Malfoy
Manor, 8 Agosto.
“E’ pronta, Draco?” Daphne
Greengrass si lasciò cadere con grazia su una scomoda sedia,
lasciando che la
seta leggera del suo vestito verde mela le scoprisse le cosce.
“Ancora un attimo, Daff. Abbi
pazienza”, sbuffò Malfoy mescolando con cura un
intruglio rosso all’interno di
un calderone nuovo di zecca.
“Siamo qui dentro da tre ore,
Draco. Già fa caldo fuori, con quel fuoco acceso,
poi…” Posò gli occhi verde
acqua sulle fiamme arancioni, guardandole corrucciata.
“Non ti ho chiesto io di
venire”, borbottò l’altro scostandosi
distrattamente dalla fronte sudata una
ciocca di capelli biondissimi.
“Mio caro, questa non me la
sarei persa per niente al mondo!”, cinguettò, gli
occhi accesi da una luce
maliziosa.
“Mh…” Spense il fuoco e si
sbottonò i primi due bottoni della camicia nera che
indossava. ‘In effetti si
muore di caldo’, pensò alzando un sopracciglio
alla vista delle lunghe gambe
abbronzate di Daphne. “Daff, qual è il tuo periodo
dell’anno preferito?”
Lei lo osservò a lungo, confusa.
“Uh… Non saprei… Il Natale?”
Gli occhi grigi di Draco
luccicarono. “Speravo rispondessi
così…” mormorò lasciando
cadere qualche bacca
di vischio nel liquido rosso.
Che presto divenne trasparente.
“Questo è inammissibile! Una
rissa! A Hogwarts! Con ben due Caposcuola coinvolti! Ma
cos’avete nella testa?
Uova di tritone?!”
A quelle parole il mondo si
capovolse.
Terrificanti. L’unica parola che
era venuta in mente a Hermione Granger era terrificanti.
Vacanze natalizie terrificanti. Gryffindor, Slytherin e una Ravenclaw
rinchiusi
in gelidi sotterranei per una settimana.
E tutto per colpa del sangue
caldo di Ron, il quale aveva reagito peggio del solito ad una
provocazione di
Malfoy e compagnia. Certo, era stata una provocazione piuttosto
pesante,
dopotutto a quale maschio fa piacere sentirsi mettere in dubbio la
propria
virilità, ma…
“Allora, avete capito?”,
cinguettò
Le venne la pelle d’oca.
Indossava solo una camicia e un maglioncino leggero, ma a differenza
della
calda torre dei Gryffindor in quel posto si gelava.
Posò gli occhi sui suoi
compagni. Harry, Ron, Neville e Ginny se ne stavano incollati
all’ampio
caminetto, che spandeva un sublime tepore, e guardavano in cagnesco gli
Slytherin.
I quali erano comodamente
svaccati sui divani e sulle poltrone poco distanti.
Luna Lovegood, che stava
versandosi da bere all’altro capo del salone, sorrideva beata
tentando di
allacciarsi fra i capelli una campanellina.
‘Ci uccideremo prima di
stasera!’, pronosticò Hermione notando che Ron e
Harry stavano dirigendosi a
passo di marcia verso la zona relax.
“Oh, Draco, questa è la miglio
cosa che potevi inventarti!”, ridacchiò Pansy
Parkinson rotolando sul grande
letto a baldacchino del compagno.
“Sì, lo so”, mormorò
l’interessato slacciandosi i polsini della camicia bianca
della divisa. “Devo
dire che questa volta ho dato il meglio di me stesso.”
“Allora questa notte dovremo
rivedere la disposizione delle stanze, se tutto va bene”,
disse Blaise Zabini
afferrando Daphne alla vita per farla sedere sulle sue gambe.
“Mh… La mia pozione dovrebbe
fare effetto a momenti. Avremo tempo per sistemarci.” Malfoy
spintonò Tiger e
Goyle e aprì il proprio guardaroba. “Vestiamoci
bene, ragazzi, questa è la nostra
notte!”
“Non posso stare
tranquilla! Quel… quel… Ooh!”
“Non preoccuparti, Herm”,
intervenne Ginny spazzolandosi al contempo i lunghi capelli ramati.
“Finché
stai con noi sei al sicuro. Se così si può dire,
tesoro. Secondo me hai
frainteso le intenzioni di Malfoy…”
“Non ho frainteso
nulla,
Gin, te l’ho già detto!”
