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Autore: vampirella    27/10/2013    2 recensioni
Regina è torturata dalle parole di Tinkerbell sul suo vero amore...può la regina cattiva meritarsi un lieto fine? [Evil Hood] [Spoiler 3x04]
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Regina Mills, Robin Hood, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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May It Be

A second chance.

 

Prologo. Dopo aver salvato Henry da Peter Pan ed essere scappati nella Foresta Incantata, Emma, Neal, Mary Margaret, David, Tinkie, Hook, Regina, Mulan e Robin tornano a Storybrooke. La città è in pericolo:essa è infatti assediata dagli orchi, liberati dalla stessa magia che ha permesso loro di viaggiare tra i mondi. Le poche difese che Belle è riuscita ad erigere per salvare gli abitanti di Storybrooke stanno cedendo ed Emma comincia a organizzare la controffensiva per i nuovi e terribili nemici. Nel frattempo Regina è rinchiusa nella sua casa, un po’ per via dell’odio che i suoi concittadini provano ancora per lei, ma soprattutto per interrogare i suoi libri magici: l’arma finale di cui hanno bisogno per sconfiggere i mostri è troppo potente perché lei possa evocarla da sola. Deve rintracciare Tremotino, disperso fra i mondi, e riuscire a riportarlo in città.

 

Attenzione: questa fiction contiene spoiler della puntata 3x04, per il resto è una What If.

 

***

 

Il sole stava tramontando e gli occhi di Regina si stavano chiudendo pian piano, troppo stanca per leggere un’altra riga del suo libro di incantesimi. Il braccio scivolo pigramente sul tavolo e la testa lo seguì, con l’intenzione di godersi un po’ di meritato riposo.

Un sordo bussare alla porta di ingresso la risvegliò improvvisamente. Nonostante si fosse ritirata in soffitta per eseguire i suoi riti magici il suono arrivava fino a lì, interrompendo i sogni in cui stava lentamente scivolando.

Scese velocemente le scale e spalancò il portone d’ingresso: davanti a lei stavano Henry ed Emma. Dietro di loro la strada brulicava di vita: Regina poté scorgere Archie portare a braccio una serie di travi di legno mentre da lontano sentiva arrivare l’eco della voce di David impartire ordini.

- Ciao mamma, come va? – Henry appariva tranquillo nonostante il tramestio di sottofondo. Regina gli sorrise.

- Bene, ma…cosa ci fate voi qui? –

- Forse è meglio che entri, Henry. – disse laconica Emma. Il ragazzino sparì dentro casa senza fare obiezioni. – Henry deve stare da te, stasera. –

- Emma, ne abbiamo già parlato. – la interruppe Regina, con dipinto sul viso uno sguardo severo. – Non può stare qui fintanto che pratico magia oscura. E’ troppo pericoloso. –

- Lo so, ma… - Emma cercò le parole. Un groppo gli stava salendo in gola. Regina percepì l’angoscia della donna. – Tenteremo una sortita, stanotte. –

Regina la guardò, confusa. – C-come? –

- Gli orchi…tengono prigionieri alcuni abitanti della Foresta Incantata. Qui, per minacciarci. Stasera tenteremo di liberarli, entrando nel loro accampamento. -

- E tu parteciperai a questa operazione? –

- Devo. Sono il loro condottiero. –

- Ma, Henry… -

- Senti, - Emma appoggiò le mani sulle spalle di Regina. – Se succederà qualcosa, qualsiasi cosa, so che tu ti prenderai cura di lui. Credo che, in questo momento, questo sia il luogo più sicuro in cui può stare mio figlio. Perché è con te. –

Gli occhi di Regina si riempirono di lacrime. – Grazie. – sussurrò.

Emma le fece un cenno con la testa. Prima di andare le chiese di Tremotino.

- Sono in alto mare, ma non perdo la speranza. Ci sono ancora molti mondi da visitare. -

- Lo riferirò a Neal e a Belle. –

- Buona fortuna. –

- Anche a te. –

Emma risalì il vialetto. Stava per scomparire alla vista di Regina quando si bloccò improvvisamente e tornò sui suoi passi.

