PRISON
Note: le parti scritte in corsivo sono dei flash back
Note 2: In questa fic, ho trascritto un pezzo di un'altra fic scritta in parallelo con questa. Ma per motivi strettamente di tempistica posto prima questo.
Grazie per l’attenzione.(si inchina)
Apro
di malavoglia gli occhi
non vedendo quasi nulla in realtà, tutto mi sembra sfuocato,
senza una forma
ben definita.
Sento
un motto improvviso di
nausea prima di richiudere gli occhi con forza cercando di distrarmi da
questo
onnipresente malessere.
Mi
sento debole, mi gira la
testa…..e dal male che sento alla base dell’addome
penso di essermi rotto una
costola.
“ehy!,
si è svegliato!”
Una
voce che non conosco mi
rimbomba nella mia povera scatola cranica prima di sentirmi
sballottolato.
Dove
mi stanno portando?
Faccio
a malapena a chiedermi
questo prima che le voci intorno a me si affievoliscano di nuovo fino a
non
essere più cosciente di nulla.
E
il buio mi ricirconda.
“Ohy,”
Mi giro nella tua direzione levando
il mio sguardo da
un libro incontrando il tuo.
“ che stai
facendo?” Mi chiedi avvicinandoti sedendoti
anche tu sul letto.
“leggo un libro, non
vedi?” ti dico mostrandoti le
pagine ormai gialle e consunte di un vecchio libro.
“vedo” dici
semplicemente guardandomi perplesso
“e quindi?” ti
chiedo guardandoti interrogativo
“pensavi non ne fossi capace?” ora tocca a me
guardarti perplesso aspettando
una risposta.
“non volevo dire
questo.” Ti difendi “ solo che sembra
strano vederti tranquillo tutto intento a leggere un
libro…”
Sorrido “eh
sì, a volte capita anche a me” ti dico
tornando alle mie pagine
“meglio
così” dici prima di alzarti e a prendere il
giornale sulla tua scrivania per pio tornare a sederti sul letto.
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Sono passati ormai diversi minuti
da quando ti sei
messo dietro di me a leggere il giornale e ora sembra che io non riesca
più a
concentrarmi sul mio libro. La mia mente divaga, mentre il mio sguardo
si perde
aldilà degli oblò aperti, dove entra il sole,
unica fonte di illuminazione
della tua cabina.
Sposto il mio sguardo su di te,
intento a leggere il
giornale e un idea mi balena nella mente, mentre il rumore delle onde
infrante
sullo scafo ci fa da sottofondo.
Sorrido malizioso chiudendo
silenziosamente il libro
mettendolo da parte muovendomi poi furtivo nella tua direzione, come un
abile
cacciatore che si avvicina alla sua preda.
Mi avvicino in silenzio carponi sul
letto prima che
con una spinta ti salti addosso come un felino distruggendo i tuoi
intenti di
lettura e relax insieme al tuo giornale.
“PORTGAS!?! Che cavolo
stai facendo!??!” mi chiedi
adirato prima di trasformare il tuo intento omicida in un dato di fatto.
“Ninete di
speciale” ti dico sorridendo “ho solo
pensato che visto che sono rare le occasioni per stare un po’
insieme pensavo
che fosse uno ‘spreco’ passare il tempo con te a
leggere uno stupido libro” ti
dico avvicinandomi ancora di più mettendo una mano vicino ai
tuoi pantaloni
arrivando alla tua altezza e abbastanza vicino da mischiare il mio
respiro al
tuo. “mi sembravi troppo tranquillo in
effetti….” Mi dici guardando in alto
scuotendo la testa prima di scompigliarmi i capelli affettuosamente
attirandomi
poi in un dolce abbraccio prima di baciarmi.
Una
voce, una voce che non conosco
mi sta chiamando.
Mi
fa male la testa…..anzi,
mi fa male dappertutto.
Una
scossa di dolore acuto
pervade le mie membra non appena cerco di muovermi.
Socchiudo
gli occhi nella
luce soffusa di quel che riconosco essere una prigione.
Sbatto
le palpebre cercando
di mettere a fuoco le poche persone davanti a me mentre tento di
muovere le
braccia indolenzite senza successo. Dal rumore che sento credo che
siano catene
quelle che sento stringere i miei polsi così come le mie
caviglie. Sicuramente
della seastone, senza alcun dubbio….
