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Autore: casstheliar    31/10/2013    8 recensioni
«Zayn si attaccò alle spalle di Louis, mentre percorrevano quel vialetto scuro. La strada che portava al portico era illuminata da decine di zucche intagliate, all'interno delle quali brillavano tetre candeline.
"Secondo te va bene fare una cosa del genere?" mormorò Zayn nell'orecchio di Louis, il ragazzo si voltò e lo trafisse con gli occhi azzurri e glaciali, "Tutti si imbucano alle feste. Perché noi non dovremmo?" Zayn sbatté le palpebre e lo guardò perplesso, come se la risposta non fosse più che ovvia, "Louis abbiamo quindici anni, facciamo il primo anno del liceo e ci stiamo imbucando ad una festa di una tipa dell'ultimo anno. Tutti ci noteranno" si lagnò il ragazzo, quando ormai erano ad un paio di metri dal portone d'ingresso, rigorosamente spalancato e da cui usciva il rumore diffuso delle casse.
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Zayn/Liam • kids!AU • brothers!Lilo • partecipa all'Halloween!Fest del Wanki!Fic.
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Liam Payne, Zayn Malik
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno
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Spooky lips



Trenton, 31 ottobre 2006


Liam guardò con un'espressione corrucciata suo fratello minore, Louis, mentre si infilava il suo vecchio costume da Batman. Gli stava leggermente lungo sulle braccia e sulle gambe, e la loro madre accorse subito in aiuto del minore, armata di ago e filo. Louis si rimirava allo specchio soddisfatto e lanciava occhiate in tralice al fratello.
"Come sto?" trillò con la sua voce ancora bianca, ancora da bambino. Liam scrollò le spalle e alzò gli occhi al cielo, "Quel costume stava meglio a me" osservò saccente, spostandosi in cucina e pescando dal grande contenitore in plastica a forma di zucca intagliata una manciata di cioccolatini.
"Liam quelli sono per i bambini che verranno a fare dolcetto o scherzetto, non per te" lo ammonì la madre, allacciando al collo di Louis il mantello lungo e nero. Liam incurante del rimprovero della madre, scartò un cioccolatino e se lo infilò in bocca. "E poi - continuò la donna - anche tu riceverai i tuoi dolcetti questa sera". Liam alzò gli occhi al cielo, in risposta, "Mamma, ti prego, Niall dà una festa a casa sua, fammici andare, ti prego" la sua voce si fece lagnosa ma la donna rimase impassibile, "Ne abbiamo già parlato. Questa sera accompagnerai tuo fratello e i suoi amici a fare dolcetto o scherzetto". Liam ebbe l'impulso di correre al piano di sopra ma si trattenne e rivolse uno sguardo raggelante al fratello minore che continuava a piroettare davanti al grande specchio posto all'ingresso della loro abitazione. Louis non se ne accorse, fin troppo entusiasta per quel costume, "Zayn sarà invidiosissimo" commentò. E come se lo avessero chiamato, il rumore del campanello si diffuse in tutto l'ambiente, facendo schizzare il tredicenne che corse immediatamente alla porta. La aprì e davanti ad essa c'era un ragazzino minuto, dalla pelle ambrata, il cui corpo magro era coperto da vestiti grigi. Louis aggrottò le sopracciglia, "Zayn, da che cosa saresti vestito tu?" gli domandò confuso. Intanto alle sue spalle si era portato Liam, di tre anni più vecchio e di parecchie spanne più alto, che fissava incuriosito l'amichetto del fratello, facendolo avvampare per l'imbarazzo.
"Da niente" borbottò Zayn, entrando in casa e salutando a mezza voce la madre di Louis e Liam.
"Ma come da niente? Se non hai un bel costume non ci daranno nulla, nulla di nulla. E perderemo la gara contro le femmine" disse esasperato Louis, guardando l'amico come se fosse lo scemo del villaggio. "Non mi importa della tua stupida gara" rispose Zayn, tagliente. Liam, dal canto suo, era rimasto in disparte a godersi la scena, sperando in cuor suo che quei due litigassero e che la serata dolcetto o scherzetto saltasse. Preferiva passare la sera steso sul letto con uno dei suoi fumetti, piuttosto che in compagnia di tredicenni iperglicemici.
Il campanello suonò di nuovo e Liam andò ad aprire, pronto a sbattere la porta in faccia ad altri antipaticissimi bambini, ma non fece in tempo ad aprire che una figurina si insinuò all'interno della sua casa e volò dinanzi a Zayn.
"Hai dimenticato la parte fondamentale del tuo costume" cinguettò la bimba che solo allora Liam riconobbe come una delle sorelle di Zayn, probabilmente Waliyha che doveva avere all'incirca due o tre anni in meno rispetto a Louis.
Waliyha si mise sulle punte dei suoi piedini e posizionò sulla testa del fratello un frontino grigio sul quale erano posizionate due piccole semilune sempre grigie. "Ecco, Zayn il topolino" e fuggì da casa Payne. Zayn arrossì mentre Liam scoppiò a ridere. Louis, dal canto suo, scosse la testa visibilmente contrariato.
"Quest'anno perderemo contro quelle vipere" commentò sottovoce, mentre Zayn si toglieva il frontino dalla testa e lo gettava nel cestino.
"E dai, stavi benissimo così" scherzò Liam, tra una risata e l'altra. Raccattò dalla pattumiera il frontino e si avvicinò pericolosamente a Zayn che tentò di sfuggirgli, "Allontanati da me, io quella roba non me la metto" ma Liam continuava ad avvicinarsi e Louis a scuotere la testa e a ripetere che non avrebbero mai battuto le femmine. Si fece sistemare in testa quel ridicolo frontino, "Puoi sempre fare la parte del topo di fogna, è abbastanza inquietante" rise Liam, raccattando il cappotto dall'appendiabiti. La madre di Liam e Louis fece le sue raccomandazioni ai tre ragazzi, rivolgendosi soprattutto al maggiore "... mi raccomando, non allontanatevi dal quartiere. E non mangiate troppi dolci, Louis poi ti vengono sempre mal di pancia e diarrea", Louis sgranò gli occhi, "Mamma!" la donna non ci fece caso, "Tu, Liam, tienili d'occhio. Per le dieci e mezza vi rivoglio a casa sani e salvi". Liam alzò gli occhi al cielo e seguì sbuffando i due ragazzini.
Liam era in quell'età, i sedici anni, in cui si odia Halloween perché si è troppo grandi per divertirsi coi bambini del quartiere facendo dolcetto o scherzetto, ma si è troppo piccoli per andare alle feste in casa. O almeno, sua madre lo reputava tale.


