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Autore: nury88    30/10/2013    1 recensioni
[Elven Melody]
"Fra tutti i racconti, ce n’era uno che lo aveva colpito più di tutti gli altri.
In esso veniva narrato che ogni abitante del popolo elfico possedeva una propria “canzone” o “melodia” e che, quando essa veniva intonata, solo la persona a lei promessa avrebbe potuto udirne le parole."
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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( Questa è una Fan fiction dedicata a "Elven Melody", una storia creata da una mia carissima amica. Sono anni che i personaggi hanno preso vita ma la storia ancora non del tutto, o per lo meno non  è  ancora stata realizzata graficamente. Erano anni che volevo scrivere qualcosa sui protagonisti e dato che molte cose non sono state definite dall'autrice ( tipo nomi di luoghi o dettagli vari) ho inventato e ne ho ricavato due frammenti, nei quali viene spiegato un po' l'inizio della storia. Qual'ora voleste vedere i disegni della storia potete trovarli su Deviant Art. http://eeren.deviantart.com/journal/Introducing-my-Original-Characters-401084786 Detto questo vi auguro una buona lettura e aspetto i vostri commenti. Mi scuso in anticipo per i miei "orrori ortografici")



“Te lo scordi!” gridò l’elfo dai capelli di fuoco, sbattendo dietro di sé la porta del bagno.
Il compagno freddato dal rumore della porta sbattuta, reggeva un foglio di pergamena su cui era stampato in caratteri misto elfico e alfabeto arabo, l’invito per la partecipazione ad un festival delle culture straniere.
Tsumetai aveva colto l’occasione per presentarla ad Eisen con la particolare richiesta di cantare qualcosa di davvero speciale per il pubblico, poichè quel giorno, era dedicato alla cultura elfica. L’ovvia risposta dell’elfo fu: “te lo scordi!”.
Ora se c’era una cosa che il bel maestro non accettava era un “no” come risposta.Se era riuscito a fare di uno dei ragazzi più insicuri del paese una promessa della gilda degli artisti, sarebbe riuscito senz’altro a far cantare un elfo altezzoso ad uno stupido concerto.
Tirò un sospiro colmo di pazienza e proseguì: “Suvvia non è la fine del mondo! Inoltre gli organizzatori hanno espressamente richiesto la tua speciale partecipazione come ospite d’onore.” disse solennemente ripiegando la pergamena.
“Digli che possono andare a prendere qualcun'altro oltremare!” disse Eisen da sotto il getto d’acqua bollente.Un sorrisetto sottile si dipinse sulle labbra di Tsumetai:
“mmh…ecco perché mi sono permesso di dire, a nome tuo, che saresti stato entusiasto di essere loro ospite e non solo…”
La porta del bagno si spalancò con tale veemenza che per un attimo parve che i cardini si staccassero.
“Cos’è che hai fatto tu?” sibilò l’elfo con lo sguardo bruciante di collera, nudo e completamente zuppo.
Il maestro lo squadrò da capo a piedi con piacere. Poi togliendosi l’haori, lo porse al ragazzo che nel frattempo stava facendo un lago d’acqua sul pavimento di legno.
“Pensavo che ti avrebbe fatto piacere! Mi sembrava ti piacesse stare sotto i riflettori!” disse Tsumetai tranquillamente.L’elfo arrossi un po’, continuandolo a fissare con lo sguardo di un gatto a cui è stata pestata la coda.“No!” gridò strappandogli l’haori dalle mani “Hai pensato male!”. Tsumetai continuava a guardarlo senza spazientirsi.
“Sei un gran bugiardo!” gli disse mentre l’elfo s'infilava l'haori e l’acqua continuava a gocciolare dai capelli vermigli. Cercando di cambiare discorso, il maestro, presa un'asciugamano, iniziò ad asciugargli dolcemente i capelli."Vedrai che ti divertirai anche tu!” disse. Era il suo modo per chiedergli scusa.
Eisen alzò lo sguardo verso di lui digrignando fra i denti “ Fai sempre di testa tua vero?”. Poi scansando le mani del compagno si allontanò verso le camera. Tsumetai si grattò la fronte. Sapeva bene che le sue “geniali” iniziative facevano saltare i nervi al rosso. Tuttavia stavolta aveva motivi ben più seri per cedere ai suoi capricci.
Non più di una settimana prima era entrato in possesso di un antico manoscritto che raccoglieva antiche leggende sul mondo elfico.
Benché la traduzione dei caratteri antichi non fosse la sua specialità, spinto dalla curiosità di conoscere più a fondo la storia del mondo da cui proveniva il suo compagno, aveva passato molte notti insonni immerso fra quelle pagine.Fra tutti i racconti, ce n’era uno che lo aveva colpito più di tutti gli altri.
