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Autore: Dian87    29/10/2004    3 recensioni
Dopo anni, ci sono ancora sentimenti e sentimenti nascosti ancora da rivelare
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mamma

N.d.Aki: è un testo scritto in 2 ore e 11 minuti. Non ho abbondato con le descrizioni perché… seguite le emozioni e i sentimenti. Un commento è bene accetto, anche negativo. Grazie.

 

- Signore, mi ha chiamato?-

- Sì, agente Aisha, si tratta di una faccenda molto importante. Vede quel ragazzo sullo schermo? All'interno del suo puzzle vive lo spirito di un altro agente suo pari, l'agente Yami. Il suo compito è tirarlo fuori dallo cyberspazio in cui si trova sano e salvo.-

- Come eseguirò la missione?-

- Deve raggiungere il dirigibile sul quale si trovano tutti e raggiungere il giovane in questione, dopo le riferirò altri particolari. È pronta?-

- Signorsì, signore.- saluto alla visiera.

 

Si fermarono qualche metro sopra il dirigibile e mi calai con delle corde dall'elicottero che mi aveva portato lassù. C'era un costante vento notturno che rischiava di farmi uscire dall'area prestabilita per la discesa e cadere nel vuoto per miglia e miglia fino al suolo. Proprio su un dirigibile dovevano fare quella maledetta finale? Non bastava una barchetta da qualche miliardo in mezzo all'acquetta bella? No, quel Kaiba era in tale scassascatole che non poteva fare come tutti gli altri le sue vendette… umpf…

- Sono sopra, dove devo dirigermi?- chiesi alla radio, che avevo montata in un paio di cuffie con microfono.

- Due piani di sotto, terza stanza alla sinistra come esci dall'ascensore.-

- Non devo calarmi con delle corde?- chiesi, speranzosa.

- No, Aisha, non puoi divertirti.- rise l'operatore.

- Vado.-

Scesi e cercai la stanza, trovandola quasi subito. All'interno c'era l'agente Yami, esattamente come me lo ricordavo, disteso sul letto che pareva dormire.

- Ehi, operatore, nella "Bella Addormentata" era la principessa a dormire, non il principe.- ridacchiai.

- Be', hai presente la favola? Devi fare la stessa cosa del principe.-

- EHI! Non starai scherzando?-

- Affatto, è l'unico modo che hai per ritrovarti nello stesso posto in cui si trova.- rispose, serio.

Per nulla convinta, mi apprestai a fare quello, seguendo sempre le direttive dell'operatore.

- Dopo questo non basteranno cinquemila anni per farmi perdonare da te.- gli sussurrai, prima di baciarlo, chiudendo gli occhi subito dopo.

Venni connessa alla rete dello cyberspazio.

 

Aprii gli occhi e mi ritrovai in una stanza scura, con tre porte bianche e una nera. Accanto a me c'era Yami, che mi guardava preoccupato e accanto a lui un'ombra, che doveva essere l'anima del corpo che ospitava l'agente.

- Come ti senti?- mi chiese Yami.

- Eh? Bene… bene.- risposi.- Sono stata solo un po' scombussolata dal cambio di realtà.- dopo, al microfono.- Operatore? Operatore? Quando torni dalla pausa "spuntino di mezzanotte" avvertimi.-

Mi alzai, dandomi una spolverata alla tuta mimetica verde con le mani.

- Un bel po' di tempo, che non ci si vede.- commentai.

- Ci conosciamo?- chiese Yami.

- Noo… solo da seimila anni. Che è? Ti hanno fatto il lavaggio del cervello, agente?-

- Veramente non ricordo nulla del mio passato.-

- Ah, siamo messi bene. Allora… vediamo prima di uscire, dopo di farti ricordare i bei tempi passati.- feci, ironica.

- Abbiamo provato tutte e porte e Tea è in pericolo.- fece il ragazzino, che forse andava ancora alle elementari.

Appoggiai una mano alla parete e spinsi, facendo crollare il muro.

- Quando nessuna porta è utile, bisogna costruirsene una.- commentai.- E, Yami, non fare quella faccia da pesce lesso, dovresti ricordarti almeno che tutte le divise della sezione sono dotate di potenziatori.-

Mi chiedevo se fosse veramente possibile che si fosse dimenticato di tutto, ma improvvisamente il suolo di aprì sotto di noi e precipitammo. Noah, colui che secondo i dati era l'artefice del disordine, ci aveva riportato nell'antico Egitto, quando Yami vi regnava come ancora faraone completamente umano.

- Operatore, qui Aisha, operatore, qui Aisha, rispondi Michael, passo.- chiamai.