“Portgas
D Ace”
Uno
sconosciuto pronuncia il
mio nome, chi diavolo è?
Cerco
di sollevare nuovamente
la testa, tutto ha cominciato a girare intorno a me, ma prima che la
mia testa
ricada nuovamente sul mio petto una mano ferma la sua caduta sollevando
la mia
testa obbligandomi a guardarlo in faccia.
Pochi
secondi prima di
riprendere il controllo di me stesso.
“Teach”
sibilo riconoscendo
il traditore, ma prima di dire qualsiasi cosa sento il suo pugno
colpirmi in
pieno stomaco facendomi sputare sangue.
Non
un lamento esce dalle mie
labbra.
“Non
un solo lamento. Bravo,
degno del secondo comandante della flotta di barba bianca.”
Strizzo
gli occhi scuotendo
la testa, dissolvendo la nebbiolina che pericolosamente mi era calata
intorno
alla vista, non dico nulla limitandomi a fissarlo serio.
Mi
afferra per l’attaccatura
dei capelli strattonandomi verso di lui, sento le braccia dolermi
così come le
gambe mentre mi tira con forza facendo si che le catene che mi tengono
legato
mi mordino la carne fino a farla sanguinare.
“Ace,
Ace…non guardarmi
così.” Mi dici con quella faccia snervante, ti
prenderei a pugni se potessi.
“Non fare inutile resistenza, unisciti a me” mi
dici ancora insistente. Tento
di spostare la mia testa senza riuscirci, intrappolato dalla presa
ferrea delle
sue dita.
“Non
insistere. Io non farò
MAI parte della tua ciurma” Non so nemmeno io dove trovo la
forza di rispondere
così.
La
mia gola riarsa brucia, ma
la mia voce anche se un po’ debole è ferma e
decisa.
“tsz”
dici solo lasciandomi
andare tirandomi un altro pugno alla bocca dello stomaco.
“Pensaci.
Prima o poi
cambierai idea. E questo mi pare un luogo adatto per
meditare.”
Tossisco
cercando di
sopportare il dolore che pulsa come se fosse una parte viva del mio
corpo.
Penso
che ora la quota di
costole rotte sia salita a due.
Il
mio respiro è faticoso
mentre la testa a ripreso a girare.
“benvenuto
ad Impeldown”
“ Ace,
svegliati”
La tua voce arriva calda alle mie
orecchie, ma
comunque non voglio svegliarmi, voglio stare così ancora un
po’, voglio restare
ancora un po’ qui con te.
“non fare finta di
dormire…” mi ammonisci tirandomi un
buffetto sulla testa.
“hmh…che
c’è?” ti chiedo ancora assonnato
costretto a
sollevare la mia testa dal suo comodo giaciglio (tu) Mi sollevo facendo
pressione sulle braccia aprendo gli occhi incontrando i tuoi.
Sorrido prima che le tue labbra
incontrino le mie in
un dolce sfiorarsi proprio di quando mi svegli alla mattina.
Ah, se tutti i miei risvegli
fossero così…..
“Buon giorno.”
“Buon
giorno….” Mormoro infilando la mia testa
nell’incavo tra il tuo collo e la spalla circondandoti con un
braccio.
“sai che ore
sono?” mi chiedi circondandomi con un
altro braccio accarezzandomi i capelli.
No, e non mi interessa.
“è quasi
l’alba” mi mormori.
“No, non voglio andare via ora. Sto così
bene qui….” Mormoro
stringendomi di più a te.
“Non fare il
bambino.” Mi rimproveri. “devi andare” mi
dici perentorio anche se non fai nulla per allontanarmi da te.
“uffa! Sei sempre il
solito guastafeste!” mi lagno
mettendomi seduto stropicciandomi gli occhi. Ma comunque mi alzo
dandoti le
spalle mentre mi rivesto. Sento il tuo sguardo scivolare su di me,
osservandomi
in silenzio come quando fai quei dieci minuti che ti svegli prima di me
mentre
dormo.
So che
al mio risveglio troverò sempre
il tuo sguardo su di me
Senza che me ne accorgo il mio
sguardo scorre sul
paesaggio dietro gli oblò chiusi ma con le tende aperte, il
sole sta per
sorgere da un momento all’altro.
