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Autore: Cat in a box    27/10/2013    1 recensioni
"Io la guardo, coi miei occhi gialli e le orecchie ritte sulla testa, aspettando. 
Questa volta la farò contenta, perché le ho portato un dono e spero le piaccia. Lo tengo ben stretto nella bocca, ancora sanguinante la mia vittima si dimena." ~ [citazione dal testo]
Genere: Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti i lettori! ^o^ Premetto che questo è il primo racconto breve originale che scrivo in ambito horror e come mi sia venuto in mente di scriverlo, è davvero un mistero! xD Mi sono ritrovata una sera con alcune idee bizzarre che mi ronzavano per la testa e ho pensato di trascriverle subito al computer, prima di perdere la scintilla dell’ispirazione e questo è il risultato...
 
Spero vi piaccia! ^o^ E se avete tempo, lasciatemi un commento di feedback tanto per farmi un’idea su quella schifezza ehm... quello che ho scritto! ^^' 

Buona lettura! ;D 
 
Il dono
 

È buio, ma i miei occhi sono abituati a vedere nell’oscurità.
 
È stata una notte fredda e nebbiosa. Ho incontrato altre anime solitarie che vagabondavano senza meta per i campi desolati della campagna. Le conosco bene quelle misere anime, rimaste prigioniere nei loro corpi invecchiati, ora scarni e carichi di affanni.
 
Io però ho qualcosa di diverso da loro, perché io ho una padrona che si prende cura di me.
 
Con un balzo silenzioso scavalco il cancello e mi avvio ripetendo la stessa strada. La ricordo a memoria, da quante volte sono venuto qui.
 
C’è un grande albero, robusto e con tanti rami, che cresce vicino alla casa della mia padrona. È un albero vecchio e saggio, ma non è di molte parole. Lo saluto con un debole sibilo e lui mi risponde, scotendo leggermente le foglie.
 
Mi arrampico su di lui, senza affondare troppo gli artigli, per evitare di oltrepassare la sua dura corazza di legno. Non voglio che il Guardiano si aizzi contro di me.
 
Sono appena arrivato davanti alla sua finestra e aspetto.
 
Lei sta ancora dormendo, avvolta nel tepore delle sue coperte e ancora stretta ai suoi sogni. Mi sono sempre chiesto cosa sognano gli esseri umani. Sono creature così strane
 
D’un tratto, sento un rumore fastidioso e vedo la mia padrona che si risveglia.
 
Si alza dal letto e con un tocco, fa smettere a quella strana cosa che tiene sul tavolo di fare rumore. La guardo, mentre esce dalla sua stanza e scompare dietro l’angolo della porta. Aspetto.
So che lei ritornerà e che prima o poi si accorgerà di me, che la sto guardando dalla finestra, e aspetto che mi lasci entrare.
 
Come mi aspettavo, ritorna dopo qualche attimo e inizia a vestirsi.
Io la guardo, coi miei occhi gialli e le orecchie ritte sulla testa, aspettando.
Questa volta la farò contenta, perché le ho portato un dono e spero le piaccia. Lo tengo ben stretto nella bocca, ancora sanguinante la mia vittima si dimena.
Sento il sapore del suo sangue caldo e l’odore ferroso che la permea, ma mi trattengo anche se ho tanta fame. È per la mia padrona.
 
La vedo sedersi al bordo del letto e infilarsi un paio di calzini.
Finalmente si gira verso la finestra e mi vede.
Si avvicina, abbassa la maniglia e mi lascia entrare.
 
Lei si china verso di me e mi passa una lunga carezza su tutta la schiena, poi sussurra dolcemente – Che cosa mi hai portato? – e tende una mano verso il mio muso – Fammi vedere… - ripete.
 
Apro le fauci e lascio che la testa rotoli via, per poi finire sulla sua mano. Mi lecco le labbra, gustandomi il suo buon sapore.
 
- Un regalino? Non so come ringraziarti… - dice lei, mentre si rigira la testa del topo sulla mano. – Sai, anch’io ho una sorpresa per te… l’ho cacciata stanotte, ti piacerà… -
 
Si rialza in piedi e si allontana dalla sua camera. La seguo e più mi avvicino a lei, più sento un forte odore di carne fresca. Sento lo stomaco contrarsi dalla fame.  
 
- Adesso ti preparo qualcosa di buono…- dice lei, prendendo una ciotola di ceramica e riempiendola con qualcosa, su un ripiano troppo alto perché io possa vedere.  
 
Me la appoggia davanti e avvicino il muso per annusarne l’odore. Ho troppa fame e incomincio a mangiare. Inizio a strappare e a masticare avidamente la carne. È un sapore strano, che non ho mai assaggiato prima… mi piace.
 
Mando giù ogni boccone con ingordigia, quasi non curandomi di respirare tra un boccone e l’altro. Ho troppa fame, anche se vorrei fermarmi per capire di che animale si tratta. 
 
Sento una nuova carezza passarmi fra le orecchie e la voce della mia padrona che mi sussurra ancora – Ti piace? Ti piace la carne di umano? - .

Alzo lo sguardo e vedo i suoi bellissimi occhi, gialli come i miei, e due lunghi canini che scintillano sulla sua bocca.
 

 
Avevo portato un dono alla mia padrona

e lei ne aveva portato uno a me. 
   
 
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