non hai idee chiare, non puoi giocare bene- continua il mister. Ma lui non dovrebbe uscire per vedere la squadra? Insomma, stiamo giocando una partita, non è la fine di un allenamento.
Con la mano mi mostra la porta, non ha nient’altro da dire. Il risultato è cambiato in questi 10 minuti…si è ribaltato. 4-3 per la squadra avversaria. Cavolo mister, mi faccia entrare. Faccia qualcosa di intelligente! Devo giocare, lo devo fare per i miei amici che ho lasciato per venire qui, in questo Paese straniero. Devo giocare per non pensare al mio egoismo, per dare uno scopo alla mia vita. Mi faccia entrare, mister!
-Numero 9, la panchina è il posto giusto per te!-. Miki, Miki, Miki…anche se solamente immaginarie le tue parole riescono a farmi soffrire. Tu riesci a farmi soffrire…anche se sono io ad essere nel torto. Io ti ho abbandonata per venire qui. Hai ragione, sai! L’hai sempre avuta su di me. Nemmeno mi conoscevi e sapevi già tutto quello che mi riguardava. Forse è per questo che mi piaci così tanto. Sai sempre tutto. E poi sei testarda ancora più di quanto lo sono io. E sei tenace. Se dovessi scriverti una lettera, o parlarti sono certo che non troverei le parole. Ma ora che sono in panchina con la sicurezza di non rientrare mi vengono in mente tutti i momenti passati con te.
Che coglione che sono! Sono qui, in una panchina olandese a pensare ad una ragazza, quando potrei tornare da lei e giocare a calcio.
Il mio periodo di prova finisce qui. Scusa Peter, ma devo rimandare il mio sogno ad anni futuri. Giocheremo insieme, te lo giuro…ma non oggi. Scusate mamma e papà, ma sono un liceale e non voglio saltare le tappe. Mi scusi allenatore, ma non ce la faccio. Non sento questa squadra come mia.
Aspettami Orange Hill, torno da te!
Aspettami Miki, sto ritornando a casa!
***


L'angolo di *L*

Ciao ragazzi! Questa è la prima FF (se così si può considerare) che scrivo sulla squadra del cuore...o per meglio dire...è la prima che scrivo su di un anime. Però mi sembra carina, dai. Sono le solite insicurezze che assillano tutti noi. Ho fatto la cosa giusta? Avrei dovuto prendere un altra strada? Cosa devo fare? Qui ho voluto che Roy tornasse dalla sua Miki, anche se nella mia fantasia Roy non torna più a casa e Miki si innamora di un altro bel calciatore (non uccidetemi).
Mi metto nelle vostre mani, commentate pure senza trattenervi! =)
Un bacione a tutti i cari lettori che si sono avventurati in questo branetto!
  
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