Buonasera a tutti!!
Avventurosi lettori, grazie per l'interesse che avete mostrato se siete
arrivati fin qui!
E' in assoluto la mia prima storia, quindi fremo per avere dei pareri.
Con la speranza di non deludervi...
Buona lettura! :)
Prologo.
Cinque
del mattino.
Ero appena arrivato a casa: Avevo passato una lunga notte tra vicoli e
strade umide e strette.
Non il massimo per l'inverno, pieno
inverno: gli alberi erano completamente spogli, per il
freddo; gocce d’acqua cadevano a ritmo cadenzato dal
tetto innevato.
Era l'unico suono presente, insieme ai rintocchi di un vecchio orologio
a pendolo.
Passo
dopo passo mi diressi verso la mia camera, felice di potermici
rintanare dopo quella nottataccia.
Mi guardai attorno: i poster del mio gruppo
preferito, svariate foto della mia ragazza, dispersa. Ogni
volta che ne guardavo una davanti non facevo altro che pensare a lei, e
un groppo mi appesantiva il petto.
Così distolsi velocemente lo sguardo, e spostai la mia
attenzione sulla targhetta che utilizzavo, quando lavoravo: sembrava
placcata in oro, ma purtroppo non valeva un granchè
perchè era di ottone, sopra c’era scritto il mio
nome e il nome del mio ufficio... sarebbe stato bello rivisitarlo per
ancora una volta!
Avevo tentato ma, purtroppo, mi era risultato impossibile: dopo tutto
ero solo uno schiavo succube, non facevo altro che piangermi addosso
tutto il tempo...
Proprio come ora.
Steso
sul mio letto ad una piazza e mezza, un po’ troppo rigido per
potersi rilassare davvero, cercai di dormire.
Tentativo vano, lo sapevo dal primo istante in cui mi ero accomodato:
il buio era troppo fitto, sembrava di essere nel vuoto
più totale... Per non parlare dei rumori, non tanto forti,
ma fastidiosi, come la goccia del lavello che scendeva e il
rumore della corrente alternata del semaforo lì fuori.
Così
rimasi sveglio e mi sforzai di guardare l'orario almeno dopo un paio
d'ore.. però purtroppo, quando sbirciai, erano ancora le
cinque e mezza del mattino, era passata a malapena poco più
di mezzora!!!! Non potevo uscire finche non fossero spuntati i
primi raggi del sole, se l'avessi fatto (questa o altre
volte) non sarei qui a narrare questa storia...
E non sarei nemmeno morto e sopolto! Sarei stato gettato in un angolo
della strada e lasciato a putrefarmi.
Erano ancora le sei meno venti, contavo spasmodicamente i minuti, i secondi, che mancvano alle sette che era l’orario dell’alba stimato dal "Grande libro dei fusi e delle levate". Sapevo che se fossi uscito all’alba sarei riuscito a tornare a casa sano e salvo... Salvo dai mostri che mai avevo visto da vicino e non conoscevo... ma se c'era una cosa che conoscevo di loro era che se ti avessero guardato, non dovevi far altro che scappare il più veloce possibile..