Anime & Manga > Inazuma Eleven
Ricorda la storia  |      
Autore: magic mellah    25/10/2013    5 recensioni
[Fanfiction arrivata terza al contest "Telling Japanese festivals" indetto da Violaine e Halloween_, sul forum di efp]
eccomi qui a pubblicare questa fic per il contest di queste due ragazze bellissime che mi hanno fatto patecipare, yeah c:
ecco qui un pezzo tratto dalla fic:: «Oh, che carine! Sono tutte colorate!» esclamò Nagumo, guardando un albero di bambù, che aveva attaccato una corda, su cui erano messe delle varie gru di carta, di diverso colore.
Si diceva che portavano salute, protezione, e lunga vita alle famiglie.
«Mah, non sono niente di speciale.» disse Fuusuke con poca enfasi, fissandole annoiato.
Genere: Angst, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Afuro Terumi/Byron Love, Bryce Whitingale/Suzuno Fuusuke, Claude Beacons/Nagumo Haruya
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


nick efp: _mistakes
nick forum: ///
titolo: il peluche mezzo-orso mezzo-cane.
eventuale sottotitolo:
///
rating: Verde. Giallo mancato.
genere:
Angst, fluff.
personaggi: Nagumo Haruya, Suzuno Fuusuke, Afuro Terumi. ( accennato )
eventuale coppia: BanGaze, AfuGaze ( accenno ).
pacchetto: Estate.
avvertimenti: ///
note d'autore: sotto c:

 
Il peluche mezzo-orso mezzo-cane.
 

Suzuno incurvò le labbra in un piccolo sorriso, vedendo Nagumo che cercava di prendere un pesciolino con una di quelle piccole retine da pesca.
Era il sette Luglio, la festa del Tanabata. Tutta la città era riempita di decorazioni e bancarelle per festeggiare allegramente.
Il ragazzo dai capelli grigi voleva restarsene tranquillamente a casa, ma era stato costretto a uscire a causa di Haruya.
Alla fine avrebbe accettato comunque, per compiacerlo. Non gli rimaneva molto tempo da passare con lui, e forse non lo avrebbe mai più rivisto, dunque voleva accontentare ogni suo capriccio.
Il rosso sospirò, per poi alzarsi e rischiando di cadere a causa dello Yukata.
Nonostante la maggior parte dei maschi non lo portavano, loro erano stati costretti - minacciati - da Afuro. Aveva incominciato a parlare e non la smetteva più, e così alla fine lo avevano assecondato.
E ora Nagumo si ritrovava con un Yukata completamente rosso, e Suzuno con uno interamente azzurro, che erano i loro rispettivi colori preferiti.
Il ragazzo dagli occhi azzurri si diresse verso il fidanzato, che era accanto alla bancarella.
«Queste dannate retine sono maledette. Si rompono subito.» mormorò piano piano il rosso, sbuffando.
«Mi dia una retina.» disse Fuusuke al giovane ragazzo che gestiva la bancarella. Così pagò la somma richiesta, e incominciò a tentare di prendere un pesciolino, con ottimi risultati.
Ne riuscì a prendere due in un colpo solo.
Così prese il mezzo cane e mezzo orso, color rosso - ovviamente -, e lo diede a Haruya, che sorrise allegramente, e incominciò a tastarne la morbidezza, per poi abbracciarlo.
Quasi un secondo dopo lo staccò, leggermente rosso in viso. Sperava che nessuno lo avesse visto, oppure la sua reputazione si sarebbe rovinata. Ed era raro che lui sorridesse, o almeno se lo faceva erano sorrisi maliziosi.
Ma quella sera si era ripromesso di essere contento, per far così contento anche Fuusuke, poiché forse a causa della malattia non si sarebbero più visti.
La mattina seguente il ragazzo dagli occhi color oro sarebbe partito per Tokyo, e neanche sapeva precisamente dove. Sarebbe andato in cura da qualche parte, dove forse avrebbero curato la sua malattia. E nel caso non ci sarebbero riusciti, sarebbe morto.
E lo sapevano entrambi.
