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Autore: Kaileena1987    15/04/2008    11 recensioni
Una pozione inventata da Draco Malfoy rovinerà le vacanze natalizie dei nostri Gryffindor (più una Ravenclaw con la testa fra le nuvole) preferiti.. ma forse non tutti i mali vengono per nuocere.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Malfoy Manor, 8 Agosto.
“E’ pronta, Draco?” Daphne Greengrass si lasciò cadere con grazia su una scomoda sedia, lasciando che la seta leggera del suo vestito verde mela le scoprisse le cosce.
“Ancora un attimo, Daff. Abbi pazienza”, sbuffò Malfoy mescolando con cura un intruglio rosso all’interno di un calderone nuovo di zecca.
“Siamo qui dentro da tre ore, Draco. Già fa caldo fuori, con quel fuoco acceso, poi…” Posò gli occhi verde acqua sulle fiamme arancioni, guardandole corrucciata.
“Non ti ho chiesto io di venire”, borbottò l’altro scostandosi distrattamente dalla fronte sudata una ciocca di capelli biondissimi.
“Mio caro, questa non me la sarei persa per niente al mondo!”, cinguettò, gli occhi accesi da una luce maliziosa.
“Mh…” Spense il fuoco e si sbottonò i primi due bottoni della camicia nera che indossava. ‘In effetti si muore di caldo’, pensò alzando un sopracciglio alla vista delle lunghe gambe abbronzate di Daphne. “Daff, qual è il tuo periodo dell’anno preferito?”
Lei lo osservò a lungo, confusa. “Uh… Non saprei… Il Natale?”
Gli occhi grigi di Draco luccicarono. “Speravo rispondessi così…” mormorò lasciando cadere qualche bacca di vischio nel liquido rosso.
Che presto divenne trasparente.

Hogwarts, Studio della Preside McGranitt, 23 Dicembre.
“Questo è inammissibile! Una rissa! A Hogwarts! Con ben due Caposcuola coinvolti! Ma cos’avete nella testa? Uova di tritone?!” La Preside prese fiato e si sedette sulla sua ampia poltrona di velluto verde bottiglia. “Basta, ora mi avete davvero stufata! Rimarrete a Hogwarts! E niente storie!”, strepitò notando che uno degli imputati voleva protestare. “Passerete delle belle vacanze natalizie in armonia”, accentuò il più possibile l’ultima parola, guardando negli occhi ogni ragazzo, “nella Casa degli Slytherin!”
A quelle parole il mondo si capovolse.

Sala Comune Slytherin, dieci minuti dopo.
Terrificanti. L’unica parola che era venuta in mente a Hermione Granger era terrificanti. Vacanze natalizie terrificanti. Gryffindor, Slytherin e una Ravenclaw rinchiusi in gelidi sotterranei per una settimana.
E tutto per colpa del sangue caldo di Ron, il quale aveva reagito peggio del solito ad una provocazione di Malfoy e compagnia. Certo, era stata una provocazione piuttosto pesante, dopotutto a quale maschio fa piacere sentirsi mettere in dubbio la propria virilità, ma…
“Allora, avete capito?”, cinguettò la McGranitt, sorridendo soddisfatta di se stessa. “Non potrete uscire da qui per tutta la prossima settimana. Naturalmente gli elfi domestici si prenderanno cura di voi!” Annuì, profondamente convinta della bontà della propria decisione. “Ci vediamo il trenta, ragazzi. Auguri!”

Hermione si guardò intorno. Si trovava al centro esatto di un’enorme sala decorata da festoni natalizi verde smeraldo e da piccole campanelle d’argento che tintinnavano a causa degli spifferi.
Le venne la pelle d’oca. Indossava solo una camicia e un maglioncino leggero, ma a differenza della calda torre dei Gryffindor in quel posto si gelava.
Posò gli occhi sui suoi compagni. Harry, Ron, Neville e Ginny se ne stavano incollati all’ampio caminetto, che spandeva un sublime tepore, e guardavano in cagnesco gli Slytherin.
I quali erano comodamente svaccati sui divani e sulle poltrone poco distanti.
Luna Lovegood, che stava versandosi da bere all’altro capo del salone, sorrideva beata tentando di allacciarsi fra i capelli una campanellina.
‘Ci uccideremo prima di stasera!’, pronosticò Hermione notando che Ron e Harry stavano dirigendosi a passo di marcia verso la zona relax.