Trenton, 31 ottobre 2008


Zayn si attaccò alle spalle di Louis, mentre percorrevano quel vialetto scuro. La strada che portava al portico era illuminata da decine di zucche intagliate, all'interno delle quali brillavano tetre candeline.
"Secondo te va bene fare una cosa del genere?" mormorò Zayn nell'orecchio di Louis, il ragazzo si voltò e lo trafisse con gli occhi azzurri e glaciali, "Tutti si imbucano alle feste. Perché noi non dovremmo?" Zayn sbatté le palpebre e lo guardò perplesso, come se la risposta non fosse più che ovvia, "Louis abbiamo quindici anni, facciamo il primo anno del liceo e ci stiamo imbucando ad una festa di una tipa dell'ultimo anno. Tutti ci noteranno" si lagnò il ragazzo, quando ormai erano ad un paio di metri dal portone d'ingresso, rigorosamente spalancato e da cui usciva il rumore diffuso delle casse.
"Non ci noterà nessuno, è Halloween!" rispose schiettamente Louis, poggiando il piede sul primo scalino del porticato. Si sentiva parecchio a suo agio vestito come Keanu Reeves in Matrix. Zayn come al suo solito non era riuscito a mettere insieme un costume decente: aveva indossato un paio di vecchi jeans neri strappati e una maglia che aveva accuratamente dilaniato con un paio di forbici e, siccome faceva freddo, si era messo un giacca di pelle. Era convinto di poter passare per la copia soft di Sid Vicious, almeno sapeva cosa rispondere a chi, come Louis, gli domandava da cosa fosse vestito.
Non appena entrarono nell'abitazione, gli occhi di Zayn furono catturati da quella massa di persone mascherate: tutti avevano un bicchiere di plastica rosso tra le mani, tutti ridevano, parlavano urlandosi nelle orecchie perché il rumore della musica era assordante. Aveva perso  di vista Louis e si allarmò, guardandosi attorno. Ma subito intercettò il lungo cappotto di pelle che indossava l'altro e lo raggiunse. Louis gli porse un bicchiere di plastica stracolmo di un liquido scuro, "Alla nostra salute!" affermò allegramente, prendendo la prima sorsata e storcendo il naso. "Io non la bevo questa roba" sancì Zayn, poggiando il bicchiere su un mobile.
"Smettila di lagnarti Zayn e prova a divertirti" detto ciò, lo afferrò per il polso e lo trascinò nella mischia delle persone che si muovevano a ritmo di musica. Zayn non era mai stato un asso nella danza, perciò appena gli occhi vispi di Louis si concentrarono su qualcuno che non era lui, sgattaiolò via dal suo campo visivo. Si guardava attorno nervosamente, aveva paura di essere scoperto ed umiliato lì davanti a tutti quei ragazzi più grandi che non avrebbero certamente perso occasione di prenderlo in giro anche a scuola. Pensò di andarsene, di tornare a casa, di accoccolarsi sotto alle coperte: avrebbe potuto vedersi un film, magari avrebbe osato con un horror, tanto per celebrare la serata. Ci pensò seriamente, prima di andare a sbattere contro qualcuno. Iniziò a biascicare delle scuse, senza guardare negli occhi il suo interlocutore: ora aveva decisamente voglia di fuggire.
"Zayn?" e la voce del fratello del suo migliore amico gli arrivò dritta nel cervello, costringendogli ad alzare il volto su di lui ed avvampando.
"Ah ciao Liam" biascicò, calcolando mentalmente il tempo che avrebbe impiegato a correre fino al portone di quella casa sconosciuta.
"Cosa ci fai qui? Scommetto che c'è anche Louis da qualche parte" il ragazzo guardò oltre la testa di Zayn e cercò di individuare il fratello. Il moro scrollò le spalle e si concesse un paio di secondi per osservare Liam, cercando di capire da cosa fosse vestito. Indossava quella che sembrava una divisa da football rossa, ma l'aveva sporcata di erba e fango. Al centro del petto vi era uno squarcio che rendeva illeggibile il numero stampato in bianco e che scopriva un ampio lembo di pelle. Gli occhi chiari di Zayn indugiarono sul petto scoperto di Liam, sporco anche quello di terra e di sangue finto.
"Da cosa sei vestito?" gli domandò all'improvviso, preso dalla curiosità di sapere. Liam aggrottò le sopracciglia, "Da quarterback zombie" rispose come se stesse appurando l'ovvio. Zayn annuì semplicemente, mentre a fianco a Liam appariva un'altra persona: un ragazzo coperto da bendaggi. "Con chi parli?" domandò la mummia a Liam, "Con un amico di mio fratello, Zayn, ricordi?" il ragazzo fissò per un attimo gli occhi azzurri su Zayn, perdendo quasi immediatamente interesse nei suoi confronti, "Ah... ti sono venuto a chiamare perché stiamo per iniziare a giocare". Zayn pensò di approfittare della distrazione di Liam per sgattaiolare via, uscire da quella casa e piantare Louis in asso, in mezzo a quella gente minacciosa. Ma una mano si strinse attorno al suo polso, "Portiamo questo imbucato con noi" affermò Niall con un sorriso sinistro che riempì la schiena di Zayn di mille brividi di paura. Liam alzò le spalle, "Come ti pare" si limitò a commentare, portandosi avanti ai due e raggiungendo un punto del salotto dove si era formato un cerchio di persone sedute a gambe incrociate. Niall si mise fra Liam e Zayn.
Nessuno degnò il più piccolo dei tre di uno sguardo interessato, erano tutti eccitati per il gioco che stava per avere inizio. Zayn vide davanti a sé una ragazza dai lunghi capelli castani scolarsi in un sorso quello che rimaneva in una bottiglia di Absolut Vodka. Si pulì poco graziosamente la bocca col pugno e scoppiò a ridere, "Pronti?" domandò con un tono di voce strascicato, dovuto all'abuso di alcool. Tutti risposerono con un grido sconnesso. Zayn sarebbe voluto scattare in piedi e fuggire via, ma sentiva gli occhi di Niall costantemente su di sé, quel ragazzo, seppur minuto, rappresentava una reale minaccia per lui.
Il gioco si rivelò un banalissimo gioco della bottiglia e Zayn passò tutto il tempo ad incanalare pulsioni positive affinché quella bottiglia non puntasse proprio lui. Quella sera la fortuna era dalla sua parte e la bottiglia lo evitò categoricamente. Nel frattempo aveva assistito a baci a stampo, baci con la lingua, palpatine, verità scottanti rivelate e dovette ammettere che, tutto sommato si stava divertendo in mezzo a quella gente più grande e sconosciuta.
La ragazza dai capelli castani, che scoprì chiamarsi Eleanor e che confessò di aver allietato tutta la squadra di basket della scuola con un pompino, decise che quello sarebbe stato l'ultimo giro. Zayn chiuse gli occhi e sperò di riuscire ad evitare nuovamente il collo della bottiglia. Aprì gli occhi e lo vide puntare l'unica altra persona che, come lui, non era stata toccata dalla sorte: Liam.
Niall accanto a sé scoppiò a ridere, "Ti tocca amico" esclamò allegro e rivolgendo un'occhiata delle sue Zayn che si stava agitando sul posto. "Decido io per lui" sancì a tutti gli altri che furono d'accordo, perché nessuno conosceva Liam tanto quanto Niall. Il biondino si passò la lingua sulle labbra, "Allora, vediamo un po'... obbligo o verità" e si levò un coro di 'obbligo obbligo obbligo'. Liam scrollò le spalle e annuì, "Ok ok obbligo, farò quello che vuole il volgo".
Niall mise su di nuovo un sorrisetto a dir poco inquietante e invece di guardare Liam, fissò gli occhi su Zayn che tentava di guardare altrove. "Ti obbligo - iniziò - a baciare, con la lingua sia chiaro, il più giovane della cerchia". Zayn si irrigidì sul posto. Tutti si guardarono con aria interrogativa, iniziando a confrontarsi sulle loro date di nascita, nel modo concitato tipico delle persone alticce. Niall prese di nuovo parola, "Non c'è bisogno che vi affatichiate tanto. Il più giovane qui è il quindicenne accanto a me". Tutti gli occhi si poggiarono su Zayn che arrossì violentemente e tentò di opporsi, "No cioè non voglio". Niall scoppiò a ridere, "Non si discute, caro mio". Si alzò in piedi ed invitò Zayn a fare altrettanto. Liam, dal canto suo, sembrava più rilassato che mai. Guardava Zayn con un'espressione annoiata che diceva 'facciamola finita in fretta'.
"Ti prego, farò tutto quello che vuoi, ma questo no" Zayn si ritrovò ad implorare Niall con le lacrime agli occhi, le guance scarlatte e il cuore in gola. Non voleva baciare Liam, il fratello del suo migliore amico, che l'aveva visto crescere e farsi la cacca nelle mutande. Non voleva farlo soprattutto perché quello era il suo primo bacio e non voleva sprecarlo per una ragione tanto stupida. Non voleva farlo perché Liam lo guardava annoiato dalla sua riluttanza.
"Avanti! Fatelo" comandò Niall, e Liam si avvicinò a Zayn, "Finirà tutto in un batter d'occhio, ok?" tentò di rassicurarlo. Si chinò su di lui e si intenerì della sua espressione disperata, gli occhi serrati e le labbra tremanti che baciò con una leggerezza dilaniante. Le baciò una, due, tre volte e Zayn si rilassò, nonostante fosse al centro di una cerchia di almeno quindici persone, nonostante un ragazzo lo stesse baciando. Si rilassò tanto da dischiudere le labbra e concesse un piccolo spiraglio per la lingua di Liam che toccò gentilmente la sua per una frazione di secondo. Tutti rimasero a guardarli ammutoliti, ma poi Liam si staccò e Zayn, rosso in volto, scappò via. Lasciandosi alle spalle applausi e grida di approvazione.
Zayn, a quindici anni, finì con l'odiare Halloween, le feste, Louis e il suo aitante fratello che gli aveva rubato il suo primo bacio.


