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Autore: Em North    16/04/2008    5 recensioni
Ultima Notizia: Il processo numero 39857, Popolazione Civile vs Draco Malfoy, si è concluso questo pomeriggio, 12 maggio 1998. Il Signor Malfoy è stato trovato colpevole di diciassette atti criminali eseguiti sotto coercizione e, sotto lo Statuto del Decreto per la Riabilitazione dei Mangiamorte, è stato condannato a cinque anni di libertà vigilata. È stato rilasciato sotto il controllo di sua cugina, Ninfadora Lupin e del di lei marito, Remus Lupin.
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Teddy Lupin | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: Traduzione, What if? (E se ...) | Avvertimenti: Spoiler!
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Grazie a falalula (sì, sarà assolutamente una Dramione^^; in realtà la Rowling non ha mai dichiarato ufficialmente quale sia, se presente, il middle name di Draco: Draco Lucius Malfoy è semplicemente la versione più diffusa nel fandom^^), whitewolf88 e joker666 per il loro commento e le loro parole :)

Lasciato alle spalle il primo capitolo-prologo per inquadrare i fatti, inizia la vera avventura^^



Dal Diario di Draco Malfoy, 13 maggio 1998

Ci sono solo due possibili spiegazioni per quanto è successo oggi. O mia cugina è davvero una creatura fatta di pura malvagità che è riuscita in qualche modo ad ingannare l’intero mondo magico con la sua apparente benevolenza, o – purtroppo – è completamente impazzita. Ho sempre saputo che fosse un tantino squilibrata (capelli rosa non sono considerati segno di sanità mentale in nessuna cultura di mia conoscenza), ma non avevo idea che la sua demenza si fosse spinta così avanti. La novità che mi ha detto oggi durante il pranzo, calma (!), sorridente (!!), senza mostrare il minimo segno di comprensione allo shock che ne sarebbe derivato per il mio delicato sistema nervoso (!!!), mi ha fatto ricordare quasi con nostalgia i vecchi tempi in cui Zia Bella voleva farmi sviluppare i muscoli addominali a forza di Crucio, quand’era in quel periodo del mese. Sua nipote ha portato il sadismo psicotico a tutto un nuovo livello.

Ninfadora ha… Merlino, riesco a mala pena costringermi a scriverlo… non riesco ancora, non posso assolutamente credere che sia vero. Vi prego, vi prego, per tutti gli dei del cielo, fate che sia solo uno scherzo! È troppo orribile perché sia vero; non può aver davvero deciso di costringermi, grazie alla sua posizione di mio garante per tutta la durata della sentenza, a lavorare come… come…

Bambinaia!

Se mi volete scusare, devo andare a sbattere la testa contro il muro finché non riuscirò a perdere conoscenza. Magari, se sono fortunato, finisco in coma e passerò il resto dei miei giorni a sbavare su un cuscino nell’ala Janus O’touse del San Mungo. A paragone di questo, che vita felice che sarebbe!

~*~*~*~


Dal Diario di Draco Malfoy, 13 maggio 1998, pomeriggio.

Sbattere la testa contro il muro non mi ha portato null’altro che un mal di testa, dannazione.

Almeno, credo che il mal di testa venga dal mio tentativo di spaccarmela in due. Potrebbe anche essere il mio cervello che sta per implodere all’idea che io debba prendermi cura del dannato figlio di Ninfadora per il prossimo futuro. Io dovrò nutrirlo, vestirlo, pulirlo (sporco e puzzolente marmocchio che non è altro). Il mio compito sarà essere completamente responsabile per la sua salute e il suo benessere ogni singolo giorno da qui fino a solo Merlino sa quando! Mi sento male alla sola idea. Ninfadora mi vuole trasformare in un elfo bambinaia! Mi rifiuto di sottomettermi a tutto ciò!

