Libri > Hunger Games
Ricorda la storia  |      
Autore: Unhappy_Reader    26/10/2013    3 recensioni
Novantadue. Questo è il numero che ossessiona Tomard Alyne. Perché novantadue sono i ragazzi che ha ucciso in quanto Capo Stratega. Ed è il numero che adesso potrebbe decretare la sua morte.
Dal testo:
"Novantadue famiglie rovinate, settantacinque giovani che non hanno mai più rivisto i loro fratelli tornare a casa, migliaia di ricordi che ora porteranno solo dolore. E ieri sono arrivati. I tributi della trentottesima edizione degli Hunger Games. Dovrò ucciderne ventitré. O forse no."
Genere: Angst, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Novantadue. Novantadue sono i ragazzi che ho ucciso. In soli quattro anni. Novantadue. Questo numero mi compare in mente come i punteggi delle sessioni private dei tributi compaiono in sovrimpressione sui loro visi in TV. Io, Tomard Alyne, capo stratega degli Gunger Games, ho ucciso novantadue ragazzi la cui età variava dai dodici ai diciotto anni.
Nella mia mano destra c’è una minuscola sfera bianca, capace di uccidere un uomo all’istante. Ricordo quella ragazza sbranata dagli ibridi. Chissà a quale Distretto apparteneva. In ogni caso, in una casa di Panem alcuni piangevano la sua morte. Mentre in più case di Capitol City molti ridevano. Penso anche a quel bambino, 14 anni al massimo, bruciato vivo perché colpito da un uccello in fiamme. La ragazza decapitata. Il ragazzo esploso. I ragazzi travolti da una valanga. Il ragazzo sciolto. La ragazza disidratata. Eppure sono stato io. Io ho dato il via agli ibridi, al volatile in fiamme, alle bombe. E poi ci sono tutti gli altri, tutti i tributi morti in combattimento. Ho ucciso tutti loro, anche se in modo indiretto. Novantadue famiglie rovinate, settantacinque giovani che non hanno mai più rivisto i loro fratelli tornare a casa, migliaia di ricordi che ora porteranno solo dolore.
E ieri sono arrivati. I tributi della trentottesima edizione degli Hunger Games. Dovrò ucciderne ventitré. O forse no. Osservo quella minuscola sfera bianca che ho nella mano destra. La rigiro tra pollice e indice. Vale folium, la chiamano. La foglia dell’addio. Non è una foglia, ma sono molte le licenze poetiche che ci concediamo.
Ho osservato i nuovi tributi. Alcuni sono alti, altri bassi, alcuni in forma, altri denutriti. Indipendentemente da tutto ciò, ventitré di loro moriranno. E dorò essere io a ucciderli. Perché anche se alcuni si uccideranno fra loro, sarò io, il Capo Stratega, ad aver organizzato tutto. L’arena in cui moriranno, le armi con cui saranno assassinati, il modo in cui verranno ricordati. Stringo la Vale folium nel palmo. Adesso, mi dico. La piccola pillola bianca scivola sulla mia lingua, accarezza il palato, danza nella saliva. So che potrei ancora salvarmi, se la sputassi immediatamente. Ma quando il numero novantadue torna a regnare sovrano nella mia mente, so che non avrebbe senso sputare la Vale folium, perché la ingerirei domani, dopodomani. Così apro la finestra della stanza in cui mi trovo, saluto il sole che inonda la città e deglutisco.
 
  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Hunger Games / Vai alla pagina dell'autore: Unhappy_Reader