New Heaven, 31 ottobre 2009


Era passato poco più di un mese da quando si era ritrovato a New Heaven, matricola della Yale University grazie ad una generosa borsa di studio ricevuta grazie al campionato di football stravinto. Si era iscritto alla facoltà di biologia e aveva una bella stanza nel dormitorio maschile del campus. Era soddisfatto di dove fosse arrivato, anche se, a volte, quei primi tempi, sentiva terribilmente la mancanza di casa, di sua madre, di suo padre e di suo fratello. Certo, li sentiva quasi ogni giorno, ma non era come vivere con loro, condividere con loro la propria vita come aveva fatto nei precedenti diciannove anni della sua vita. Aveva conosciuto un ragazzo, il primo giorno di corso, un certo Harry Styles di New York e aveva subito stretto amicizia con lui. Era un tipo simpatico, a volte fuori dal mondo, ma genuino quanto il suo sorriso bianco e contagioso. Harry faceva parte di una confraternita, la OmegaKappaTau, e lo aveva invitato ad una festa di Halloween che si sarebbe tenuta quella sera nella loro casa.
Liam fu felice di uscire per una sera, perciò quando il sole era ancora alto in cielo, abbandonò il campus e raggiunse la confraternita di Harry. Tutti lì dentro erano indaffaratissimi, montavano festoni, intagliavano le ultime zucche, si caricavano di peso confezioni su confezioni di bibite alcoliche. Liam fu ben felice di aiutare e tutti lo ringraziarono di cuore.
Declinò con la tutta la cortesia possibile l'offerta di Harry che si proponeva di truccarlo e vestirlo per Halloween, Liam aveva deciso di rimanere in borghese quell'anno, come aveva fatto diversi anni prima, a sedici anni, quando dovette accompagnare Louis e il suo amico Zayn a fare dolcetto o scherzetto per il loro quartiere.
Fino alle dieci di sera l'atmosfera in casa era tranquilla, ma poco prima delle undici iniziarono ad arrivare le persone, a gruppi di dieci o di venti: venivano da altre feste, erano membri di altre confraternite, avevano voglia di sballarsi ed avevano trovato il posto perfetto.
Ma nonostante l'atmosfera festosa, Liam non riuscì ad entrare nell'umore della festa. Si accasciò su un divanetto, con un bicchiere tra le dita, dal quale sorseggiava un liquido alcolico ogni cinque minuti, mentre si guardava annoiato attorno a sé. Harry, invece, si stava scatenando, ballava e si intratteneva con tutti, era l'anima della festa.
Inconsciamente la sua mente volò ad un anno prima, alla festa a casa di Eleanor, di cui ricordava poco o nulla. Solo un particolare era impresso nella sua mente: il sapore di labbra morbide e calde che aveva baciato per qualche secondo. Ma la sua testa era annebbiata dai fumi dell'alcool perciò non era in grado di dare a quelle labbra un volto o un nome. Erano semplicemente labbra, le più belle, le più buone, le più morbide che avesse mai assaggiato.
Liam, a diciannove anni, era ad una movimentatissima festa di Halloween ma aveva perso tutta la voglia di festeggiare e di scatenarsi. Al suo primo mese di college era divorato dalla mancanza di casa e di due labbra sconosciute.


