A te
Kristina,
che ami follemente questa coppia.
A te
Kristina
che sei la mia migliore amica.
A te
Kristina
che siamo cresciute insieme.
Con
affetto, ti
uccido le ovaie.
Si dice
che il
sangue sia più denso dell’acqua.
E’
quello che
ci definisce, ci lega, ci maledice.
Dark
Shadows
Hanseong, 1794- Dinastia Joseon.
La
spada ormai era il prolungamento del
braccio di Kyuhyun, si muoveva precisa e diretta ad ogni singolo
movimento del
guerriero, sferzando l’aria con dei colpi netti. Kyuhyun quando si
allenava, si estraniava
sempre da mondo che gli circondava, affidandosi solo ai suoi sensi
acuti e
concentrandosi solo sui suoi movimenti precisi e perfetti.
Kyuhyun
era nato per combattere, era nato per essere un guerriero, era scritto
nel suo
sangue.
Il
ragazzo allertò i sensi e contrasse la
mascella, quando sentì l’erba scricchiolare:
avvertì dei passi avvicinarsi,
aspettò che si avvicinassero e puntò la lama
della spada all’altezza del collo.
Quando si girò verso la fonte del rumore, rilassò
i muscoli e accennò un ghigno
divertito tuttavia non si mosse dalla posizione d’attacco.
“JongWoon,
nessuno ti ha insegnato a non
attaccare alle spalle?” chiese Kyuhyun infoderando
la spada mentre ghignò pungente,
sedendosi sul prato ancora bagnato per la rugiada mattutina.
“No,
anche perché non ti è mai
dispiaciuto.” Rispose malizioso il maggiore sedendosi
affianco al più piccolo
sfiorandogli la mano. Kyuhyun sentì una scarica di
adrenalina pulsargli nelle
vene e l’istinto irrefrenabile di diventare ancora una volta
un’unica cosa con JongWoon.
Voleva di nuovo baciare, mordere, scoprire le
labbra piene del maggiore, gustando il loro sapore, bramando ancora di
stringersi a lui di lambire ogni singolo lembo di pelle, inebriarsi
ancora una
volta del profumo di erba fresca al mattino che la sua pelle emanava.
Quando si
univa a lui, si sentiva vivo e felice, sentendosi finalmente legato a
un qualcosa che non fosse solo del semplice e freddo metallo: era
legato a JongWoon,
lui era la sua persona.
Era
immorale? Era contro natura?
Dannatamente
falso.
Lo
amava?
Dannatamente
vero.
Un
amore che purtroppo Kyuhyun non
poteva dichiarare, un amore che non poteva
urlarlo a squarciagola, un amore che non aveva un nome. Un amore che da
molti
era ritenuto immorale e contro natura.
“Kyuhyun?”
sussurrò JongWoon all’orecchio del minore con
fare
sensuale, facendo trasalire il minore. Aveva intenzione di ucciderlo?
JongWoon
sapeva dell’effetto che il suono della sua voce gli
provocava. Era profonda e
aveva un timbro melodioso e Kyuhyun amava quando ogni tanto intonava
qualche
melodia antica. Di certo JongWoon era un bravo guerriero, anche se la
sua
vocazione era il canto: ce lo aveva nel
sangue.
“Mmh?”rispose
l’altro tenendo gli occhi chiusi fingendo di dormire
cercando di controllare la sua eccitazione che ormai pulsava.
“Saranghae.”
JongWoon
suggellò quella promessa perenne con un dolce bacio che
Kyuhyun
no esitò a ricambiare, baciandolo con foga e passione,
mozzando ad entrambi il
respiro. Lo strinse con forza a se come se temesse che sarebbe potuto
scappare.
“Guarda
che non scappo mica, puoi allentare anche la presa.”
Scherzò
il maggiore accarezzando con dolcezza il viso dell’altro
“Non
si sa mai.” Rispose Kyuhyun sorridendo contro la pelle del
minore mentre baciava il collo di JongWoon, mordendo e leccando. Un
gemito
fuoriuscì dalle labbra del maggiore quando sentì
le mani di Kyuhyun esplorare
il suo petto scendendo fino all’ombelico.
Ormai lo
voleva: non avrebbe dovuto dirgli quella parola così
all’improvviso.
