Le lampade gettano pozze di luce dorata
sulla stanza e sui due corpi abbandonati sul letto sfatto.
Il ragazzo disteso sulle lenzuola
ansima piano, con gli occhi azzurri sgranati fissi sul soffitto, il
viso giovane e sottile circondato da disordinati capelli scuri.
L'uomo sopra di lui si muove, sembra ondeggiare con movimenti ritmici
dei fianchi, fa scorrere con tocchi esperti le mani sul petto del
ragazzo.
Pelle che brucia sulla pelle, labbra
umide, baci disperati. Gemiti soffocati nella notte, parole d'amore
soffiate nelle orecchie, brevi urla improvvise che riecheggiano nella
stanza. Le mani si cercano e si stringono, si separano per scorrere
sui corpi con gesti ora delicati ora voraci e intensi. Alec chiude
gli occhi, si inarca leggermente e schiude le labbra, mormora
qualcosa, ripete sempre la stessa parola in un sussurro
incomprensibile. Magnus lo bacia per l'ennesima volta sulla fronte e
continua a muoversi, animato dall'estasi, e improvvisamente capisce
qual è la parola che Alec sta ripetendo in quel tono
così basso,
implorante.
Jace.
-Jace...
Magnus non smette
di muoversi; il suo corpo è ancora caldo, ma il suo cuore si
è
fatto freddo. Stringe piano le mani intorno ai polsi di Alec, come se
con quel gesto potesse afferrare e tenere con sé la mente
ormai
distante del ragazzo. Una lacrima, un'unica lacrima, gli affiora
all'occhio e scorre rapida lungo il suo viso, fino a perdersi nel
vuoto.
Jace.
Jace, continua a
mormorare Alec. Jace.
Alec è lì con
lui, Alec è suo. Da quando stanno insieme, Alec ha iniziato
a
donargli ogni piccola parte di sé, Alec non ha
più segreti per i
suoi occhi e per le sue labbra. Ma c'è sempre una parte di
Alec che
Magnus non potrà mai avere. Ed è per questo che a
volte fa così
male amarlo.