Trenton, 31 ottobre 2011


Nonostante fosse sabato, Zayn fu svegliato da un'urgentissima chiamata da parte di Louis che lo pregava di raggiungere casa sua il prima possibile. Senza fare domande, Zayn schizzò fuori dal letto, indossò i primi vestiti che gli capitarono tra le mani e uscì di casa. Era elettrizzato perché sapeva che il giorno precedente aveva fatto ritorno a casa da New Heaven, Liam.
In appena dieci minuti raggiunse la casa di Louis e suonò il campanello. Zayn si aspettava che ad aprire sarebbe stato Louis, ma si ritrovò davanti agli occhi Liam che indossava appena un paio di pantaloni della tuta vecchi e sdruciti che gli calavano sui fianchi stretti, rivelando un po' troppo della sua intimità. Zayn avvampò ed accennò un saluto.
"Non è un po' troppo presto per venire a fare dolcetto o scherzetto?" lo prese in giro Liam, scostandosi dal portone e facendo spazio a Zayn, affinché entrasse in casa.
"Mi ha chiamato Louis" borbottò il moro senza guardarlo negli occhi mentre si lasciava stancamente cadere sul divano, su cui erano aggrovigliate coperte e cuscini. Zayn lo guardò con aria interrogativa, "Che fine ha fatto la tua stanza? Come mai hai dormito sul divano?" ma non appena finì di formulare la domanda, vide scendere le scale un ragazzo alto e asciutto, il cui corpo era coperto solo da un accappatoio bianco. I capelli scuri e ricci gli ricadevano bagnati sul volto.
"Chi è il ragazzino qui?" domandò lo sconosciuto, con voce roca e flemmatica. Liam alzò le spalle, "Non ne ho idea" e si beccò l'occhiata in tralice da parte di Zayn.
"Piuttosto chi sei tu?" rigirò la domanda il minore, Liam sbuffò, "Lui è Harry, un compagno di università, e lui invece è Zayn, l'amichetto di Louis". Harry si avvicinò a Zayn e lo squadrò con i suoi occhi verdi, "Sei carino - disse schiettamente - ma preferisco quelli con gli occhi azzurri" Zayn sgranò gli occhi, chiaramente a disagio per il palese riferimento di Harry a Louis, Liam non sembrava averci fatto caso, troppo preso dai suoi sbadigli.
Di corsa anche Louis scese le scale e abbracciò Zayn, "Mio salvatore! Abbiamo tantissimo da fare oggi" il moro aggrottò le sopracciglia, "Cosa abbiamo da fare?" non si accorse di Liam dietro di lui, "Questo deficiente vuole organizzare una festa in casa nostra" rispose il maggiore per il fratello.
"Ma i vostri genitori?" Louis scrollò le spalle, "Sono via per il weekend, abbiamo poco tempo. Quindi poche parole e tanti fatti. Liam chiama anche Niall!" e nell'udire quel nome, Zayn rabbrividì perché sebbene fossero passati esattamente tre anni da quella sera, ricordava ancora alla perfezione il ruolo che quel Niall aveva giocato nel primo bacio che Liam gli aveva rubato.
Louis stilò una lista di cose da fare e di cose da comprare. Spedì Zayn e Liam al centro commerciale a far rifornimento di zucche, bibite e cibo. E per quanto fosse riluttante ad andare assieme a Liam, Zayn non poté dire nulla a Louis che, quando decideva qualcosa, era inamovibile.
Perciò, dopo che Liam si fu vestito, salirono sul pick-up dei Payne e si diressero verso il centro commerciale più vicino, con una lista più che infinita di cose da comprare. Liam si occupò delle venti zucche che Louis reclamava, mentre Zayn riempì due carrelli di alcolici e stuzzicherie varie.
Si ritrovarono davanti alle casse e Liam pagò il tutto con la carta di credito. Dovettero farsi aiutare per caricare sul pick-up tutte quelle zucche. Quando furono di nuovo in auto, Liam poggiò i suoi occhi scuri su Zayn e scoppiò a ridere, il più piccolo fece altrettanto, perché la risata del ragazzo era incredibilmente calda e contagiosa, "Chissà cosa vuole farci Louis con tutte quelle zucche" Zayn alzò le spalle, "Non lo so, probabilmente qualche ricetta, non può davvero pensare che ci metteremo ad intagliarle una per una". Zayn notò che, una volta tanto, gli occhi di Liam si erano fissati su di lui, lo stava osservando attentamente come mai aveva fatto in tutta la sua vita in cui l'aveva sempre reputato l'amichetto sfigato del fratello.
"Ti va di prenderci un caffè prima di tornare a casa?" se ne uscì Liam e senza pensare alla probabile reazione isterica di Louis e alle venti grandi zucche nel retro del pick-up, accettò.
Ordinarono due caffè e due simpatiche ciambelle glassate di arancione e nero, i colori del giorno.
Liam si tenne sul vago, informandosi sulla vita scolastica di Zayn: chiedendogli, per esempio, come stessero andando i test, se avesse scelto in che università andare dopo il diploma. Anche Zayn si tenne sul vago, finché non riuscì più a tenersi la domanda che saltellava impertinente sulla punta della sua lingua, pronta a sgusciare fuori, "In che rapporto sei con Harry?" e detta così doveva sembrare davvero una domanda strana, una domanda da ficcanaso. Liam finì il suo caffè prima di rispondere, "Siamo amici e l'ho portato qui perché Halloween è sempre uguale su a New Heaven. Volevamo stare in tranquillità ma quel deficiente di mio fratello si è messo in testa quest'idea odiosa. Cosa pensavi che fossimo?" domandò a sua volta, curioso di conoscere la risposta. Zayn inevitabilmente arrossì e scosse la testa, "Solo curiosità. Ho visto che si trova a suo agio con te" Liam scoppiò a ridere, "Harry si trova a suo agio ovunque e con tutti, è fatto così". Dentro di sé Zayn iniziò a provare un forte fastidio nei confronti di quel ragazzo semi sconosciuto.
"Oh beh - disse Liam, rimettendosi in piedi - ora è meglio che torniamo a casa, non voglio sorbirmi una scenata da prima donna da parte di Louis" Zayn fu d'accordo con lui e tornarono in auto.


Ovviamente si beccarono la scenata di Louis e furono relegati all'intaglio delle zucche. Zayn completava le sue velocemente, mentre Liam, dopo averle svuotate, si trovava parecchio in difficoltà con la parte artistica. Zayn si ritrovò a ridere più volte. Lo prendeva in giro perché verderlo così impacciato era uno spettacolo unico. E allora Liam metteva su un muso da bambino di tre anni e smetteva di lavorare.
Esasperato, Zayn si sedette accanto a lui e poggiò la sua mano su quella di Liam e gli insegnò come impugnare il coltello affinché tagliasse meglio. Prima però con un pennarello segnò i contorni lungo i quali Liam doveva intagliare. Quando completarono quella grottesca zucca insieme, Zayn lo guardò orgoglioso e gli passò una mano sporca di arancione nei capelli, sporcandoglieli tutti. Al che, il più grande non rimase impassibile, ma afferrò dalla busta degli scarti un pugno di polpa di zucca e lo spalmò direttamente sulla faccia di Zayn, "Mi hanno detto che la zucca è un ottimo rimedio anti-età, e ora che stai invecchiando fa proprio al caso tuo" scoppiò a ridere, mentre con le mani Zayn portava via tutta quella polpa viscida e dolciastra. Afferrò una delle zucche già intagliate, la più grande, e si gettò addosso a Liam, tentando in ogni modo di infilare la sua testa attraverso l'apertura della zucca. Zayn si ritrovò a cavalcioni su Liam, la cui felpa ormai aveva perso ogni purezza del bianco iniziale ed era macchiata di arancione. Liam bloccò i suoi polsi e la zucca scivolò via dalle mani del più piccolo, rotolando a terra. Ora erano in silenzio, si guardavano col fiato corto per le troppe risate, si esaminavano con lo sguardo e quello di Liam cadde sulle labbra piene del moro che, imbarazzato, si divincolò dalla sua presa. Appena in tempo, perché Louis venne da loro a rimproverarli per la loro inefficienza. Liam lo mandò letteralmente a quel paese, mentre Zayn continuava a fissare la zucca che aveva in grembo, con un'enorme confusione in testa. Rimasero in silenzio finché non esaurirono tutte le zucche.


