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Autore: AliceCutso    29/10/2013    4 recensioni
Dove tutto ebbe inizio.
(dalla storia): Sento Melany urlare dentro casa e accelero il passo con il cuore a mille. Cos'è successo?
Quando apro la porta la trovo in piedi in mezzo alla cucina mentre sgrida Katniss e Primrose. In mano regge un paio di corde intrecciate.
Si volta verso di me con gli occhi spalancati e traboccanti di rabbia -Hai visto cosa hanno fatto? Che cos'hai fatto? Stavano cantando quella tua stupida canzone!-.
Sorrido alle bambine cercando di rincuorarle un po' -Katniss porta fuori tua sorella, andate a giocare-.
La bambina annuisce con la serietà di un adulto e prende per mano la sorellina. Quando mi passa accanto le poso una mano sulla spalla e le sussurro all'orecchio -Potrebbe essere sconveniente cantare in giro certe canzoni per il momento. Intesi?-.
-Si papà-.
-Brava bambina-.
Appena sono abbastanza lontane mia moglie scaglia la sua ira contro di me.
-è tutta colpa tua! Tu e la tua rivolta! E se qualcuno le avesse sentite?-.
La abbraccio e le accarezzo i capelli -andrà tutto bene, fra non molto daremo inizio a tutto e Capito City cadrà-.
-Non voglio che le nostre figlie vengano coinvolte-.
-tranquilla, non succederà mai-.
Genere: Avventura, Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mr. Everdeen, Mrs. Everdeen, Presidente Snow
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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-è tutto pronto per domani-.
-Shh-. 
Un pacificatore ci passa accanto osservandoci lavorare. Ricominciamo a parlare solo quando si è allontanato nell'ascensore.
-Accidenti Mike stai attento! Se ci avesse sentito?-.
Lui scrolla le spalle -Gli avrei detto che mi riferivo a una partita di carte con gli altri e poi lo avrei invitato. Lui avrebbe sicuramente rifiutato e sarebbe finita li-.
-Sei troppo sfrontato per essere il mio braccio destro Hawthorne-.
-Beh, ormai è un po' tardi per cambiare Everdeen-.
-Già suppongo che sia così-.
La campanella suona e noi ci mettiamo i nostri picconi in spalla come ogni giorno. 
-sai cosa suppongo io? Che domani sarà il mio ultimo giorno in questa schifosa miniera-.
-Se non ci faremo ammazzare-.
-ma no che non ci faremo ammazzare!-.
Ci si avvicina Miller mentre si strofina un la fronte con un fazzoletto lercio -non lo so ragazzi. Forse dovremmo aspettare ancora qualche mese, pianificare meglio-.
-Non possiamo! Dobbiamo agire il prima possibile e vincere... fra non molto mia figlia maggiore compie dodici anni-.
-... mi dispiace Rich.. fra quanto?-.
-Cinque mesi-.
-mi ricordo quando Gale ha fatto i dodici...- Mike mi da qualche pacca sulla spalla.
Io scuoto la testa mentre entriamo nell'ascensore insieme agli altri.
-i compleanni non dovrebbero essere un momento di angoscia ma di piacere. Potete scommetterci, appena tutto questo sarà finito, mangeremo insieme la torta di compleanno di mia figlia-
La graticola dell'ascensore si chiude con un rumore metallico e noi cominciamo la risalita.


Sono appena uscito dalla miniera quando un pacificatore mi afferra per il braccio -Mr. Everdeen?-.
Ha una voce dura e autorevole, quella che usano quando devono annunciare un'esecuzione -Sì-.
-Venga con me-.
Scambio uno sguardo con Mike il quale se ne va apparentemente tranquillo. In realtà sta andando ad assicurarsi che la dinamite sia al sicuro dove l'avevamo nascosta.
Con stupore mi porta al Giacimento e mi lascia davanti a una casa che avevo sempre ritenuto disabitata sin da quando ero piccolo.
Entro e tutto è come dovrebbe essere: Le pareti sporche e spoglie, pochi elettrodomestici arrugginiti. Il caminetto però è acceso e su di una pulita poltrona siede un uomo corpulento dai capelli bianchi e una rosa appuntata all'occhiello della giacca.
-Presidente Snow, che sorpresa-.
-Si sieda Mr. Everdeen-.
Facci come mi viene detto e mi accomodo sulla poltrona più sudicia rispetto a quella del presidente.
-Cosa ci fa qui?-.
-solo una visita a uno dei miei Distretti. Mi hanno detto molte cose interessanti su di lei, volevo conoscerla-.
Sento sulla nuca alcune goccioline di sudore ma cerco di non darlo a vedere con un sorriso.
-e cosa può mai aver sentito su di me Signore?-.
-Oh lei è molto conosciuto e amato in tutto il Distretto, sopratutto fra i suoi colleghi. è per questo che mi sento di doverle parlare di qualcosa-.
-di cosa esattamente?-.
-Ho dato un'occhiata al libro del bilancio della miniera Mr. Everdeen e ho notato che negli ultimi anni sono mancati all'appello diversi candelotti di dinamite. Lei sa dove possano essere finiti?-.
-Non ne ho idea, Signore-.
 -Mh- Lui mi osseva pensieroso per qualche istante -Capisco. Sa Mr. Everdeen ho saputo che un altro membro della sua famiglia è molto amato sia al Villaggio che qui. La piccola Primrose. Mentre venivo qui l'ho vista mentre giocava con la sorella. Adorabile. Fra qualche anno dovrebbe compiere dodici anni giusto?-.
-Fra cinque anni-.
-Beh- si alza spazzolandosi la giacca -speriamo che la fortuna sia dalla sua parte, allora. Arrivederci Mr. Everdeen-.
Mentre se ne va rimango immobile dinanzi alla minaccia esplicita del suo augurio. 
Adesso più che mai devo far in modo di mettere fine al dominio di Capitol City su Panem, per la mia famiglia, per le mie figlie.

