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Autore: Maharet    17/04/2008    2 recensioni
Una cosetta che ho scritto ormai dieci anni fa... Pensieri che riecheggiano negli abissi sconosciuti dell'oceano..
Genere: Triste, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Come si può parlare di eventi che ormai nessuno più ricorda?Come si può ricostruire la memoria di un popolo che vaga inconsapevole tra le rovine della propria passata grandezza?Si credono immortali,e guardano al futuro con la stessa incoscienza di un bambino che spalanca per la prima volta gli occhi sul mondo,distinguendo solo luci e ombre. Sono ciechi. I loro strumenti avanzati non possono individuare la loro malattia,eppure è così ovvio. Nel corso dei secoli hanno voltato così tante volte gli occhi dinanzi alle miserie di questo loro mondo decaduto che non si accorgono neppure,ormai,di averli chiusi definitivamente. Temono la morte,ma non si rendono conto che sono già morti. La loro esistenza è solo una incorporea illusione,frutto della memoria dei loro pensieri passati,che ha permeato i luoghi in cui vivevano dopo che la loro coscienza ha cessato di esistere. E così vagano,pallide ombre di se stessi,in una tragica parodia dell'esistenza umana. Neppure i sogni tornano ormai in questa landa desolata a tormentare le loro notti. Ma tutto questo non li scuote, poiché non hanno memoria di ciò che sono stati e coscienza di ciò che non sono più. Si muovono senza volontà,mangiano senza fame,amano senza desiderio. Il Dio che ha punito la loro superbia,chiunque sia,li ha sprofondati in un limbo in cui ogni sentimento è cancellato,in una perpetua vita che vita non è. Meglio sarebbe stato se li avesse uccisi allora,ma il Suo disegno è imperscrutabile,la Sua volontà trascende l'umana comprensione. Perché solo io sono rimasta per poter narrare tutto questo?E a chi,se nessuno è in grado di comprendere le mie parole?Da secoli ormai ho dimenticato il suono della Sua voce nella mia mente. La mia Dea,Colei che ho servito a lungo,e che ho pregato per la salvezza della mia gente. Perché ha salvato me sola dalla maledizione del Suo Sposo?Ma si è trattato di salvezza o piuttosto di dannazione?Io sola,come una seconda Cassandra,in eterno parlerò a coloro che non possono udire la mia voce. Lei mi ha lasciata,ha dimenticato questo mondo imperfetto,ha rivolto i Suoi pensieri ad una nuova creazione. Ma come ha potuto abbandonare me,la Sua figlia prediletta?Forse è soggetta agli stessi difetti del suo popolo rinnegato?Ma a cosa servono ormai tali discorsi?Se n'è andata,e probabilmente non farà più ritorno. Vedo questa mia amata terra trasformata in un ammasso di rovine,abitata da creature affascinanti e sconosciute. L'acqua e il sale hanno ormai corrotto il mio corpo,ma i miei pensieri sono condannati a vivere per sempre. I miei sospiri risuoneranno in eterno in questi luoghi,cantando alle onde la triste fine del popolo d'Atlantide.

   
 
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