Fandom: Star Trek (Reboot
cinematografico)
Genere: fantascienza, introspettivo, malinconico
Tipo: one shot
Personaggi: James T. Kirk, Spock
Coppia: slash
Pairing: Kirk/Spock
Rating: PG-13, giallo, K+
Avvertimenti: movieverse, fluff
PoV: terza persona
Spoiler: qualcuno riferito ai due film di Abrams.
Note: ambientata dopo “Star Trek - Into Darkness”. La missione
quinquennale è iniziata e prosegue senza intoppi.
Disclaimers: i personaggi non sono miei, ma di Gene Roddenberry (J.J. Abrams). I personaggi e gli eventi in questo racconto
sono utilizzati senza scopo di lucro.
Ricordi
di Bombay
Jim
sospirò piano accostandosi maggiormente al torace del compagno, che gli
disegnava lievi arabeschi sulla schiena con le punte delle dita. Quello era il
momento che preferiva, dopo aver fatto l’amore, con i corpi sudati e languidi,
poco prima di cedere al sonno.
“A
cosa stai pensando, Jim?”
Il
capitano sorrise appena socchiudendo gli occhi.
“Non
riesci a percepire i miei pensieri?”
Spock
gli circondò la vita con un braccio e il capitano intrecciò le dita con le sue.
“Sento
tante cose agitarsi in te Jim, ma le emozioni più preponderanti in questo
momento sono la malinconia e la nostalgia” disse solleticandogli l’orecchio con
il suo respiro “Non ne comprendo il motivo.”
“Da
quanto viaggiamo nello spazio profondo?” chiese.
“Due
anni, cinque mesi, una settimana, quattro giorni…”
“Ecco
sono due anni, cinque mesi, una settimana, quattro giorni che non vedo il sole…”
bisbigliò.
Spock
attese paziente, di tanto in tanto Jim aveva questi
momenti di sconforto e lui non poteva fare altro che ascoltare la sua voce ed
attendere che si esaurissero.
“Mi
chiedevo se a casa, è giorno o notte e cosa stia facendo mia madre…”
La
stretta intorno alla sua vita si fece più intensa, raramente il capitano
parlava di sua madre, ma quando lo faceva le sue parole
erano colme di rammarico.
“A volte mi manca il calore del sole sul viso, o il
picchiettare della pioggia sui vetri.
Il sibilare del vento attraverso gli scuri… o la neve che
cade soffice e quieta” raccontò con voce leggera, voltandosi nell’abbraccio del
vulcaniano.
“Oppure
l’alternarsi delle stagioni… la primavera con il suo profumo e la vita che
sboccia, la natura che si risveglia annunciando l’estate, che infine arriva con
il suo caldo torrido e l’afa soffocante e l’unico pensiero è
quello di trovare refrigerio attendendo i temporali.”
Jim
sbadigliò pigramente, sfregandosi contro il corpo nudo del compagno.
“Poi
arriva l’autunno e i colori cangiano in meravigliosi rossi, gialli e marroni fino a quando non arriva la neve… hai mai sentito l’odore
della neve?”
Spock
scosse piano la testa e Jim lo avvertì più che vederlo.
“Non
mi piace la neve: è fredda” sentenziò provocando una bassa risata del compagno.
“È
logico che sia fredda, sono cristalli di ghiaccio dovresti saperlo” lo prese in
giro.
“So com’è composta. Delle stagioni preferisco l’estate:
calda e torrida…” mormorò piano e Kirk non vide i suoi occhi farsi remoti e
lontani.
“Vivere
nello spazio è affascinante, ma può essere alienante” concluse
contro la spalla del primo ufficiale.
“Hai
parlato di questo al dottor McCoy?”
Jim
aprì un occhio corrucciandosi “Non ne vedo il motivo…”
“Questi
sono i primi sintomi di depressione spaz…”
“Non sono depresso” protestò “Se mai sono nostalgico e
malinconico, l’hai detto tu! È diverso!” precisò.
“Non
ti capita mai di…” ma le parole gli morirono in gola rendendosi conto di cosa
stava per dire e fu Spock a completare la frase.
“Pensare
al mio pianeta e a mia madre?” sussurrò scostando una ciocca di capelli dal
viso di Kirk.
“Sì”
assentì colpevole scrutando il volto del compagno.
“Più
spesso di quanto io stesso vorrei, perché non è logico
lasciarsi andare a simili sentimenti, non c’è rimedio per la loro scomparsa. Quando la missione quinquennale sarà conclusa, torneremo sulla Terra
e tutte le cose che mi hai detto potrai viverle ancora e apprezzarle più di
prima” disse poggiando la fronte su quella del capitano.
Jim
avvertì una profonda tristezza provenire da Spock.
Il
primo ufficiale non avrebbe più rivisto il suo mondo, né sua madre.
-La Terra è
l’unica patria che mi resta- aveva
detto un giorno lontano, Jim si sentì in colpa per aver destato nel compagno
quei ricordi dolorosi.
Kirk
posò le labbra sulle sue “Scusa.”
Spock
lo strinse a sé, senza parlare ed anche Jim rimase quieto e silenzioso nel suo
abbraccio.
Non
c’era bisogno di altre parole tra loro.
Lo
spazio profondo li circondava, il Legame tra loro li cullava dolcemente ed erano uno il rifugio dell’altro.
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Note dell’Autrice: eccomi qui con un’altra one
shot che poi è poco più di una
flash. Ok questo è un periodo particolarmente produttivo. Sto davvero scrivendo
tanto ed era molto che non mi succedeva, me molto
felice.
Piccola storia senza pretese, spero che possa piacere.
Grazie a chi legge le mie storie.
Un Kiss
Bombay