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Autore: scrittrice in canna    28/10/2013    1 recensioni
Ziva parte per il funerale di suo padre ma l'abbraccio a Tony la fa ricredere sulla storia di suo padre. Finchè non incontra Aadam, un ragazzo dolce che però rovinerà tutti i piani della ragazza. Una storia che riprende stralci dei migliori momenti dei due e ci aiuterà ad arrivare a fine Settembre ;)
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anthony DiNozzo, Ziva David
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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- Questa storia fa parte della serie 'Tiva everywhere.'
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Capitolo 7
Will dance with a man who deserve your love.


Mi svegliai, cercai di mettere a fuoco la stanza in cui mi trovavo, dopo qualche secondo ricordai dove mi trovavo e cosa era successo: mi ero appisolata insieme a Tony, di fronte a lui, senza rendermene conto. Mi alzai, cercai i vestiti che avevo sistemato su una sedia e mi avviai verso il bagno, chiudendo la porta lo vidi dormire e ricordai tutta la lista di cose che voleva fare prima di andare al locale, se avesse continuato a dormire non sarebbe riuscito a fare un quarto delle cose che mi aveva elencato.
 Lavandomi la faccia il mio occhio cadde inevitabilmente sulla mia immagine riflessa nello specchio e realizzai che se la piccola Ziva, la bambina che viveva a Tel Aviv in un piccolo appartamento con i suoi genitori, mi avesse vista, forse non sarebbe stata orgogliosa di me.

Questo posto mi si addice!” disse Tony guardandosi intorno. Il locale era pieno di gente che ballava e si divertiva, musica ad alto volume e barman che giravano frenetici dietro ai baconi per soddisfare le ordinazioni dei clienti, noi compresi, aveva ordinato due martini per mimetizzarci nella folla, come una coppia qualunque, a me non importava molto, l’unica cosa a cui pensavo era trovare Kraus, non riuscivo a vederlo e stavo smaniando, giravo gli occhi a destra e sinistra, snodavo il collo per vedere dietro le persone che mi bloccavano la visuale, ma dell’uomo che cercavo nessuna traccia. Intanto era partito un lento e molte persone se ne erano andate per sostituirsi a coppie di ragazzi.
Balla con me.” Mi prese la mano e m spinse verso la ista stringendomi la mano, dal canto mio ero totalmente stordita, non riuscivo a capire quello che stava succedendo, almeno finchè non cominciammo a ballare, a quel punto sorrisi, un buon modo per avere una visuale completa su tutto il locale, agganciai il mio bersaglio e non avevo alcuna intenzione di togliergli gli occhi di dosso, fin quando non cominciò a guardarmi con un po’ troppa insistenza, d’altro canto non era molto normale che una ragazza ,che sta ballando un lento con quello che si suppone debba essere il suo ragazzo, guardi il cameriere del locale, così distolsi lo sguardo e mi concentrai su Tony
Credo che mi abbia scoperta… non ne sono sicura…” dissi dando voce ai miei dubbi
Tranquilla, lo vedo, fai come se stessimo insieme.” A quella frase mi concentrai totalmente su di lui fino a rimanere incantata dl suo sguardo, continuavo a fissarlo e sorridere, ondeggiando lievemente a ritmo di musica.
 
 

“Per quanto starai lontano?” chiesi a mio padre che ballava con me
“Questa volta è diverso, non so quando sarò di ritorno.” Rispose lui francamente abbassando lo sguardo verso di me, affondai la faccia nel suo petto per non farmi vedere sull’orlo del pianto
“Oh, la mia Ziva. Un giorno ballerai con un uomo che merita il tuo amore.” Mi disse sorridendo.
 

In quel momento eravamo solo noi due, nessun’altro, forse il momento più bello di tutta la serata. Non ero riuscita a rievocare ricordi simili in nessun modo né sull’aereo né in sogno, ma mi era bastato avvicinarmi a lui per farmi tornare in mente una delle serate più belle con mio padre prima che i miei si separassero.
Proprio in quel momento spostai un attimo lo sguardo e lo vidi, mi allontanai a velocità stratosferica verso quello che credevo essere Ilan Bodnar, ma che poi si rivelò essere il fratello: Yaniv.
 
Tornati a Washington ero distrutta, delusa e quasi rassegnata al pensiero che non avremmo mai trovato Ilan o almeno non vivo, oltretutto ero rinchiusa in macchina con Tony, molti diamanti e altrettante domande. Uno stupido impulso mi portò a provarmi un diamante al dito, per vedere come sarebbe stato se, quel giorno, Ray mi avesse portato un vero anello e non soltanto un cofanetto vuoto.
“Ti sta bene.” Mi risvegliai dai miei sogni di bambina e lo guardai per qualche secondo, pensai che forse quel cofanetto vuoto aveva portato più cambiamenti di quanti ne avrebbe portato uno pieno perché mi aveva fatto aprire gli occhi. Per la prima volta piansi, parlai di Orli, dissi ciò che pensavo, senza preoccuparmi di nulla, le parole uscivano semplicemente come un fiume in piena, solo quando le nostre mani si strinsero mi fermai e lo guardai decisa a dirgli tutto ciò che avevo realizzato in quel viaggio a Berlino ma proprio quando stavo per dirgli tutto lo sentì gridare e saltarmi addosso, proteggermi come uno scudo. Poi il buio.
Mi risvegliai per poco, giusto il tempo di vedere Ilan Bodnar prendere i diamanti e scappare via su una macchina.
 
Mi ritrovai su un letto d’ospedale con un braccio ingessato e un dolore lancinante nel settanta percento del corpo, sul lettino accanto al mio riposava Tony con un cerotto sul naso, per prima cosa mi misi seduta e provai ad alzarmi, non senza problemi. Subito dopo si svegliò lui e cominciò a fare mille domande, mentre cercavo di rispondere e, contemporaneamente, combattere contro l’emicrania, fortunatamente in quel momento entrò Gibbs con Vance, mi sentì sollevata, ovviamente non potevamo lavorare e io non potevo nemmeno avere la mia pistola. La serata non sarebbe potuta cominciare meglio.
 
I pensieri di una scrittrice in canna
Buonasera!
Ora tutti avete visto Berlin. Yeee!
No, non sono per niente contenta perché tra poco l’undicesima stagione comincerà anche in Italia e io non voglio T^T
E poi tra due settimane comincia a lavorare Bishop e a me non piace più di tanto l’idea! X(
Vostra
Scrittrice in canna
   
 
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