“Dimmelo.”
Ordinò il maggiore sussurrando all’orecchio di
Kyuhyun
mentre con la lingua ne percorreva il profilo. Il piccolo
ansimò: lo avrebbe
fatto impazzire.
“C-cosa?”
balbettò ansimando Kyuhyun scosso dai brividi di piacere,
mentre stringeva le mani sul petto nudo del maggiore.
“Lo
sai.”
“Potremmo
farlo, sai?” disse improvvisamente JongWoon
mentre guardava il sole pronto a sorgere. Kyuhyun lo guardò
interrogativo
mentre si stendeva sul prato fresco.
“Fare
cosa?”
“Andare
via.”
Kyuhyun
rise amaro: non era la prima volta
che glielo proponeva e avrebbero potuto seriamente farlo eppure non
l’avrebbero
mai fatto. Era un’utopia di JongWoon quella di cambiare
paese, di vivere in
modo dove il loro amore non vivesse nell’ombra: era solo un
soglio e tale
sarebbe rimasto per Kyuhyun.
“Dobbiamo
allenarci...” rispose atono il più
piccolo mentre si alzava in piedi e sfoderava la spada.
Kyuhyun
evitò di rispondere ancora una volta:
non lo rispondeva mai quando ogni singolo giorno JongWoon glielo
domandava,
sviava sempre. Non lo faceva apposta ma rispondergli che non potevano
farlo e
guardare i suoi occhi avviliti, al solo pensiero gli si stringeva il
cuore.
“Kyuhyun
lo stai facendo di nuovo.” Sbottò
spazientito il maggiore alzandosi a sua volta e seguendolo.
“Cosa?”domandò
con semplicità l’altro mentre
si posizionava davanti al corvino.
“Stai
di nuovo sviando!” rinfacciò JongWoon
alzando il tono di voce innervosito.
Perdonami,
non possiamo farlo.
“Non
è vero.” Sorrise canzonatorio il
guerriero mentre si avvicinava al maggiore inumidendosi le labbra.
JongWoon
sbuffò contrariato borbottando parole incomprensibili e fece
per andar via.
“Dove
vai?!”
JongWoon
rimase in un silenzio glaciale che
scosse l’animo del piccolo. Era strano per JongWoon rimanere
in silenzio, lui
che non riusciva a stare un secondo zitto.
Kyuhyun
corrucciato, afferrò per un polso JongWoon
e lo costrinse a girarsi: aveva gli occhi umidi e la mascella contratta
per la
rabbia. Si era offeso? Si stava prendendo gioco di lui?
Non
sopportava quando JongWoon si arrabbiava
con lui: si sentiva morire non appena incrociava gli occhi del moro
carichi di
risentimento. Era un uomo così passionale e istintivo, era
come un incendio che
infiammava qualsiasi cosa al suo passaggio. JongWoon era un fuoco che
bruciava
il suo cuore in un’unica fiammata in netto contrasto con
Kyuhyun che era freddo
e calcolatore.
Che
cosa avevano in comune?
Nulla,
assolutamente nulla e forse era
proprio questo il perché si amavano in quella maniera
così disperata.
“Ma
che ti prende?!”esclamò esasperato
Kyuhyun inseguendolo
“Sei un
codardo.”sputò
con rabbia
JongWoon voltandosi verso il minore con lo sguardo infuocato.
“Che
cosa?”
“Non
hai mai detto di amarmi! Cosa sono per
te? Un giocattolo da usare e poi buttare via?! Sai cosa
c’è in bilico qui?!”
inveì ancora il moro con le vene che gli pulsavano mentre
gli occhi si
inumidivano “La nostra vita! Ma a te sembra non
importartene.” Aggiunse poi
JongWoon mentre lasciava che una lacrima iniziasse a rigargli il viso
senza
però scomporsi. Kyuhyun lo guardava incredulo e spaventato
perché JongWoon non
piangeva mai o meglio lui non lo aveva mai visto piangere, aveva sempre
il
sorriso sulle labbra, quel meraviglioso sorriso che gli faceva perdere
il
controllo.
Oh,
JongWoon... cosa sei tu?