Zayn tornò a casa per prepararsi per la festa e si sentiva terribilmente a disagio nel ripensare agli occhi scuri di Liam che saggiavano mentalmente le sue labbra. Perché l'aveva fatto? Mentre nella sua testa era impresso l'Halloween di tre anni prima, quello in cui Liam gli aveva rubato il primo bacio, era sicuro che Liam fosse troppo ubriaco quella sera per potersi ricordare qualsiasi cosa.
Si lavò di dosso tutti i rimasugli di zucca e si preparò in tutta fretta: per una volta nella sua vita aveva preparato un costume di Halloween degno di essere chiamato tale. Alle dieci uscì di casa e si mosse velocemente per raggiungere quella di Liam e Louis. La fila delle macchine parcheggiate era lunghissima e presagiva il numero elevato di persone che avrebbero partecipato alla festa quella sera. Il giardino era completamente al buio, il vialetto che portava alla porta di casa era segnalato dalle zucche che ne costeggiavano entrambi i lati. Le piastelle di pietra, sulle quali camminava, erano coperte di foglie secche. Lanciò uno sguardo in alto e notò una piccola zucca illuminata anche ad una finestra. Il portico era deserto, mentre dall'interno della casa provenivano i tipici rumori da festa: il chiacchiericcio diffuso, la musica pompata nelle casse... Prese un respiro profondo ed entrò, gettando sguardi a destra e manca, alla ricerca di Liam.
Louis venne a salutarlo, complimentandosi con lui per il costume, di certo non orginale ma ben riuscito. Zayn non osò chiedergli del fratello, e Louis non si intrattenne molto con lui, tant'è che dopo averlo salutato, tornò al centro della pista sulla quale si stava dimenando uno scoordinato ma alquanto sinuoso Harry. Mosse un paio di passi all'interno dell'abitazione, sempre alla ricerca di Liam.