“Sicura sicura? Perché sai…”
“Sicurissima! Le sue intenzioni
le ha espresse più che chiaramente! Come se io
potessi finire a letto con lui
prima
della fine dell’anno! Robe da pazzi!”
“Herm, cara… Se io ti chiedessi
di dirmi chi, secondo te, è il più bello di
Hogwarts, tu che nome mi faresti?”,
cinguettò Luna, guardando affascinata un rametto di vischio
che pendeva sopra
le loro teste.
“Luna!”, esclamarono in coro le
due amiche, guardandola come se fosse impazzita.
“Su, su! Chi?”
‘Chi? Ma che ne so io, chi!’, si
disse Hermione, sconvolta da quello che era appena uscito dalle labbra
della
pallida ragazza. ‘Anzi, no… Forse lo so
più che bene, stronzo che non è altro!
E ha osato addirittura dirmi che sono molto
migliorata in questi sette anni! Come si permette?’
“Herm, mi stai ascoltando?”
“Oh… Scusa, Gin, dicevi?”
“Che diamine sta succedendo alle
nostre mani?!”
‘Non-può-averlo-fatto! E’ da
matti! Insomma, al giorno d’oggi chi
vorrebbe avere degli schiavi? Chi?
Dei pazzi, senza dubbio!’
“Prima regola: non si può
disobbedire; seconda regola: meno vestiti indossano le ragazze meglio
è, e
quelle tuniche bianche così carine che avete addosso vi
stanno d’incanto; terza
regola: uh… Draco? La terza?” Blaise si
voltò verso l’amico, semisdraiato sul
tappeto persiano della propria camera.
“Terza regola, Blaise? Uhm…
Suppongo…” Scrollò le ampie spalle
fasciate da un maglione nero di cachemire.
“Non c’è.”
“La tua testa non c’è, Malfoy!
E’ piena di… di… uova di
tritone!”, esplose Ron, rosso in viso dalla rabbia.
“E’ vuota, non c’è niente
dentro”, rincarò Harry beccandosi un pugno da
Goyle, il suo padrone.
‘Io invece penso che il criceto
che ogni tanto muoveva l’unica rotella di Malfoy sia andato
definitivamente al
campo santo’, pensò Hermione, la quale era seduta
accanto a Malfoy e gli stava
sbucciando delle castagne roventi, ustionandosi i polpastrelli.
‘La pozione di Draco si è
rivelata una vera bomba. Ah! Sono nelle nostre mani per una settimana e
possiamo chiedere loro ogni
cosa’,
pensò Daphne, che si stava facendo limare le unghie da
un’oltraggiata Ginny.
‘Il bello è che non ci possono dire di
no!’, aggiunse notando che Neville stava
cercando un modo per non dover massaggiare i delicati piedini di Pansy.
Sorrise
osservando il suo Blaise, che non sapeva che farsene di Luna, occupata
a
spulciare un innocuo rametto di vischio. ‘Sarà una
settimana di Natale
splendida!’
Essendo Caposcuola, come lei,
aveva diritto ad una camera singola. E ora era sola con lui. O almeno,
lo
sarebbe stata quando sarebbe finalmente uscito da quel bagno.
‘E’ stato davvero
un tiro mancino, il suo… Ma non aveva niente di meglio da
fare?’, pensò
osservando disgustata
“Hai detto qualcosa, Granger?”
Hermione sobbalzò e si girò di
scatto, osservando rapita il corpo scultoreo di Draco mezzo nudo.
‘No!’ “Sì, che sei uno
stronzo!”, si ritrovò a dire, causa la forza
magica della pozione che le
impediva di mentirgli e disobbedirgli.
“Ah! Mi hai ferito
profondamente, Granger!” Le si avvicinò e
rubò una castagna sbucciata
dal piattino. ‘Già, la mia idea
è stata
geniale! Dopotutto quale Slytherin degno di questa Casa può
dire di non aver
mai sognato di avere uno schiavo Gryffindor?’
Posò gli occhi argentei sulla
sua schiava, seduta a gambe incrociate sul soffice materasso coperto da
coltri
bordeaux di Draco. ‘E quale maschio potrebbe dire di non
desiderare questa
ragazza? Mi duole dirlo, ma Lenticchia è stato un dannato
fortunato. Ai suoi
tempi…’
Un sorrisetto compiaciuto gli
curvò gli angoli delle belle labbra sottili. Già,
perché ormai Hermione aveva
detto addio al caro Ron come fidanzato già da sei mesi, non
sopportando più il
suo essere bambino; cosa che aveva risvegliato dal letargo molti
animali
predatori.