“Non
mi importa?” sussurrò a malapena il più
piccolo stringendo i pugni “Non mi importa?!”
ripetè ancora Kyuhyun alzando la
voce “Come potrebbe non importarmene?! Come non potrebbe non
importarmene
dell’uomo che io amo?!” domandò urlando
avvicinandosi al maggiore il quale lo
guardava con quei suoi occhi scuri ed intensi.
“Sarang...”
“JongWoon?
Kyuhyun? Siete svegli?” domandò Hyukjae dal
corridoio
prima di entrare nel loro dormitorio
“Aish..”
Kyuhyun
si staccò a malincuore da JongWoon che intanto rindossava la
casacca gettata in un angolo della stanza.
“Noto
che siete già svegli! Forza il capitano Park ci sta
aspettando.” Aggiunse Hyukjae entrando guardingo nella stanza
per poi sorridere
malizioso.
“Ho
per caso interrotto qualcosa?”
JongWoon
arrossì pronto a controbattere mentre si voltava verso
Hyukjae.
“YA!
Come ti permetti tu? Non osare più dirlo.” Rispose
Kyuhyun
precedendolo guardando Hyukjae furioso
“Ne
ne! Stavo scherzando...” rispose Hyukjae indietreggiando
mentre
cercava di trattenere le risate.
Mentre
Kyuhyun cacciava via Hyukjae in preda ormai alle risate,
JongWoon sentì dentro di lui rompersi qualcosa: il suo cuore.
“Tu...
tu mi ami?” sussurrò JongWoon
addolcendo lo sguardo mentre un sorriso gli arricciava gli angoli della
bocca.
Kyuhyun ricambiò quel sorriso e si avvicinò al
maggiore per poi accarezzargli
una guancia: la pelle di JongWoon era soffice e calda, invece il
corvino si
inebriò della pelle del minore, costatando che il profumo
sapeva di erba al
mattino. Poi Kyuhyun alzò il mento del maggiore e
avvicinò il suo viso a quello
di JongWoon sfiorando le sue labbra e quando il desiderio di
impossessarsi
delle sue labbra divenne troppo forte, si lasciò andare
baciando quelle labbra
soffici e calde che tanto amava mentre le mani del maggiore gli
accarezzavano
il petto, facendo rabbrividire Kyuhyun.
Non
importava che fosse pieno giorno, non
importava che potevano essere visti, non importava che qualcuno potesse
scoprire il loro amore segreto di notti buie. Non esisteva nessun altro
in quel
momento se non loro e questo fu proprio la loro condanna.
Quanti
giorni erano passati? Forse erano
passati mesi o addirittura anni o forse solo qualche ora: JongWoon non
sapeva
dirlo con certezza a causa dell’oscurità, la
stessa oscurità che un tempo era
la muta compagna delle notti in cui lui e Kyuhyun si amarono.
Kyuhyun...
sei vivo, vero?
Quando
JongWoon sentì la cella aprirsi,
scattò all’in piedi incurante delle fitte che le
ferite inflette dai
torturatori gli avevano procurato.
“Kyu...Kyuhyun?”
chiese sforzandosi a causa
della bocca asciutta chiudendo gli occhi infastidito dalla luce che
filtrava
nella cella.
“Taci,
uomo a metà.” Esordì una guardia
dandogli un calcio nello stomaco causando la caduta di JongWoon. Il
ragazzo
cercò di non perdere i sensi e si rialzò puntando
uno sguardo carico d’odio al
secondino. La guardia lo strattonò e lo spinse fuori dalla
cella e lo condusse
all’esterno del palazzo di giustizia dove una giuria era
posta in prima fila
pronti a giudicare il suo reato.
Kyuhyun
era in ginocchio di fronte ai giudici,
sanguinante e sporco, quando poi vide JongWoon sorrise rassicurante
sentendosi
morire quando vide i lividi violacei che deturparono quel bel volto. Costrinsero anche JongWoon
ad inginocchiarsi
affianco Kyuhyun, strattonandolo.
“Siete
accusati di fornicazioni, di
comportamenti immorali e illeciti in pieno giorno in un luogo pubblico.
Come vi
giudicate?” esordì il primo giudice imponente.
Ne
Kyuhyun e ne JongWoon risposero, rimasero
in un accusante e muto silenzio che valeva più di mille
parole.