La festa era già cominciata da tempo, quando Liam decise che rimanere nella sua stanza non avrebbe prodotto alcun risultato. Perciò evitò di mascherarsi, ma comunque scese al piano di sotto per bere un po' e divertirsi. Inconsciamente stava cercando qualcuno, forse Zayn o forse la persona a cui appartenevano quelle labbra che si erano scolpite nella sua mente da ormai tre anni. Dovette trattenere un'espressione di sorpresa quando i suoi occhi si poggiarono sull'amico di suo fratello. Da quando lo conosceva non era mai riuscito a metter su un buon costume per Halloween, ma quell'anno aveva decisamente dato il meglio di sé. Ai piedi portava delle eleganti scarpe lucide, indossava dei pantaloni semplici e neri e una camicia un po' troppo grande per lui, che aveva lasciato sbottonata per la maggior parte e che rivelava al mondo la sua pelle pallida e coperta di tatuaggi. Si era incipriato il volto, rendendolo bianco come quello di un cadavere. Aveva acconciato i capelli in un alto ciuffo, aveva truccato di nero gli occhi, accentuando con dell'ombretto le occhiaie. Ma ciò che colpì più di tutto Liam furono le labbra di Zayn accentuate da un accesa tonalità di rosso.
Liam non si rese conto se il suono che emise fu solo nella sua testa o se tutti gli altri poterono sentire, si mosse velocemente in direzione del ragazzino e lo agguantò per il polso. Le pupille di Zayn si dilatarono non appena incontrò gli occhi di Liam e gli sorrise dolcemente, "Ciao - disse in un sussurro - ti piace il mio costume?" ma Liam non sorrideva, la sua bocca era una linea retta e dura, i suoi occhi erano fermi.
"Non ti piace?" domandò confuso l'altro, guardando la mano di Liam stretta attorno al suo polso. Senza dire nulla il ragazzo lo trascinò al piano di sopra, ignorando Niall che lo stava chiamando, ignorando gli sguardi critici della gente, ignorando tutto ciò che aveva intorno. Spinse Zayn nella sua stanza, completamente al buio, illuminata solo dalla tremolante luce della candela dentro alla zucca intagliata.
"Ehi ma che succede?" domandò il minore, allarmato. Liam rimase in silenzio per diversi secondi, "Sei tu?" e sulle prime Zayn non capì a cosa si riferisse, "Di cosa stai parlando?" chiese.
"Sei tu? Quello di tre anni fa, sei tu?" Zayn sentì il suo cuore mancare un battito e ricominciare a pompare il sangue più velocemente. Il sangue avvampò sulle sue guance.
"A... che ti riferisci?" provò a rimanere sul vago, distogliendo lo sguardo dalla tetra figura che stava osservando. Ma Liam gli afferrò il mento con le dita e lo costrinse a guardarlo negli occhi, "Sai alla perfezione di cosa sto parlando. Halloween di tre anni fa, festa di Eleanor Calder. Tu e Louis vi siete imbucati" Zayn deglutì a vuoto, improvvisamente la sua gola era secca.
"Io ho baciato qualcuno ma non ricordo chi. Ho provato a chiederlo mille volte a Niall ma lui non me l'ha mai detto o almeno non mi ha mai detto la verità, mi ha sempre detto che era una ragazza di un'altra scuola, amica di amici. E gli ho sempre creduto perché non aveva motivo di mentirmi e soprattutto io non ricordavo nulla, solo quelle labbra..." la voce gli si incrinò. La luce della candela tremò illuminando gli occhi di Liam. Zayn buttò fuori l'aria e prese dentro di sé tutto il coraggio che riuscì a racimolare, "Ecco, non ho mai pensato che fosse una cosa importante. E' stato... uno... scherzo, ecco sì" esitò mangiandosi le parole. Liam alzò gli occhi al cielo e portò un dito sulla bocca di uno Zayn che, prevedibilmente, perse il respiro.
"Non sai per quante notti queste labbra mi abbiano perseguitato in sogno, sono state il mio tormento e la mia benedizione, un motivo per sorridere quando andava tutto male e un motivo per piangere quando la voglia di averle era troppa. Un motivo per venirmi tra le mani. E guarda un po' come vengo a scoprire che il mio sogno erotico è sempre stato il dolce amichetto del mio fratellino" Zayn arrossì violentemente e fu grato all'oscurità della stanza. Non sapeva cosa replicare e se replicare. Avrebbe dovuto dire che anche per lui era lo stesso? Che da tre anni non faceva che pensare alla bocca di Liam sulla sua? Che non era riuscito a vivere serenamente alcun rapporto perché il ricordo di quella sera lo tormentava?