Camera di Draco Malfoy, poco dopo la cena.
“Oh, Draco, questa è la miglio cosa che potevi inventarti!”, ridacchiò Pansy Parkinson rotolando sul grande letto a baldacchino del compagno.
“Sì, lo so”, mormorò l’interessato slacciandosi i polsini della camicia bianca della divisa. “Devo dire che questa volta ho dato il meglio di me stesso.”
“Allora questa notte dovremo rivedere la disposizione delle stanze, se tutto va bene”, disse Blaise Zabini afferrando Daphne alla vita per farla sedere sulle sue gambe.
“Mh… La mia pozione dovrebbe fare effetto a momenti. Avremo tempo per sistemarci.” Malfoy spintonò Tiger e Goyle e aprì il proprio guardaroba. “Vestiamoci bene, ragazzi, questa è la nostra notte!”

“Hermione, dovresti cercare di rilassarti, cara. Non abbiamo altro da fare se non stare qui tranquille e cercare di non farci aggredire dai Nargilli”, sussurrò Luna veleggiando eterea verso Ginny e l’altra ragazza.
Non posso stare tranquilla! Quel… quel… Ooh!”
“Non preoccuparti, Herm”, intervenne Ginny spazzolandosi al contempo i lunghi capelli ramati. “Finché stai con noi sei al sicuro. Se così si può dire, tesoro. Secondo me hai frainteso le intenzioni di Malfoy…”
Non ho frainteso nulla, Gin, te l’ho già detto!”
“Sicura sicura? Perché sai…”
“Sicurissima! Le sue intenzioni le ha espresse più che chiaramente! Come se io potessi finire a letto con lui prima della fine dell’anno! Robe da pazzi!”
“Herm, cara… Se io ti chiedessi di dirmi chi, secondo te, è il più bello di Hogwarts, tu che nome mi faresti?”, cinguettò Luna, guardando affascinata un rametto di vischio che pendeva sopra le loro teste.
“Luna!”, esclamarono in coro le due amiche, guardandola come se fosse impazzita.
“Su, su! Chi?”
‘Chi? Ma che ne so io, chi!’, si disse Hermione, sconvolta da quello che era appena uscito dalle labbra della pallida ragazza. ‘Anzi, no… Forse lo so più che bene, stronzo che non è altro! E ha osato addirittura dirmi che sono molto migliorata in questi sette anni! Come si permette?’
“Herm, mi stai ascoltando?”
“Oh… Scusa, Gin, dicevi?”
“Che diamine sta succedendo alle nostre mani?!”

Incubo. Terrore. Raccapriccio. Orrore. Sgomento.
‘Non-può-averlo-fatto! E’ da matti! Insomma, al giorno d’oggi chi vorrebbe avere degli schiavi? Chi? Dei pazzi, senza dubbio!’
“Prima regola: non si può disobbedire; seconda regola: meno vestiti indossano le ragazze meglio è, e quelle tuniche bianche così carine che avete addosso vi stanno d’incanto; terza regola: uh… Draco? La terza?” Blaise si voltò verso l’amico, semisdraiato sul tappeto persiano della propria camera.
“Terza regola, Blaise? Uhm… Suppongo…” Scrollò le ampie spalle fasciate da un maglione nero di cachemire. “Non c’è.”
“La tua testa non c’è, Malfoy! E’ piena di… di… uova di tritone!”, esplose Ron, rosso in viso dalla rabbia.
“E’ vuota, non c’è niente dentro”, rincarò Harry beccandosi un pugno da Goyle, il suo padrone.
‘Io invece penso che il criceto che ogni tanto muoveva l’unica rotella di Malfoy sia andato definitivamente al campo santo’, pensò Hermione, la quale era seduta accanto a Malfoy e gli stava sbucciando delle castagne roventi, ustionandosi i polpastrelli.
‘La pozione di Draco si è rivelata una vera bomba. Ah! Sono nelle nostre mani per una settimana e possiamo chiedere loro ogni cosa’, pensò Daphne, che si stava facendo limare le unghie da un’oltraggiata Ginny. ‘Il bello è che non ci possono dire di no!’, aggiunse notando che Neville stava cercando un modo per non dover massaggiare i delicati piedini di Pansy. Sorrise osservando il suo Blaise, che non sapeva che farsene di Luna, occupata a spulciare un innocuo rametto di vischio. ‘Sarà una settimana di Natale splendida!’