“E’
un reato amare una persona?”
“Kyuhyun...”
“Come
hai detto, insolente?” lo apostrofò uno
dei giudici guardandolo con disprezzo
“Ho
detto, lurido bastardo, che se sia una
reato amare una persona!” sbottò urlando Kyuhyun
in preda alla rabbia. JongWoon
desiderò prenderlo per mano e di gettargli le braccia al
collo per stringerlo
al suo petto come in ogni loro notti segrete.
Sarebbero
dovuti andare via quando ne avevano l’occasione, era troppo
tardi.
JongWoon
non volle udire più nulla, le voci
di Kyuhyun che sovrastavano quelle dei giudici divennero una melodia
soffusa,
una di quelle antiche che cantava all’orecchio di Kyuhyun. Gli piaceva cantare per
lui, anche solo
intonare qualche nota, era bello vederlo sorridere meravigliato per la
sua voce
ma forse lo avrebbe amato ugualmente perché con lui
c’era Kyuhyun.
“Se
amare è un crimine, condannatemi pure.”
Sussurrò
JongWoon a testa bassa chiudendo le mani in due pugni con talmente
tanta forza
da far diventare le nocche bianche.
“Come?!”
“Ho
detto, se amare è un crimine,
condannatemi pure.” Ripetè il corvino alzando lo
sguardo fermo mentre con
lentezza dice quelle parole. Non c’era timore nella sua voce,
anzi, era sicuro
e deciso pronto a morire: forse un giorno sarebbe stato ricordato come
una
vittima innocente di quel folle mondo e sarebbe morto.
Perché? Solo perché non
aveva avuto paura di amare e non aveva rifiutato la sua natura.
Era
la loro condanna ma JongWoon si ritrovò a
pensare che la loro morte sarebbe stata una salvezza.
“Ma
capitano Park! Non potete lasciarli
morire così!”
“Hanno
infranto la legge e non c’è niente che
io posa fare.”
“Amandosi?”
“Si!
Vattene adesso, ormai è tutto deciso!”
Hyukjae
strinse i pugni con e rabbia e, dopo
un breve inchino, andò via velocemente. Avrebbe perso due
dei suoi fratelli,
nel peggiore dei modi: uccisi come degli assassini. Qual’era
stato il loro
crimine? Non essere troppo prudenti o forse semplicemente di essere
andati
controcorrente?
Hyukjae
non poteva fare nulla per salvare i
suoi compagni dalla morte ne tanto meno farli scappare, ma almeno
avrebbe fatto
in modo che passassero le loro ultime ore insieme.
“Hyukjae,
perché lo stai facendo?” chiese
stupito JongWoon zoppicando, sorretto dal minore. Il
moro non rispose, si limitò a camminare
velocemente sperando e pregando che nessuno lo vedesse.
“Sei
ti beccano ti uccideranno.” Continuò JongWoon
preoccupato mentre Hyukjae continuava a sorreggerlo incurante della
preoccupazione del maggiore.
“Non
mi importa JongWoon! Se non posso
salvarvi, allora vorrei almeno che voi due passiate un’ultima
notte ancora
insieme.” Rispose Hyukjae continuando velocemente a
camminare. JongWoon si
commosse di fronte a quelle parole: Hyukjae non era contro il loro
amore anzi
lo stava appoggiando e l’avrebbe ricordato per sempre.
“Grazie.”
Bisbigliò grato con gli occhi già
umidi. Hyukjae sorrise amaro pensando che per JongWoon e Kyuhyun quello
sarebbe
stato il dono più bello che lui potesse aver mai fatto.
Quando arrivarono di
fronte la cella di Kyuhyun, Hyukjae l’aprì con le
chiavi rubate dal secondino
dormiente e fece scattare la serratura più silenziosamente
possibile. JongWoon
non esitò a fiondarsi da Kyuhyun per
accettarsi che stesse bene per poi abbracciarlo con forza baciandolo
ripetutamente sulla bocca, sulle guance, su ogni centimetro di pelle
che
trovava sotto le sue labbra.
“Ti
ringrazio, hyung.” Disse Kyuhyun
guardando Hyukjae con gratitudine. Il minore sorrise amaro e a stento
trattenne
le lacrime.