- C’è un’altra cosa che ti devo dire. Robin…anche lui sarà dei nostri stasera. -

Regina si raggelò, guardando Emma con un misto di panico e rassegnazione.

- Vuoi che gli dica qualcosa? -

- Io…no. Buona fortuna a tutti. –

 

***

 

Quella notte il cielo si tinse di rosso. Henry e Regina si accoccolarono vicino alla finestra che dava verso la foresta, al secondo piano, sperando in qualche modo di captare qualche informazione su come si sviluppava la battaglia che si consumava poco distante da loro.

Si sentirono grida, si videro scintille, ma i due spettatori non poterono dire come le cose effettivamente si stavano svolgendo. Aguzzarono l’orecchio con la morte nel cuore e aspettarono.

A un tratto il cellulare di Regina squillò: il dottor Whale le chiese di raggiungerlo all’ospedale. Lo scontro si era concluso e i prigionieri erano stati liberati, ma molti dei combattenti versavano in cattive condizioni e avevano urgentemente bisogno di magiche cure mediche.

Regina ed Henry si catapultarono all’ospedale. Appena arrivati trovarono Bianca con un braccio ingessato e David era assieme a lei. Henry corse verso di loro per avere notizie dei suoi genitori. Regina si diresse verso l’accettazione per chiedere dove si trovasse il dottor Whale.

- Di qui, presto! – Tinkie la chiamò dall’altra parte del corridoio. C’era grande parapiglia nei corridoi: gente che correva, altri che sostenevano i feriti, le infermiere e i paramedici che si precipitavano da una sala all’altra. Su molti visi tanto dolore e angoscia…

- Dov’è il dottor Whale? – chiese Regina a Tinkerbell, facendo fatica a inseguirla fra la folla di gente che intasava la terapia intensiva.

- In sala operatoria. Ruby…è ferita. – si limitò a commentare la fata. La portò al pronto soccorso, dove Neal aveva metà petto ustionato. Qualcuno gli aveva scagliato una tremenda fattura. Emma era vicino a lui.

- Cosa ci fai qui? Dov’è Henry? – la attaccò Emma, mentre Neal lottava con il dolore che s’impossessava di lui.

- E’ con i tuoi genitori. Lasciami lavorare, ora. – Regina pose le mani sul petto dell’uomo e cominciò a sussurrare alcune parole. Le ci volle mezz’ora per guarirlo e alla fine era sfinita. Emma l’abbracciò per esprimere tutta la sua gratitudine.

- Sì, beh, che non diventi un’abitudine. – rispose lei, cercando di apparire più dura di quello che era. – Ho bisogno di riposarmi qualche minuto. – disse a Tinkerbell, ancora nei pressi e intenta a curare Eolo.

- La sala delle infermiere è vuota, ora. Torna appena possibile, d’accordo? Abbiamo ancora bisogno di te. –

Regina annuì e se ne andò dal pronto soccorso. Nell’ala ovest vide poco lontano da lei il dottor Whale intento a operare. Era stanco e pallido. Poi, vagando con lo sguardo, cominciò a osservare tutte le stanze dei degenti.

In una c’era Robin, addormentato o forse svenuto. Regina aprì lentamente la porta per non disturbarlo: non sembrava aver riportato grosse ferite, eppure era lì, steso in un letto d’ospedale…

- Quale onore, Vostra Maestà. – si limitò a dire l’uomo, senza aprire gli occhi.

Regina sobbalzò. – Allora siete sveglio. -

- Mi è un po’ impossibile dormire in queste condizioni. – l’uomo cominciò a tirarsi seduto con difficoltà, stavolta senza perderla di vista. Regina gli si avvicinò. – No, non ce n’è bisogno. – la bloccò lui. – La ferita mi fa male, è vero, ma non sono ancora invalido. –

- Quale ferita? –

- Non è niente, davvero. –

- Fatemela vedere. –

L’uomo si bloccò, incerto. Poi alzò lentamente la t-shirt che la nascondeva alla loro vista.

