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Autore: colfersdietcoke    27/10/2013    3 recensioni
[Atlantis]
[Atlantis]"Pitagora teneva molto ai suoi studi, ci teneva davvero. Perfino Ercole sapeva che, quando il filosofo aveva un’illuminazione, allora era meglio stargli alla larga se non volevi essere trasformato in un angolo ottuso.
La sua mente era fatta per la logica, razionale e schematica.
Nulla l’avrebbe mai distratta dalla formulazione di una teoria o dai suoi triangoli e questa era una delle cose della sua vita di cui poteva dirsi assolutamente certo. Almeno fino a quando un ammasso di capelli ricci e occhi verdi non gli era letteralmente piombato addosso senza preavviso."
{Jason/Pythagoras, BBC Atlantis}
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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These are the hands of fate
You’re my Achilles’ heel
This is the golden age
of something good,
and right, and real.
 
Pitagora teneva molto ai suoi studi, ci teneva davvero. Perfino Ercole sapeva che, quando il filosofo aveva un’illuminazione, allora era meglio stargli alla larga se non volevi essere trasformato in un angolo ottuso.
La sua mente era fatta per la logica, razionale e schematica.

Nulla l’avrebbe mai distratta dalla formulazione di una teoria o dai suoi triangoli e questa era una delle cose della sua vita di cui poteva dirsi assolutamente certo. Almeno fino a quando un ammasso di capelli ricci e occhi verdi non gli era letteralmente piombato addosso senza preavviso.

Non era un segreto che Pitagora, come altri ragazzi del suo tempo, avesse una predilezione della figura maschile rispetto a quella femminile, che comunque non disprezzava, e non era un segreto che Jason fosse un uomo davvero attraente – e naturalmente, qualcosa in lui era scattato quando l’aveva visto, soprattutto considerando le circostanze del loro primo incontro.

Il filosofo non aveva mai pensato ad altro che all’attrazione fisica, perché l’agàpe1 che cantavano gli aedi gli era sempre parso qualcosa di irrazionale e pericoloso, incontrollabile rispetto al più gestibile eros. Tuttavia, in un punto indefinito tra la fuga dal Minotauro e la lotta contro le Baccanti, qualcosa era cambiato.

Il terrore che Pitagora aveva provato quando Jason si era lanciato, senza timore, nella fossa dei fauni era ancora superiore a quello che gli aveva fatto tremare le ginocchia quando si era accorto di avere un coltello contro la gola.

Attribuendo quell’emozione all’affetto fraterno che legava anche lui ed Ercole, il matematico aveva ancora una volta lasciato correre.

Ma adesso, quando il carbone scivolava lentamente sul foglio a delineare il volto dell’altro invece delle solite linee
geometriche, Pitagora cominciava a capire la gravità della cosa.

Agli adelfoì2 non si fanno ritratti, Pitagora, lo stuzzicò una voce maligna nella sua testa. Tanto vale che gli dedichi una poesia di Saffo.

“Pitagora? Sei ancora sveglio?”

La voce di Jason, rauca per la stanchezza, lo riscosse dai suoi pensieri; accartocciò in fretta e furia il papiro, buttandolo lontano in un angolo della stanza proprio nel momento in cui la figura dell’altro compariva sulla soglia.

“Sì, aspettavo Ercole”.

Non potevi inventare bugia peggiore.

“Ercole? – si accigliò Jason, confuso. – Non aveva detto che non sarebbe tornato fino a domattina? Aveva parlato di una … donna bellissima, o qualcosa del genere”.

Ecco, appunto.

“Credo di essermene dimenticato. Ho avuto un po’ di pensieri per la testa, ultimamente – ammise.

“Ho notato”.

Jason si sedette accanto a lui e Pitagora non protestò, beandosi del calore e della familiarità che l’altro emanava.

“Stai lavorando su una teoria? – chiese curioso il più grande, sporgendosi sulla sua spalla per osservare gli scarabocchi dell’amico.

“Più o meno. C’è un’equazione che non torna, ma sono troppo stanco per pensarci ora – appena lo disse ad alta voce, si rese conto di quanto fosse vero.

Jason gli posò una mano sulla spalla, avvicinandosi ancora di più e strappandogli un sospiro a denti stretti.

“Io dicevo davvero il giorno in cui affrontai il Minotauro. Le tue teorie saranno studiate nelle scuole per millenni”.

Pitagora sorrise. – Perché ne sei così certo?”

“Perché tu non lo sei?”

Il filosofo alzò gli occhi per fissare quelli dell’altro, a poca distanza dai suoi. Quand’è che si erano fatti così vicini? Non se lo ricordava.

Il cuore gli batteva così forte nel petto che temeva che Jason potesse sentirlo, ed era sicuro che da qualche parte sull’Olimpo Afrodite ed Eros stavano festeggiando la propria vittoria.

Aveva forse peccato di ubris3? Li aveva sfidati, ed ora loro lo stavano punendo? Perché proprio lì, in quel momento? Perché proprio Jason?

Probabilmente nemmeno l’Oracolo sarebbe stato capace di rispondere a quelle domande.

Ma non importava, perché lo stesso Pitagora le dimenticò completamente quando le labbra di Jason si scontrarono con le sue.

 
GREEK DICTIONARY

1:
 amore;
2: fratelli;
3: tracotanza, superbia; al tempo dei Greci Antichi era il peccato più grave che si potesse compiere nei confronti degli dei.

 
 
SALVE!

Toh, sono entrata in un altro fandom. Chi mai l'avrebbe immaginato... no, sul serio, la cosa sta cominciando a sfuggirmi di mano.

In ogni caso, don't fret. Questo scempio scritto alle due di notte serve soltanto ad accellerare l'apertura della sezione "Serie TV > BBC Atlantis" dal momento che servono almeno due fanfiction per farlo {la prima è quella di Vals Fanwriter, leggetela perché è carinissima}.

Quando la sezione sarà aperta, aspettatevi di peggio.

Perché no, non è finita qui. Questa OS è, infatti, la prima di una serie di fanfiction basate sulle canzoni di questo fanmix fatto apposta per i Jagoras.
La maggior parte di queste saranno fluff, o al massimo hurt/confort, alcune si svilupperanno in altri generi completamente differenti.

Per me sarà un paradiso in terra, visto che amo questa coppia e la mitologia greca e l'Antica Grecia in generale e oh gods I'm getting emotional 

Ora non ci resta che pregare il Santo Panino affinché la sezione venga aperta.

Fino a quel momento, peace out

- Bens




 
   
 
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