Serie TV > Nikita
Ricorda la storia  |      
Autore: mikyintheclouds    29/10/2013    1 recensioni
breve one shot dal finale della puntata 2x03
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Alexandra Udinov
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
“Missione annullata. Ramon è bruciato. Stanno trasmettendo il video al telegiornale.”
“E la diamo vinta a Nikita?”
“Alex è troppo rischioso, non hai una via di fuga.”
“Alex.”
“Alex!”
 
Non li sto nemmeno più ascoltando, il mio sguardo è puntato su te, l’occhio fisso nel mirino del mio mitra, ti ho sotto tiro, basta una piccola pressione del mio indice sul grilletto e la tua vita è finita.
Basta così poco per porre fine all’esistenza di una persona.
E tu ne sai qualcosa, vero Kochenko?
Ti sento pronunciare il nome di Resnichov.
Come osi pronunciare il suo nome, bastardo?
Come ti permetti?
Lo sappiamo benissimo che non è stato lui a edificare l’impero di cui tanto pomposamente ti stai facendo portavoce.
È stato mio padre, Nicolai Udinov, a crearlo, a portarlo ai livelli a cui era arrivato e io, Alexandra Udinov, ne sono la legittima erede e non voi, sporchi traditori.
Il labbro mi trema mentre la mia testa piena di immagini, di voci, di ricordi, dell’odore acre del fuoco, dell’ultimo sguardo a mio padre non mi permette di decidere chiaramente, ma devo capire cosa fare.
Se ti sparo mi potrebbero prendere, poteri finire in prigione, potrei compromettere la Divisione, la Supervisione, ma non mi importa, la soddisfazione che ne ricaverei mi ripagherebbe di tutto.
Ripenso a quella volta in cucina.
Risento le tue mani grosse e callose che toccano la mia pelle soffice da adolescente, il tuo volto barbuto, con il naso leggermente storto, che si avvicina al mio e posso percepire il tuo alito caldo che sa di vodka e che ancora adesso mi da il volta stomaco.
Mi chiedi il codice per entrare in quella stanza e io, fiera, mi rifiuto di dartelo.
Perché dovrei?
Non mi bevo neanche per un secondo la storia che te lo sei dimenticato.
La verità è che mio padre non te lo vuole dare. Lui ha capito. Lui non si fida.
Ma poi ti avvicini di nuovo, la tua voce si fa più profonda e minacciosa e la paura mi assale. Non posso permetterti di farti spifferare a papà il mio piccolo peccato e allora apro stupidamente la bocca e ti dico quei pochi numeri che ancora ricordo perfettamente, 1003, quei numeri che poi hai rivelato a chi ha sterminato la mia famiglia, sporco codardo.
Sento un misto di rabbia e senso di colpa che ribolle in me.
Tu sei li, nel tuo bell’abito, mentre mio padre non c’è più, mia madre non c’è più, la mia vita è stata un inferno.
Stringo l’arma più forte contro il mio corpo.
Le tue non sono state le uniche mani che hanno toccato senza permesso la mia pelle. Decine e decine dopo di te l’hanno fatto, prepotenti, lascive, vogliose, contro il mio volere.
Per colpa tua.
Il respiro mi si fa grosso, la rabbia spazza via il senso di colpa.
La colpa è tua, solo tua.
Chiudo gli occhi per un momento e faccio un respiro profondo cacciando via quella moltitudine di immagini sfuocate e sovrapposte che ancora affolla la mia testa, sperando di ritrovare un po’ di calma, sperando che l’ansia non prevalga e mi renda debole.
Li riapro e vedo di nuovo te.
Non ho più tempo e ormai ho preso la mia decisione.
L’aria intorno a me è carica di tensione, riesco a percepire in maniera distinta tutti rumori, il tempo sembra essersi dilatato, i miei sensi sono vigili come non mai.
Stringo il mitra così forte che mi sono diventate bianche le nocche delle dita, ma non sto tremando. Non tremo più ormai.
Rallento il respiro come mi è stato insegnato.
Sono così in sintonia con l’arma che sento i battiti del mio cuore che vengono propagati da quel materiale nero e freddo.
In realtà sembra che rimbombino tra le fredde mura di quell’edificio.
Il ritmo è calmo e regolare.
Amanda e Percy sarebbero fieri di me.
Ho imparato perfettamente a controllare le mie emozioni.
L’indice è premuto sul grilletto, ancora una piccola pressione, ancora un nanosecondo e sei morto.
E io avrò iniziato la mia vendetta.
Amanda e quel tipo nuovo troppo saccente mi hanno ordinato di non farlo, ma non vedo perché dovrei obbedire a loro.
Io sono Alexandra e obbedisco alle mie regole.
E poi ecco, il grilletto si piega, un battito di ciglia, il rinculo doloroso del mitra, l’aria che rimbomba e poi il silenzio.
L’ho fatto per te papà.
 
 
Ciao! Sono nuova del fandom e devo ringraziare LadyDeeks che mi ha consigliato di vedere questo telefilm che sto adorando. Sono arrivata alla puntata 2x03 e, vedendo la scena finale, mi è venuta in mente questa breve one shot. Premetto che non ho ancora visto la 2x04, quindi non so come effettivamente si conclude la faccenda. Spero vi piaccia. Fatemi sapere. Bacioni =)
  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Nikita / Vai alla pagina dell'autore: mikyintheclouds