Una persona su un milione era colpita da questa malattia, e la maggior parte erano persone anziane. E Haruya era un quindicenne. Eppure Fuusuke ogni volta che Nagumo stava male, si buttava sul letto, incominciando a urlare e anche a piangere, dicendo un "perché lui?!".
E in quei momenti era contento almeno che il rosso non stesse in casa, ma in ospedale, perché non avrebbe sopportato il fatto di sentirsi debole. Lui doveva proteggerlo, doveva essere quello forte, e doveva essere forte, e non piangere.
Abbandonarono la bancarella, e incominciarono a guardarsi intorno. Erano venuti alla festa con Afuro, o dovevano ritrovarlo.
Spesso si metteva a parlare su quanto fosse bello e intelligente, fantastico e un ottimo calciatore, e spesso parlava di questo con gente sconosciuta.
Una volta era stato quasi arrestato, visto che una ragazzina lo credeva un maniaco.
«Oh, che carine! Sono tutte colorate!» esclamò Nagumo, guardando un albero di bambù, che aveva attaccato una corda, su cui erano messe delle varie gru di carta, di diverso colore.
Si diceva che portavano salute, protezione, e lunga vita alle famiglie. 
«Mah, non sono niente di speciale.» disse Fuusuke con poca enfasi, fissandole annoiato.
«Tu sai dirmi come mai si celebra la festa del Tanabata? Io mi sono dimenticato.» il rosso fissò il fidanzato, attendendo una sua risposta, che non tardò ad arrivare.
«Uhm, è tutto basato su una leggenda. Anticamente nella Via Lattea vi era una ragazza che lavorava talmente tanto, e tesseva sempre abiti ma visto non aveva mai avuto niente, il padre mosso dalla pietà le concesse un marito scelto da lui, e così incontrò questo giovane e fu amore a prima vista. Lui anche era un gran lavoratore, e faceva pascolare buoi. Alla fine trascorrevano troppo tempo insieme, e trascuravano il lavoro, così il padre dei ragazzi li divise. Ma visto che poi la figlia era sempre triste, gli concedeva di vedersi una volta l’anno, il settimo giorno del settimo mese.» spiegò Suzuno, che prese a boccheggiare per la mancanza di fiato.
Nagumo lo guardava con una luce particolare negli occhi, quando cascò col sedere a terra, con la fronte dolorante.
Era andato a sbattere contro un Kusudama, uno dei classici ornamenti a forma ovale che veniva messo nella festa del Tanabata.
Il ragazzo imprecò contro l’oggetto, per poi incominciare a piagnucolare, e toccarsi la fronte rossa che gli doleva. Si alzò da terra, pulendosi il kimono accuratamente, visto che gli era stato prestato da Afuro, un tipo che ci teneva particolarmente alle sue cose. 
Fuusuke si avvicinò a lui, premendo le sue labbra sulla fronte del rosso, che si colorarono leggermente di rosso.
«Sei un bambino, Haruya.» disse con un tono di voce leggermente dolce. «T’immagino già lì senza di me, sempre a letto dolorante, poiché ti fai sempre male.»
«Fuusuke, ti amo...» lo abbracciò per poi baciarlo. Nessuno vi nota, siete in una stradina piccola, talmente piccola che nessuno passa di lì. Tutti troppo impegnati a divertirsi.
Un piccolo bacio casto, dolce, senza pretese. Non come sempre un bacio passionale, dove si divorano a vicenda, maliziosi, ma uno di quei baci che si danno solitamente i bambini.
Fissano il cielo, notando che quasi sopra di loro hanno un albero con vari fogliettini attaccati ai rami con dei nastri.
«Oh, ci siamo dimenticati dei Tanzaku!» ricordò Haruya. Quella era la cosa più importante per il rosso che era presente alla festa. Dei fogliettini di diverso colore, su cui si scriveva dei desideri o delle preghiere, e si attaccavano ad alberi o canne di bambù.
Nagumo lo trascinò fino a casa loro, per prendere i fogliettini e scriverci su qualcosa.
«Che dici se pieghiamo il bigliettino in modo da non farceli vedere a vicenda?» il blu annuì, e li attaccarono al bambù che era nel giardino.
La mattina seguente Nagumo Haruya partì.


