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Autore: MariVent    28/10/2013    1 recensioni
Un'avventura tra due dimensioni ha inizio quando Usopp e Rufy pescano un grosso pesce con una cassa da morto all'interno.
Genere: Avventura, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Brook, Mugiwara, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Era pomeriggio.
Usopp stava mettendo l'esca all'amo, pronto per pescare insieme a Rufy.
«Hai finito?»
Il cecchino sbuffò.
«Si, non agitarti.»
Rufy e Usopp sorrisero, guardandosi negli occhi.
«Pronti...» entrambi si prepararono a buttare l'amo «...VIA!»
Brook, che li stava osservando da lontano, si avvicinò e mise una mano sulla spalla a entrambi.
«Cosa state facendo, ragazzi?»
«Una gara di pesca.» rispose Rufy.
«Chi perde deve fare tutto ciò che dice il vincitore»
Brook sospirò nostalgico. «Io e Yorki facevamo sempre delle gare. Musicali. Il bello era che lui non sapeva suonare bene e perdeva sempre. Indovinate che cosa gli facevo fare...» lo scheletro aveva concluso il suo discorso con un po' di lascivia nella voce.
«Ehm, Brook, ma te non piacevano le donne?» chiese Usopp alzando un sopracciglio.
«Beh...» il viso del musicista si colorò di rosso.
«Yorki era particolare. Comunque, non voglio disturbare ulteriormente la vostra competizione.»
Quando Brook fu abbastanza lontano, Usopp sussurrò nell'orecchio di Rufy con un ghigno: «E adesso sai perché vuole allenarsi da solo con Zoro.»
Rufy fece una risatina per poi chiedere con serietà: «No, davvero, perché?»
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Era ormai un'ora che Rufy e Usopp stavano pescando, e Usopp cominciava già a sentire i primi segni di stanchezza.
«Ehi, Rufy, non pensi che qui non sia semplicemente un buon posto per pescare?»
«Nah, prima poi un pesce si farà vivo.»
Fu proprio in quel momento che qualcosa abboccò all'amo della canna da pesca di Rufy.
«Ah! Che ti avevo detto?»
Il pesce faceva un po' di resistenza ma, a giudicare dall'ombra che faceva nell'acqua, non era niente che Rufy non potesse tirare su.
Con un movimento repentino delle braccia da parte di Rufy, il pesce finì sul ponte della nave con un tonfo.
Era un pesce molto lungo e molto alto: arrivava alle ginocchia dei due e la sua lunghezza era almeno il doppio della sua altezza.
Aveva un rigonfiamento rettangolare all'altezza dello stomaco.
Rufy se lo mise in spalla e si avviò verso la cucina, seguito da Usopp.
«Sanji! Sanji!»
Il cuoco stava fumando una sigaretta quando i due ragazzi entrarono.
Rufy buttò il pesce di peso sul banco, facendo incazzare il cuoco, e non di poco.
«STAI ATTENTO A DOVE METTI LA TUA ROBACCIA!»
Sanji era pronto a dargli un calcio, ma Usopp si mise in mezzo a loro per fermarlo.
«E dai, lo sai come è fatto...»
Sanji a quel punto si calmò, abbassò la gamba e indico Rufy con il dito indice.
«Se trovo qualcosa di rotto, ti rompo io.»
Luffy gli diede un sguardo che era a metà tra il dispiaciuto e il condiscendente e poi corse fuori dalla cucina, seguito da Usopp, che scuoteva lentamente la testa.
Quando furono fuori dalla portata delle gambe del cuoco, Usopp mise un braccio intorno alle spalle e gli disse: «Non sei contento?»
Rufy annuì.
In quel momento videro Brook davanti a loro, il quale aveva lo sguardo perso nel vuoto e un'espressione pensierosa sul viso.
«Brook? Brook!» lo chiamò Rufy, al quale non piaceva lo stato d'apprensione dello scheletro.
Brook si destò sentendo la voce del suo capitano e si mise una mano sulla fronte.
«Cosa...è successo?» chiese facendo un respiro profondo.
«Ti eri imbambolato.» rispose Rufy. «Non sei venuto nemmeno a salutarci!»
«Sono terribilmente dispiaciuto... Le ultime cose che mi ricordo sono... ora e quando Rufy ha preso quel pesce.» spiegò tra un respiro profondo e l'altro.
«É molto strano.» commentò Usopp.
«Senti, che ne dici se io e Rufy ti portiamo a dormire, eh?»
Il musicista annuì.
«Effettivamente sono stanco.»
Usopp e Rufy fecero appoggiare il braccio destro di Brook sulle spalle di Rufy il braccio sinistro sulle spalle di Usopp e lo accompagnarono in camera.
Lo fecero sdraiare sul letto e gli tolsero di dosso il cappello e le scarpe.
«Sei comodo?» chiese Usopp.
