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Autore: kickingleaves    14/04/2008    5 recensioni
Una sintesi della vita di Harry fino all'Ordine della Fenice, vista attraverso gli occhi di un'esterna alle vicende, Cho Chang.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Cho Chang, Harry Potter
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Ciao, Harry.
Harry Potter. Non sai quanto questo nome abbia significato per me.
Quand'ero bambina, i miei genitori mi parlavano sempre di te. Mi raccontavano terribili storie su di un mago crudele, che faceva di tutto per prendere il potere, ricorrendo a tutti i peggiori mezzi esistenti, plagiando o, peggio, uccidendo le persone buone. Io li ascoltavo estasiati, felice di sentire una favola raccontata bene, e certo non come quelle della mia odiata baby-sitter. E poi, quest'uomo, questo mago crudele, impossibile da nominare, veniva, finalmente, sconfitto. Uccise un uomo e una donna, di quelli tra i più buoni di tutti, che a lui si erano ribellati. Ma loro, marito e moglie, avevano un figlio. Ricordo che a questo punto della storia mi mettevo sempre a piangere, perché immaginavo un neonato senza genitori. Il terribile mago senza pietà tentava, quindi, di uccidere il bambino.
Ma il bambino, quel bebè, tu, Harry Potter, uccideva il mago. E questa era la versione di mio padre; i padri hanno sempre la mania di semplificare le cose.
Mia madre, invece, mi disse chiaro e tondo che il bebè scagliò un potente incantesimo contro Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato, lo respinse, lo scacciò, e che da quel momento del mago, di Tu-Sai-Chi, si persero tutte le tracce. L'unico rimasuglio di quella maledizione scagliata da Colui-Che-Non-Può-Essere-Nominato fu una cicatrice, a forma di saetta, sul volto del bimbo, sulla sua fronte.
Era la mia favola preferita, sì.
Ma poi... Poi, crescendo, capii che non lo era. Non era una favola, ma la realtà.
Avrò avuto nove o dieci anni quando mi accorsi che quel mago, tanto cattivo nell'immaginario collettivo, esisteva, o era esistito, e che aveva veramente ucciso i genitori di quel bimbo.
Poi sono cresciuta ancora. E' arrivato il mio undicesimo compleanno, e sono andata ad Hogwarts. E' arrivato il mio dodicesimo compleanno, e sono tornata ad Hogwarts.
E' stata una vera sorpresa, per me, quell'anno. C'era un ragazzino, al primo anno che... Aveva quella cicatrice. Aveva la cicatrice di Harry Potter.
Per la prima volta, ti ho visto, dal vivo. Ti immaginavo un po' più alto, senza occhiali, con la cicatrice più visibile, i capelli chiari e meno disordinati, e un po' meno solare come persona. Sbagliavo, completamente.
Intanto, iniziavano a girare voci sul tuo conto. Sulla tua vita dopo Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato, insomma.
Sui tuoi zii Babbani, che pare tu non sopportassi... Sul fatto che non sapevi nulla della magia, o di quello che avevi fatto, di quello che grazie a te era accaduto. Di tutte quelle cose straordinarie che la tua vita aveva comportato.
Alla fine dell'anno, poi, per molti eri quasi un idolo, eri stato in grado di riuscire, con il tuo amico Ron, a sconfiggere un troll; avevi superato prove difficili scelte dai migliori insegnanti di Hogwarts; avevi di nuovo battuto Tu-Sai-Chi.
Il mio terzo anno, il tuo secondo. E tutte le altre storie che giravano...
Non si sapeva a chi credere.
Chi ti definiva l'Erede di Serpeverde.
Chi credeva tu fossi un Serpeverde infiltrato a Grifondoro.
Chi raccontava di averti visto scriverle... Scrivere quelle cose, e rapire la piccola Weasley.
Ma le storie credibili erano le testimonianze dei tuoi amici, che ti conoscevano, che sapevano la verità. Le storie che raccontavano come eri riuscito a salvare quella bambina, che raccontavano di enormi basilischi, spettri di Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato, diari, fenici e chi più ne ha più ne metta...
Quarto anno. Tuo terzo. Ormai ti eri integrato perfettamente, niente più "Ommioddio guarda quello lì è Harry Potter!", se non da parte dei nuovi primini.
Quella partita di Quidditch... Come mi sono sentita io, tu non lo sai. Faccia a faccia con Harry Potter, l'amore unico e inimitabile delle ragazzine più piccole. Faccia a faccia con Harry Potter, l'idolo degli adulti. Faccia a faccia con Harry Potter, il mito della mia ex-favola preferita. E' stato tutto un po'... Surreale, forse.
Della fine di quell'anno non si sa molto. Però, qualcuno iniziò a crederti... Mh... Un pochino... Come dire? Svampito. Andato. Fumato. Perso. Fuori. Hai capito cosa intendo?
Quinto anno (mio). Quello, quello è stato il peggiore. Quando mi hai chiesto di venire al Ballo del Ceppo con te... Mi è crollato il mondo addosso. Come potevo dirti di no? Dire di no a te? non sai nemmeno quanto l'avevo sognato. E ora... Se solo non fossi stata impegnata, e... Avrei voluto poterti dire sì. Davvero.
Poi. Quando sei tornato... Con lui... Morto... Credevo di amarlo. Credo che, una parte di me, lo ami ancora. Ti ho odiato, sai, odiato per le notizie che portavi. So che non è stata colpa tua, ma ti ho odiato.
Quest'anno, invece, per me è stato il migliore.
Probabilmente il tuo peggiore, visto che tutti sono convinti che tu sia completamente pazzo e soffra di allucinazioni.
Harry, non so bene perché ti sto scrivendo questa lettera, ma... Credo... Credo che sia per ringraziarti. Grazie, Harry.
Grazie, significhi così tanto per me. Sei stato... Tanto, tanto importante. Il prossimo è il mio ultimo anno, e non ti rivedrò mai più probabilmente. Non avrò mai il coraggio di inviarti questa lettera... Non ce l'avrò mai. Però, voglio - desidero con tutta me stessa - che tu sappia quanto hai contato per me. Ora che ci siamo lasciati... Forse avrei dovuto dirtelo prima. Ma i giorni che ho passato con te sono stati i migliori. Grazie.
Grazie, grazie Harry, grazie.
Cho

*lettera mai inviata*
  
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