 
♦ ♦ ♦
 

Un anno passò, e vi era di nuovo la festa del Tanabata.
Suzuno viveva in casa con Afuro, e si stavano frequentando.
Il biondo sapeva di essere un rimpiazzo, ma era contento così.
Il ragazzo dai capelli bianchi si mise lo stesso Yukata che aveva un anno prima, quello azzurro, sempre prestatogli da Terumi. 
Uscirono dalla casa, e dopo un’ora si persero le tracce del ragazzo dagli occhi color cremisi; era solito scomparire sempre, e di questo ne era consapevole. Si avvicinò a una bancarella simile a quella dove era stato più di mezzora con Nagumo un anno prima. 
Diede la somma richiesta e incominciò a cercare di pescare dei pesciolini; ma fallì miseramente varie volte.
Forse aveva vinto perché con lui vi era Haruya dodici mesi prima. 
Dopo aver speso metà dei suoi risparmi, vinse alla fine un orsacchiotto marrone, con un nastro al collo rosso. Sospirò, guardando il peluche, e lo strinse quasi come se volesse ucciderlo. Ma lui non poteva morire come Nagumo. Non poteva.
Era un essere inanimato, che non provava dolore, non si muoveva, non lo coccolava come faceva lui. Non faceva niente. Niente di niente.
Buttò per terra quello stupido orso, e incominciò a camminare velocemente, urtando varie persone che lo guardavano piuttosto male.
Si allontanò dalla festa, dirigendosi in una piazza dove non vi era quasi anima viva. Solo qualche anziano seduto sulle panchine di legno. Alle sue orecchie giungeva ancora la musica della festa, seppur si sentisse a malapena.
Si sedette, chiudendo gli occhi stancamente. Quello stupido Afuro doveva morire. Lo aveva lasciato solo, come sempre.
Non sapeva come faceva a sopportarlo; forse lo frequentava perché era come Nagumo. Uno stupido che si credeva superiore a tutti. Era sicuro che il rosso fosse morto. Non si era fatto sentire neanche una volta. Neanche una. Molto probabilmente era morto dopo qualche settimana. Sta di fatto che Fuusuke andava sempre al cimitero a trovare i genitori, come se trovasse Nagumo. Insomma, non era mai voluto andare a vedere i suoi generi, ma quando aveva perso poi il rosso, la persona più importante della sua vita, era tutto cambiato. Andava ogni giorno. Tutti i giorni della settimana.
Riaprì gli occhi, fissando i suoi piedi, quando vide davanti un peluche.
Era di color rosso; un mezzo cane e un mezzo orso.
Sgranò gli occhi, prendendolo e fissandolo intensamente. Era un’allucinazione. Lo era sicuramente.
Insomma, era morto Nagumo. 
Incominciò a sbattere la testa sulla panchina, cercando di auto-convincersi che quella era solo un’immagine fatta dalla sua testa, quando ricevette un bacio sulla fronte, che ormai minacciava di sanguinare a causa delle forti botte.
«Ehi, Fuusuke. Eri stupido prima, ma ora sei peggiorato.»
«N-N-Nagumo!» lo abbracciò, contento.
Era come nel passato. Ma tutto il contrario. Fuusuke quella sera aveva fatto la parte di Haruya.
Non riusciva a prendere il pesciolino, andava a sbattere, e poi si faceva baciare.
Incominciò a piangere per la prima volta davanti al compagno, senza vergognarsi.

 
 
♦ ♦ ♦
 

«Quando sei arrivato?»
«Una settimana fa, ma volevo aspettare oggi.» il bianco guardò interrogativo il rosso.
«Sai, oggi è la festa del Tanabata, e i due separati s’incontrano una volta ogni dodici mesi, in altre parole il settimo giorno del settimo mese.»
Suzuno si trattenne dal picchiarlo; faceva battute in un momento del genere!
«Mi hai fatto stare in pensiero. Neanche una chiamata mi hai lasci-» incominciò a lamentarsi, guardandolo triste.
«Sì, lo so. Non mi facevano chiamare...»
«Io credevo che fossi morto.» abbassò lo sguardo.
Il ragazzo col tulipano in testa incominciò a trascinare il ragazzo vicino a sé, per poi arrivare a casa.
«Sai, stamani sono passato qui, e ho visto che ci stavano ancora i nostri fogli contenenti i nostri desideri.»
«Non ho ancora visto il tuo...»
Nagumo si avvicinò alla canna di bambù, slacciando il nastro nero a cui era attaccato il foglio, che aprì di fretta, per poi collocarlo a qualche centimetro dagli occhi di Fuusuke.
"Voglio che Suzuno durante la mia assenza stia bene, non pianga mai, e non pensi mai a me. Che sia felice e contento, e che si diverta sempre." il ragazzo con gli occhi azzurri sorrise amaramente, prendendo lui il suo foglio.
"Voglio che Haruya continui a vivere. Che lontano da me non sia triste, non mi pensi, e che non soffra mai."

 

 
«Grazie, Tanzaku.» dissero i due insieme, per poi baciarsi.
 



mari corner.
salve bellissima gente.
oddio, il secondo contest a cui partecipo, aye. contando quella di fede e lola  tre uvu
oddio, mi sento potente. uau. --wow storpiato--
uhm, tipo sta fic mi è uscita di getto. appena mi sono iscritta al concorso di viola-chan e kuro, mi è venuta in mente, e così io ho deciso di scriverla. ci ho messo una bella ora .u. insomma, scritta lo stesso giorno a cui ho deciso di partecipare al concorso.
oh, si, nome davvero poco originale ouo lo ammetto, non avevo idee, ahah c:
comunque, un ringraziamento speciale va a wikipedia. 
ti ringrazio. grazie, grazie. uvu
allora, spiegando brevemente tutto:: nagumo ha una malattia che non è identificata, e così passano la loro ultima serata insieme alla festa. ma lui non si fa sentire, e così fuusuke crede che sia morto. incomincia a frequentarsi con afuro, che comunque non gli piace uvu alla fine rincontra nagumo, leggono i loro desideri, e si baciano. afuro va a fare un viaggio a quel paese, yay.
scusate, lo so. tale fic non è degna ad un concorso. appena i nuovi arrivati scrivono qualcosa di meglio che questa fic. nh.
beh, ora me ne vado, ragazzi.
ringrazio ancora kuro e viola che mi hanno permesso di partecipare, uhm.
vi voglio bene, tutti. lol :"3
arrivederci. --maccos--

mari.
   
 
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Inazuma Eleven / Vai alla pagina dell'autore: magic mellah