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Autore: AnnaBolenaa    29/10/2013    1 recensioni
Essere dipendenti da uno sguardo è possibile? Per Alice si, ed è proprio quello che le sta capitando.
Non conosce il suo nome, non conosce la sua età.. non sa niente di lui.
Eppure i suoi pensieri sono tormentati da quegli occhi, così freddi e impetuosi da farle girare la testa.
Ma la vita è imprevedibile, e presto Alice si ritroverà in un tumulto di emozioni che forse non saprà gestire come dovrebbe.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Ciao a tutti :) Mi chiamo Chiara, e questa è la prima storia che pubblico.. Spero con tutto il cuore che vi piaccia :) Sarei davvero felice se mi lasciaste qualche recensione con i vostri pareri, perché essendo questa la mia prima esperienza su EFP ho un po' paura, lo ammetto ..:) Vi ringrazio tantissimo per l'attenzione e per essere passati di qui:) Un saluto a tutti :) Se la storia vi piace cercherò di provvedere :)








Questo è il video della canzone che ha dato il titolo alla mia storia.. é uno dei miei brani preferiti, e vi consiglio davvero di ascoltarlo, perché riesce ad emozionare come poche canzoni sanno fare.








CAPITOLO I




Le giornate volano veloci, i minuti giocano a rincorrersi senza sosta.. e il tempo sembra non bastare mai.
Il concetto di “tempo” mi ha sempre spaventata, ed è per questo che troppo spesso mi ostino a voler guardare al passato con occhi malinconici, occhi che forse non sanno guardare avanti e non sanno cosa sia il domani... chissà se un giorno la mia inquietudine lascerà spazio a qualcosa di nuovo.
I miei pensieri si confondono nel vento, e svaniscono veloci, senza concedermi alcuna possibilità di riportarli indietro.. probabilmente è meglio così, devo imparare a non rimuginare assiduamente sulle cose, ne va della mia salute mentale. Percorro le strade del centro a passo svelto, cercando di non calpestare le foglie gialle e arancioni che incorniciano le altrimenti spoglie vie.
La pioggia cerca insistentemente di bagnarmi il volto, spinta in modo impertinente dalla corrente d'aria che si è venuta a creare, ma io e il mio ombrello sembriamo resistere.. grazie al cielo sono quasi arrivata al lavoro.
Sono stata davvero fortunata a trovare qualcuno che mi abbia assunta in questo periodo di profonda crisi , più ci penso e più me ne rendo conto.. e spesso mi domando cosa abbia visto in me la signora Cinzia, una donna maledettamente in gamba e intelligente, che ha saputo costruire un impero senza l'aiuto di nessuno.
Una volta arrivata in ufficio la trovo già al lavoro, seduta sulla sua poltrona di pelle nera, intenta a controllare alcuni documenti e a trascrivere alcuni dati su un foglio bianco.
Chiudo in fretta l'ombrello e cerco di asciugare alla bell'e meglio le scarpe bagnate, strofinandole con forza sullo zerbino color pesca.
« Buongiorno tesoro! Hai visto che tempaccio?»
« Buongiorno Cinzia, scusami per il ritardo.»
La vedo alzare il braccio sinistro e controllare l'orologio, dopodiché sorride soddisfatta.
« Non dire sciocchezze, sei in perfetto orario.»
Sorrido anch'io. Oltre ad essere in gamba, questa donna è un vero spasso.
La sento canticchiare un motivetto a voce bassa, mentre il suo piede è intento a tenere il ritmo, facendo un rumore secco e deciso.
« Cara, per favore, controlla la mail. Il geometra mi aveva promesso che mi avrebbe mandato le piante dell'appartamento che vuole vendere.. spero non se ne sia dimenticato, quell'uomo è sempre più distratto. Secondo te è innamorato?»
« Spero per lui di no, non penso avrebbe molte speranze.. dovrebbe accontentarsi di un amore platonico.»
« Devi sapere che dopo una certa età esiste solo ed esclusivamente l'amore platonico.. e personalmente io adoro questo tipo di amore. »
Mi fa un occhiolino d'intesa, dopodiché mi siedo alla mia scrivania e inizio a controllare la posta elettronica, come richiestomi da Cinzia.