Disse la più banale, ma anche la più dolce delle cose, "E' stato il mio primo bacio quello" e la disse con un'innocenza che fece rivoltare, in senso positivo, le interiora di Liam. Sentiva di volerlo prendere, buttarlo sul letto e tranciare via dal suo corpo tutta quella purezza. Si diede contegno, "Ti direi che mi dispiace, ma non è così, non mi dispiace averti rubato il primo bacio a quindici anni, Zayn" rispose con voce calma, mentre con gli occhi divorava famelicamente quelle labbra, ora evidenziate di rosso. Con il dorso della mano, Liam cancellò in malo modo il rossetto da quella bocca. "Così va molto meglio" affermò subito prima di avventarsi sulle labbra di Zayn che prima spalancò gli occhi per la sorpresa, e poi si rilassò. La bocca di Liam era gentile e morbida come se la ricordava, mentre baciava lentamente le sue labbra dischiuse. Aveva le braccia inermi lungo i fianchi, Zayn, mentre Liam si era aggrappato al suo collo. Non erano immobili: il più grande lo stava conducendo verso il letto, ma non ce lo gettò sopra finché la sua lingua non si insinuò tra le labbra del moro che, nel frattempo, aveva allacciato le braccia dietro il suo collo.
La lingua di Liam era bollente e umida e piacevolmente buona nella bocca di Zayn. Il moro si ritrovò a succhiare lei e le labbra piene del ragazzo che con dolcezza lo fece prima sedere e poi stendere sul suo letto. E con una nuova timidezza, la bocca di Liam abbandonò quella di Zayn e si dedicò al volto e al collo morbido del minore. Saggiò tutto con delicatezza, ma il profumo della pelle di Zayn lo mandò in visibilio. E i piccoli baci si trasformarono in morsi, prese a succhiare la sua pelle con desiderio che si manifestò in piccole macchie rossastre. Gli sbottonò la camicia, baciando i tatuaggi che coloravano il petto magro di Zayn. Scesce giù con la bocca, sempre più giù.
"Aspetta" mugolò Zayn. Liam alzò il volto verso di lui, "Dimmi"
"Non voglio..." iniziò e venne interrotto subito dall' 'ah' deluso di Liam.
"No aspetta, non è che non voglio perché non mi va, mi va eccome solo che... capisci... non credo che a te importi molto, ecco, di me... anche se ci conosciamo da anni io so davvero poco di te e tu ancora meno di me. Io eviterei... magari di correre, ecco, non vorrei rimanerci... non vorrei che tu..." biascicò il moro velocemente, imbarazzato.
"Hai paura che dopo di questo ti abbandonerò al tuo destino? Dopo aver ritrovato la labbra che ho agognato per tre anni? Devi essere pazzo" disse semplicemente Liam, tornando a baciare la bocca di Zayn. "Tu vuoi solo la mia bocca" affermò stupidamente il ragazzino e ricevette una spaventosa occhiata di fuoco.
"Ti sbagli, stupido, voglio la tua bocca, sì, il tuo collo, il tuo petto, la tua pancia, i tuoi fianchi..." e baciò ogni parte da lui citata. "Vuoi... solo il mio corpo, non vuoi me, Zayn. Non vuoi lo stupido e sfigato amico di tuo fratello" si lamentò il moro, quasi con le lacrime agli occhi. Ma Liam sogghignò, "Voglio tutto Zayn: pacchetto completo. Lagne e complessi compresi"
"Tutto Zayn è davvero pesante" tentò di spiegargli il ragazzino, Liam rise di nuovo, "Lo voglio tutto, tutto Zayn" e suggellò quelle parole con l'ennesimo bacio fatto di labbra e lingua.
Fece scivolare la mano lungo il petto asciutto di Zayn e gli slacciò i pantaloni, il ragazzino stava per lamentarsi ma Liam lo zittì, "Ho detto pacchetto completo. E il pacchetto completo comprende anche questo". Gli sfilò i pantaloni di dosso e baciò il tessuto dei suoi boxer, notando orgogliosamente il principio di erezione che campeggiava tra le gambe del compagno. Non ci pensò due volte, Liam, ad infilare la grande mano all'interno dei boxer del moro, stringendo subito tra le dita il suo sesso. Zayn si lasciò scappare dalla gola un sospiro, poi un altro, poi un altro ancora, accompagnando con i polmoni i movimenti della mano di Liam.
Si ritrovò senza boxer e ringraziò nuovamente il buio che celava egregiamente il rossore delle sue guance. Liam sostituì le sue mani con qualcosa di più umido, più caldo, più piacevole: la sua bocca. E i respiri affannati di Zayn si trasformarono in gemiti appena accennati che seguivano il ritmo della lingua di Liam sul suo sesso ormai completamente eretto e duro.
Liam lo inglobò tutto fra le guance e fece vibrare le corde vocali, donandogli piacere sulla punta. Lo succhiò con attenzione e maestria, seguendo con la lingua il contorno della grande vena fino ad arrivare alla punta. La sua saliva si mischiò col liquido preseminale dell'altro che aveva conficcato le dita nelle ampie spalle di Liam, lasciandovi l'impronta.
"L-Liam... io sto... va' via" tentò di spiegarsi ma il ragazzo scosse la testa, "Tutto Zayn: pacchetto completo". Zayn venne nella sua bocca, riempiendolo del suo sperma. Liam si leccò le labbra prima di baciare uno Zayn senza fiato e col cuore martellante in gola per l'orgasmo.
Liam, a ventuno anni, aveva scoperto che tornare a casa per Halloween portava con sé piacevolissime sorprese, tra le quali un ragazzo dalle magnifiche labbra nel suo letto.
Zayn, a diciotto anni, aveva scoperto durante una festa di Halloween che il suo sentimento per il fratello del suo migliore amico poteva essere corrisposto. E aveva scoperto che venire per la bocca di qualcuno era meglio che venire per le proprie mani.