Tra cui Malfoy, il quale
all’inizio non riusciva a credere al cambiamento della
Mezzosangue. Be’, e chi
ci avrebbe creduto? Chi avrebbe potuto giurare che la bambina dai
capelli
crespi e la schiena ingobbita dai libri, e la ragazza dai morbidi
boccoli
castani e il corpo snello e ben fatto che adesso era di fronte a Malfoy
fossero
la stessa persona?
E con indosso quella leggera
tunica di lino bianco tenuta sulle spalle da due anelli d’oro
che lui e Blaise
avevano dato a lei, Ginny e Luna… era davvero uno schianto.
“Ahi!”, esclamò Hermione
ritraendo di scatto la mano da una caldarrosta che sbuffava vapore.
‘Ancora!’
Fece per mettersi il dito in
bocca, ma fu preceduta da Draco, che le
s’inginocchiò davanti e le prese la
mano. “Ti dispiace?”
“Sì.”
“Peccato.”
La tirò leggermente verso di sé,
poi si portò l’indice alle labbra, lambendolo
leggermente con la punta della
lingua prima di cominciare a succhiarlo piano.
“Malfoy…” ‘Perché
fa così?
Perché?’
Draco posò la mano libera al
centro della schiena di Hermione, spingendola verso di sé.
Il suo torace nudo
spandeva calore come una piccola stufetta, facendole battere il cuore
più
velocemente. ‘Perché con Ron non era
così?’
Già, perché? Dopotutto anche Ron
era un bel ragazzo… e di lui era innamorata.
Ma Malfoy… Malfoy aveva quella
cosa chiamata sensualità che Ron non aveva e che non avrebbe
mai posseduto.
“Te l’avevo detto che prima
della fine dell’anno saresti venuta a letto con
me”, le disse liberandole il
dito.
Hermione si riscosse dai suoi
pensieri. “Anche se ho ingerito quella stupida pozione che ci
avete nascosto nell’acqua
della cena, non significa che sei autorizzato a costringermi a fare
sesso con
te!”
“Costringerti? Perché mai?” Le
sfiorò il carnoso labbro inferiore con un dito, sfuggendo
per un pelo alla
presa dei suoi denti. “Non ci sarebbe gusto,
credimi.” Sorrise. “Ma potrei
costringerti a baciarmi…”
‘Baciarlo? Mai!’ Posò una mano
sul petto, tentando di calmare il battito impazzito del cuore.
‘Perché diavolo
mi sento così con lui? E’ Malfoy!’, si
ripeté per l’ennesima volta, osservando
il bel viso di Draco impreziosito dal paio di occhi d’argento
e le ampie spalle
scosse da risate silenziose.
“Come osi ridere di me?!”
Draco sbuffò e si mosse
velocemente, bloccandola sotto il proprio corpo senza, però,
toccarla.
“Ah! Cosa credi di fare,
Malfoy?!”, sbraitò totalmente sorpresa, infatti
l’unica cosa che l’aveva
minimamente avvertita del pericolo imminente era stato il fruscio dei
pantaloni
di seta grigia che lui indossava.
“Ti dico un’altra cosa, Granger.
Prima della fine delle vacanze tu mi bacerai di tua spontanea
volontà!” Scosse
la testa notando che stava per ribattere. “No,
zitta!” Sostenendosi su una mano
usò l’altra per scostarle un ricciolo dalla
guancia, gesto che le sembrò
quantomai strano per uno come lui. “Intanto comincia a
chiamarmi per nome.”
“Scordat…” Un groppo le chiuse
la gola. ‘Dannazione a lui e alla sua pozione!’
“Uff… Draco?”, borbottò
voltando la testa per non dover guardare quegli occhi così
chiari e magnetici.
“Brava, Mezzosangue.” Rotolò
sulla schiena e con la bacchetta spense tutte le candele, facendo
sprofondare
la camera in una penombra sensuale. “Dormi, ora. Come vedi
sei finita a letto
con me. Sei tu che pensi male.”
Lei si accoccolò sotto le calde
coperte, osservano la schiena che le rivolgeva Draco.
“Mezzosangue, ti avevo detto di
portarmi un bicchiere di Firewhiskey, non questa…
questa…”
“E’ Burrobirra, Draco, non acqua
di rose. Non diventi gentile
bevendola”, ringhiò Hermione sbattendogli il
bicchiere fra le mani prima che
lui potesse risponderle per le rime.
