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Autore: mamie    25/10/2013    2 recensioni
[Gate 7]
Missing Moment ispirato al decimo capitolo del manga. Dopo il duro scontro con Sanada Yukimura, i componenti dell'UraShichiken tornano a casa... Leggerissimo shonen-ai.
In Gate 7 si raccontano le vicende di Chikahito, studente da poco trasferitosi a Kyoto, che va a vivere con uno strano gruppo di individui: la dolce Hana, il solare Sakura e l'ombroso Tachibana. Ben presto scopre che i tre sono molto di più di quello che sembrano e che a Kyoto è in corso una guerra millenaria fra i potenti clan feudali di un tempo, che sono in grado di usare il potere degli oni (demoni).
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Nota: partecipa alla challenge Diamo visibilità a chi non ne ha col prompt Citazioni cinematografiche: 16 - Ci sono persone magnifiche su questa terra, che vanno in giro travestite da normali esseri umani (Pomodori Verdi Fritti).


IL CALORE DI QUALCUNO
 
Chikahito aveva reagito con palese imbarazzo quando Sakura gli aveva detto di non riuscire a dormire se non sentiva il calore di qualcuno accanto a sé.  Forse era per questo che stava fuori così spesso la notte e a volte non tornava nemmeno per colazione. Certo, lavorare in una okyia[1] aiutava, ma Chikahito non aveva mai indagato, di proposito, su come facesse a dormire lì, a Urashichiken.
 
Quella sera però, dopo la battaglia furiosa con Sanada Yukimura, l’atmosfera era molto diversa. Sakura si era rifiutato fermamente di andare all’ospedale e ora, nonostante le cure di Hana, tremava per la febbre. Tachibana, seduto in un angolo della stanza, il braccio destro al collo,  lo guardava con un cipiglio anche più tetro del solito. Chikahito cercava di affaccendarsi intorno senza sapere bene cosa fare, più preoccupato che mai, finché la voce gelida di Tachibana non lo raggiunse dandogli come sempre dei brividi lungo la schiena.
‒ Andate a dormire, voi due. Resto io con lui.
‒ Ma… tu… ‒ cominciò a protestare Chikahito, prima che l’occhiataccia di Tachibana lo facesse schizzare via dalla stanza come se fosse stato raggiunto da un calcio nel didietro.
‒ Non preoccuparti ‒ stava dicendo Hana col suo tono più dolce. ‒ Sakura è molto forte. Vedrai che starà bene…
 
Tachibana si avvicinò silenziosamente, ma Sakura parve sentirlo ugualmente perché aprì gli occhi e cercò di sorridere. Però batteva i denti e non gli riuscì tanto bene.
‒ Stupido ‒ commentò Tachibana.
Per tutta risposta il sorriso di Sakura si allargò. Tachibana gli scostò i capelli dalla faccia, delicatamente, poi si stese accanto a lui sfiorandolo appena. Il futon di Sakura era ampio e ci si stava comodamente anche in due.
‒ Dormi ‒ intimò Tachibana mettendogli un braccio, quello sano, attorno alle spalle.
Sakura chiuse di nuovo gli occhi, ma il sorriso gli era rimasto incollato sul volto.
 
Come a un bambino.
 
 
 
[1] Okyia = casa delle geishe. Sakura lavora come assistente alla vestizione (tradizionalmente è un uomo a farlo, detto “otoko-san”, dato che ci vuole una certa forza per legare l’obi correttamente).
  
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