‘Sarà una settimana di Natale orribile!’, pensò Hermione ustionandosi le dita per la quindicesima volta. “Dannato Malfoy”, borbottò gettando le bucce delle castagne nel caminetto della stanza di lui.
Essendo Caposcuola, come lei, aveva diritto ad una camera singola. E ora era sola con lui. O almeno, lo sarebbe stata quando sarebbe finalmente uscito da quel bagno. ‘E’ stato davvero un tiro mancino, il suo… Ma non aveva niente di meglio da fare?’, pensò osservando disgustata la D e la M verdeargento che luccicavano sulla sua mano sinistra. “Stronzo!”
“Hai detto qualcosa, Granger?”
Hermione sobbalzò e si girò di scatto, osservando rapita il corpo scultoreo di Draco mezzo nudo.
‘No!’ “Sì, che sei uno stronzo!”, si ritrovò a dire, causa la forza magica della pozione che le impediva di mentirgli e disobbedirgli.
“Ah! Mi hai ferito profondamente, Granger!” Le si avvicinò e rubò una castagna sbucciata dal piattino. ‘Già, la mia idea è stata geniale! Dopotutto quale Slytherin degno di questa Casa può dire di non aver mai sognato di avere uno schiavo Gryffindor?’
Posò gli occhi argentei sulla sua schiava, seduta a gambe incrociate sul soffice materasso coperto da coltri bordeaux di Draco. ‘E quale maschio potrebbe dire di non desiderare questa ragazza? Mi duole dirlo, ma Lenticchia è stato un dannato fortunato. Ai suoi tempi…’
Un sorrisetto compiaciuto gli curvò gli angoli delle belle labbra sottili. Già, perché ormai Hermione aveva detto addio al caro Ron come fidanzato già da sei mesi, non sopportando più il suo essere bambino; cosa che aveva risvegliato dal letargo molti animali predatori.
Tra cui Malfoy, il quale all’inizio non riusciva a credere al cambiamento della Mezzosangue. Be’, e chi ci avrebbe creduto? Chi avrebbe potuto giurare che la bambina dai capelli crespi e la schiena ingobbita dai libri, e la ragazza dai morbidi boccoli castani e il corpo snello e ben fatto che adesso era di fronte a Malfoy fossero la stessa persona?
E con indosso quella leggera tunica di lino bianco tenuta sulle spalle da due anelli d’oro che lui e Blaise avevano dato a lei, Ginny e Luna… era davvero uno schianto.
“Ahi!”, esclamò Hermione ritraendo di scatto la mano da una caldarrosta che sbuffava vapore. ‘Ancora!’
Fece per mettersi il dito in bocca, ma fu preceduta da Draco, che le s’inginocchiò davanti e le prese la mano. “Ti dispiace?”
“Sì.”
“Peccato.”
La tirò leggermente verso di sé, poi si portò l’indice alle labbra, lambendolo leggermente con la punta della lingua prima di cominciare a succhiarlo piano.
“Malfoy…” ‘Perché fa così? Perché?’
Draco posò la mano libera al centro della schiena di Hermione, spingendola verso di sé. Il suo torace nudo spandeva calore come una piccola stufetta, facendole battere il cuore più velocemente. ‘Perché con Ron non era così?’
Già, perché? Dopotutto anche Ron era un bel ragazzo… e di lui era innamorata.
Ma Malfoy… Malfoy aveva quella cosa chiamata sensualità che Ron non aveva e che non avrebbe mai posseduto.
“Te l’avevo detto che prima della fine dell’anno saresti venuta a letto con me”, le disse liberandole il dito.
Hermione si riscosse dai suoi pensieri. “Anche se ho ingerito quella stupida pozione che ci avete nascosto nell’acqua della cena, non significa che sei autorizzato a costringermi a fare sesso con te!”
“Costringerti? Perché mai?” Le sfiorò il carnoso labbro inferiore con un dito, sfuggendo per un pelo alla presa dei suoi denti. “Non ci sarebbe gusto, credimi.” Sorrise. “Ma potrei costringerti a baciarmi…”
‘Baciarlo? Mai!’ Posò una mano sul petto, tentando di calmare il battito impazzito del cuore. ‘Perché diavolo mi sento così con lui? E’ Malfoy!’, si ripeté per l’ennesima volta, osservando il bel viso di Draco impreziosito dal paio di occhi d’argento e le ampie spalle scosse da risate silenziose.
“Come osi ridere di me?!”
Draco sbuffò e si mosse velocemente, bloccandola sotto il proprio corpo senza, però, toccarla.
“Ah! Cosa credi di fare, Malfoy?!”, sbraitò totalmente sorpresa, infatti l’unica cosa che l’aveva minimamente avvertita del pericolo imminente era stato il fruscio dei pantaloni di seta grigia che lui indossava.
“Ti dico un’altra cosa, Granger. Prima della fine delle vacanze tu mi bacerai di tua spontanea volontà!” Scosse la testa notando che stava per ribattere. “No, zitta!” Sostenendosi su una mano usò l’altra per scostarle un ricciolo dalla guancia, gesto che le sembrò quantomai strano per uno come lui. “Intanto comincia a chiamarmi per nome.”
“Scordat…” Un groppo le chiuse la gola. ‘Dannazione a lui e alla sua pozione!’ “Uff… Draco?”, borbottò voltando la testa per non dover guardare quegli occhi così chiari e magnetici.
“Brava, Mezzosangue.” Rotolò sulla schiena e con la bacchetta spense tutte le candele, facendo sprofondare la camera in una penombra sensuale. “Dormi, ora. Come vedi sei finita a letto con me. Sei tu che pensi male.”
Lei si accoccolò sotto le calde coperte, osservano la schiena che le rivolgeva Draco.

