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Autore: ALEEEE_98    28/10/2013    2 recensioni
Una ragazza di 21 anni che affronta per la prima volta una vita da sola. E' sempre stata con la sua mamma, ma ora vuole essere più indipendente e libera.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Universitario
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“Tesoro ti sei ricordata di annaffiare le piante sul balcone?”
“Si mamma.”
“Tesoro hai steso i panni sullo stendino?”
“Si mamma; ho appena finito di farlo.”
“Hai preparato qualcosa per cena?”
“Si mamma, faccio scaldare un hamburger e mangerò un po’ di insalata. Lo sai che mi arrangio da sola.”
“Sicura tesoro? Non ti serve qualcosa d’altro? Non farti problemi a chiedermelo. Qualsiasi giorno a qualsiasi ora puoi venire da me.”
“Lo so mamma, lo so”
“Ok allora posso stare tranquilla?”
“Certo, come sempre mamma”
“Va bene tesoro. Allora vado” e mi schiocca un bacio sulla fronte.
“Ciao mamma, ci sentiamo”.
E finalmente quella benedetta porta si chiude. Oh, che sollievo. Mia mamma alcune volte è troppo apprensiva. Ok spesso. Ho deciso di vivere da sola circa due mesi fa; insomma, sono una ventunenne! Anche io ho diritto alla mia indipendenza e poi non posso stare tutta la vita sotto lo stesso tetto di mia mamma. All’inizio ho dovuto seriamente litigare con lei perché non era per niente d’accordo con la mia “fuga”,  lei la chiama così. Io le ho spiegato un milione di volte che non volevo andare via da lei, solo che volevo essere più indipendente, più libera diciamo. Poi però sono riuscita a convincerla comprandomi un piccolo appartamento vicino a casa sua. Povera, la capisco, abbiamo sempre vissuto noi due da sole, perché non ho mai conosciuto mio padre. Penso che si sentirà un po’ sola.  Da piccola ho sempre chiesto a mia mamma perché tutti i miei amici avessero un papà, mentre io no. Allora mi raccontava sempre che era morto in un incidente stradale. Quando me lo raccontava, non mi guardava mai negli occhi e poco a poco compresi che mi stava mentendo, però non le dissi nulla per non turbarla. Poi arrivata all’età di dodici anni, ero stufa di tutto quel silenzio, presi mia mamma e gli dissi di dirmi la verità su mio padre. A quel punto non aveva via di scampo e così mi raccontò tutto dal principio. Circa quindici anni fa, mia madre vece un viaggio in Spagna. Era ancora molto giovane e s’innamorò perdutamente di un veneziano che studiava lì. Non avevano molte cose in comune, ma erano molto felici insieme. Non parlavano mai di matrimonio o del desiderio di avere in un futuro dei figli. Anzi, era mio padre che cambiava sempre argomento. Mia mamma aveva sempre desiderato di sposarsi, vivere in una bella casa con tanti figli, un po’ come il sogno di tutte le ragazze giovani, ma aveva paura della reazione del fidanzato. Dopo cinque anni di fidanzamento, un giorno mia madre scoprì di essere incinta. Era pazza di gioia all’idea di formare finalmente una famiglia con la persona che amava di più al mondo. Non vedeva l’ora di dar da mangiare a quella piccola creatura che sarebbe uscita dalla sua pancia, di farla addormentare, di insegnarle a parlare, a scrivere e chissà quante altre cose. Ma lui no. Appena ricevette la notizia, prese le sue cose e se ne andò senza dire una sola parola. Mia madre cadde in depressione ma si risollevò alla mia nascita. Mi fece crescere come meglio poteva e se sono la persona che sono è solo grazie a mia madre. Le devo tutto. Quindi capisco la sua apprensione, ma ho voglia di viaggiare, conoscere persone e farmi nuove esperienze, da sola. Sono una ragazza piena di sogni, desideri e sono anche molto testarda, qualsiasi obbiettivo mi do, lo raggiungo.
Mi misi sulla poltrona della mia nuova casa a fantasticare sul mio futuro. Non ho molta fame quindi decido di affacciarmi alla finestra e contemplare il nuovo paesaggio che mi si pone davanti: un bellissimo cielo stellato, un piccolo vicolo con alcune persone e  il bar-ristorante sotto casa. Il bar è illuminato da una grossa lanterna e ci sono due tavolini occupati da alcuni anziani che bevono allegramente tra risate e bicchieri di vino. Mi colpisce invece un tavolino solitario, con solo due sedie, senza tovaglia. Ad un tratto, vedo sbucare dal vicolo davanti a me una giovane coppia; sono mano nella mano e hanno l’aria di due adolescenti innamorati persi l’uno dell’altra. Si siedono sul tavolino solitario e con la luce di sole due candele, cominciano a mangiare. Ridono e scherzano per tutto il tempo e dopo aver pagato fermandosi proprio sotto la porta della mia casa, il ragazzo tira fuori un piccolo cofanetto. Lei molto incuriosita lo apre e ci trova un bellissimo anello, tutto ricoperto di diamanti. Ancora sotto shock dal regalo, il fidanzato s’inginocchia di fronte a lei e con una semplice frase chiede alla ragazza: “Vuoi sposarmi?”. Lei con gli occhi pieni di lacrime si avvicina a lui in un bacio lungo e passionale. Con il sorriso sul volto, decido di chiudere la finestra lasciando un po’ di intimità alla coppia. Ed osservando il cielo stellato mi addormento profondamente sperando di sognare qualcosa di felice che rallegri la notte scura.

  
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