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Autore: Starlet    26/10/2013    5 recensioni
“Erano finiti i tempi in cui faceva la principessa sulla Thousand Sunny.
Ormai poteva ritenersi un’agiata imprenditrice che viveva in uno dei luoghi più belli del mondo: chi l’avrebbe detto che lei, proprio lei, avrebbe avuto la fortuna di passare la vita in un luogo meraviglioso come l’All Blue, oltre che accanto ad un uomo meraviglioso.”

Ma possibile che sia tutto così perfetto? Si sa, le sorprese sono sempre dietro l’angolo...
“Ma cosa diamine...
- Saaaaaaanji!”
Genere: Comico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nami, Sanji | Coppie: Sanji/Nami
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fobie da camera


Nami si stiracchiò leggermente voltandosi verso il comodino posto a lato del letto: la sveglia segnava già le undici e mezza ed era arrivata anche per lei l’ora di andare a dormire.
Sfilò gli occhiali da vista che indossava per leggere e li ripose nella loro custodia, per poi appoggiarli, insieme al libro, accanto alla piccola sveglia.
L’oggetto era già pronto per la giornata successiva: gestire un ristorante richiedeva molto impegno, e la donna aveva preso l’abitudine di svegliarsi presto per poter aiutare il suo uomo nel lavoro.
Erano finiti i tempi in cui faceva la principessa sulla Thousand Sunny.

Ormai poteva ritenersi un’agiata imprenditrice che viveva in uno dei luoghi più belli del mondo: chi l’avrebbe detto che lei, proprio lei, avrebbe avuto la fortuna di passare la vita in un luogo meraviglioso come l’All Blue, oltre che accanto ad un uomo meraviglioso.
Sanji, steso accanto a lei, già dormiva. Il lavoro lo esauriva di tutte le energie: l’improvvisa apertura, dopo che l’eco della scoperta di quel mare si era diffusa, attirava un numero altissimo di clienti e turisti, ma quel piccolo locale era solo agli inizi. Secondo Nami, avrebbero dovuto aspettare di aver guadagnato una cifra considerevole per poter assumere altro personale, e Sanji non si era opposto al suo volere, anche se il lavoro toccava tutto a lui, ai due cuochi che avevano assunto e all’unico cameriere che avevano disponibile.
Perché di donne, Nami non ne voleva sentir parlare.

Lei controllava i conti: le spese, i guadagni, gli stipendi, le bollette, ma solo alla fine della giornata, quando il suo ruolo di assistente in sala fosse stato concluso.
Ripensando alla sua nuova vita, sorrise: incredibile come quel piccolo gesto le venisse così naturale ultimamente. Guardava l’uomo accanto a sé, e sorrideva. Guardava i suoi appunti e i suoi libri, simbolo del suo nuovo impiego e del suo tempo libero, e sorrideva. Guardava la stanza della sua nuova casa, appena rimbiancata e arredata, e sorrideva. Sanji aveva voluto fare tutto da solo: avevano scelto la vernice, e poi si era improvvisato imbianchino, lasciandola di stucco. Certo, non era il lavoro di un professionista, ma la stesura era semplice e pulita.
Certo, tranne una piccola macchia scura che si vedeva accanto all’armadio.
Pazienza: avrebbe detto a Sanji di dare una ritoccata.

Spense l’abat-jour e si sdraiò, beandosi della morbidezza e del calore delle coperte. Era tutto così meraviglioso, così perfetto... ma, un momento.
“Quella macchia ieri non c’era.” Pensò Nami ancora sdraiata.
Si alzò e accese di nuovo l’abat-jour. Ma cosa diamine...

- Saaaaaaanji! - Urlò la donna in preda al panico appena si rese conto di cosa fosse realmente quel segno nero.
Il poveretto si svegliò di soprassalto e le si rivolse mezzo assonnato, con la voce impastata. - Cosa succede, Nami-san? - e un sonoro sbadiglio contornò la semplice frase.
- C’è un mostro! - strillò ancora la donna additando la parete. - Uccidilo, distruggilo, mandalo via... ma fai qualcosa!
L’uomo si girò verso la direzione che gli era stata indicata, ma non notò niente. Provò a stropicciarsi gli occhi per cercare di svegliarsi completamente, ma, ancora, non vide nulla.
- Nami-san, probabilmente l’hai sognato... - cercò di dirle, ma Nami non ne volle sapere e continuò a fissare terrorizzata la parete.
- Si sta spostando! Si sta spostando! - disse ancora in preda al panico, e, solo allora, Sanji lo vide: un enorme, nero, spaventoso, peloso, raccapricciante...
- R-ragno! - disse l’uomo sudando freddo.
- Ti prego, uccidilo! Toglimelo da davanti agli occhi!
- M-ma Nami, è solo un p-piccolo ragnetto. Co-cosa vuoi che ti faccia. - balbettò Sanji con un’espressione poco rassicurante.
- Non me ne importa niente! Distruggilo!
- Nami-san, io...
- Sanji, fai l’uomo e liberami di quella bestiaccia!
Sanji si alzò, anche se controvoglia. Già solo a vederlo da lontano gli venivano i brividi. Inghiottì a vuoto e chiuse gli occhi cercando di calmarsi.