Era seduta sulle gambe di lui e
aspettavano gli altri per la cena accanto al grande caminetto di pietra
nera.
“Tsk!” Malfoy sbatté il calice
su un tavolinetto, poi posò la mano sulla coscia destra
della ragazza, lasciata
scoperta dall’abito di velluto viola stile impero che
indossava e la fissò
negli occhi.
“Che vuoi?”, borbottò lei
arrossendo leggermente.
“Lo sai ma non me lo vuoi dare…
E’ Natale e bisogna essere tutti più
buoni”, mormorò baciandole lievemente il
collo.
“Comincia tu a essere più buono,
poi vediamo”, rispose rabbrividendo nell’anima.
Quegli ultimi due giorni erano
stati un inferno, non tanto per lei che straordinariamente era trattata
piuttosto bene; quanto per i suoi compagni Harry, Ron e Neville, i
quali già
non sopportavano più i rispettivi padroni.
Ron era quasi stato strozzato da
Tiger con un festone brillantinato, causa la rispettiva insofferenza.
Harry aveva le braccia sempre
più nere, Goyle si divertiva a usarlo come sacco da box.
Neville non sopportava più le
continue richieste di Pansy, la quale non sopportava più
l’inesistente grazia
del ragazzo.
Decisamente, non erano belle
vacanze per nessuno di loro. Che Natale orrendo!
Le uniche in un certo senso
fortunate erano Hermione; Ginny, che aveva scoperto una certa simpatia
in
Daphne; e Luna, che aveva decorato la camera di Blaise con strane
decorazioni
natalizie made-in-Lovegood utili a tenere lontani i Nargilli.
“Io sono sempre buono, Granger.
Sei tu che non vuoi conformarti allo spirito natalizio”,
celiò Draco
mordicchiandole una spalla nuda.
“Be’, vedi di smetterla. E’ ora
di cena!”, sbottò scostandosi di qualche
centimetro sentendo arrivare i
compagni.
“Appunto”, mormorò Draco. ‘E
saresti un ottimo bocconcino se solo non fossi così
ritrosa.’ “Comunque Buon
Natale.”
“Non dirlo, ti prego! I Tarlyn
sono attirati dalla carne morta!”, inorridì Luna,
intenta a riattaccare un
bottone ad una camicia di Blaise.
“Tarlyn, Luna?”,
chiesero in coro le due ragazze pur temendo la
risposta.
“Sono i tarli della carne morta!
Se ne trovano a migliaia nei cimiteri! Mio padre l’anno
scorso ha finanziato
una spedizione per eliminarli del tutto. Sono il flagello dei
cimiteri!”
Herm e Ginny evitarono di
guardarsi per non scoppiare a ridere, mentre la bionda Ravenclaw
continuava a
parlare dei misteriosi (e molto probabilmente inesistenti) esseri.
In quel momento davanti al
camino acceso comparve un’enorme pila di regali; in effetti
cominciavano a
pensare che
“Oh! I regali!”, esclamò Pansy,
avvolta da un semplice vestito verde smeraldo, travolgendo Neville
nella fretta
di conquistarsi il primo posto davanti al camino.
In meno di cinque minuti ognuno
si era ritirato in un angolo della stanza con i propri doni, deciso a
gustarsi
in santa pace quel momento sublime che si aspetta per tutto
l’anno.
“Ed ecco a voi il solito
maglione stile Mamma-Weasley!”, esclamò Ginny
tirando fuori da un sacchetto
luccicante un bel maglione color castagna con ricamato sopra un vivace
albero
di Natale.
Hermione sorrise e prese ad
aprire i propri: un libro sull’Aritmanzia da parte di Harry e
Ron, un
maglioncino a collo alto dai suoi genitori, un maglione dorato da parte
della
signora Weasley, un piccolo gattino di porcellana che somigliava
tremendamente
a Grattanstinchi da Ginny… e una deliziosa catenina
d’argento con un ciondolo a
forma di H impreziosito da uno smeraldo tagliato a forma di mezza luna.
“Oh, che carina, Herm! Chi te
l’ha regalata?”, le chiese l’amica
aiutandola ad agganciarla.
“Non so… Forse il cartellino è
andato perduto.”
“O forse hai un ammiratore
segreto!”, scherzò l’altra facendole
l’occhiolino.
“Sì, forse…”
Ma un orrendo sospetto si stava
già formando nella sua intelligente testolina.
“Potresti anche essere più
gentile con me, Mezzosangue. Dopotutto non vedo perché
dovresti ridarmi la
catenina.” Draco sfiorò con il dorso delle dita la
pelle vellutata su cui riposava
l’H d’argento.