Sala Comune Slytherin, sera di Natale, prima di cena.
“Mezzosangue, ti avevo detto di portarmi un bicchiere di Firewhiskey, non questa… questa…”
“E’ Burrobirra, Draco, non acqua di rose. Non diventi gentile bevendola”, ringhiò Hermione sbattendogli il bicchiere fra le mani prima che lui potesse risponderle per le rime.
Era seduta sulle gambe di lui e aspettavano gli altri per la cena accanto al grande caminetto di pietra nera.
“Tsk!” Malfoy sbatté il calice su un tavolinetto, poi posò la mano sulla coscia destra della ragazza, lasciata scoperta dall’abito di velluto viola stile impero che indossava e la fissò negli occhi.
“Che vuoi?”, borbottò lei arrossendo leggermente.
“Lo sai ma non me lo vuoi dare… E’ Natale e bisogna essere tutti più buoni”, mormorò baciandole lievemente il collo.
“Comincia tu a essere più buono, poi vediamo”, rispose rabbrividendo nell’anima.
Quegli ultimi due giorni erano stati un inferno, non tanto per lei che straordinariamente era trattata piuttosto bene; quanto per i suoi compagni Harry, Ron e Neville, i quali già non sopportavano più i rispettivi padroni.
Ron era quasi stato strozzato da Tiger con un festone brillantinato, causa la rispettiva insofferenza.
Harry aveva le braccia sempre più nere, Goyle si divertiva a usarlo come sacco da box.
Neville non sopportava più le continue richieste di Pansy, la quale non sopportava più l’inesistente grazia del ragazzo.
Decisamente, non erano belle vacanze per nessuno di loro. Che Natale orrendo!
Le uniche in un certo senso fortunate erano Hermione; Ginny, che aveva scoperto una certa simpatia in Daphne; e Luna, che aveva decorato la camera di Blaise con strane decorazioni natalizie made-in-Lovegood utili a tenere lontani i Nargilli.
“Io sono sempre buono, Granger. Sei tu che non vuoi conformarti allo spirito natalizio”, celiò Draco mordicchiandole una spalla nuda.
“Be’, vedi di smetterla. E’ ora di cena!”, sbottò scostandosi di qualche centimetro sentendo arrivare i compagni.
“Appunto”, mormorò Draco. ‘E saresti un ottimo bocconcino se solo non fossi così ritrosa.’ “Comunque Buon Natale.”