« Mi spiace, ma della e-mail del geometra non c'è ombra. »
« Cosa devo fare con quell'uomo? Poco male, vorrà dire che prima di andare a casa passerò dal suo studio a ritirarle.»
Mi giro verso di lei per poterle parlare senza darle la schiena, e in quel preciso instante la vedo guardare la foto di sua figlia Monica, che troneggia sulla scrivania in una cornice d'argento.
« Oh Alice, non sai quanto mi manca la mia bambina.. poi però, quando penso che lei è felice con il suo uomo, in una città bella come Londra.. beh, allora li la malinconia svanisce di colpo, e torno ad essere felice e meno egoista.»
Sorride, e quel sorriso è sicuramente dedicato a Monica, la sua unica figlia.
« Allora, basta con le ciance. Siamo in un'agenzia immobiliare, mica al mercato!»
Dopodiché prende il telefono e inizia a fare alcune chiamata, nella speranza di poter concludere qualche affaruccio al più presto.
Sono oramai tre mesi che lavoro qui, ho iniziato poco dopo la fine della maturità, e mi trovo davvero a mio agio... non potevo sperare in qualcosa di meglio.
Mentre Cinzia è al telefono, decido di prendere un po' d'aria fresca sul ciglio della porta.
La pioggia ha smesso di cadere e il vento è quasi cessato, anche se continua comunque a scompigliare leggermente i miei capelli e quelli dei passanti, mentre l'edicola di fronte ha ancora qualche problema con i giornali esposti.… e proprio in quel momento lo vedo.
Si sta dirigendo, come ogni mattina, verso l'altra parte della strada.. e per raggiungerla deve passare davanti alla mia agenzia.
E' elegantissimo, indossa una completo giacca e cravatta, come ogni giorno
Il suo passo è sostenuto, e il suono delle sue scarpe eleganti sull'asfalto consunto annunciano il suo arrivo, come fedeli messaggere.
Non gli ho mai parlato, non ci siamo mai rivolti la parola.
Ma come ogni mattina i nostri sguardi si incrociano per diversi secondi.. e i suoi occhi sono talmente gelidi, profondi e impetuosi che mi costringono ad abbassare lo sguardo ogni volta.
Non conosco il suo nome, non so quanti anni abbia, non so il perché della sua quotidiana eleganza e non ho mai capito dove lavori.
A volte ho la sfrenata tentazione di fermarlo, di seguirlo, di capire se i suoi sguardi sono voluti o meno.
Sono diventata così ossessionata da lui a tal punto da guardare ogni momento la strada, nella speranza di vederlo e di incontrare i suoi occhi.
Ovviamente nessuno sa di questa cosa, è il mio piccolo segreto.. anche se preferirei fosse il nostro piccolo segreto.
Pochi attimi e tutto svanisce. Lui è già lontano, non si volta mai indietro.
Non cerca mai un altro sguardo, non va mai oltre.
Non si concede oltre.
« Alice, tesoro, vieni un attimo per favore.»
La voce squillante di Cinzia mi riporta alla realtà.
Non ho mai osato chiederle nulla su quel ragazzo così sfuggente, anche se una volta li ho visti salutarsi.
« Ero distratta, scusami. »
« Non devi scusarti per ogni cosa, sennò mi fai arrabbiare! »
Ride di gusto, ed io la seguo a ruota.
Poi, improvvisamente, mi osserva con aria curiosa, alzando il sopracciglio destro.
« Senti un po', non è che sei innamorata anche tu?»
Strabuzzo gli occhi, sorpresa da quell'affermazione così audace e allo stesso tempo impertinente.
« No, figurati, io sono distratta di natura. Ma non sempre, tranquilla, solo quando posso concedermelo. »
Sorride, adesso la sua espressione è decisamente maliziosa.
« Guarda che a diciannove anni l'amore deve essere tutt'altro che platonico.. intese?»
Detto questo, torna nella sua stanza e si lascia cadere sulla poltrona.
« Vieni tesoro, aiutami con questi documenti.. non ci sto capendo più niente »
Do un'ultima occhiata fuori dalla porta, la pioggia ha ripreso a cadere imperterrita.
Per oggi basta così.












 
  
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