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Autore: Artifact    28/10/2013    0 recensioni
Se non riesci a usare le parole per dire qualcosa a una persona che modo usi?
La prospettiva è cambiata, non è più dalla parte di lei ma di lui.
Cos'ha pensato quella notte, che cosa ha fatto quella notte in cui ha lanciato la sua prima richiesta di aiuto.
Questa one-shot è la stessa di "E' un arrivederci" solo dalla parte di Peter, si può leggere senza dover leggere anche la prima.
PS: ho ampliato la lettera
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non riesco a dormire, ho troppi pensieri nella mente e mi sembra di soffocare.
Tu dormi di fianco a me, profondamente, e il tuo respiro regolare è l'unico rumore in questa stanza. E' un suono così soave.

Ehi, Dafne, cosa stai sognando?

Ti accarezzo il viso, ti accarezzo la fronte, le sopracciglia che in questo momento sono corrucciate, il tuo bel nasino fino ad arrivare alle tue labbra. Te le sfioro, dolcemente, e tu sorridi involontariamente nel sonno.
Mi accosto a te e ti bacio, un bacio leggero anche se vorrei metterci tutta la paura e la rabbia.

Tu ti svegli e mi sorridi.
Dio quanto sei bella, tu non te ne accorgi ma saresti il quadro più bello in una mostra, il più pregiato e delicato.
I tuoi capelli sono sparpagliati sul cuscino eccetto qualche ciocca ribelle che ricade sulla tua fronte, il tuo sorriso è appena accennato ma non per questo è meno bello. I tuoi occhi, dio i tuoi fantastici occhi, dolci e pieni di calore, e sì nel tutto fa anche la sua parte il tuo nasino che va un po' all'insù e ho una voglia matta di mordicchiartelo.

"Ti amo."

"Anche io." Risposi.

Sorrido alla tua risposta e dolcemente ti tolgo quelle ciocche un po' ribelli che ti scivolarono sugli occhi.
"E dopo tutto è detto e fatto, sarò al tuo fianco. Sarò il tuo amore e leale amico, fino alla fine accanto a te."

Sorridi tu questa volta, e mi abbracci addormentandoti in pochi minuti.
Quanto vorrei che capissi che nelle mie parole c'è qualcosa di più profondo, quanto vorrei che te ne accorgessi e che mi sussurri soavemente che andrà tutto bene, ma non puoi perchè non sai ed è meglio così.
Infondo, più tardi lo scoprirai meglio sarà e io sarò sempre qui ad ammirarti, a imparare a memoria il tuo viso in modo da riuscire a vedere tutti i dettagli anche ad occhi chiusi. Sarò sempre qui a tenerti la mano, fino alla fine.
Alla mia fine.
Ma non ti abbandonerò, fin quando sarò nei tuoi ricordi io vivrò sempre con te.

Mi volti le spalle e io non so più che fare.
Mi alzo, piano, per non svegliarti e vado alla porta. Ormai so che il sonno per stanotte non verrà, tanto vale che mi faccia un caffè.

In cucina, attaccato al frigor con delle calamite, ci sono alcune foto di noi due insieme nelle quali ci teniamo semplicemente per mano, alcune in cui ridiamo, altre anche con la piccolina. La nostra Roro.
E' bella proprio come te, ma sicuramente lei non si ricorderà di me.
Vederle mi fa ricordare tanti di quei ricordi di noi, come quando abbiamo corso la pioggia, oppure al mare quando ti rincorrevo sulla sabbia per un tuo scherzo, o al cinema dove venivamo sempre richiamati dalla gente per il nostro chiaccherare o per i nostri baci. La cioccolata calda su in montagna, il picnick, la sera con i film. Troppi ricordi.

Mi è venuta un'idea!
Prendo carta e panna per scrivere, ma come iniziare?

Ciao Dafne? Non per questo tipo di lettare.
Ciao mio amore? Troppo sdolcinato e non da me.
Voglio scriverle la verità e con la verità inizierò.



"Dafne, ho paura.
Non puoi immaginare quanta ne abbia in questo preciso momento, mi sembra ancora tutto surreale che mi fa sorridere in un certo senso.
Ma il mio è un sorriso amaro, perchè surreale o no questa è la realtà e io ci devo fare i conti.
Mi hanno diagnosticato il cancro, ma ormai non c'è più niente da fare, l'abbiamo scoperto troppo tardi e ho solo qualche settimana ancora, al massimo forse un mese o due.
Solo qualche settimana..
E io sono qui a scrivere, a mettere giù tutte le frasi che mi riempiono la testa da ore ma non so come scriverle.
Sono qui a scriverti, dopo interminabili minuti ad ammirati, mentre tu dormivi e dormi anche in questo momento beatamente nella nostra camera -Dio quanto sei bella-.
A scriverti questa inutile lettera, perchè in una lettera come questa non posso dirti tutto quello che voglio dirti, non avrei tempo di finirla e il tempo io non ce l'ho.
Amore mio, perdonami.
Perdonami non riesco a tenere fede alla promessa che ti ho fatto, ci ho provato, ma proprio non ce la faccio.
Non riuscirò neanche a portarti a mangiare il cibo più buono del mondo, ne a farti vedere il mondo che ho visto io.
Non riuscirò a vedere nostra figlia crescere, sostenerla e tenerle lontano tutti quei ragazzi che sicuramente avrà intorno da grande, perchè, si è vero, che ha i miei stessi occhi, le mie orecchie e colore dei capelli, ma ha le tue labbra, il tuo nasino che va un po' all'insù che io amo alla pazzia e sarà bellissima come sei tu.
Di questo ne sono sicuro.
E' tutta la notte che gironzolo per la casa e vedo le nostre foto, tante foto, di noi, di lei, di te e mi hanno fatto rammentare tanti ricordi, specialmente il ricordo di quel giorno in cui mi avevi fatto quella domanda al parco. Ti ricordi? Quando mi avevi chiesto che cosa volevo diventare.
Io vorrei diventare la persona che ti faccia ridere, ti faccia sentire bella e amata, sempre e comunque. La persona che ti faccia sbuffare e impazzire. Quella da tenere per mano, quella con cui invecchiare e vedere i propri nipotini gironzolare per casa. Quella che sgriderai in continuazione, che si allea con la figlia a farti i dispetti innocenti.
E inoltre, la cosa più importate, vorrei essere quella persona che ti aiuta a realizzare i tuoi sogni. Tutti quanti.
Io sono tuo, sempre e comunque, te l'ho giurato e questa promessa è l'unica che riuscirò a tenere fede. E tu sei mia, lo sei stata e lo sei adesso.
Io non credo in una vita dopo la morte ma questo non è un addio, è un arrivederci.
Peter"
  
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