Libri > Don Chisciotte della Mancia
Ricorda la storia  |      
Autore: Unintended    14/04/2008    2 recensioni
[Don Chisciotte della Mancia]
Erano oramai giorni che Don Chisciotte, il più delle volte borbottanto fra sé e sé, si arrovellava per cercare un dono adatto da portare alla sua signora, la bella e virtuosa Dulcinea, una volta ritornato dal suo lungo e avventuroso viaggio da cavaliere errante.
Genere: Generale, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

CAPITOLO ??? - Di come Don Chisciotte e Sancho Panza furono costretti ad accamparsi all'aperto per giorni dopo aver sperperato tutti i loro averi.

Erano oramai giorni che Don Chisciotte, il più delle volte borbottando fra sé e sé, si arrovellava per cercare un dono adatto da portare alla sua signora, la bella e virtuosa Dulcinea, una volta ritornato dal suo lungo e avventuroso viaggio da cavaliere errante.
«Forse una veste in seta damascata, riccamente decorata e degli stessi colori del cielo al tramonto? No, no! Non è certo abbastanza! E che dire delle essenze del lontano Oriente? Non ne avrà la ricca Dulcinea già a sufficienza?» pensava Don Chisciotte ad alta voce, tanto che lo sentì pure il fedele Sancho Panza, che lo seguiva a cavallo del suo misero asinello.
«E se le portasse un gioiello, signore? C'è forse pegno d'amore migliore?» propose quindi lo scudiero.
«Come avete ragione, fido Sancho! Diverrete presto il legittimo governatore di quell'Isola, sapete?» esclamò Don Chisciotte, entusiasta. «Ma per la bella e nobile Dulcinea dovremmo trovare qualcosa di veramente prezioso, o di riccamente lavorato. Magari qualcosa che venga da Oriente!» proseguì, mentre già immaginava come la sua signora sarebbe stata felice di ricevere dono così prezioso.
Don Chisciotte e Sancho Panza viaggiarono allora per giorni e giorni, senza mai prendere riposo, alla ricerca di un mercante di ori e ne trovarono uno al quarto giorno di viaggio ininterrotto, che si riposava poco lontano dalla sua carovana.
Don Chisciotte, sempre a cavallo del suo malconcio Ronzinante -di cui lui si vantava tanto, andando a dire a tutti che fosse persino migliore del leggendario Bucefalo- si avvicinò al mercante, seguito a ruota da Sancho Panza.
«Ditemi, Sancho: vedete anche voi quello che vedo io? Non è forse una lucente perla quella che il mercante tiene tra le mani?» sussurrò Don Chisciotte al suo scudiero.
«Veramente, signore, io vedo una...» il povero Sancho Panza non fece a tempo a finire la frase che Don Chisciotte lo interruppe.
«Sì, ne sono più che certo! Dev'essere una meravigliosa perla, quella che vedo! Probabilmente proviene dalle acque del Pacifico o dell'Oceano Indiano!»
Se solo l'irruento Don Chisciotte avesse dato ascolto al povero Sancho Panza, si sarebbe potuto forse accorgere che l'umile mercante teneva tra le mani una misera biglia di vetro opaco, e non una preziosa perla, come lui si ostinava a credere.
«Una perla tanto luminosa ed esotica dovrà costare una fortuna!» ipotizzò Don Chisciotte, guardando sconsolato la bisaccia che conteneva tutto il denaro che sarebbe servito loro per proseguire il viaggio.
«Potremmo, signore, aspettare che il mercante si ritiri per la notte e tentare di rubare quella... Perla.» propose allora Sancho Panza, non troppo contento di dover spendere il loro denaro per acquistare una rozza biglia di vetro.
«Oh, Sancho! Mi stupisco di voi! Sapete bene che sono un hidalgo, un nobile cavaliere! Non potrei mai macchiarmi di un simile delitto, sono un uomo d'onore, io! Onestissimo!» esclamò indignato Don Chisciotte, mentre ormai era vicinissimo a quell'umile mercante, che ai suoi occhi sembrava indossare un abito di seta dai colori sgargianti e avere gli occhi a mandorla, mentre in realtà proveniva da un paesino poco distante da Toledo.
«Onesto mercante, posso domandarvi quanto costerebbe l'oggetto di tanto valore che tenete in mano?» domandò cortese Don Chisciotte, dall'alto del suo destriero.
Il mercante, confuso, guardò la biglia di vetro e se la rigirò tra le mani.
«Questa?» domandò il mercante, stupito.
«E che altro? Non vedo qui vicino nessun altro oggetto di pari valore! Allora, quanto costa la perla?» rispose Don Chisciotte, mentre già metteva mano all'interno della bisaccia.
Il mercante si mostrò esitante.
«Venticinque monete d'oro!» esclamò Don Chisciotte.
«Venticinque monete d'oro per... Questa?» ripeté il mercante, sbalordito.
Il povero Don Chisciotte scambiò l'esclamazione incredula del mercante per indignazione, e si convinse così di aver offerto troppo poco.
«Siano quarantacinque monete d'oro, allora!» propose Don Chisciotte.
Il mercante aveva ormai capito di avere a che fare con un folle, decise allora di approfittarsi dell'ingenuità del vecchio cavaliere che gli stava di fronte.
«Oh, sono spiacente, nobile cavaliere, ma non è abbastanza denaro per un oggetto... Un oggetto di simile fattura!»
Don Chisciotte, che ormai desiderava quella perla per la sua signora a tutti i costi, vuotò la bisaccia ai piedi del mercante. Tutte le sue monete d'oro tintinnarono a terra.
«Questo è tutto quello che possiedo. È abbastanza?» domandò, speranzoso.
«C-Certamente!» esclamò il mercante, che non aveva mai visto tanto oro in vita sua, gettandosi a terra per raccogliere tutte quelle monete, prima che Don Chisciotte potesse cambiare idea.
Lanciò la misera biglia in mano a Don Chisciotte e scappò via, carico di denaro.
Dal canto suo, Don Chisciotte era estremamente soddisfatto e non attendeva altro che potersi incontrare con Dulcinea, Regina di tutte le Bellezze.
«Trovare un pegno d'amore adatto alla mia virtuosa signora è stato molto più semplice del previsto, non trovate anche voi amico?» domandò Don Chisciotte al povero Sancho, che niente aveva potuto fare per impedire al proprio padrone di compiere una tale sciocchezza.
«Ma così, signore, non potremo più fermarci in qualche osteria per riposare. Non abbiamo più di che mangiare!» esclamò il povero Sancho, che da giorni non desiderava altro che potersi riposare su un comodo pagliericcio.
«Per quanto mi riguarda, amico mio, non ho bisogno di un letto dove dormire o di un fiasco di vino, l'amore di Dulcinea mi è sufficiente. E grazie a questo splendido dono conquisterò di certo il suo cuore!» esclamò trionfante e fiero Don Chisciotte, animato dai sentimenti.
I due si allontanarono così nel tramonto, accompagnati solamente dal borbottio dello stomaco del misero Sancho.
Immaginate voi la sorpresa della giovane Dulcinea, in realtà umile contadina, quando poche settimane più tardi si vide recapitare da Don Chisciotte una piccola e umile biglia di vetro opaco, rozzamente lavorata e addirittura scheggiata in alcuni punti come pegno di eterno amore.


Un po' banale, lo so. Ma, dopotutto, sono stata costretta a scriverla. Spero vi sia piaciuta, almeno un pochino!^^

  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Don Chisciotte della Mancia / Vai alla pagina dell'autore: Unintended