Regina si mise la mano sulla bocca: un fendente di spada gli aveva portato via molta carne nella zona del costato. Era stato ricucito ma non senza lasciar sporgere alcune costole. La donna stese la mano per porre rimedio al suo dolore ma Robin la fermò prendendole il polso,– No. –

- Ma voi state male. -

- Ogni magia ha un prezzo, pure quella che volete destinare a me. Lasciate che la natura faccia il suo corso e dedicatevi a chi è in condizioni più critiche delle mie. –

- Come volete. – si arrese la donna, pensando così di mettere fine al loro dialogo e di essere cacciata va, ma Robin non le lasciò la mano. La stava osservando profondamente, la fronte corrugata per il dolore, o forse come per scorgere qualcosa, in lei, che non riusciva ancora ad afferrare a pieno.

- E’ strano,  - cominciò lui, dopo un lungo silenzio. – ho passato ben poco tempo con voi ma è come se vi conoscessi da sempre. –

- Concordo, questo è molto bizzarro. – cercò di sorridere, inutilmente, Regina.

- Sedetevi vicino a me, vi prego. Solo un momento. –

La donna si appoggiò al letto dell’uomo mentre egli cercava disperatamente di trovare le parole per comunicarle quello che pensava in quel momento.

- So che è assai strano dirvelo così, in questo momento, ma… -

- Cosa? –

- Da quando vi incontrai, nella Foresta Incantata…io… vi ho sognata, tutte le notti. Ditemi, voi che conoscete le arti magiche: sono forse stato stregato? –

La donna si sentì mancare: ricordava così bene le parole di Tinkerbell…

 

‘Non capite quanto voi siate egoista?’

‘Beh, questo mio gesto è  molte cose…ma come può essere egoista?’

‘Perché non avete rovinato solo la vostra vita, ma anche la sua.’

‘…come…’

‘Negandogli il suo vero amore…’

 

- E’ possibile, – rispose lei, con un soffio, cercando di non apparire troppo preoccupata per ciò che aveva appena detto. – Ma lo escluderei. -

- Già. Insomma, quale potrebbe esserne l’intento? A meno che siate stata voi stessa a lanciarmi un tale tipo di maledizione… - Robin rise alla sua battuta e Regina cercò di imitarlo, ma non ci riuscì molto bene. Probabilmente, se non ci fosse stata una guerra alle porte, ci avrebbe provato.

- C’è qualcosa che non va, Vostra Maestà? –

- Nulla. Ora devo andare. –

- Spero di vedervi presto, allora. –

Gli occhi di Regina brillarono.  – Davvero? –

- Quando volete. Non credo riuscirò molto presto ad abbandonare questo letto. -

Lei gli sorrise dolcemente, incapace di dire qualsiasi cosa. In quel momento, guardandolo salutarla con sincero affetto, avrebbe voluto tornare verso il suo letto e stendersi vicino a lui e sussurrargli di essere talmente innamorata che tutti i filtri del mondo non le sarebbero bastati per fargli capire quanto le facesse male il cuore nel desiderarlo senza poterlo avere, perché non era giusto per lui stare con una donna così cattiva, perché lui era un eroe e lei era una di quelle che uomini come Robin passava la vita a sconfiggere.

E poi non era il momento. Per prima cosa avevano bisogno di lei, unica potente strega rimasta a Storybrooke a saper modellare a suo piacimento la magia, e poi c’era una guerra da vincere. Per redimersi agli occhi dei suoi concittadini, o forse per redimersi a sé stessa.

