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Autore: Hero98    27/10/2013    0 recensioni
America piangeva in silenzio, in piedi in mezzo a una stanza del palazzo delle riunioni mondiali con gli occhiali in una mano.
Pensava che nessuno l’avrebbe trovato, chiuso il quella stanza, eppure Russia si ritrovò ad attraversare quel corridoio e, attratto dal lieve rumore dei singhiozzi soffocati di America, entrò nella stanza richiudendosi la porta alle spalle.
Genere: Fluff, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: America/Alfred F. Jones, Russia/Ivan Braginski
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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America piangeva in silenzio, in piedi in mezzo a una stanza del palazzo delle riunioni mondiali con gli occhiali in una mano. Appena era terminata la riunione aveva sentito come un nodo alla gola e un dolore terribile al petto, come se gli stessero stringendo con forza il cuore. Di certo non sarebbe mai scoppiato a piangere davanti a tutti, si era diretto con passo svelto verso un corridoio poco frequentato ed era entrato in una stanza a caso, senza preoccuparsi più di tanto di trovarci qualcuno dentro. Sapeva che tutte le Nazioni adesso sarebbero andate via, finalmente avevano a disposizione un po’ di tempo per rilassarsi.
Lui invece stava lì, con le lacrime che non smettevano di rigargli le guance arrossate, a tirare ripetutamente su con il naso trattenendo i singhiozzi.
Pensava che nessuno l’avrebbe trovato, chiuso il quella stanza, eppure Russia si ritrovò ad attraversare quel corridoio e, attratto dal lieve rumore dei singhiozzi soffocati di America, entrò nella stanza richiudendosi la porta alle spalle.
L’americano si irrigidì, smettendo immediatamente di emettere il più piccolo rumore e trattenendo il respiro. Era di spalle quindi poteva ancora salvarsi.
Russia osservava confuso la schiena dell’altro, non riusciva a capire cosa facesse da solo in piedi in mezzo ad una stanza.
“America, che succede?” chiese rimanendo fermo anche lui, ma davanti la porta.
L’americano si strofinò il naso con il dorso di una mano, mentre con il palmo dell’altra cercò di asciugarsi le lacrime che continuavano a scendere lentamente lungo le guance, poi sul collo e fermandosi infine sul collo della camicia che le assorbiva, bagnandosi. Tossì nel tentativo di non far sembrar tremante la propria voce poi finalmente rispose sforzando un sorriso che l’altro non poteva vedere.
“Ehi Russia, sei preoccupato per caso? Ti pare che uno come me possa avere problemi?” e iniziò a ridere per sembrare divertito quando in quella risata era presente solo amarezza.
Il russo però non rise. Raggiunse con un paio di passi decisi l’americano e lo costrinse a girarsi tenendolo per un braccio.
America non riuscì a sottrarsi in tempo da quella stretta, era stata così improvvisa da fargli spalancare gli occhi arrossati e bagnati per la sorpresa. Si ritrovò gli occhi ametista dell’altro puntati nei propri, era uno sguardo intenso che sembrava volergli leggere dentro. Non lo stava deridendo, non provava pena per lui. Tutta la paura che aveva di mostrarsi debole e patetico agli altri svanì sotto quello sguardo.
Arricciò le labbra e tirò su con il naso mentre gli occhi socchiudendosi si riempirono ancor di più di lacrime che ricominciarono copiose a scivolare via dalle ciglia.
“Russia…!” esclamò con la voce rotta dal pianto e affondò il viso nella spalla del ragazzo singhiozzando.
Il russo rimase interdetto in un primo momento, sentiva le lacrime dell’altro inzuppargli il cappotto. Gli circondò la vita con le braccia guidandolo con le mani dietro la sua schiena fino al piccolo divano dietro di loro e lo fece sedere mettendosi vicino a lui. America non aveva alcuna intenzione di allontanare il viso dalla sua spalla e si teneva a lui stringendo la stoffa del cappotto sul suo petto.
Russia sospirò lasciandolo sfogarsi finché non si calmò e si addormentò sfinito. Lo osservava dormire così beatamente e un sorriso si dipinse sul suo volto candido.
“Che fai, America, abbassi la guardia…?” disse piano, divertito, e gli asciugò una guancia con l’indice per poi sollevarlo dal divano e posarlo sul letto in fondo alla stanza. Gli levò le scarpe, la giacca e la cravatta, poi si spogliò anche lui e si stese vicino a lui coprendo entrambi con la coperta.
America dormiva finalmente sereno e Russia lo osservava in silenzio girato verso di lui.
Stese il braccio verso di lui e gli accarezzò i capelli.
Quando si sarebbe svegliato avrebbe sorriso di nuovo e tutto sarebbe tornato come sempre, il russo ne era sicuro. Sorrise.
   
 
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