Sento Melany urlare dentro casa e accelero il passo con il cuore a mille. Cos'è successo?
Quando apro la porta la trovo in piedi in mezzo alla cucina mentre sgrida Katniss e Primrose. In mano regge un paio di corde intrecciate.
Si volta verso di me con gli occhi spalancati e traboccanti di rabbia -Hai visto cosa hanno fatto? Che cos'hai fatto? Stavano cantando quella tua stupida canzone!-.
Sorrido alle bambine cercando di rincuorarle un po' -Katniss porta fuori tua sorella, andate a giocare-.
La bambina annuisce con la serietà di un adulto e prende per mano la sorellina. Quando mi passa accanto le poso una mano sulla spalla e le sussurro all'orecchio -Potrebbe essere sconveniente cantare in giro certe canzoni per il momento. Intesi?-.
-Si papà-.
-Brava bambina-.
Appena sono abbastanza lontane mia moglie scaglia la sua ira contro di me.
-è tutta colpa tua! Tu e la tua rivolta! E se qualcuno le avesse sentite?-.
La abbraccio e le accarezzo i capelli -andrà tutto bene, fra non molto daremo inizio a tutto e Capito City cadrà-.
-Non voglio che le nostre figlie vengano coinvolte-.
-tranquilla, non succederà mai-.

Le ore non passano più, mai una giornata di lavoro è stata così lunga. Stanotte attueremo il nostro piano.
Nessuno parla, siamo tutti troppo concentrati e tesi.
Mi rimbombano nella mente le minacce di Snow e le lacrime delle mie figlie.
-Carl che fai?-.
Mi volto e vedo Carl al centro del corridoio. Sembra molto nervoso.
-Ragazzi, non sapete quanto mi dispiace... ma cercate di capire. Se perdiamo non solo verremo uccisi ma anche le nostre famiglie saranno a rischio. Lui ha detto che se lo faccio il nome di mio figlio non verra mai estratto, mia moglie non dovrà mai preccuparsi dei soldi-.
-di cosa stai parlando?-.
Lui fa un sospiro tremante e tira fuori una rosa bianca dalla giacca. Come per magia i petali cadono uno a uno rivelando un piccolo pulsante, anch'esso bianco.
Mike accanto a me si lancia verso di lui -no, bastardo!-.
Ma è troppo tardi. Un'enorme esplosione infondo la tunnel, amici che gridano ed infine il soffitto che crolla su di noi.
Vengo lanciato in avanti battendo la testa. Nella confusione vedo solo due cose: l'ascensore davanti a me e al mio fianco, come sempre sin da quando eravamo ragazzi, Mike. Adesso però qualcosa è cambiato. Il fuoco che ha sempre brillato nei suoi occhi adesso sembra essersi spento e il suo bel viso, solitamente allegro, è ricoperto di sangue.
Distrattamente penso a tutti i suoi figli, che ha sempre amato più di qualunque altra cosa, e alla sua bella moglie incinta. Ora sono soli. 
La mia mente però si sposta subito alla mia famiglia.
-andrà tutto bene- dico debolmente -Katniss sa cacciare, è intelligente, si prenderà lei cura di Prim. Ne sono sicuro-.
Vorrei poter rassicurare anche Mike, dirgli che anche Gale è in gamba ma improvvisamente mi sento molto stanco.
Chiudo gli occhi.

 
  
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