“Perché, Draco,
con questo regalo
ho capito che progettavi quella pozione da mesi, e che molto
probabilmente hai
offeso Ron apposta perché sapevi che
“Effettivamente è da Luglio che
ci penso, ma non è stato così male,
no?”, sussurrò accarezzando
“Invece sì! Tu
mi hai costretta a dormire mezza nuda nel tuo letto”,
ignorò il
ghigno malizioso che gli curvava le labbra, “e Tiger e Goyle
ne hanno
approfittato per pestare Harry e Ron tutta la settimana, rovinandogli
le
vacanze di Natale!!”
“Uh… Dettagli, Granger. Lo
avrebbero fatto comunque.”
‘Insopportabile!
Insopportabile!’ Fece per girarsi e andarsene, ma lui le
prese il braccio e la
intrappolò contro il freddo muro di pietra.
“No, non così, Mezzosangue. Sei
in mio potere fino a stasera alle dieci e quarantatre minuti!”
“Và al diavolo”, borbottò
lei,
cercando di svignarsela da sotto il braccio destro di Draco.
“Finiscila, Mezzosangue. Non
riusciresti a sfuggirmi nemmeno volendolo con tutte le tue
forze.” Sfiorò con
leggerezza un morbido riccio posato sulla spalla della ragazza.
“E poi… Lo sai
che se ti trovi sotto il vischio e non baci il tuo compagno poi sarai
sfortunata tutto l’anno?”
“Quale vis…?” Ammutolì
notando
l’innocuo rametto appeso sopra le loro teste, decorato da
stelline argentee.
“Quello,
Granger.” Si piegò su di lei, fissandola negli
incerti
occhi dorati. “E tu non vuoi essere sfortunata, vero?
Quest’anno ci sono i
M.A.G.O.”
Hermione non aveva mai sentito
parlare di quel modo di dire; d’altronde non era mai stata
sotto il vischio con
qualcuno che non avrebbe voluto baciare… Balle! Eccome se
voleva baciare quello
stronzo!
“In effetti non mi piace essere
sfortunata”, disse senza guardarlo. Sarebbe stato troppo
vedere la luce della
vittoria brillare in quegli occhi d’argento.
“Nemmeno a me”, rispose Draco
sollevandole il mento con un dito prima di posare le labbra su quelle
di lei.
‘Sì, Hermione, sei davvero una
stupida perché così gli hai fatto vincere quella
maledetta sfida che ti ha
lanciato una settimana fa. Prima della
fine delle vacanze natalizie mi bacerai di tua spontanea
volontà…
E ad essere sinceri lo stava
facendo, non si sentiva obbligata visto che Draco teneva le mani
premute (a
fatica) sul muro, ed era lei che gli aveva circondato il collo con le
braccia
per avere un più facile accesso alla bocca calda e setosa
del ragazzo.
Il Furetto non baciava poi così
male, e se all’inizio Hermione aveva pensato che non avrebbe
sopportato un suo bacio,
be’, anche lì si era
sbagliata.
Era piuttosto irruente, ma
Malfoy con la sua Mezzosangue preferita non avrebbe mai potuto essere
gentile e
tenero. No, perché lei
gli metteva il
fuoco nelle vene. E poi andiamo, aveva sognato quel bacio per una
settimana…
l’aveva nel letto e non poteva farci niente…
doveva approfittarne finché
poteva!
Si staccarono poco dopo,
entrambi con il respiro affannato come dopo una maratona.
“Non avrebbe dovuto piacermi
così tanto”, mormorò Draco posando le
mani sui fianchi di Hermione.
“Nemmeno a me.”
Lui alzò un sopracciglio, lei
arrossì. ‘Non è stata la pozione a
farmi parlare…’
“Te l’avevo detto… La prossima
volta farai sesso con me…
di tua
spontanea volontà.”
“Mai!”
“Mai è un
periodo di tempo molto lungo… Hermione.”
“Sei stato un genio, Blaise, a
far apparire quel rametto di vischio sopra le loro teste!”,
ridacchiò la bella
Slytherin allungandogli un bacio sulla guancia. ‘E
così alla fine
“Lo so, mia cara Daff. Pensi che
ci sarà un seguito? Ma non al prossimo Natale, altrimenti a
Draco viene un
colpo…”
Daphne fece spallucce, ma gli
occhi verde acqua brillavano di malizia.
“Forse…”