Impronte
sul
parquet
-SIRIUS
BLACK!-
Oddio,
ancora. Ma perché Remus
doveva gridare in
continuazione? Non era mica sordo, lui!
-Sirius!
Dove sei, cane pulcioso che non sei altro?-
Ahia, era
passato agli insulti. Doveva essere proprio arrabbiato.
Passi
pesanti sulle scale preannunciarono l’arrivo del lupo
mannaro, che un secondo
dopo spalancò la porta del salotto.
-Ah, eccoti
qui!-
Gli si
piazzò di fronte, le mani sui fianchi.
Black, che
ancora non aveva alzato gli occhi dalla pagina sportiva della Gazzetta
del
Profeta, ripiegò il giornale e rivolse al compagno uno
sguardo innocente.
-Sì,
caro?-
Quasi si
stupì di non vedere del fumo uscire dalle orecchie di Lupin.
-Cosa sono
quelle impronte sul pavimento dell’ingresso?-
sibilò quello
Era una
domanda trabocchetto?
-Mmm…impronte?-
rispose dubbioso
-Oh, ma che
spiritoso! Ascoltami bene, randagio: questa casa non è un
albergo-
Oh no. No,
no, no, ti prego…non di nuovo!
-Rem,
l’abbiamo già fatto questo discorso- gemette
lamentoso
-Quindi vuol
dire che non hai capito niente come tuo solito! In questa casa faccio
tutto io!
Quando mi hai chiesto di trasferirmi da te, non avevo capito che ti
servisse
una domestica! Lo sai che mi piace tenere pulita la casa, ma qui stiamo
esagerando! Io cucino, io stiro, io lavo i pavimenti, io rifaccio i
letti e tu
invece? Tu insozzi il mio pavimento appena pulito! Sei un incivile,
Sirius
Black!-
L’ex
Grifondoro lo lasciò sfogare, si limitò a
guardarlo diventare sempre più rosso
in viso ad ogni frase. Quando finalemte Remus finì di
urlare, Black gli sorrise
accondiscendente.
-Amore, io e
te abbiamo priorità diverse: tu sei un maniaco del
controllo, io un rude evaso
da Azkaban. Non puoi pretendere così tanto da me!-
Un
sopracciglio di Lupin si sollevò fin quasi
all’attaccatura dei capelli.
-La carta
della prigione non vale, sacco di pulci-
-Rem,
andiamo! Come fai a non vedere
l’inutilità…di rifare il letto, ad
esempio?
Tanto poi devo dormirci di nuovo, no?-
Il
licantropo sospirò, sconfitto.
-Ma che
parlo a fare con uno che il più delle volte fa la
pipì contro gli idranti?-
-Stavo solo
marcando il territorio…ahia!-
Sirius si
massaggiò la testa, dove Remus l’aveva colpito.
-Ehi, mi hai
fatto male!-
-Sopravviverai-
ribatté il mannaro, allontanandosi
-Sei
crudele. Mai sentito parlare di legge contro il maltrattamento degli
animali?-
-No, mai-
Remus
uscì
dalla stanza, ma Sirius sapeva che, nonostante avesse lasciato cadere
l’argomento, era ancora furioso. Con uno sbuffo, si
alzò dalla poltrona e lo
raggiunse.
Lo trovò
davanti ad una delle finestre del corridoio, a guardare fisso il
tramonto con
le braccia incrociate sul petto.
Black gli
circondò la vita con un braccio, poggiando il mento sulla
sua spalla.
-Scusami-
Lupin,
voltandosi a guardarlo, non riuscì a trattenere un sorriso.
-Ora capisci
perché la Comunità Magica ti ha odiato per tutti
questi anni?-
-Perché
sono
irresistibile?- ghignò
-Perché
sei
un idiota-
Sirius lo
morse sul collo, provocandogli un brivido.
-Allora,
facciamo pace?- gli sussurrò
-Non saprei.
Se hai intenzione di pulire, sì- borbottò il lupo
-Mmm…io
avevo un’altra idea-
Ignorando le
sue proteste, lo trascinò in camera da letto. E al diavolo
le impronte
nell’ingresso.
A/N
Ok, davvero, non so
come mi sia uscita. È
rimasta sepolta nei meandri del mio pc per ANNI, ma oggi il mio
cervellino ha
pensato bene di scovarla ed esporla al pubblico ludibrio.
Piccola precisazione, questa fic è nata per gioco, mentre,
ancora tra i banchi
delle superiori, la mia fantastica compagna di banco (e di scritture)
mi lancia
la sfida di scrivere una one-shot di massimo 600 parole, contente le
parole
“inutilità”,
“idrante”, “tramonto”,
“legge” e
“comunità”, prese a caso dal
dizionario. Et voilà! Non me ne vogliate, io li adoro, non
fatico per niente ad
immaginarmeli così, e non ho ancora smesso di vestire il
nero per la morte di
quel maschione che è Sirius Black (Row, a volte è
così facile odiarti…)
Ma bando alle ciancie, la chiudo qua, comincio a non sopportarmi
più.
Spero vi sia piaciuta e una traccia del vostro passaggio è
sempre gradita! ^^
Roses.