You found me.

 
Settembre

Ti sei persa o ti ho persa?
Mi sono svegliato una mattina e l’armadio davanti al letto era aperto, gli appendiabiti vuoti delle tue giacche e dei tuoi vestiti, alcuni cassetti chiusi, altri semivuoti.
La nostra foto, sul tuo comodino, per terra, con i vetri sparsi sul pavimento.
È possibile che sia successo tutto in una notte?
Che i cassetti siano stati svuotati, i tuoi vestiti portati via, il mio cuore buttato a terra come la nostra foto?
Casa è vuota, tu non ci sei e non c’è nemmeno un biglietto d’addio.
 
 
Ottobre.

Questo mese è scappato come se avesse il piombo ai piedi, tu non sei ancora tornata e io ti aspetto.
Ti ho perso o ti sei persa?
Alec è venuto a trovarmi, abbiamo mangiato una pizza e ho pianto sulla sua spalla e non ha detto nulla, mi ha solo abbracciato.
Giovedì usciamo insieme, andiamo in discoteca, vuole presentarmi una sua amica.
Tu tornerai per giovedì?
Mancano settantadue ore, amore mio, ce la puoi fare.
 
 
Novembre.

Non sei tornata quel famoso giovedì, alla fine, e io in discoteca ci sono andato.
Era davvero bella, Aline. Niente a che vedere con la tua bellezza, però.
L’ho baciata, per ripicca.
Ho sperato che fossi lì, tra tutte quelle persone, per vedere le mie labbra che si posavano su quelle di una ragazza che non eri tu.
Per vederti almeno un po’ distrutta, come lo sono io.
Ti sei persa o ti ho persa?
 
 
Marzo.

Sono passati tre mesi.
Ti ho persa o ti sei persa?
Non capisco. Non sei nemmeno tornata per svuotare casa dalla tua roba.
Per dirmi un addio definitivo.
Ti sei persa o ti ho persa?
Torna da me, Clarissa.
 
 
Maggio.

Oggi ho sentito le chiavi aprire la porta e le tue scarpe schiacciare il pavimento.
Mi sei arrivata da dietro, mi hai stretto e hai pianto. Non abbiamo parlato, mentre ci baciavamo.
Non hai detto nulla nemmeno quando ti ho chiesto dove fossi sparita per tutto questo tempo.
Mi hai stretto a te, in uno dei tuo abbracci spaccaossa e quasi ci ho soffocato dentro, hai pianto fino ad addormentarti con la testa appoggiata al mio petto e il battito irregolare per le troppe emozioni.
Quando mi sono svegliato eri ancora accovacciata a me, le mani ti tremavano appena e avevi i pugni chiusi intorno al mio maglione.
Hai dormito mezza giornata e quando ti sei svegliata mi hai baciato, mi hai chiesto scusa e, come un fiume in piena, mi hai raccontato gli ultimi otto mesi.
Ti sei persa o ti ho persa?
 
 
Giugno.

È stato facile rincominciare a vivere insieme.
Come se quei sei mesi non fossero mai davvero passati e non ci fossimo mai realmente separati.
Ogni tanto ho ancora paura che mi possa svegliare la mattina e trovare l’armadio vuoto e i cassetti ribaltati, ma mi sbaglio ogni mattina, perché tu sei qui.
Ti ho persa e ti sei persa, ma ti sei ritrovata e ti ho ritrovata.
Solo questo importa, amore mio.
 














Angolo autrice.

Precisamente non so dire in che ora, di noia, abbia scritto questa storia.
Forse scienze umane, si sarebbe l'ora più credibile. O filosofia, nono, scienze umane.
Comunque sto finendo per scrivere solo a scuola.
E questa cosa all'inizio doveva essere una Jisbon, ma poi ho rivisto CityofBones, ho pianto un pò e Sara mi ha convinto a farla diventare una Clace.
Che poi non ci sta nemmeno male così. So che appare un pò incompleta ma mi piace.
Sembra un pò una statua sbeccata di un amore un pò scomposto, come la Nìke.
Avete presente no, di cosa sto parlando?
Ok, lasciamo perdere :')
vado a fottermi il cervello a suon di "Jackie Kennedy."
Addio.

-Rei