“Queste vacanze sono meglio del previsto”, commentò Ginny poco dopo la cena, sedendosi con un sospiro accanto a Hermione. “Harry e Ron sono stati i più sfortunati, temo che presto ritroveremo quattro cadaveri nel dormitorio maschile…”
“Non dirlo, ti prego! I Tarlyn sono attirati dalla carne morta!”, inorridì Luna, intenta a riattaccare un bottone ad una camicia di Blaise.
Tarlyn, Luna?”, chiesero in coro le due ragazze pur temendo la risposta.
“Sono i tarli della carne morta! Se ne trovano a migliaia nei cimiteri! Mio padre l’anno scorso ha finanziato una spedizione per eliminarli del tutto. Sono il flagello dei cimiteri!”
Herm e Ginny evitarono di guardarsi per non scoppiare a ridere, mentre la bionda Ravenclaw continuava a parlare dei misteriosi (e molto probabilmente inesistenti) esseri.
In quel momento davanti al camino acceso comparve un’enorme pila di regali; in effetti cominciavano a pensare che la McGranitt avesse requisito tutti i pacchetti visto che solitamente li ricevevano la mattina di Natale e non la sera tardi.
“Oh! I regali!”, esclamò Pansy, avvolta da un semplice vestito verde smeraldo, travolgendo Neville nella fretta di conquistarsi il primo posto davanti al camino.
In meno di cinque minuti ognuno si era ritirato in un angolo della stanza con i propri doni, deciso a gustarsi in santa pace quel momento sublime che si aspetta per tutto l’anno.
“Ed ecco a voi il solito maglione stile Mamma-Weasley!”, esclamò Ginny tirando fuori da un sacchetto luccicante un bel maglione color castagna con ricamato sopra un vivace albero di Natale.
Hermione sorrise e prese ad aprire i propri: un libro sull’Aritmanzia da parte di Harry e Ron, un maglioncino a collo alto dai suoi genitori, un maglione dorato da parte della signora Weasley, un piccolo gattino di porcellana che somigliava tremendamente a Grattanstinchi da Ginny… e una deliziosa catenina d’argento con un ciondolo a forma di H impreziosito da uno smeraldo tagliato a forma di mezza luna.
“Oh, che carina, Herm! Chi te l’ha regalata?”, le chiese l’amica aiutandola ad agganciarla.
“Non so… Forse il cartellino è andato perduto.”
“O forse hai un ammiratore segreto!”, scherzò l’altra facendole l’occhiolino.
“Sì, forse…”
Ma un orrendo sospetto si stava già formando nella sua intelligente testolina.