 

***

 

Il timer del forno trillò: le lasagne erano pronte. Regina amava cucinare, lo trovava rilassante e alla fine di una giornata come quella aveva veramente bisogno di staccare da tutto. Aveva provato l’ennesimo incantesimo contenuto nel libro di magia e finalmente era riuscita a parlare con Tremotino. Il portale era ancora troppo debole per permettergli di attraversarlo, così l’Oscuro aveva passato il pomeriggio a consigliare la sua vecchia allieva a trovare un modo per distruggere gli orchi una volta per tutte. Le aveva riferito di incantesimi antichissimi, vecchi amuleti misteriosi e cabale proibite, mentre la donna impiegava molte delle sue forze per mantenere il contatto con la dimensione in cui era stato catapultato l’uomo. Quando si lasciarono la donna era andata a casa di Mary Margaret per riferire loro tutto ciò che aveva saputo. Neal era sollevato nel sapere che suo padre era ancora vivo e un po’ di speranza era tornata a tutti dopo le buone notizie recate da Regina. Mentre Neal dirigeva da Belle per raccontarle quello che aveva saputo ed Emma e David se ne andavano alla stazione di polizia per convocare gli abitanti della città e organizzare una nuova difesa in base alle informazioni appena ricevute, Bianca invitò Regina a restare con lei ed Henry a mangiare con loro. Regina declinò: era veramente stanca e aveva voglia di prendersi una pausa dai suoi doveri da strega.

Regina aprì una bottiglia di vino rosso e lo versò in un calice. Stava per portarlo alla bocca quando sentì bussare alla porta. Pensò fosse Henry: forse aveva dimenticato qualcosa a casa di sua nonna, forse era venuto a portarle un dolce o a farle compagnia.

- Ma chi… - Regina si trovò davanti a lei Robin, piuttosto sollevato.

- Vedo che siete rimasta una regina anche in questo mondo. La vostra casa appare un castello. Non ero sicuro di aver suonato alla porta giusta… -

- Cosa ci fate qui? –

- David ci ha appena parlato. Ha detto che siete riuscita a comunicare con l’Oscuro e che esso vi ha fornito molte informazioni utili per la nostra causa. – Robin si avvicinò di un passò e la guardò preoccupato. – Mi ha anche detto che la magia che avete compiuto era molto potente. Volevo sapere come stavate. –

- Io…. – Regina era confusa. Non si sarebbe mai aspettata che Robin venisse a chiederle della sua salute. – Sto bene, grazie. In realtà stavo andando a mangiare. –

- Perdonatemi. Non volevo disturbarvi, me ne vado subito. –

- No! Non intendevo questo. – Lo fermò la donna. – Volete unirvi a me? Ho preparato le lasagne. -

- A dire la verità non so cosa siano, ma accetto, Vostra Maestà. –

Un grosso sorriso comparve sul viso di Regina. – Chiamami Regina. –

 

***

 

- Queste lasagne sono molto buone… -

- Sono contenta che ti piacciano. –

-… e non lo dico solo perché Little John non sa far altro che zuppe… -

I due risero.

- No, sul serio. Sei un’ottima cuoca. – Robin si alzò e prese a sparecchiare.

- Non c’è né bisogno, davvero. – cercò di fermarlo la donna, ma lui le fece segno di lasciar perdere.

- Insisto: dovresti riposare, e invece hai un ospite per cena! E’ il minimo che possa fare. –

- Ti ringrazio. –

- Dovrei essere io grato. Con tutto quello che stai facendo diventerai ben presto un’eroina. Dovranno scrivere altre storie sulle tue gesta. –

Regina, che lo aveva seguito in cucina, si limitò a dire rassegnata – Non credo proprio. Ho fatto tante cose spiacevoli nella mia vita e questo potrà eliminare solo un po’ del rancore che mi circonda, non rendermi un’eroina. –

- Tutti hanno diritto a una seconda possibilità. Anche io l’ho avuta. – continuò Robin, osservando il lavello. – Come funziona? -

- Ecco. – Regina si avvicinò a lui e aprì il rubinetto. L’acqua cominciò a scorrere. – Questo mondo è un po’ diverso da quello da cui proveniamo. –

- Ma…è magia? –

- No. – sorrise la donna. Alzò il viso verso il suo. Regina era appoggiata fra il lavello e Robin. Egli la sovrastava di una decina di centimetri e appariva intento a guardare qualcosa di magnifico.