“Sei più forte di quell’animaletto. Non deve farti alcuna paura. Forza, Sanji, respira.” E respirò profondamente per qualche secondo. “Nami-san ti sta guardando, e non è il caso di fare la figura del codardo. Sei milioni di volte più grande di lui. Ora apri gli occhi e affrontalo!”
Ma quando li aprì e se lo rivide davanti, tutti i suoi buoni propositi svanirono nel nulla.
Balzò all’indietro, cercando di allontanarsi dalla parete.
- Si può sapere cosa stai facendo? - chiese allora Nami, incrociando le braccia al petto.
- N-Non... non ce la faccio, Nami-san. - le rispose voltandosi verso di lei.
- Dai! - lo incoraggiò. - Tu hai paura degli insetti! E quello è un aracnide!
“Non è molto diverso...” pensò il pover’uomo sconsolato.
Vedendo che la situazione non prendeva alcuna piega, Nami decise di intervenire.
- Ho un’idea. - gli disse dopo averlo richiamato vicino a lei. - Potresti lanciare una scarpa e spiaccicarlo contro la parete.
- Ma l’ho appena ridipinta!
- Un ritocchino... che sarà mai!
- E non mi va di avere quel... coso attaccato alla suola.
Nami si arrese e ricominciò a pensare.
- Proviamo così. - disse poi. - Io lo colpisco con qualcosa e lo faccio cadere per terra, e tu lo uccidi.
- Come? Con le scarpe, no!
- Con... un libro?
- E saresti disposta a prestarmi uno dei tuoi?
La donna si affrettò a fare cenno di no con la testa. Quella schifezza spiaccicata su una copertina? Mai!
- Ma è l’unica idea buona che abbiamo, per cui cerca qualcosa con cui eliminarlo. Io vado a prendere la scopa.

Quando furono pronti, si prepararono per mettere in atto il piano di Nami: lei, con la scopa tra le mani, si teneva a distanza di sicurezza dalla parete, mentre Sanji, che era riuscito ad attrezzarsi con un vecchio giornale arrotolato su se stesso, aspettava inquieto l’istante in cui avrebbe dovuto agire.
- Pronto? - gli sussurrò Nami, quasi come se non volesse farsi sentire dal ragno.
Sanji annuì, preparandosi ad eseguire il suo compito.
L’ex-navigatrice della ciurma abbassò la scopa in direzione del ragno, ma finì solo per scontrarsi con il muro.
“Accidenti!” pensò infuriata, ma non demorse.
Ritentò di colpire l’animaletto, ma questo si spostò di nuovo, dimostrando una velocità che non si sarebbero mai aspettati.
Quando Nami si fu stancata e quando notarono che i segni sul muro lasciati dai colpi di scopa fossero abbastanza, i due decisero di cambiare tattica.
- Potrei sempre incenerirlo con il Klimattack, - ragionò a voce alta la donna. - ma non vorrei danneggiare anche i mobili.
- Potremmo provare a spaventarlo e mandarlo fuori dalla finestra. - fu l’idea di Sanji, sentendosi orgoglioso di quella pensata così geniale.
- Sì, e come lo spaventiamo? - gli rispose scettica. - Ho tentato di colpirlo finora e non ha fatto una piega. Pensi di cominciare a urlargli addosso e fargli le boccacce?!
- Nami-san, ho un’idea migliore.
Corse ad aprire il cassetto del proprio comodino, estraendone una piccola scatola di cartone. Fiammiferi.
Nami sorrise malignamente solo vedendola.
- Tu apri la finestra e io lo spingo verso di te usando la fiamma del fiammifero. Non credo che vorrà finire bruciato. - spiegò Sanji copiando l’espressione della moglie.

La donna aprì immediatamente la finestra mentre lui accese il fiammifero e si avvicinò al ragno. Non avrebbe voluto arrivare a tanto, dato che conservava quella scatola solo per i casi di emergenza (come accendere le proprie amate sigarette senza accendini nei dintorni altrimenti?), ma per la sicurezza di Nami e per la sua, sarebbe stato disposto a fare qualsiasi cosa.
Si concesse un profondo respiro prima di avvicinarsi pericolosamente al piccolo mostriciattolo, ma, dopo un rapido sguardo fra lui e Nami, compiere quel piccolo gesto che prima gli sembrava impossibile, divenne quasi naturale.
Il povero ragnetto, appena percepì il calore della fiammella, si spostò veloce verso la finestra che venne immediatamente sigillata dalla navigatrice.
- Ce l’abbiamo fatta! - urlò entusiasta saltando al collo del marito per abbracciarlo.
Sanji fece appena in tempo a spegnere il fiammifero.

E mentre il cuoco, felice come una pasqua, si godeva i baci della sua bellissima consorte, un piccolo ragnetto di appena un centimetro (zampe comprese) guardava attraverso il vetro con tutti i suoi occhietti.
“Ma guarda cosa mi è toccato fare per colpa di quei due esagitati! Almeno però sono riuscita a mettere al sicuro le mie 712 uova dietro a quel grosso ammasso di legno...”

Fine?








Ciao a tutti!
Non ho molto da aggiungere... spero che vi sia piaciuta. ^^

Grazie a chi l'ha letta e chi mi farà sapere cosa ne penserà. :)
Alla prossima!
  
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