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Autore: nobodyishopeless    26/10/2013    0 recensioni
Foxford, Irlanda anni '40. Freema è una giovane ragazza con una storia a distanza con Ismaèl. Lui torna ogni estate nella piccola cittadina balneare e ravviva il suo amore per lei. A inizio giugno, la settimana della festa paesana, Ismaèl torna da lei. Ma per quanto ancora potranno rimanere assieme con l'ombra minacciosa della guerra che diventa un realtà sempre più vicina a loro?
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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Guerra sotto fuochi d’artificio.
 

-A volte se vuoi farti ascoltare devi fare la voce grossa.-
-E invece no… perché se fai la voce grossa fai capire che stai male, non ti fai ascoltare, non ti fai sentire.-
Dal film “I cento passi”.

Nessuno era mai stato sincero in quella città, nessuno aveva mai guardato chiaramente in faccia la realtà. Foxford era sempre stata un villaggio tranquillo, lontano dalla vita frenetica della città. D’estate si animava di turisti, in genere sempre gli stessi, i soliti volti che comparivano dopo i nove mesi di scuola, e i nove mesi di vita lavorativa. Questo Freema lo aveva imparato presto, e infatti era tremendamente felice dell’inizio dell’estate. Perché sapeva che avrebbe riabbracciato Ismàel, dopo quei lunghi mesi passati in assenza del suo amore, avrebbe finalmente potuto abbracciarlo di nuovo, toccarlo di nuovo, sentire ancora quel suo profumo di lavanda che le piaceva tanto. Non avrebbe mai immaginato che quella sarebbe stata la sua ultima estate, l’ultima estate per loro due. Si mise il vestitino azzurro, quello della festa di ferragosto in cui si erano conosciuti due anni prima. Si raccolse i capelli color cioccolato in una coda. Sorrise davanti allo specchio arrugginito del bagno. Passò per la cucina e salutò la madre che stava sempre con una sigaretta tra le labbra. Suo padre era fuori per lavoro per tutto il periodo estivo, in realtà, Freema sapeva bene che non era il lavoro ad allontanarlo dalla città, ma erano i turisti. Suo padre era sempre stato un uomo molto timido e introverso, non amava la gente, anzi. Lei non aveva mai saputo il perché, ma non aveva neanche indagato in fondo. In quel paese era quella la mentalità, accettare i fatti senza farsi domande, un’arma a doppio taglio, ma quello Freema lo capì solo in seguito. La ragazza uscì sentendo la pelle scaldarsi ai raggi del sole. Sorrise entusiasta e a passo svelto si diresse verso la stazione del treno mentre nel suo stomaco numerose farfalle svolazzavano rivelandole emozioni che aveva dimenticato. Durante il periodo in cui non poteva vedere Ismaèl si erano scritti numerose lettere piene d’amore e di verità. Negli anni quaranta, quando la radio era la fonte della musica e della comunicazione, quando andavano quei vestiti lunghi con la gonna larga e leggera, e la vita stretta da una cintura o da un nastrino. Era il periodo in cui i tabù governavano la società degli adulti e trasgredivano quella degli adolescenti.
Mentre Freema attraversava il paese, notò gli uomini lavorare, montare il palco per la festa del paese che sarebbe durata l’intera settimana. Freema sorrise salutando di sfuggita un paio di amici che stavano lavorando accaldati, alcuni a petto nudo, alcuni con la canottiera bianca, leggermente sporca, appiccicata al loro corpo dal sudore. Una volta giunta in stazione, Freema, era entusiasta, le farfalle nello stomaco le avevano formato una morsa. Si guardò intorno, non vi era nessuno oltre a lei e ad una signora, probabilmente perché era il giorno della festa locale, c’erano le giostre che avevano già montato. C’era la pesca di beneficenza e la tombola parrocchiale. C’era tutto là. Freema si sedette sulla panchina di legno con i chiodi arrugginita, vi erano ancora incisi le loro iniziali. Ad un tratto, mentre era assorta nei suoi pensieri, la voce metallica all’altoparlante annunciò l’arrivo del treno. Freema si destò  sorridendo. Si alzò dalla panchina mentre il cuore le martellava nel petto senza sosta. Un treno arrugginito rosso, le strisciava davanti, cigolando sulle rotaie. La ragazza dagli occhi chiari sentiva le viscere ribollire, il fuoco dell’amore non avuto da troppo tempo. Non appena le porte si aprirono, il primo ad uscire fu lui. Ismaèl. I capelli castani lisci, gli occhi neri erano gli stessi, pieni di vita, di energia.. un’ energia contagiosa, che Freema aveva sempre apprezzato, aveva la barba lunga stavolta, era più grande, più uomo. Freema a quella visione perse un battito. Era davvero bellissimo, più di quanto lei ricordasse. Il ragazzo si guardò intorno, non appena gli occhi si posarono su di lei, un sorriso gli illuminò il volto, le pupille si dilatarono. Perché quello, quello era lo sguardo dell’amore. Ismaèl lasciò il borsone grigio a terra e corse incontro alla sua ragazza. Anche Freema gli corse incontro. Ismaèl afferrò la sua ragazza per i fianchi e l’abbracciò stretta, non volendo lasciarla andare più. Rimasero stretti per minuti interminabili, ad un tratto il ragazzo si staccò appena posandola a terra, senza lasciare la presa sui suoi fianchi, poi la baciò. In quel momento per Freema l’intero mondo era scomparso. Le loro lingue si incontrarono di nuovo dopo tanto tempo, le loro salive si mischiarono dopo lunghi mesi di attesa, sapevano entrambe di felicità, la felicità palpabile che aveva invaso l’aria intorno a loro.
Quella sera era tutto pronto per la festa grande, per la festa paesana, per quell’evento che tutta la comunità attendeva con ansia, senza sapere che sarebbe stato l’ultimo.
Quella sera Freema dopo aver fatto l’amore con Ismaèl si infilò una gonna rossa, con una camicetta nera a fiori arancioni. Lei e Ismaèl camminavano insieme mano nella mano, tra e luci del paese. La musica era tipica e popolare di  quelle terre belle e incontaminate dell’Irlanda. Insieme giocarono al gioco al bersaglio, ma nessuno vinse nulla, non era un film, era la vita reale e se ne accorsero presto, molto prima di quanto si creda. La mezzanotte arrivò in fretta, e Freema con Ismaèl si sistemarono sul prato in cui tutta la popolazione giovanile si ritrovava. Cominciarono i fuochi d’artificio.
Erano così belli, così luminosi, così entusiasmanti.. a tutte le età.
Ad un tratto ci fu un momento di pace, si sentì un fischio, ma stavolta non si vide nessun fuoco. Si sentì un botto, un botto forte, ma nessun fuoco d’artificio.  Una forza dirompente, una forza travolgente, una forza che uccide.
E così Ismaèl e Freema caddero travolti da quella bomba, travolti dalla morte. Travolti dalla guerra dichiarata da quella bomba. E l’ultima cosa che la giovane avvertì sotto i polpastrelli, fu la terra fredda, e quella sensazione di leggerezza che pian piano la sollevava.
 
Ti Amo Free.
 
 
Ti amo.
 
My corner: Ciao a tutti.
Questa è una storia che ho creato per il concorso della pagina

Pinoolast's Graphic- Video che ringrazio.
È ispirata alla canzone di Laura Palmer.
E spero che vi piaccia, ditemi che ne pensate.
Baci, Mar.
  
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