“ohy,
vecchio..” ti chiamo una volta vestito
“mhm?”
“Non credere di sfuggirmi
stasera, finché
rimarrai nei paraggi avrai presto mie
notizie” ti dico sorridendo prima di schioccare un veloce
bacio sulle labbra.
“non ne dubito”
mi dici trattenendo a stento un
sorriso divertito.
“e ora fila prima che
qualcuno ti veda” mi ordini
fissandomi con quel tuo sguardo intenso….
“Agli ordini mio
capitan!” dico solenne mettendomi
sull’attenti prima di saltare giù dagli
oblò atterrando sulla mia barca.
“Scemo” ti
sento dire da lontano prima che il tuo
volto faccia capolino dagli oblò aperti con un sigaro in
mano.
“sei ancora
qui?” mi dici canzonatorio
“SI, e ci sarò
sempre!”
Sorridi e sorrido anche io.
“Allora a
presto”
Mi
muovo lentamente,con
cautela mentre cerco di riprendermi e capire dove mi trovo.
La
superficie su cui sono sdraiato
è dura e fredda. Ho i brividi.
Mai
avrei pensato di sentire
così tanto freddo in tutta la mia vita.
Mi
giro su un fianco
imprecando subito per la fitta che sento martellarmi fin dentro al
cervello.
Mi
piego un po’
rannicchiandomi, circondando la zona in cui si concentra maggiormente
il dolore
con le braccia.
Socchiudo
gli occhi
osservando lo spazio intorno a me.
A
giudicare dai mattoni neri,
dal pavimento umido e dalle sbarre ritte davanti a me direi che sono in
una
cella.
Mi
muovo ancora cercando di
alzarmi a sedere facendo tintinnare le catene che tengono ancora legati
i miei
polsi.
“Dio
che pessimo risveglio.”
Tento
di stabilizzarmi non
senza qualche difficoltà.
Impreco
tenendomi la testa
pulsante con le mani.
Niente
a che vedere con i bei
risvegli a cui era solitamente abituato da un po’ di tempo a
questa parte.
Un
sorriso amaro mi increspa
le labbra mentre guardo fuori dall’unica finestra che
c’è il cielo azzurro.
E
così era rinchiuso ad
Impeldown eh?
La
prigione di massima
sicurezza….altro che Enies lobby!
Ci
voleva un miracolo per
uscire da una situazione così.
Ma
infondo non si era mai
arreso e sicuramente non intendeva farlo adesso.
Mi
appoggio completamente
alla parete rabbrividendo dal freddo.
Chiuse
gli occhi cercando di
non pensare a quella situazione.
Guardò
ancora fuori notando
una nube bianca salire nel cielo azzurro pastello.
Guardò
quella striscia bianca
a lungo prima di addormentarsi stanco.
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“Ace, svegliati”
“hmhm…..che
c’è?”
Disse
aprendo gli occhi
ancora assonnati, cercando il proprietario di quella voce
così famigliare,
cercò di trovarlo con le braccia ma quello che
toccò fu solo aria, Si appoggiò
meglio alla superficie su cui si era addormentato, ma quella non era la
superficie morbida del letto di Smoker.
Aprì
gli occhi muovendosi di
scatto imprecando, le sue membra indolenzite muovendosi
all’improvviso avevano
svegliato tutto il
dolore in un colpo.
“Maledizione!”
imprecò sospirando poi senza
forze l’attimo dopo chiudendo gli occhi, per poi riaprirli
volgendoli alla
finestra dove un cielo cosparso di stelle dava bella mostra di se.
Se
ne sarebbe andato di lì un
giorno.
Doveva
solo rimettersi in
forze ed escogitare qualcosa.
Sarebbe
di nuovo tornato
libero.
Ne
era certo.
[End?]
Un
ringrazieamento speciale a
Midnight_erin , Yusaki e ad _ALE2_(si a tutte e due^.-)
per avermi incoraggiato a scrivere ancora,
grazie infinite!(si inchina) Ringrazio ancora soprattutto le due ALE
per il
lavoro che stanno svolgendo! (popolare internet di fan fiction Smoker x
Ace in
italiano non è un impresa facileXXD) Non vedo
l’ora di leggere!*.*
Vi
prego avvertitemi non
appena postate la suddetta fic!*ç*
Un
bacio.