- Hola! Come va?-

- Che ti sei fumato, oggi? Dacci le coordinate.-

- Egitto, 3000 avanti Cristo.-

- Mamma mia, che culo che ho, che abbiamo da fare per potercene tornare a casa.-

- Combattere.- rispose uno, coperto di bende, che emerse dalla sabbia.

- Grandioso, ora anche il faraone di cinque generazioni fa. Ho una maledizione, o sbaglio?-

- Combattete e potrete uscire, o uno di voi diventerà il mio corpo ospite.-

- Mamma mia che fissazione.- estrassi e montai un Thompson e glielo puntai contro.- Hai ancora voglia di combattere? Ho da salvare il culo a questo qui per un ordine superiore e non voglio contrattempi: tra pochi giorni ho un impegno molto importante e non voglio perderlo a causa di un emerito coglione che non si fa i cazzi suoi.-

- Anch'io voglio uscire da qui, ma il mio corpo…-

- Vattelo a cercare!- terminai, brusca, sparando un colpo d'avvertimento che lo ferì alla guancia e che per sbaglio appiccò un piccolo incendio, che consumò il corpo del tizio.

- Ah, non fanno più le mummie di una volta… ci muoviamo?- chiesi, smontando il fucile.

- Ah? Sì, subito.- fece Yami, impressionato.

- Non fare quella faccia, Yami, in fondo lo facevi anche tu e ti divertivi a vedere i cretini che si rotolavano nel fango, questo te lo devi ricordare.-

Vidi la sua faccia perplessa e sorrisi.

- Ah, il Nilo!- esclamai.- Operatore?-

- Crunch… che c'è?-

- Uno: quale schifezza ti stai mangiando? Due: dove si trovano gli altri?- il tono divenne più greve.- Non voglio dover tornare quaggiù.-

- Uno: non è una schifezza, ma un kebab. Due: cercate un'imbarcazione e scendete lungo il Nilo. Gardner è laggiù, in un clima antartico. Ah, mi faresti una foto dei pinguini?-

- Be', il kebab non è male. Hai notizie di mia sorella?-

- Ti aspetta.-

Ci calammo verso il Nilo e la mia mente tornava a cinque millenni prima, quand'ero ancora una normale ragazza ittita, sopravvissuta allo sterminio della sua famiglia assieme alla sorellina più piccola in quanto eravamo al pozzo a raccogliere acqua e a allenarci. Ricordavo perfettamente la vista dei miei sgozzati e i pianti e le urla della mia sorellina Almas, troppo perfettamente, così perfettamente che mi facevano ancora soffrire. Salimmo su un'imbarcazione di papiro e mi misi a poppa, governando la nave lungo le tranquille acque del grande fiume, che era come uno specchio. Eravamo perfettamente riflessi, potevo chiaramente vedere i miei fluenti capelli castani mossi dal vento e addirittura le lacrime che trattenevo nei miei occhi azzurri.

- Aisha…- fece il bambino.

- Sì?-

- Come vi siete conosciuti?-

- Quando? Quando eravamo ancora semplici umani?- annuì.- Ero nell'esercito ittita che cercò dei contatti con gli egizi e i loro sacerdoti hanno maledetto la maggior parte di noi, tenendo fuori me e mia sorella, che fummo date rispettivamente al faraone e al sacerdote principale. Ricordo come se fosse ieri.-

- Alla fine hai cercato di ucciderti.- aggiunse Yami.

- Ti sei ricordato?-

- Sì, ricordo tutto, questo posto mi ha fatto ricordare tutto.-

Si avvicinò anche lui a me, anche se non dovette spostarsi di molto perché l'imbarcazione era molto piccola.

- Serve qualcuno a prua per controllare se ci sono scogli.- commentai, distaccata.

Ricordava tutto, tutto. Anche quando avevo tentato di ucciderlo per andare a salvare mia sorella, non sapendo nemmeno dove l'avessero portata o che difese avessero fatto per tenermi lontana da lei, mi aveva fatto ragionare e poco tempo dopo mi ero gettata dall'alto del palazzo del faraone nel Nilo, sperando o di affogare o di venire mangiata dai coccodrilli sacri, ma anche lì era intervenuto, salvandomi la vita… e non ci eravamo parlati. Veniva da me, faceva quello che doveva fare e se ne tornava nel suo letto vuoto. L'avevo sempre odiato per quello, sempre.

