Serie TV > Squadra Speciale Cobra 11
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Autore: Maty66    30/10/2013    3 recensioni
La tensione nella stanza era al culmine
Kim guardò Semir e cercò di parlare nel modo più calmo possibile “Semir, sono passati già tre mesi. Forse dovremmo iniziare ad accettare l’idea che…” gli disse
Ma Semir non le fece finire la frase “Quale idea Commissario?? Fossero anche passati tre anni io non mi rassegnerò mai, non mi rassegnerò fino a che non l’avrò trovato o non avrò trovato il suo cadavere” rispose furibondo prima di lasciare l'ufficio sbattendo la porta
Genere: Avventura, Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Storie d'amore e di amicizia'
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Cosa hai fatto?
 
“Tu torna indietro e nascondi l’auto, poi cancella ogni traccia mi raccomando…” ordinò Sarah a Marie, ma lei rimase immobile a guardare  Ben. La ragazza aveva gli occhi pieni di lacrime.
“Muoviti sorellina…” la esortò ancora Sarah.
“Sarah.. ti prego non  fargli del male…” la supplicò, ma Sarah aveva occhi di ghiaccio
“Di nuovo con questa storia ragazzina?? Ancora con questa storia romantica? Ti ho già detto mille volte di non farti illusioni. Gli uomini fanno tutti schifo, guarda cosa hanno fatto a me…” la voce di Sarah era dura
“Ma Sarah…” cercò di obiettare ancora Marie.
“Fai come ti ho detto… hai già fatto troppi errori. Se non avessi deciso di salvarlo tutto sarebbe già finito da tempo. Ora è troppo tardi, non c’è via di uscita ormai. Vuoi che mi arrestino?? Voi vedermi in prigione? Perché questo faranno se non mi aiuti. Verranno e mi arresteranno” Sarah urlava in faccia alla sorella.
“Va bene, farò come mi hai detto” disse piano Marie avviandosi verso l’auto.
“Sorellina… ti voglio bene” le disse dietro, dolce, Sarah
“Cammina tu” fece poi rivolta a Ben mentre lo spingeva nella botola
 
Ben piombò nella cantina come un sacco di patate e subito incrociò lo sguardo terrorizzato di Semir
”Oh no…” mormorò l’amico. Ora la situazione era veramente disperata.
La vista della stanza provocò a Ben un conato di vomito. Glu vennero immediatamente in mente le scene orribili che si erano svolte lì, il dolore le urla, le sue suppliche a Dio perché lo facesse morire subito
Sarah rialzò Ben da terra e lo  colpì più volte sul viso sino a stordirlo.
“Maldetta lascialo stare…” Semir urlò e tirò e strattonò i legacci.
Sarah legò Ben alla sedia a fianco a quella di Semir e poi ansimando si avvicinò al piccolo turco
“Stai zitto tu stronzo” gli disse mollandogli un pugno sul viso che gli fece voltare il viso di scatto. Poi la ragazza prese un grosso pezzo di nastro adesivo e glielo mise sulla bocca
Ben gemeva piano, scuotendo la testa per riprendere lucidità
“Sarah, Semir non c’entra nulla lascialo stare. Vuoi me… sono qui” bisbigliò
“Oh quale meravigliosa solidarietà maschile. Che nobile che sei… peccato che tutta questa nobiltà tu non l’abbia mai mostrata nei  miei confronti” gli urlò in faccia tirandogli la testa indietro per i capelli.
“Sarah ti ho già detto che mi dispiace, ma noi non sapevamo nulla di quello che ti era successo. Tu  non ci hai detto nulla, non ci hai fatto capire nulla…”  le rispose Ben con voce strozzata.
“ Vedo che hai recuperato la memoria. Ma solo per dire bugie. Bugiardo, io ho cercato di farvelo capire, ma quell’essere schifoso era un maschio come voi, voi l’avete coperto” Sarah era sempre più isterica
“Questo non è vero, se avessimo saputo, se avessi saputo che ti aveva violentata l’avrei denunciato subito, non avrei avuto dubbi…” Ben cercava di convincere Sarah, doveva almeno salvare Semir se non sè stesso.
“Non farmi ridere Jager… avresti denunciato il tuo amato istruttore? Quello che ti dava tanti bei voti e ti ha fatto arrivare primo al corso?” Sarah rise beffarda
Semir rimase senza fiato. Kurt, il pacifico vecchietto che aveva interrogato durante le ricerche di Ben… un violentatore.
“Certo che l’avrei fatto, l’avremmo fatto tutti noi” provò ancora Ben
“Bugiardo, bugiardo, bugiardo, come tutti i maschi, devi morire…” urlò Sarah. Ormai era chiaro che era folle “E sai una cosa? L’ultimo a morire sarà proprio lui, il nostro istruttore, mi prenderò tutto il tempo. Quello che ho fatto a voi sarà nulla rispetto a quello che farò a lui”
“Sarah ti prego, prenditela con me se vuoi, ma Semir non c’entra nulla lascialo stare” supplicò ancora
“Invece c’entra eccome. E’ un maschio, fa schifo come tutti i maschi e quindi deve morire anche lui. E poi ho per voi  in mente un gioco bellissimo” rise sonoramente pe tutta risposta la donna
 