La mia unica, flebile speranza è che Lupin si dimostri d’accordo con me sull’idiozia di quest’idea, chiaro parto di una mente instabile. Davvero, con la combinazione di stress da fine della guerra, un marito che sparge peli sulle lenzuola e si diverte a rincorrere la propria coda quando è quel periodo del mese, e la costante vicinanza con un demonio puzzolente che ha passato cinque mesi a sbausciarla* con la sua (tossica, nessun dubbio) saliva, mi sorprende quasi che Ninfadora sia resistita così a lungo prima di crollare. Quando Lupin tornerà a casa, lo informerò che mia cugina richiede un trattamento medico immediato, preferibilmente del tipo che la tenga rinchiusa in una magnifica stanza per il resto della sua vita.

Fino ad allora, sono deciso a rimanermene rinchiuso nella mia camera, dove sarò al sicuro.

~*~*~*~


Dal Diario di Draco Malfoy, 13 maggio 1998, sera.

A quanto pare anche Lupin è impazzito, e mi ha comunicato (quando con molto ardire sono uscito da camera mia per parlargli, al suo ritorno a casa) che la decisione di farmi diventare la loro bambinaia è stata una scelta che hanno preso insieme. Sono da solo in una casa con due persone pazze e il loro bambino dai capelli color arcobaleno, portatore di indubbie malattie.

Inoltre, ho fame. Essere in preda al terrore per la propria vita, rinchiusi nella casa di una pazza, a quanto pare fa venire appetito, senza contare che sono stato costretto a saltare il pranzo quando ho preso il proposito di rimanere ancorato in camera mia.

Nonostante tutti i motivi profondamente razionali che ho elencato sulle ragioni per cui sarebbe più sicuro per tutti se io rimanessi nella mia stanza, mi hanno detto che non posso richiedere che la cena mi sia portata in camera. Se voglio mangiare, devo smettere di tenere il broncio e andare a tavola.

Io non sto tenendo il broncio. Sto semplicemente tentando di proteggere la mia sanità mentale dalla pazzia andante che divampa in questa casa.

Forse, nell’interesse di mostrare quanto generoso e aperto di mente io sia, suppongo che potrei voler scendere per almeno una parte della cena. È meglio che il cibo sia molto buono.

~*~*~*~


Dal Diario di Draco Malfoy, 13 maggio 1998, tarda sera.

La cena non è stata un successo, per nulla.

Il cibo era passabile, suppongo, ma la conversazione è nata male ed è velocemente peggiorata, e di molto. Non solo ci sono due Lunatici Lupin determinati a farmi diventare la bambinaia di loro figlio, ma sembrano anche convinti che non ci sia nessun’altra opzione.

Okay, okay, questo non è del tutto vero. C’è un’altra opzione: posso tornarmene in galera. Anzi, non solo potrei, è venuto fuori che ritornerei in prigione – e pure di filata – se non posso dimostrare, per la soddisfazione del Ministro, che mi sono guadagnato e mantenuto un qualche tipo di lavoro retribuito entro il primo mese della mia libertà vigilata. Anche questo era scritto nel Decreto, da applicarsi specificatamente a quelli con il Marchio Nero. Shacklebolt è perfino più astuto di quanto non pensassi.

Ninfadora e l’animale domestico che chiama marito potrebbero essere comunque completamente impazziti, ma sono disposto a concedere che possano avere ragione a dire che nessun altro nel mondo magico sarebbe disposto ad assumermi senza la persuasione fornita da un Imperius. E trovare un lavoro nel mondo Babbano è, d’altra parte, impensabile. Anche se volessi provare (cosa che non è vera visto che il solo pensiero è persino più ributtante che servire da sorta di balia), non sarei mai in grado di muovermi abbastanza bene di là per poterci lavorare.

Ninfadora ed il lupo avevano programmato di parcheggiare il marmocchio nell’asilo a disposizione dei dipendenti del Ministero. Ora che sono qui io, però, Ninfadora ha deciso di rimanere ferma ancora un paio di settimane per “mostrarmi il da farsi”, dopodiché affidarmi il lavoro di bambinaia sarà, parole del lupo, “la più pulita di tutte le soluzioni.” Io non riesco a vederci nulla di pulito.

Non riesco neanche a vedere un modo per evitarlo.

