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Autore: IrishBreeze    15/04/2008    10 recensioni
“Comunque sia, pace in terra o meno, siamo ad aprile ed ancora nevica. Dico, vi pare possibile?”
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Aquarius Camus, Scorpion Milo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: April’s Fool

Fandom: Saint Seiya

Pairing: Camus/Milo

Con la collaborazione di: Shaka, Aioria e Aphrodite

Mi sento in dovere di dire: SCUSATEMI.

APRIL’S FOOL

“Comunque sia, pace in terra o meno, siamo ad aprile ed ancora nevica. Dico, vi pare possibile?”

Detto questo, Milo si ritenne soddisfatto delle sue abilità di conversatore e si portò la tazzina colma di un ottimo Earl Grey alle labbra, aspettando la risposta degli altri ospiti.

Shaka, in qualità di padrone di casa, fu il primo che si riscosse dallo sbalordimento. Un po’ perché ormai si era abituato all’idea di essere circondato da degli idioti simili, un po’ per evitare a Milo l’imbarazzo delle impietose parole di scherno che Shaka leggeva negli occhi di Aioria, pronto ad aprir bocca.

“Milo. Sarebbe strano sì, che nevicasse con queste temperature. Infatti non è successo.”

Aioria si volse costernato verso Shaka. Provo qualcosa di molto simile all’ammirazione assoluta. Il Cavaliere di Virgo era davvero una persona encomiabile. Uno stoico. Un forte. Un determinato. Un incredibile guastafeste.

“Mi prendete in giro? L’altro ieri sera ha nevicato!”

“Milo, caro il mio amicone, e se dunque ieri avesse effettivamente nevicato, che fine avrebbe fatto la bianca neve scesa dal ciel?”

Shaka sorrise impercettibilmente nel vedere l’espressione confusa di Milo alle parole di Aioria.

“Beh… Si è sciolta. No?”

“Certo, come no. Si è sciolta così in fretta che solo tu l’hai vista”

Milo si voltò stizzito verso Shaka in cerca d’aiuto, ma ottenne solo un magro “Ha ragione lui!”

“Mi state prendendo in giro? L’altro ieri nevicava, ne sono certo!”

Aioria aveva abbandonato la sua tazza di Earl Grey sul tavolo e fissava costernato il Cavaliere dello Scorpione.

“E come diavolo puoi dire di esserne certo? Prove, ci vogliono!”

Milo incassò silenziosamente. Aioria alzò le spalle e ridacchiando finì di bere il suo tè ormai freddo.

Sapeva di non poter essersi sbagliato. Fortunatamente era ancora un uomo capace di discernere il vero dai sogni, e tutti i ricordi di quella sera portavano alla medesima conclusione: non poteva averlo solo sognato.

“Nevica”, gli aveva detto Camus. Ricordava benissimo di essersi stupito di una nevicata in così tarda stagione, ma i quel momento era preso da emozioni che gli impedivano di dispiacersi o preoccuparsi troppo per il resto del mondo. Chiedeva solo che Camus, invece che starsene come un ebete alla finestra, tornasse nel letto accanto a lui, e sembrava che lanciandogli addosso tutto quello che gli capitava fra le mani fosse un argomento piuttosto convincente.

Sentiva ancora nelle orecchie il “Ahia! Adesso te ne vai fuori a dormire nella neve!” di Camus, quando lo aveva colpito (per sbaglio) con un orrendo soprammobile che aveva trovato sul comodino.

“Io… me ne vado” Doveva vedere Camus assolutamente.

Salutò Shaka e Aioria (impegnati a discutere riguardo le implicazioni morali della pessima abitudine di Shaka di correggere i congiuntivi sbagliati altrui) e si diresse verso la casa dell’Acquario.

“Buongiorno, Milo di Scorpio!”

Milo sentì un brivido corrergli lungo la schiena. Aphrodite lo aveva spaventato.

“Buongiorno. Dove vai?”

“Giù. Tu?”

“Su.”

Avrebbero potuto salutarsi così, ma Milo richiamò nuovamente l’attenzione dell’altro Cavaliere prima che sparisse.

“Aphrodite. Rispondi sinceramente. Nevicava, l’altro ieri sera?”

Aphrodite sgranò alquanto teatralmente gli occhioni e scosse la testa, incuriosito.

“Mi fido?”

“Fidati. Perché dovrei mentire?”

E lo guardò come se anche lui ricambiasse tutta la fiducia che Milo aveva riposto in lui, e forse anche di più. In realtà Aphrodite guardava indiscriminatamente tutti così, solo che Milo era l’unico fesso che ancora ci cascava.

