Piango. Calde lacrime scendono irrefrenabili sul viso. Ma perché piango?
Perché non riesco a smettere?
Mi chiedo se mai qualcosa nella mia vita cambierà, se riuscirò a far avverare i miei sogni. Ci riuscirò?
Guardo foto su foto di amici che viaggiano, conoscono nuove persone, e piano piano avverano i propri sogni, sempre con un sorriso in faccia.
Io un sorriso ce l’ho, ma è falso. È vuoto.
Mia madre dice sempre “Ci vuole culo nella vita!” ed ha ragione. E allora mi chiedo: perché io non sono così fortunata? Perché devo deprimermi a casa mentre gli altri vivono la vita e avverano i loro sogni? Perché non posso essere come loro? Perché devo vivere in questa solitudine? Che scopo ha vivere così?
Non riesco a darmi una risposta. E piango, continuo a piangere in silenzio aspettando il momento per scappare. Scappare dal niente che piano piano divora le mie giornate, facendomi sentire piccola e inutile.
Ma vado avanti. Continuo la mia vita, tra amici e scuola. Vuota.
E intanto le lacrime scorrono una ad una, ardenti come fuoco vivo. Gli occhi pizzicano e si fanno rossi.
Perché questa infelicità? Perché a me? Chi sono io?
Domande, domande e ancora domande.
Mi guardo allo specchio e vedo solo un guscio vuoto. Senza sentimento. “Chi è quell’ombra che mi riflette? Non sono io, e non so il perché.” Vuota, sono vuota.
“Inutile. Inutile. Inutile” mi ripeto come un mantra, come per convincermi.
Forse un giorno smetterò di piangere.
Forse un giorno uscirò dal niente.
Forse un giorno saprò chi sono.