Ninfadora inizierà ad addestrarmi domani su come provvedere al benessere e alla nutrizione del piccolo demonio. Mi ha consigliato di riposarmi parecchio, visto che – a quanto pare – avrò bisogno “di tantissima energia” per finire la giornata intero, domani. Ho suggerito che quello di cui avessi bisogno sarebbe stata una grossa bottiglia di Ogden. Mi ha ignorato (ho questa strana sensazione che questo sarà il destino della maggior parte dei miei suggerimenti, in futuro), e mi ha ricordato di andare a letto presto. Nonostante i miei tentativi di concentrarmi su pensieri felici (come l’agognata possibilità di avere un infarto e di morire in pace durante la notte), non posso fare a meno di chiedermi cosa possa essere capace di fare un bambino di cinque mesi e mezzo per richiedere che due adulti ricarichino completamente le loro forze prima di affrontarlo.

Merlino ci aiuti tutti.

~*~*~*~


Dal Diario di Draco Malfoy, 19 maggio 1998, sera eccezionalmente tarda.

Il (cosiddetto) bambino (che io sono sempre più convinto sia progenie demoniaca) conosciuto come Teddy mi è stato parzialmente affidato per quasi una settimana, ormai, e oggi è il primo giorno che ho abbastanza energia rimasta da fare altro che non sia crollare immediatamente a letto non appena salgo, dopo cena. Adesso so di cosa è capace un marmocchio di cinque mesi e mezzo. Oh, dolce Circe, se lo so.

Se mi fosse chiesto di divulgare perle di saggezza maturata da questa mia esperienza a genitori in attesa di nuovi pargoletti, consiglierei caldamente loro di interessarsi in programmi per l’educazione all’estero che inizino molto, molto presto. Preferibilmente immediatamente a seguire la nascita.

Per tutti i demoni oscuri, chiunque scelga liberamente di generare dovrebbe farsi fare un esame al cervello. Ho raggiunto un livello totalmente nuovo di comprensione per i miei genitori e ho, finalmente, compreso perché, nonostante le mie ripetute richieste, non mi abbiano mai regalato un fratellino per Natale. Anzi, mi sto scoprendo sorpreso e piuttosto grato che si siano sentiti abbastanza legati alle obbligazioni che porta con sé il nome Malfoy per decidere di avere me. Pochi dubbi sul perché sia stato allevato per lo più dagli elfi domestici. Se ci fosse qui un elfo a cui scaricare Teddy, l’avrei fatto sprecando il minor tempo possibile.

Il ‘baby monitor’, che Ninfadora mi ha dato da mettere in camera, mi sveglia puntualmente ogni giorno all’alba con le note spaccatimpani degli strilli del mostriciattolo. Sfortunatamente, il baby monitor fornisce solo una connessione unidirezionale, se così non fosse risponderei alla cacofonia insegnando al marmocchio un linguaggio che avrebbe altrimenti imparato solo dopo la prima gita alla Testa di Porco, dopo una partita persa a Quidditch dalla squadra locale.

Ninfadora, naturalmente, si catapulta immediatamente nella sua stanza ed inizia l’allattamento mattutino, e insiste che io sia lì con loro due. Non riesco a capire perché debba essere lì. Ogni pasto che devo dargli viene fornito tramite biberon, non un seno, quindi guardarla sbatacchiare le sue tette non mi insegna nulla, se non quanto schifosamente poco attrattivi possono essere i seni nelle circostanze sbagliate. Sono certo che mi ha rovinato per sempre, e che questa sovraesposizione alle ghiandole mammarie di mia cugina farà sì che non potrò mai più trovare attraente il petto di una donna, men che meno eccitante. (Che sia stato questo il suo piano, fin dal principio? Sono ancora indeciso tra le teorie “Ninfadora è pazza” e “Ninfadora è malvagia e usa la maschera della pazzia per raggiungere le sue infide mete”. Solo il tempo dirà quale sia quella giusta.)

Non appena i capelli della peste cambiano dall’arancio ‘sono affamato’ al ‘cambiami il pannolino’ color pulce, inizia il mio turno. E il meno si dice su questo cambio, meglio è.