“Divertiti, comunque.”

E detto questo, corse via. Milo giurò di aver sentito risate di ragazzine e fruscii di gonnelle allontanarsi con lui, ma ultimamente riponeva davvero poca fiducia nei suoi sensi per crederci davvero.

Milo corse fino alla casa di Acquario. Non vide nemmeno un centimetro di neve. Anzi, un fiore insolente lo sbeffeggiava dal ciglio della strada con il suo meraviglioso rosso vermiglio.

“Grande e Divino Cavaliere d’Acquario”

Aveva deciso di evitare spettacolari entrate da idiota, ed infatti anche questa volta era riuscito a contraddire se stesso.

“Che vuoi Milo? Ho da fare”

“Parliamo un po’, Camus.”

Qualcosa in quella frase spavento l’indomito Cavaliere dei Ghiacci. Il verbo parlare, forse. Ho probabilmente quella sentenza non c’entrava nulla ed era l’espressione assurdamente serie e sorridente di Milo a turbarlo (ma si può davvero essere seri e sorridenti? Lui poteva.)

“Uh, sì. Siediti qua.”

Camus battè due volti la mano con fare invitante sull’enorme davanzale marmoreo dove stava appollaiato. Milo pensò leggermente abbattuto al divano in taffettà e chintz di Aphrodite, e maledì le sue assurde scelte in fatto di amanti.

“Il fatto è, Camus, che non sono più sicuro che quello che accade quando sono qui assieme succeda veramente. Non lo…sento.”

Camus presagiva qualche volgare doppio senso a sfondo sessuale, ma preferì evitare di pensare a quella eventualità confidando nel buonsenso di Milo. Perchè se così fosse davvero stato, Milo non se la sarebbe cavata con una misera Polvere di Diamanti.

“Di che stai parlando?”

“Beh, di un fatto preciso, a dire il vero.” Milo sembrava deciso “L’altro giorno… Cioè, notte. Ero qua e tu guardavi la neve da questa finestra.”

“Sì.”

“Ecco. Non c’è. Shaka e Aioria dicono che non ha nemmeno nevicato. Insomma… Mi domandavo. Siamo noi?”

Milo si irritò un pochino vedendo l’espressione beota di Camus. Era serio, lui, ma somigliava maledettamente a quella di Aioria.

“Ma sei completamente scemo? Ero io che facevo nevicare. Ha nevicato sì, circa da qua a qua” Camus indicò gli estremi del pesante davanzale in marmo “E tu sei un grandissimo deficiente.”

Notando l’aria superba e divertita di Camus, Milo si domandò se fosse il caso di rispondergli a tono o di scoppiare in una sana e fragorosa risata. Nell’indecisione gli mollò un pugno.

“Sei proprio stupido. E infantile. Un bambino stupido”

Camus si allungò e spinse quel bambino stupido verso di se. Milo si sistemò sulle sue ginocchia.

Fra le braccia di Camus pensò che per fortuna non c’era bisogno che si desse dell’idiota, ci aveva già pensato lui. E stranamente questa volta ne era contento, quasi riconoscente.

Era stato ingannato da una finestra fin troppo familiare, da una realtà così viva e pulsante da essere una finzione.

Provò ad immaginare che tutto quello che stava succedendo fosse solo un sogno, ma non ce la fece.

Soffocò un gridolino di gioia fra i capelli di Camus e si disse che sì, avrebbe continuato a crede nella neve, in fondo.

L’aveva vista con Camus, l’aveva fatta sua, aveva toccato quel davanzale che in quel momento benediva i loro corpi e che era tutto il suo mondo.

Qualcosa fuori dalla finestra attirò la sua attenzione e non si stupì quando vide candidi fiocchi di neve cadere ed imbiancare il paesaggio. Sorriso.

“Camus…”

“Sssh. Non sono io. Sta nevicando… davvero.”

_____________________________

….. Non so che dire. Mi vergogno TROPPO di avere scritto questa cosa xD

Diciamo che è solo uno stupido tentativo di riunire in una sola e piccola OneShot senza pretese (anzi, scritta piuttosto male, direi o.ò) tutti i feticci che contamino la mia vita da fan girl. Vedasi Shaka che prende il te, vedasi la correzione dei congiuntivi, vedasi i divani di chintz… Insomma, non vogliatemene xD

La cosa che mi dispiace è che l’idea di partenza non era poi così male e avrei potuto svilupparla in un adorabile mattone emo/angst di quelli che piacciono a moi xD Ma vabbè, dovevo fare questa cosa, era una scommessa contro me stessa u-u

  
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