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Autore: Yoan Seiyryu    31/10/2013    5 recensioni
Northanger Abbey, 1879.
Aurora è colta da alcune allucinazioni che la conducono alla visione di fantasmi appartenenti alla sua famiglia. Si trova ad assistere ad un lutto accaduto cento anni prima e ripercorre alcune immagini che le ricordano ciò che avvenuto nel suo presente. Killian Jones la aiuterà a svegliarsi dall'incubo in cui è caduta per evitare che finisca tra le mani del Fantasma dagli occhi rossi.
[ Sleeping Hook - Spin off 'Dark Side of London' ancora inedita - Partecipa all'evento Once upon a Hallowenn ]
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aurora, Killian Jones/Capitan Uncino
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'There's no place like London'
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Hollow Eyes

(Once upon a Halloween)





 
Northanger Abbey, 1879

 
La paura è razionalità.
Suo padre mentiva nel dirle che la paura proviene dai sentimenti. No, la paura proviene dalla coscienza più profonda. Avere timore di qualcosa presuppone un istinto di sopravvivenza pari alla volontà di non mettersi in pericolo. Chi non ha paura è uno sciocco, perché si pone di fronte alla possibilità di un eventuale danno. Solitamente sono gli sprovveduti o gli irrazionali ad essere coraggiosi ed il coraggio è quanto di più sentimentale ci sia.
Aurora aveva paura, ma al tempo stesso desiderava superarla. Le voci che vorticavano nella sua testa non si erano arrestate neppure per un attimo da quando si era stesa sul morbido letto nella stanza che condivideva con sua sorella Elaine. Voci di morte, voci di dolore e di sofferenza. Non l’avevano abbandonata da quando il lutto all’interno della sua famiglia l’aveva colpita più di qualunque altra cosa. Ed ora, la solitudine di un letto vuoto era pari alla paura più grande. Non aveva il conforto delle sue mani, delle sue parole, dei suoi sguardi dolci e comprensivi. Lei non c’era più, il suo coraggio era venuto a mancare.
Come avvolta da un cieco sonnambulismo si alzò in piedi, l’abito da notte non era altro che una lunga vestaglia bianca che le calzava perfettamente, lasciando evidenziare le pallide forme del corpo. Aprì lentamente gli occhi spenti e come se fosse agganciata ad un filo sottile tirato da qualcuno, iniziò ad incamminarsi fuori dalla camera da letto, immettendosi nei corridoi bui dell’Abbazia.
Il rosso delle tende era acceso come il colore del fuoco crepitante, ad Aurora parve persino che tutto stesse per sbriciolarsi sopra di lei. Le pareti erano distanti, così tanto da farle quasi perdere l’equilibrio e fu costretta ad aggrapparsi al primo mobile che trovò accanto. Il corridoio si allungò come se non avesse mai fine e davanti a lei apparve ciò che non avrebbe mai pensato di poter vedere.
Un abito dalla lunga coda accompagnava i passi fluttuanti di una donna che fuggiva verso la sala di ricevimento dell’abbazia. Aurora sgranò gli occhi, in preda al terrore, sembrava un’allucinazione. Deglutì a vuoto e per un attimo preferì rientrare nelle sue stanze, ma come poteva abbandonare ciò che aveva appena visto?
L’Abbazia è diventata la casa dei fantasmi, Aurora. Non girare mai di notte.
Il coraggio. Le serviva assolutamente coraggio. Così si fece forza e seguì quella strana visione finché non sopraggiunse davanti alla sala di ricevimento e lì, abbassando lo sguardo, si accorse che una pozza di sangue usciva lenta verso i suoi piedi, fino a macchiarli. Provò quasi il freddo ed il caldo del liquido rosso che le lambiva le dita nude, la sua anima sembrava essere stata risucchiata da qualcosa di più forte di lei.
Grida feroci ferirono le sue orecchie e compiuto un passo in avanti si ritrovò di fronte alla donna dal lungo abito riversa sul pavimento, con il petto squarciato da un paio di forbici.
Aurora fu costretta a portare una mano alle labbra, il suo stomaco ribolliva di fastidio e si accasciò accanto allo stipite della porta, chiudendosi in un abbraccio che non riusciva a consolarla.
Le grida erano giunte da un uomo. L’uomo più bello che avesse mai visto in vita sua. Indossava un soprabito dal colore dello smeraldo come i suoi occhi che rilucevano di un’oscurità  che storpiava un viso così angelico e puro. Le mani di lui corsero ad afferrare il viso della donna assassinata e se la portò al petto per tentare di risvegliarla, inutilmente. Accanto a lui vi era un bambino che si guardava ostinatamente le mani, esse erano sporche di sangue e i suoi occhi erano vuoti, vuoti come quelli della madre morta.
Aurora provò un brivido lungo la schiena e senza nemmeno riuscire a rialzarsi, tutto vorticò davanti ai suoi occhi. Dal pavimento uscirono fiamme intense che ricoprirono tutti e tre i fantasmi, immergendoli in un inferno da cui non sarebbero mai usciti.
- Io maledico la famiglia Munroe. Maledico Jack e tutti i suoi discendenti perché mai più prendano in moglie una donna Rainsworth!
Aurora sollevò la testa ed incontrò una figura che nella sua mente era ben delineata. La somiglianza con uno degli antenati della sua famiglia era spropositata. Quelle parole pronunciate con astio, sofferenza e con una tristezza incolmabile fecero comprendere ad Aurora quanto quella maledizione si fosse realizzata.