Long Beach, 31 ottobre 2019


Da poco meno di un anno Liam e Zayn si erano trasferiti a Long Beach, in California. Lì il maggiore, ormai ventinovenne, aveva trovato un attimo posto presso il centro di ricerca di biologia marina, mentre Zayn era appena stato assunto da una scuola privata per insegnare letteratura inglese. Avevano acquistato una modesta villetta non troppo lontana dalla spiaggia e dall'oceano e, spesso e volentieri, di mattina o di pomeriggio, Liam prendeva la sua tavola da surf e andava a cavalcare le onde.
Quel pomeriggio, dopo aver passato ore ed ore chiuso in laboratorio alla prese con organismi unicellulari, aveva deciso di fare un salto a casa, prendere la tavola da surf e passare un'oretta tra le alte onde del Pacifico. Scese dall'auto e notò poggiata sul portico una bella zucca arancione, intagliata ad arte.
Entrò in casa e chiamò a gran voce Zayn che riemerse dalla cucina e lo salutò. "E' Halloween per caso?" domandò il maggiore, grattandosi la testa, confuso. Da quando lavorava in laboratorio aveva perso il conto dei giorni. Zayn annuì con convinzione, "Dovrei sentirmi offeso, visto che questo è sempre stato un giorno speciale per noi due" gli sventolò davanti alla faccia un cucchiaio di legno, sporco di chissà quale strano impiastro. Liam raggiunse il compagno e lo baciò a fior di labbra, "Dolcetto o scherzetto quest'anno?". Zayn gli posò il cucchiaio di legno sul naso, sporcandolo con l'impasto dei biscotti, "Tanti dolcetti per i bimbi del quartiere, che sto preparando con le mie manine fatate". Ora che ci fece meglio caso, Liam notò lo stato confusionale in cui versava la cucina, sporca di farina, glasse colorate, gusci d'uovo. Scrollò le spalle, "Ci sarà qualche dolcetto anche per Liam questa sera?" inclinò il labbro verso il basso, assumendo la tipica espressione da cane bastonato. Zayn lo allontanò con entrambe le mani e gli sporcò nuovamente il naso, "Per Liam stasera, tutto Zayn: pacchetto completo" e scoppiò in una risata cristallina che riempì di farfalle svolazzanti non solo lo stomaco ma ogni organo interno del più grande.
Zayn, a ventisei anni, aspettava Halloween come mai aveva fatto in gioventù quando era troppo tormentato dalla ricerca del costume perfetto. Ora Halloween era un giorno speciale, durante il quale non doveva fingere di essere chi non era, perché adorava quello che era diventato.
Liam, a ventinove anni, si era anche dimenticato di che importante significato racchiudesse in sé il giorno del 31 ottobre, ma aveva la persona della sua vita accanto a sé che glielo ricordava, e non voleva altro dalla sua vita.

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nda
Scrivo queste note subito dopo aver finito la storia, non lo faccio mai.
Ho iniziato a scriverla lunedì sera e l'ho finita allo scoccare della mezzanotte del 31 ottobre. Sono puntualissima. Non so quando riuscirò a pubblicare, cioè domani, o meglio oggi 31 ottobre, ma non so a che ora. Ma queste robe non vi interessano.
Spero solo che vi sia piaciuta, è stata un parto questa one shot visto che, oggi, ho scritto per quattro ore filate e non ci vedo più, credo di essere tra la vita e la morte.
Ringrazio tutti quelli che la leggeranno, soprattutto Giulia che si è tanto emozionata e beh mi ha fatto un gran piacere e mi ha spronata a continuare!
Alexa

ps. per colpa di questa one shot ho saltato la pubblicazione settimanale del capitolo di Reason to love, mi farò perdonare in qualche modo, I swear. 
  
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