Dopo un po' di tempo che non veniva da me erano arrivati degli uomini con tute mimetiche e mi avevano cominciato a addestrare, facendomi diventare un agente speciale sprezzante delle difficoltà e della morte che portava a termine le sue missioni, ma non avevo mai immaginato che dietro a tutto ci fosse Yami, che avesse organizzato tutto lui, al tempo era una delle parti più importanti della sezione. Forse allora era scomodo, forse per questo lo fecero sparire e nascosero la sua anima nel puzzle, pensando che nessuno sarebbe riuscito a risolvere l'enigma, e io non gli avevo ancora chiesto scusa del comportamento che avevo avuto contro di lui.

Vidi gli iceberg e una ragazza sola su uno di essi che stava congelando. Ci affiancammo e la aiutarono a salire sulla nave, coprendola con la giacca che il bambino aveva addosso.

- Grazie, Yugi.- mormorò.

Si alzarono delle onde e un biondino finì appeso sull'albero della barca.

- Operatore?- chiamai.- Gli altri che fine hanno fatto?-

- Yawn… si trovano al porto di Alessandria, Aisha.- fece, con un tono assonnato.

- Alessandria d'Egitto?-

- Quante altre Alessandrie conosci?-

- Dieci in tutto.-

- Sì, quella d'Egitto. Scusami, ma ho le mie quattro ore di sonno, svegliami quando ti serve qualcosa.- aveva sempre quel tono assonnato che mi divertiva molto quando non ero su di giri.

Governai in silenzio la nave, togliendomi fuori dai discorsi che facevano gli altri, che avevano intanto tirato giù il biondino dall'albero della barca.

- Yugi! Tea! Joey! Siamo qui!- chiamarono delle voci e attraccai, facendo scendere i passeggeri.

Legai la corda a un palo e scesi anch'io, allontanandomi subito.

- Operatore, falli uscire.- chiamai.

Tutto finì, le luci si spensero e, quando si riaccesero soffuse, mi vidi con un vestito da sera nero addosso e scarpe con tacco un po' a punta, si accese un'altra luce e vidi Yami davanti a me in abito da sera. Si avvicinò a me e abbassai lo sguardo, guardando di lato in basso. Mi prese delicatamente per le braccia e mi strinse a sé. Dovevo dirglielo, dovevo.

- S… scusami per non aver obbedito agli ordini.- mormorai.

Sorrise, avvicinandosi a me. Un'orchestra cominciò a suonare "My way" e noi cominciammo a ballare molto vicini, anche se avevo sempre odiato ballare, lì mi veniva naturale e mi sentivo al sicuro con lui vicino. Al sicuro come non mi ero mai sentita prima, lontana da lui.

- Scusami anche tu, per aver approfittato di te, senza il tuo consenso, ma… vedi… io…-

Si inceppò e continuammo a ballare ormai appiccicati.

- Ti amo.- gli sussurrai, con la testa appoggiata sulla sua spalla.

- Anch'io.- rispose, con lo stesso tono, e mi baciò.

La musica finì e lo ricambiai dolcemente, chiudendo gli occhi, stretta nel suo abbraccio.

 

Riaprii gli occhi. Eravamo di nuovo nella stanza del dirigibile in volo e eravamo a terra, con lui sopra di me, che mi stringeva forte, come per paura di perdermi.

- Ben svegliata.- sorrise.

- Cosa…?-

- Dormivi così bene che non ti ho voluta svegliare.- rispose, distendendosi accanto a me.

BIP- BIP! BIP - BIP!

- È il mio cercapersone, si staranno chiedendo che fine abbia fatto.-

Presi il cercapersone, mi avvertivano che dopo cinque minuti sarebbero passati a prendermi con lo stesso mezzo che avevo usato per arrivare lì.

- Devo andare… chissà, magari ci rivedremo ancora, mio faraone.- sorrisi, baciandolo, e me ne andai a malincuore.

Risalii con l'ascensore, trovandomi sul tetto un minuto prima che passassero. Il sole stava sorgendo e era uno spettacolo meraviglioso, mi chiedevo come mai non me ne fossi accorta prima di quanto era bello, bello come lui. Vidi l'elicottero arrivare e gettarmi la scala di corda, che afferrai, venendo trascinata via.

BIP - BIP! BIP - BIP!

Presi il mio cercapersone e lessi il messaggio.

"Alla prossima volta, fiore dell'Egitto." diceva.

Sorrisi e guardai verso il dirigibile, salutandolo con il braccio. Forse sarei riuscita anche a vedere la sua finale, se trovavo uno spazio tra i miei impegni, in fondo erano cinquemila anni che non chiedevo ferie e i giorni si erano accumulati, fino a una certa quantità, e forse sarei riuscita a portarci anche la mia sorellina, se la lasciavano libera di venire con me. Non l'avrei mai più lasciato, era una promessa tacita fra me e lui.

  
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