Aveva perso Elaine per questo. Le lacrime si sciolsero sul viso infiammato dal calore improvviso che enfatizzò la sua espressione, si alzò in piedi per fuggire via dalle grida che continuava ad udire nella sua testa. Doveva andare via da quella casa, doveva tornare a Londra e non mettere più piede nella sede dove tutto era cominciato, cento anni prima, la sera del 31 Ottobre.
Fuggì all’esterno dell’Abbazia in cerca di aria fresca, i piedi nudi sfiorarono l’erba umida e gli occhi incontrarono il pallore vivace di una luna che spegneva tutte le stelle. Aurora si gettò in ginocchio, aveva paura poiché non era forte quanto Elaine, non lo era mai stata. Lei era la Bella Addormentata, la sognatrice, la sorella minore. Non avrebbe retto da sola quella perdita ancora per molto.
Una mano calda e rassicurante sfiorò la sua spalla, non poteva essere quella inconsistente di un fantasma. Aurora l’avrebbe riconosciuta tra tutte. Alzò di poco la testa e gli occhi chiari incontrarono quelli cupi di Killian.
- Non dovreste uscire da sola a quest’ora della notte.
Lui sapeva esattamente che cosa le stesse accadendo e non l’aveva persa d’occhio nemmeno un istante da quando l’aveva vista sgattaiolare fuori dalla camera.
Se inizialmente il compito di rimanerle accanto gli era stato affidato da Alice, ora non vi rendeva onore soltanto per ottemperare alla richiesta, né per raggiungere la sua vendetta. Aurora era così fragile, stringendola a sé avrebbe persino potuto spezzarla. L’avrebbe protetta perché non meritava che alcuno tentasse di farle del male.
Le sistemò il suo mantello sulle spalle perché non sentisse freddo, poi le porse una mano per aiutarla a sollevarsi in piedi.
- Io non credo nei fantasmi – sussurrò lei che mostrò occhi vuoti e spenti.
Killian corrugò la fronte e si inumidì le labbra. L’aveva seguita e aveva compreso che Aurora fosse stata preda delle allucinazioni e c’era soltanto un individuo in grado di procurarne di tale intensità.
- Eppure continuate a vederli, non è così? – le domandò prendendola per le spalle ed avvicinandola a sé, voleva comprendere quanto fosse entrato nella profondità dei suoi ricordi.
Aurora strinse le labbra con forza e poi si voltò, di nuovo fu attratta da quel filo che la trascinava lontana dal luogo in cui sarebbe voluta rimanere. I suoi passi concitati si direzionarono verso il bosco che circondava l’Abbazia, lì dove due occhi rossi come il sangue erano fermi ad aspettarla.
Ancora mille immagini si affollarono davanti a sé, colori e movimenti che si accalcavano a richiamarla verso un posto da cui mai sarebbe potuta uscire. Quasi credé di udire il suono di una melodia suonata al pianoforte provenire da quel punto, nulla l’avrebbe fermata. Tranne la presenza di Killian.
- Vi sta chiamando, Aurora. E’ il suo modo di afferrare ciò che desidera. Si insinua nei ricordi e nelle paure per offrirvi ciò che avete perduto. Avete vissuto in un mondo di sogni fino ad ora: è bene che iniziate a svegliarvi – la sua voce era calda, preoccupata ma anche fiduciosa.
Aurora però non accennò a fermare il passo, il Fantasma dagli occhi rossi era lì ad attenderla, poiché la desiderava. Killian non si arrese e le corse dietro, afferrandola per un polso di modo che riuscisse a voltarla e a stringerla fra le proprie braccia. Le accarezzò il viso con estrema dolcezza e lo sollevò per poter incontrare il suo sguardo.
- Svegliatevi.
Fu inaspettato quanto enormemente desiderato il bacio che decise di darle quando sfiorò le sue labbra con le proprie. Non l’avrebbe abbandonata, non l’avrebbe fatto mai. Le cinse la vita con un braccio e con la mano sana andò ad afferrarle il volto perché non gli sfuggisse. Il calore delle sue labbra, il profumo così intenso di lei lo fecero sprofondare in tutto ciò che aveva cercato fino a quel momento: qualcuno da proteggere.
La vendetta, gli accordi, non erano più di suo interesse. Avrebbe aiutato Aurora fino alla fine, anche a costo della morte.
Aurora, che fino a quel momento aveva mostrato uno sguardo spento, sollevò le palpebre come se si fosse appena svegliata da un sonno sopito troppo a lungo. Quel bacio cadde su di lei come una sorpresa e riuscire ad abbandonarvi non fu affatto difficile.
Philip e sua sorella per un attimo vennero dimenticati, ogni tormento cessò all’istante, almeno finché Killian non decise di distaccarsi per accertarsi che avesse funzionato.
- Il vostro comportamento non è affatto decoroso, Mr Jones – sorrise appena Aurora che trepidava ancora tra le sue braccia, desiderava di nuovo assaporare quella sensazione così nuova per lei.
Killian sospirò, lieto che la sua idea fosse servita a qualcosa.
- Il decoro non ha mai fatto parte delle mie qualità – la lasciò andare, negandole un abbraccio che lo avrebbe spinto a cedere completamente a lei.
Il suo sguardo corse al limitare del bosco e si rese conto che il Fantasma dagli occhi rossi non vi era più. Si morse l’interno della guancia, probabilmente sarebbe tornato ma almeno per quella notte era riuscito a spezzare l’incantesimo. 