In esso veniva narrato che ogni abitante del popolo elfico possedeva una propria “canzone” o “melodia” e che, quando essa veniva intonata, solo la persona a lei promessa avrebbe potuto udirne le parole. Da tutti gli altri sarebbe stata udita solo come una piacevole melodia. Tsumetai non era il tipo d’uomo che si faceva influenzare dalle leggende o dalle favole. Tuttaltro. Il suo raziocinio e la sua sete i conoscenza ne facevano una persona all’apparenza fredda e cinica. Ma stavolta la faccenda lo riguardava più da vicino essendo un elfo la persona che lui amava. Si domandava se quella leggenda fosse vera e se Eisen ne fosse a conoscenza.
A volte sono certe piccole cose he fanno titubare anche i sentimenti più forti.
Uno starnuto proveniente dalla stanza accanto lo fece tornare alla realtà. Affacciandosi alla porta scorrevole notò Eisen ancora semivestito con i capelli scuriti dall’acqua.
Sospirò ancora rivelando un sorriso, e avvicinandosi alle spalle dell’elfo gli disse con voce bassa: “Ti prenderai un raffreddore se non ti asciughi!”
Eisen si scostò un po’. “ Meglio! Almeno avrò un motivo valido per non partecipare a quello stupido concerto!” disse con tono offeso.
Tsumetai lo fissava da dietro senza riuscire a cogliere il suo sguardo. “Sei ancora arrabbiato?” gli chiese con voce calma e profonda
Il ragazzo non rispose. Tsumetai continuò: “ E’ così importante per te non andarci?”
Eisen si voltò per la prima volta verso di lui e lo inchiodò con i suoi occhi di giada.“ E’ così importante per te che io ci vada?” disse secco.
Ci fu un minuto di silenzio dove i due si fronteggiarono con lo sguardo.
“ Voglio sentire la tua “melodia!” confessò Tsumetai senza staccare gli occhi dall’elfo, il quale, a quelle parole, ebbe una leggera fitta al cuore che poi si tramutò in un battito accelerato, come se qualcuno avesse preso le briglie e lo avesse lanciato al galoppo.
“Non crederai davvero a quella storia?” disse distogliendo per un istante lo sguardo dagli occhi glauchi del maestro.
Eisen, ingoiando la saliva, continuò: “ E’ una leggenda vecchia di migliaia di anni, non ci crede più nessuno!” disse mentre raccoglieva i suoi vestiti spanti per la stanza.
Un lieve profumo lo sfiorò e sentì prendersi le mani, facendo cadere gli abiti. “ Eppure ti sento spesso intonare lo stesso motivetto” gli sussurrò all’orecchio il maestro tirandolo a sé. Eisen sentì il cuore in gola che continuava a correre a ruota libera. Il calore gli salì dalle mani sino alle guance. Una mano gli prese il mento e lo fece voltare indietro.Il mare degli occhi di Tsumetai gli inondò il cuore.
“Anche se è un mio capriccio, cantala per me Eisen!” gli sussurrò con voce roca e profonda prima di baciarlo lentamente.
La sua lingua si insinuò dolcemente fra le turgide labbra dell’elfo alla ricerca della sua, senza lasciare il suo viso dalle mani.
Eisen sentì un brivido lungo la schiena e le ginocchia cedergli e si abbandonò a quel bacio, così raro e così pieno d’affetto.
Quando le labbra di Tsumetai liberarono la sua vittima, si fermò ad osservare le sue guance purpuree, le sue labbra rubino e le sue pupille dilatate di piacere.
A quella visione un sorriso gli sorse fra le labbra ancora umide. Passò qualche secondo prima che Tsumetai si rendesse conto della reazione che aveva acceso nel compagno. Gli scappò una risata.
"Mpfh.. lo devo prendere per un "si"?
Eisen ritornando in sè sgranò gli occhi e lo imbruttì."Tanto si fa sempre come dici tu!"e così dicendo gli voltò le spalle frustandolo con i capelli ancora umidi.
Tsumetai lo abbracciò di nuovo stringendolo più forte. Eisen sentì mancarsi il fiato mentre le possenti braccia del compagno lo avvolgevano,sussurrandogli con quell'abbraccio, il più dolce dei sentimenti.
…………………………………………………………………………………………….
La folla che si era radunata sotto il palco era più di quanta pensasse. Si sentiva pressato da ogni direzione e a momenti sentiva mancarsi il respiro.
“Eh…avrei dovuto accettare il posto riservato che mi aveva offerto il maestro” pensò Allen sospirando e cercando di farsi largo fra le tante persone in piedi sotto il palco.
Era stato il maestro a mandargli l’invito a quel festival, ma come sempre, il maestro lo aveva avvisato all’ultimo secondo. Così quel giorno uscito dall’accademia si era precipitato al porto diretto all’isola degli Araldi. “Non ho avuto neanche il tempo di mangiare.” pensò il ragazzo con dispiacere.
Si chiedeva cosa ci fosse di così importante da vedere a quel festival da insistere come aveva fatto il maestro.