Stava guardando lei.

Regina cominciò a sentirsi a disagio. Tornò velocemente verso la sala da pranzo per prendere gli ultimi piatti. In cucina sentiva rumori di stoviglia e questo le diede il giusto tempo per ridurre i battiti del cuore, velocissimi.

Ben presto finirono di sistemare. Robin si congedò dalla donna e si diresse verso l’uscita. Regina lo accompagnò fino all’uscio.

- Grazie di essere rimasto qui con me, stasera. -

- E’ stato un piacere. – si limitò a dire lui. – Se hai bisogno di qualsiasi cosa… -

- …posso contare su di te. Sì, lo so. – Robin la guardò un po’ stupito. In realtà lo era anche lei: non sapeva bene da dove fosse venuta fuori quell’affermazione, eppure scoprì di crederci veramente e non per quello che le aveva detto Tinkerbell. – Robin, - continuò la donna, resa temeraria da quell’idea. – Hai detto che hai avuto una seconda possibilità. Qual è stata? –

L’arciere alzò lo sguardo verso il cielo stellato, pensieroso. –  Ero un fuorilegge e quando le guardie di Re Riccardo mi catturarono ero sicuro sarei stato condannato a morte, invece…il re mi concesse la grazia. Non perdere mai la speranza, Regina. Nonostante tutte le avversità, nonostante tutti i pericoli… tu puoi fare la differenza. Prendendo in mano il tuo destino, con coraggio. – Robin gli prese la mano. – Ti aiuterò io, se me lo lascerai fare, ma devi fidarti di me. O se preferisci qualcun altro… ricordati che ci sono persone che ti amano. Ma sono certo che potrai essere ciò che vorrai, un giorno, perché sei una donna fantastica e determinata. Solo, non devi dimenticare che stai seguendo un percorso arduo, esattamente come tutti noi. –

Robin le lasciò la mano e si chiuse la giacca a vento. Senza dire una parola lasciò Regina davanti l’uscio e s’incamminò nella notte.

- Aspetta! – un grido strozzato uscì dalla gola della donna. Lo rincorse per la strada e vide il suo sguardo interrogativo.

- Ci sono persone che mi amano? – chiese, la voce tremante, il respiro mozzato.

- Henry ti adora e anche Emma ti è affezionata, e Bianca, credo… -

- E tu, invece, cosa provi per me? –

Robin si avvicinò alla donna sconvolta di qualche passo. Egli era calmo ma nei suoi occhi passò una scintilla. Era lo stesso sguardo che le aveva lanciato in cucina, poco prima.

- Io ti amo, ma tu fuggi da me. Lo vedo nei tuoi gesti, lo vedo che sei sconvolta da questo sentimento. E’ come se non volessi più essere felice. -

- Ti sbagli, io voglio essere felice. –

- Allora perché non ti avvicini a me? La notte è fredda e non hai niente per ripararti. –

Regina lo fissò, gli occhi pieni di panico. – Ho paura. –

- Di me? -

­- Di fare di nuovo la cosa sbagliata, di farti soffrire. Non me lo potrei mai permettere. –

- E allora non farlo. -

- Non è possibile, perché io sono…la regina cattiva. –

Lui scosse la testa. – No. Non lo sei. Sei Regina Mills e questo è tutto ciò che conta per me. –

Negli occhi di Regina comparvero le prime lacrime. Robin colmò la distanza che vi era ancora fra loro e le asciugò con la punta del pollice.

- Mi permetterai di amarti? - le chiese lui con un sussurro, appoggiando le labbra alle sue.

- Sempre. – rispose lei, attratta con forza verso l’uomo per il primo bacio di vero amore.

 

Note: il dialogo in corsivo è una rivisitazione di quello avuto da Regina e Tinkerbell nella 3x04. Per il resto ADORO questa coppia e non vedo l’ora che la loro relazione nasca anche nel telefilm. Fatemi sapere se vi è piaciuta o meno, o se il primo bacio lo avreste raccontato così. A presto!

 

   
 
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