// Nda: 

 
Salve a tutti! 
Questa piccola one-shot senza pretese è stata scritta per l'evento Once upon a Halloween indetto dalla ciurma del gruppo *Ouat*. 
Come avete potuto notare l'ambientazione AU, il periodo in cui i personaggi agiscono è quello dell'Inghilterra vittoriana. 
La one-shot è uno spin-off di una long (Dark Side of London) ancora inedita che sto scrivendo in cui molti dei personaggi di Ouat interagiranno in questo mondo e si confronteranno con dei Cattivi che fanno parte della Londra vittoriana (o anche no). 
Ovviamente qui ci sono alcuni accenni alla storia, quali: 
- Killian si trova in compagnia di Aurora su richiesta di Alice, cosa che scoprirete nella long. 
- La sorella di Aurora non c'è più (grande spoiler? xD), il perché sarà spiegato nella long. 
- Chi è il Fantasma dagli Occhi Rossi? Il Capo dei cattivi che sta dietro a tutta l'organizzazione Oscura, che tranquilli non è Tremotino. Provate a pensare chi si comporta in questo modo per attirare a sè le donne, per un indizio potete andare a controllare l'album dei personaggi sul mio gruppo su facebook dove potete iscrivervi. 
- Philip ha un legame con la famiglia di Aurora, il suo antenato era sposato con l'antenata di lei. 
- Northanger Abbey è un riferimento al romanzo di Jane Austen. 
Qui lascio l'indirizzo del gruppo se volete iscrivervi ^^ ---> 
https://www.facebook.com/groups/507038592717142/
   
 
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