«Si.»rispose Brook annuendo leggermente.
Rufy, in un impeto di affettuosità, si sdraiò sopra lo scheletro e lo abbracciò forte.
«Se muori ti prendo a calci nel culo.»
Brook lo abbracciò a sua volta «Yohohoho...Non lo farò.»
Rufy si rimise in piedi con un salto e uscì insieme a Usopp.
«Ti svegliamo quando la cena è pronta!» urlò il cecchino.
Lo scheletro si raggomitolò e fece vagare la mente per qualche secondo prima di addormentarsi.
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Brook si svegliò quando sentì una leggera pressione sulla spalla.
«Brook, svegliati!» martellò la voce di Chopper nella testa dello scheletro, che si alzò di scatto guardandosi intorno disorientato.
«Oh, Chopper-san» si strofinò le orbite sbadigliando.
«Mi hai spaventato.»
«Ti senti bene? Hai bisogno di una visita?»
«Ora mi sento meglio. Fresco come il ghiaccio dell'oltretomba.»
Brook si mise seduto e si stirò, poi si rimise le scarpe e il cappello.
Quando Chopper e Brook entrarono in cucina, tutti quanti diedero uno sguardo preoccupato allo scheletro: persino Rufy in silenzio.
Brook rassicurò i suoi compagni: «Sto bene, non preoccupatevi!»
Nami  lo guardò storto per un secondo mentre gli altri continuavano a mangiare, dando di tanto in tanto qualche occhiata allo scheletro per assicurarsi che non cadesse giù da un momento all’altro.
«Brook, dai, vieni qui a mangiare» gli fece Rufy mettendo la mano sul posto libero accanto a lui.
«E prendi un po’ di questa, che ti fa bene.» aggiunse mettendogli un po’ della sua carne nel piatto.
«Grazie, Rufy-san, ma non è necessario.»
Il ragazzo lo guardò con un sorriso per poi riprendersi la carne senza troppi complimenti, mentre Nami gli gridò che Brook ne aveva più bisogno dato che doveva ricuperare le forze.
«Chopper, vieni qui.» fece il cuoco alla renna, che si alzò e andò verso di lui.
«Vorrei che portassi questa cassa fuori di qui, se non ti dispiace.» richiese lui indicando l’oggetto menzionato che si trovava sopra il bancone.
«Certo.» la renna assunse la forma Heavy Point e sollevò la cassa, dirigendosi verso la porta per portarla in infermeria.
Quando Chopper passò accanto a Brook, lo scheletro provò la stessa sensazione che aveva provato prima di essere portato a letto da Usopp e Rufy, sebbene non disse niente poiché questa scomparve nel momento in cui Chopper chiuse la porta dietro di sé.
«Sanji-san, cos’era quello?» domandò Brook indicando la porta.
Il cuoco appoggiò gli avambracci sul bancone.
«Una cassa da morto, probabilmente.»
Usopp fece una faccia disgustata.
«Grazie tante, avevo proprio bisogno dell’immagine mentale di un cadavere.»
Sanji si avvicinò a Usopp e ghignò.
«Butto fuori Brook per farti contento?»
Usopp aggrottò le sopracciglia.
«Brook non ha carne putrefatta che gli ciondola da tutte le parti.»
Chopper intanto era rientrato e si sedette accanto a Brook mentre Nami dava un pugno a Sanji e a Usopp.
«Hai fatto presto, Chopper-san.» notò lo scheletro, rivolgendo lo sguardo alla renna.
«L’ho messa sul ponte. Ma cosa hanno fatto Sanji e Usopp?» chiese guardando la navigatrice.
«Hanno parlato di cadaveri. E a proposito di cadaveri, non ho voglia di mangiare questo cadavere, YOHOHO!»
Lo scheletro si alzò e fece un inchino.
«Grazie per il cibo, Sanji-san, ma ora proprio non me la sento di mangiare.»
Brook uscì seguito da un Chopper alquanto preoccupato per la sua salute.
Brook allungò il passo fino a correre sul ponte come se fosse stato attratto da una forza invisibile per poi ritrovarsi davanti alla cassa, sentendosi addosso un’ euforia che non gli apparteneva invece della sensazione di disagio che aveva provato poco prima.
«Brook!» gridò la renna correndo verso di lui «Cosa fai?»
Lo scheletro si era inginocchiato accanto alla cassa, accarezzandola con la punta delle dita.
«Chopper-san… secondo te cosa c’è qui dentro?»
La renna si mise uno zoccolo sul mento pensando alla risposta.
«Una…persona morta?»
«Forse, ma ho come la sensazione che ci sia qualcosa in più.» rispose Brook mettendo la testa sulla cassa per verificare l’assenza o la presenza di suoni all’interno.
«Brook, mi stai facendo paura» mormorò Chopper avvicinandosi a lui.
  
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