“Scappate,
vi copro io la fuga.”
Kyuhyun
e JongWoon entrambi guardarono
stupiti l’amico poi si guardarono: sarebbe stato da codardi
scappare via, così
facendo avrebbero dimostrato solo che il mondo avesse ragione.
“No
Hyukjae, non possiamo.” Proferì JongWoon
sorridendo serafico mentre stringeva nella sua mano quella di Kyuhyun.
“Perché?!
Volete morire?! Non volete
continuare a stare insieme?!” sbottò furioso
Hyukjae con la voce incrinate
dalle lacrime che incominciarono a bagnarli il viso. Kyuhyun
sospirò
stancamente e guardò JongWoon che in quel momento per
Kyuhyun sembrava l’uomo
più coraggioso: stava affrontando la morte come un vero
guerriero.
“Hyukjae
c’era un tempo in cui sarei scappato
con Kyuhyun senza voltarmi indietro, ma quel tempo appartiene al
passato. Se
fuggissimo saremo inseguiti per sempre e trattati come dei traditori
del re ma
invece se rimaniamo qui e affrontiamo la morte, il nostro amore non
sarà mai
dimenticato, anzi diventeremo i martiri di un mondo
senz’amore.”
Kyuhyun
guardò commosso il maggiore e gli
strinse con forza la mano: non aveva paura, non più
perché al suo fianco aveva
l’uomo che amava e l’avrebbe avuto fino alla fine.
“Adesso
vai Hyukjae, ti ringrazio di tutto.” Poi
JongWoon abbracciò Hyukjae ormai piangente, con forza e
Kyuhyun gli strinse la
spalla guardandolo grato. Il moro li guardò per un ultima
volta e andò via
chiudendo la cella.
“Saranghe
hyung.” Sussurrò Kyuhyun
appoggiandosi sulla spalla del
maggiore, poi iniziò a singhiozzare.
“Non
piangere... non piangere...” cercò di
tranquillizzarlo JongWoon accarezzandogli i capelli e baciandogli
dolcemente la
fronte
“Non
voglio perderti JongWoon, non voglio!”
JongWoon
sentì le lacrime salire in gola ma
si impose di non piangere mentre stringeva a se Kyuhyun.
“Tu
non mi perderai Kyuhyun e lo sai perché? Perché
le nostre anime saranno per sempre unite e continueremo ad amarci in
questa
vita o in un’altra.”
JongWoon
poi, gli diede un leggero bacio
mentre sentiva le lacrime bagnargli il viso e percepì il
calore delle mani di
Kyuhyun sui suoi fianchi attirandolo a se. Il bacio si fece sempre
più
bisognoso e passionale.
Si
amarono tutta la notte, desiderosi di
diventare un’unica cosa, un unico spirito per un’
ultima volta, imprimendosi
dell’essenza dell’altro su di se. Rimasero
abbracciati e uniti fino al giorno
dopo, quando arrivò il momento della loro condanna.
Non
ebbero paura, si guardarono per tutto il
tempo, anche quando li passarono a fil di spada e per entrambi
l’immagine dell’altro
l’accompagno in un mondo dove regnava la pace e che non
c’erano distinzioni tra
amore naturale ed innaturale.
Le
loro anime avrebbero vagato, fino a quando
non si sarebbero ricongiunte ai loro corpi aspettando duecento anni
prima che
Kyuhyun e JongWoon si rincontrassero di nuovo, sotto una nuova
identità ma con
lo stesso destino: quello di amarsi fino alla morte.
Si
dice che il sangue sia più denso dell’acqua.
E’ ciò che ci lega, ci definisce,
ci maledice.
Note autrice :3
Si ok forse avrei
dovuto dirvi di procurarvi un centinaio di rotoli
regina, sorry.
O bhè questa
è la mia prima KyuSung, deprimente perché in
questo
periodo mi ispirano le cose tristi (?)
Anyway, ho scritto
questa shot per una persona speciale, una delle
mie migliori amiche che shippa come non mai questa coppia,
quiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiindi, Kristina, this is for you.
Ok ora mi dileguo che
solo le 23.27 e domani ho scuola :3
Un bacio e a presto!
Cri_Snix