Per vestire il bambino, fortunatamente, non ci vuole molto, ma il fiume senza fine di cicalecci che Ninfadora pare si senta in dovere di balbettare sono sufficienti per far sembrare infinito questo breve compito. Senza contare che Ninfadora ha preso l’abitudine di divertire il marmocchio cambiando il colore dei propri capelli e ricoprendolo di lodi ogni volta che anche lui cambia colore per sincronizzarlo al suo. Il piccolo demonio ha passato le prime mattine che ero con lui a tentare di convincermi a ‘giocare’, tirandomi e strattonandomi i capelli ad ogni occasione, dimostrando senza ombra di dubbio di possedere una forza inumana, tra l’altro. Grazie a Merlino, con il tempo pare essersi convinto che non ci sia strattone che possa trasformarmi in un abominio cambia colore come lui e sua madre, e ora lascia in pace la mia povera e maltrattata capigliatura.

Dopodiché, si scende per fare colazione con ‘papino’, tempo che Ninfadora e il lupo amano spendere chiocciando sul bambino e l’un sull’altro, ed io, per grazia divina, sono lasciato abbastanza in pace.

A seguire la colazione, Lupin esce per andare al lavoro. Mi sono ritrovato nell’orribile situazione di invidiarlo. Un Malfoy che invidia un lupo mannaro! Ma il lupo può uscire ogni mattina, andare nel mondo degli adulti e passare tutta la sua giornata lavorativa nella nuova ala, allargata e potenziata, degli uffici per i Servizi a Supporto dei Lupi Mannari al Ministero, sostenere conversazioni che non includono nemmeno una battuta di gorgoglii infantili e nemmeno un solo coro che intoni “ Brilla, Brilla, Piccola Stella.” Uomo Fortunato. Sfigato io.

Il mio giorno si snoda, quindi, tra biberon, pannolini, irritantissime canzoncine e poesiucole (Ninfadora è stonata come nessun altro al mondo; se non fosse che le canta con sotto la loro traccia registrata, non avrei mai pensato fossero canzonette), libri coperti di pelo dove animali da strapazzo blaterano su quanto non amino la loro progenie, e un elenco senza fine di giocattoli: giochi che squittiscono, giochi che scampanellano, giochi che si muovono da soli, e giochi che io devo far muovere agitandoli per aria, con l’accompagnamento di suoni sempre più ridicoli. Tutti i giochi, tra l’altro, possono pure iniziare il giorno perfettamente lindi e puliti, ma lo finiscono immancabilmente ricoperti di saliva, visto che sembra che quel piccolo demonio sia convinto che non si possa apprezzare adeguatamente un giocattolo se non lo si mette prima in bocca.

Quando mettiamo a letto il demonietto per un sonnellino, diventa mia responsabilità ripulire tutti quei giocattoli e metterli via, cosa che, per la cronaca, è assolutamente inutile visto come la prima cosa che facciamo, non appena il marmocchio si sveglia, sia ritirarli fuori. Sarei propenso a lasciarli dove sono se vivessi con qualunque altro che non fosse Ninfadora. La sua tendenza ad inciampare su oggetti inesistenti mi suggerisce di essere poco incline a tentare il fato lasciandoli sparpagliati per terra, specialmente se si considera che c’è un’intera selezione di giochi muniti di ruote, la maggior parte dei quali sono incantati per muoversi di propria volontà, perfetti per toglierti la terra sotto i piedi, insomma. L’ho sperimentato a mie spese, quando sono volato a terra per aver calpestato il (per sempre sia dannato!) giocattolino raffigurante il Nottetempo cinque giorni fa e mi sono fatto un livido che deve ancora riassorbirsi.

Gli unici momenti in cui mettiamo piede fuori casa è quando usciamo per una ‘piacevole e veloce camminata al parco’. Lo ammetto, la prima volta che Ninfadora ha lanciato un incantesimo di Disillusione per il fissaggio del colore sul piccolo mostriciattolo e mi ha informato che saremmo usciti per una passeggiata, ero estasiato. A parte il mio disperato bisogno di respirare aria che non puzzasse di latte inacidito e rigurgito di infante, non vedevo l’ora di avere la possibilità di aggiornarmi un po’ sul bird watching, del tipo che non prevede piume, per intenderci. Com’è prevedibile, aver vissuto nella Centrale dei Mangiamorte – con il solo contributo di estrogeni fornito da mia madre e da mia zia – ha ridotto a zero la mia vita sessuale; non sono più stato con una donna da quella che sembra un’eternità.