30 Dicembre, ultimo giorno delle vacanze natalizie e della punizione.
“Potresti anche essere più gentile con me, Mezzosangue. Dopotutto non vedo perché dovresti ridarmi la catenina.” Draco sfiorò con il dorso delle dita la pelle vellutata su cui riposava l’H d’argento.
“Perché, Draco, con questo regalo ho capito che progettavi quella pozione da mesi, e che molto probabilmente hai offeso Ron apposta perché sapevi che la McGranitt non ci sopportava più!”
“Effettivamente è da Luglio che ci penso, ma non è stato così male, no?”, sussurrò accarezzando la D e la M quasi sparite dalla mano di lei.
“Invece sì! Tu mi hai costretta a dormire mezza nuda nel tuo letto”, ignorò il ghigno malizioso che gli curvava le labbra, “e Tiger e Goyle ne hanno approfittato per pestare Harry e Ron tutta la settimana, rovinandogli le vacanze di Natale!!”
“Uh… Dettagli, Granger. Lo avrebbero fatto comunque.”
‘Insopportabile! Insopportabile!’ Fece per girarsi e andarsene, ma lui le prese il braccio e la intrappolò contro il freddo muro di pietra.
“No, non così, Mezzosangue. Sei in mio potere fino a stasera alle dieci e quarantatre minuti!”
“Và al diavolo”, borbottò lei, cercando di svignarsela da sotto il braccio destro di Draco.
“Finiscila, Mezzosangue. Non riusciresti a sfuggirmi nemmeno volendolo con tutte le tue forze.” Sfiorò con leggerezza un morbido riccio posato sulla spalla della ragazza. “E poi… Lo sai che se ti trovi sotto il vischio e non baci il tuo compagno poi sarai sfortunata tutto l’anno?”
“Quale vis…?” Ammutolì notando l’innocuo rametto appeso sopra le loro teste, decorato da stelline argentee.
Quello, Granger.” Si piegò su di lei, fissandola negli incerti occhi dorati. “E tu non vuoi essere sfortunata, vero? Quest’anno ci sono i M.A.G.O.”
Hermione non aveva mai sentito parlare di quel modo di dire; d’altronde non era mai stata sotto il vischio con qualcuno che non avrebbe voluto baciare… Balle! Eccome se voleva baciare quello stronzo!
“In effetti non mi piace essere sfortunata”, disse senza guardarlo. Sarebbe stato troppo vedere la luce della vittoria brillare in quegli occhi d’argento.
“Nemmeno a me”, rispose Draco sollevandole il mento con un dito prima di posare le labbra su quelle di lei.
‘Sì, Hermione, sei davvero una stupida perché così gli hai fatto vincere quella maledetta sfida che ti ha lanciato una settimana fa. Prima della fine delle vacanze natalizie mi bacerai di tua spontanea volontà…
E ad essere sinceri lo stava facendo, non si sentiva obbligata visto che Draco teneva le mani premute (a fatica) sul muro, ed era lei che gli aveva circondato il collo con le braccia per avere un più facile accesso alla bocca calda e setosa del ragazzo.
Il Furetto non baciava poi così male, e se all’inizio Hermione aveva pensato che non avrebbe sopportato un suo bacio, be’, anche lì si era sbagliata.
Era piuttosto irruente, ma Malfoy con la sua Mezzosangue preferita non avrebbe mai potuto essere gentile e tenero. No, perché lei gli metteva il fuoco nelle vene. E poi andiamo, aveva sognato quel bacio per una settimana… l’aveva nel letto e non poteva farci niente… doveva approfittarne finché poteva!
Si staccarono poco dopo, entrambi con il respiro affannato come dopo una maratona.
“Non avrebbe dovuto piacermi così tanto”, mormorò Draco posando le mani sui fianchi di Hermione.
“Nemmeno a me.”
Lui alzò un sopracciglio, lei arrossì. ‘Non è stata la pozione a farmi parlare…’
“Te l’avevo detto… La prossima volta farai sesso con me… di tua spontanea volontà.”
“Mai!”
Mai è un periodo di tempo molto lungo… Hermione.”

Daphne prese sottobraccio Blaise, e insieme si diressero verso la camera del ragazzo; l’eco dei passi di Hermione che si allontanava da un sorridente Malfoy estremamente soddisfatto di se stesso si perdeva dietro la coppia.
“Sei stato un genio, Blaise, a far apparire quel rametto di vischio sopra le loro teste!”, ridacchiò la bella Slytherin allungandogli un bacio sulla guancia. ‘E così alla fine la Gryffindor ha ceduto al nostro Draco… Eeeh, la magia del Natale fa questi scherzi… O forse neanche quella, è da Settembre che ho notato che Hermione non gli è poi così indifferente… Certamente il vischio ha qualche merito, però…’
“Lo so, mia cara Daff. Pensi che ci sarà un seguito? Ma non al prossimo Natale, altrimenti a Draco viene un colpo…”
Daphne fece spallucce, ma gli occhi verde acqua brillavano di malizia. “Forse…”

   
 
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