Marie nascose l’auto nel vecchio fienile vicino alla casa e la coprì con rami e con un telone. Poi tornò indietro e fu molto attenta a cancellare le tracce del loro passaggio sino alla botola. Da lontano sentiva i latrati dei cani da ricerca e vedeva le torce ondeggiare fra i rami mentre stava albeggiando. Ma stavano andando nella direzione sbagliata.
“Lo ucciderà…” pensava triste e spaventata mentre tornava alla piccola casa in legno.
 

“Stavolta non te la caverai come l’altra volta… non ci sarà Marie ad aiutarti. Quella piccola stupida non ha avuto il coraggio di finirti. Ha persino chiamato  nostro padre con una  scusa ed ha fatto in modo che ti trovasse… Povera illusa romantica. Ma io non permetterò che voi maschi facciate del male anche a lei” fece con voce decisa mentre prendeva una valigetta dai uno dei ripiani dell’unico mobile della stanza.
“Ora faremo un gioco bellissimo. Vuoi salvare il tuo amico vero? Vuoi dargli una possibilità di sopravvivere?” chiese sorridendo a Ben
Il ragazzo non sapeva cosa dire… certo che voleva disperatamente che Semir sopravvivesse, ma sapeva che non poteva essere facile la cosa. Così si limitò ad annuire leggermente.
“Bene… allora devi rischiare. Queste sono due siringhe… in una c’è un semplice  composto vitaminico, del tutto innocuo, l’atra invece contiene digitale. Uccide in meno di dieci minuti, blocca il cuore…” disse perfida mentre mostrava il contenuto della valigetta che aveva preso. Due siringhe identiche con un contenuto giallastro
Ben iniziò a sudare freddo, intuendo cosa voleva Sarah
“Una è per te e una è per lui… scegli tu, così o ti ucciderai o ucciderai lui…. Non è un gioco bellissimo?” Sarah rideva isterica e felice.
“Sarah ti prego prendi me, ma lascia andare Semir lui non ti ha fatto niente” supplicò ancora Ben,. Sentiva i mugugni disperati di Semir al suo fianco
“Ben Ben Ben… allora non se così intelligente come dicevano alla Accademia… tu sei qui per giocare, devi stare alle  mie regole. Se non scegli, se non fai quello che ti dico io il tuo amico lo ammazzo all’istante” disse perfida mentre si avvicinava a Semir e gli puntava la pistola alla tempia

Ben e Semir si guardarono per un lungo momento.
Semir vedeva gli occhi pieni di lacrime del suo amico e in quel preciso momento gli venne in mente una scena… loro due sul promontorio di una cava… una sola siringa con l’antidoto a disposizione… “preferisco così che venire al tuo funerale”   gli aveva detto Ben. Per questo quando vide la trasformazione e la determinazione negli occhi di  Ben gli si gelò il sangue. Cercò di urlare pur con la bocca tappata, ma Ben distolse lo sguardo

“Ok va bene” mormorò Ben all’indirizzo di Sarah
Sarah si avvicinò alla sedia e  lo sciolse dai legami porgendogli sorridente e cattiva la valigetta. “Avanti scegli e fai tu stesso l’iniezione al tuo amico, sarà più divertente”
Ben prese le due siringhe. Per un lungo momento guardò Sarah e cercò di rivedere in lei la stupenda ragazza, allegra, gioiosa e vitale, conosciuta ai tempi dell’Accademia.

“Stavolta la fine del gioco la stabilisco io… tu vuoi la mia morte, ebbene la avrai” sussurrò mentre con gesto deciso si piantava entrambe le siringhe nella coscia iniettandosi il contenuto.

Semir urlò con quanta forza aveva in corpo “no no no cosa hai fatto????” ma il bavaglio gli fece uscire solo dei suoni incomprensibili dalla bocca
Sarah rimase di stucco alla scena.  La mossa di Ben l’aveva lasciata completamente stordita, ma ci mise poco a riprendersi.
“Cosa credi di aver fatto? Di aver salvato il tuo amico?… Beh ti sbagli perché  farai comunque a tempo a vederlo morire” sibilò rabbiosa mentre Ben si accasciava al suolo
Con un gesto  deciso si avvicinò a Semir e gli puntò la pistola alla tempia.

Ben ansimava a terra sempre più pallido e Semir chiuse gli occhi in attesa dell’inevitabile.
Mentre sentiva il freddo della canna della pistola sulla tempia pensò a sua moglie, alle sue bambine che non avrebbe visto crescere, ai colleghi del distretto, a suo fratello e si disse che l’unica cosa positiva era che almeno non avrebbe visto Ben morire .

Poi uno sparo risuonò nell’aria

 
  
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