Certo, sapevo che sarebbe stato improbabile trovare una qualche donna al parco disposta a venire con me dietro ad un cespuglio per una sveltina. Anche non dovendomi preoccupare per le mie passate connessioni ai Mangiamorte (i Lupin vivono in un quartiere Babbano; a quanto pare, eroi di guerra o no, sono pochi i rioni magici disposti ad avere come vicino un lupo mannaro), dubitavo che le donne Babbane fossero così idiote da rischiare l’arresto per atti osceni in luogo pubblico nel bel mezzo del giorno con un uomo sconosciuto (anche se irresistibilmente affascinante).

Ma allo stesso tempo, speravo comunque di avere almeno la possibilità di guardare una donna che non fosse mia cugina. E se poi avessi scelto di fantasticare su quello che avrei fatto a queste donne, da solo e nella privacy della mia stanza, che male avrei fatto? Anche loro avrebbero ottenuto qualcosa, dopotutto. Oso dire che raramente avrebbero avuto l’opportunità di incrociare una prelibatezza come il sottoscritto nelle loro umili vite Babbane.

Il parco, come mi sarei dovuto aspettare, è stato invece una delusione galattica. Oh, c’erano delle donne certo, pletore di donne, ma quando si riduce il tutto al materiale eccitante, sarebbe stato lo stesso se mi fossi accontentato del ricordo di quando Millicent pensava di avermi fatto ubriacare abbastanza da accettare le sue molestie senza protestare. Il parco è una Mecca per donne con bambini in cerca di un posto dove fare una ‘piacevole e veloce camminata’ e respirare aria fresca; il risultato: stormi di donne ben poco attraenti ad ogni ora del giorno che, a scelta, possono essere o madri vestite male e che non dormono un’ora di fila da tempi immemori, o bambinaie scelte apposta dalle madri per non fornire una qualsivoglia tentazione ai mariti. Invece che trovare io materiale piacevole su cui fantasticare, sono stato catapultato in un luogo dove loro guardavano me come un gatto può guardare un topolino. È troppo chiedere che solo le donne attraenti mi possano vedere come un oggetto sessuale? Mi sento così violato.

Ed ogni volta che riesco finalmente a sfuggire dal parco con la mia virtù (a stento) intatta, si ritorna a casa, alle canzoncine idiote, e ai pannolini, e ai giocattoli puzzolenti e ricoperti di bava. Per l’ora che il lupo torna a casa e prepara la cena (a quanto pare è un suicidio dichiarato lasciare Ninfadora vicino ai fornelli), il massimo di energie che mi sono rimaste sono volte ad evitare di cadere addormentato sulla mia tazza di zuppa.

È con estrema gioia che lascio che ad occuparsi del bagnetto siano i genitori, i quali si sono autoconvinti che sia ‘adorabile’ finire sempre quell’incombenza completamente bagnati fradici, dalla testa alle punte dei piedi, e con il pavimento tanto allagato che l’acqua sprizza persino nel corridoio. Incantevole. Davvero. E che peccato che il bagno e i rituali successive della messa a letto non richiedano la mia assistenza, lasciandomi con il passatempo molto meno corroborante di tentare di radunare abbastanza forza per cambiarmi i vestiti prima di crollare sul letto per mero esaurimento.

Ninfadora mi ha informato che ritornerà a lavorare il prossimo Lunedì, visto che le cose stando andando ‘così bene’ tra me e Teddy. In altre parole, ho ancora cinque giorni di relativa libertà e, poi, stare dietro a quel bambino demoniaco per tutto il giorno sarà mia unica responsabilità. Forse sono stato sconsiderato nello scegliere questa vita alla galera.

To Be Continued


NdT: * termine dialettale milanese, sbavare.



As always, comments are ♥

A fine settimana con il terzo capitolo^^
  
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