“ Mi ha anche minacciato di togliermi dei crediti formativi” pensò tirando un sospiro rassegnato, pensando ai modi bizzarri che aveva il maestro per convincerlo a fare quello che voleva.“Ha detto che sarà un grande spettacolo!” pensò Allen cercando lo sguardo del maestro fra i posti d’onore senza successo. All’improvviso le luci del palco si spensero e fra il pubblico corse un fremito di sorpresa. Tutti gli sguardi erano rivolti verso il buio e il silenzio rimbombò per qualche istante.
Allen sgranò gli occhi cogliendo dei movimenti sul palco ed era abbastanza vicino da cogliere la sagoma del maestro, ma non riusciva a capire chi fosse l’altra figura che parlava vicino a lui. Notò poi il meastro allontanarsi, ma restò con gli occhi fissi sulla figura rimasta sul palco.Lentamente presero ad accendersi delle luci soffuse .
Una luce calda si diffuse intorno alla figura accedendola come una fiamma. Si udì una leggera musica d’archi e le luci si accesero su Eisen.
Solo allora Allen capì di aver scambiato per una luce i rossi capelli di quel ragazzo che sovrastava il pubblico. Involontariamente sentì le labbra dischiudersi, e gli occhi accendersi di meraviglia.Non credeva che al mondo potesse esistere qualcosa di tanto bello e perfetto. I lunghi capelli rossi incorniciavano il viso diafano e dai tratti decisi per poi ricadere sulle spalle larghe e lungo la schiena.La rosea bocca incontrava il verde smeraldo degli occhi affusolati, uno dei quali celato dai capelli, come se fossero stati dipinti in quell'istante. Notando poi le orecchie, appartenenti ad una creatura non umana, Allen realizzò perchè il maestro avesse insistito tanto perchè lui fosse presente a quel concerto. Si trovava di fronte ad un' opera d'arte vivente.Ogni pensiero, ogni respiro, ogni senso era irretito dalla bellezza e dalla perfezione dell'elfo.
Al secondo giro di archi, Eisen dischiuse le labbra e iniziò a cantare. Una sorta di magia si diffuse nell'aria spargendosi come vento di primavera sui presenti.
Qualcuno chiuse gli occhi mentre prestava orecchio alla musica. Ancora senza fiato, Allen udì una voce bassa e delicata e parole sconosciute gli penetrarono il petto.
Sembrava volessero abbracciarlo e stringerlo. Un brivido... e calde lacrime si riversarono sulle guance arrossate. Prima che se ne rendesse conto le parole erano finite e la musica sfumava verso la fine.Il cuore di Allen prese a correre e sentì di nuovo il respiro nel petto .La folla che aveva taciuto in quel momento esultò in uno scroscio di applausi. Allen vide l'elfo fare un leggero inchino e poi dirigersi dietro il sipario.Il ragazzo poi cercò di farsi largo tra la folla alla ricerca del suo maestro.Lo intravide poco più avanti e lo chiamò pieno d'entusiasmo."Sensei!" gli gridò sbracciandosi fra la gente.Tsumetai si voltò lasciando Allen senza parole:aveva il volto pallido e gli occhi spenti.
Allen gli si avvicinò " Sensei, vi sentite bene?" domandò preoccupato il ragazzo. Tsumetai scosse la testa e tornò alla realtà." Ehi! Ce l'hai fatta a venire!" gli disse sorridendogli come al solito.Allen ripensò al ricatto del maestro ma ora non era più così arrabbiato.
"Oh...ecco la nostra star!" disse Tsumetai passandogli accanto.
Allen si voltò seguendo il maestro e davanti a sè vide l'elfo che teneva le braccia incrociate sbuffando, assumendo un' espressione più umana rispetto all' aura di magia che aveva poco prima sul palco. Lui e il maestro parlavano sottovoce, poi vide quest'ultimo voltarsi verso di lui e chiamarlo vicino a sè.
A piccoli passi si avvicinò senza staccare gli occhi dall'elfo.
" Allen, ti presento Eisen!" disse il maestro.
I due per la prima volta incrociarono i loro sguardi. Allen sentì il cuore balzargli in gola mentre gli porgeva la mano.
"Mo-molto piacere!" disse con un leggero imbarazzo.
Eisen ricambiò la stretta di mano notando quanto fossero piccole le mani del ragazzo rispetto alle sue e si sentì stranamente tranquillo.
"Bene, che ne dite di andare tutti a bere!" propose il maestro mettendo una mano sulle spalle dell'elfo.
Eisen e Allen tirarono un sospiro di rassegnazione.Entrambi sapevano bene che sarebbe stata una notte moolto lunga.
I tre si incamminarono verso la via principale. Passando fra la gente, Allen notò i volti compiaciuti delle persone che si voltavano a guardare Eisen e udì i loro commenti:
"Guarda non è bellissimo!"disse una ragazza.
"Si, quella melodia era davvero sublime!" gli rispose l'amica.
" Peccato che non avesse neanche una parola!" disse un altro.
Allen pensò di aver sentito male perchè lui aveva chiaramente udito una canzone.
Senza darci troppo peso accelerò il passo per star dietro al maestro e a quella creatura che adesso poteva chiamare per nome.
  
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