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Autore: SHUN DI ANDROMEDA    01/11/2013    3 recensioni
[Yuuram+Greta]
Quando i legami familiari varcano le dimensioni, il Maoh non può non ascoltarli.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fandom: Kyo Kara Maoh!
Rating: Verde
Personaggi/Pairing:
Yuuram, Greta, un po’ tutti
Tipologia:
OneShot
Genere:
Fluff, Sentimentale, Romantico
Avvertimenti: Shonen-ai
Disclaimer:
Personaggi, luoghi, nomi e tutto ciò che deriva dalla trama ufficiale da cui ho elaborato la seguente storia, non mi appartengono.

FAMILY BOND

La sensazione di gelo all’altezza dello stomaco, che aggredì Yuuri al suo risveglio, era certamente un sentore di pericolo imminente.

Il quindicenne sbatté più volte le palpebre, restando a fissare il soffitto buio mentre alle sue orecchie giungeva chiaramente il clamore della pioggia che batteva forte sui vetri della propria stanza sulla Terra e il rumore dei tuoni che spezzava il silenzio della notte, facendolo tremare.

Chissà se anche a Shin Makoku pioveva…

Al pensiero del suo regno, la sensazione di gelo si fece più intensa, spingendolo a mettersi seduto tra le coperte, col respiro affannoso e la testa che girava tremendamente.

Perché gli sembrava di udire la voce addolorata di Greta che lo chiamava, anche in quel momento e non solo nel sogno?

Sentì il cuore balzargli in gola: che le fosse successo qualcosa?

“Impossibile, c’è Wolfram con lei, e di sicuro nessuno permetterà che le accada qualcosa…” borbottò tra sé e sé, ma era innegabile che era preoccupato per la sua bambina, e se ne sentiva la voce, non poteva che esserle accaduto qualcosa. Sperava solo di sbagliarsi.

Nervosamente, Yuuri balzò giù dal letto e si precipitò nel corridoio deserto, illuminato saltuariamente dalla livida luce dei lampi che esplodevano nel cielo come gelidi fuochi d’artificio: nel bagno, fortunatamente, non c’era nessuno ma, malgrado la fretta che ne muoveva i gesti, Shibuya ebbe grosse difficoltà nell’aprire l’acqua per riempire la vasca, le mani gli tremavano troppo.

Non si levò neppure il pigiama di dosso, semplicemente si buttò nell’acqua, concentrandosi sulla sagoma del castello che serbava nei suoi ricordi e attendendo la familiare sensazione di risucchio che lo avrebbe condotto a casa.

§§§

Anche a Shin Makoku pioveva, mentre le torce di tutto il castello erano ancora accese e soldati e servitori frugavano il luogo da cima a fondo.

“Greta!!”

La voce di Wolfram risuonava forte, coprendo il fastidioso ticchettio e l’ululare della tempesta che flagellava il paese, incurante della pioggia che lo inzuppava da capo a piedi mentre correva per il cortile, chiamando a gran voce la figlia.

“Greta!!” ripeté il biondo, cercando rifugio sotto uno dei porticati e trattenendo a stento le lacrime: tutto il castello era in subbuglio per la scomparsa della piccola ed era stata tutta colpa sua, che non l’aveva sorvegliata a dovere: febbricitante com’era, la bambina non poteva scorrazzare dovunque, non con quel tempo da lupi!

Wolfram avrebbe dovuto sorvegliarla maggiormente ma, invece di prendersi cura di lei, aveva preferito occuparsi delle scartoffie, troppo fiducioso delle parole di Gisela circa la sua pronta guarigione, e aveva miseramente sbagliato!

E se le fosse successo qualcosa, con che faccia avrebbe potuto affrontare Yuuri?

“Wolfram!”

Conrad lo raggiunse, seguito a brevissima distanza da Gwendal e Gunter: “L’avete trovata?!” domandò aspro il biondo, scostandosi una ciocca di capelli zuppa dal viso; l’espressione del fratello si fece torva, “No, abbiamo cercato dovunque ma non c’è traccia di lei… Stavamo pensando…” fece per dire, prima che un nuovo, poderoso tuono, simile allo scoppio di una bomba, li facesse trasalire.

E una sensazione familiare li avvolgesse come un abbraccio.

Non ebbero bisogno di attendere Jozak, che già correva loro incontro per dare la buona notizia, sapevano già da sé che il Maoh era tornato.

E anche la piccola Greta, ravvolta in un vecchio e morbido scialle, lo sapeva, e malgrado la debolezza dovuta alla malattia, si era spinta sino al Tempio apposta per quel motivo: voleva il suo papà a ogni costo, lo aveva chiamato per non restare da sola, per farsi raccontare le favole di Anissina, lui le avrebbe fatto scendere sicuramente la febbre e poi avrebbero dormito tutti e tre assieme, Yuuri, Wolfram e lei.

E, pur se tremava di freddo, non si era data per vinta e aveva affrontato coraggiosamente la tempesta per arrivare al Tempio.

E quando vide, tra le lacrime, la sagoma di Yuuri alzarsi dalla fontana e andarle incontro per abbracciarla, entrambi bagnati da capo a piedi e infreddoliti, non poté che essere felice, malgrado i continui rimproveri del sedicenne.

“Saranno tutti preoccupatissimi per te!” esclamò infatti il Maoh, buttandosi sotto il porticato e correndo verso il palazzo, tenendola stretta; Greta si lasciò trasportare, sfregandosi gli occhi, gonfi di sonno e cisposi per la malattia con le manine umide, “Hai la febbre. Chi ti ha permesso di uscire!?” sbottò, sentendola effettivamente troppo calda per non farsi prendere dall’ansia.

“Papà Wolfram era impegnato e io mi sentivo tanto sola…” bisbigliò lei, poggiando la testa sul petto del ragazzo e lasciandosi cullare dal battito del suo cuore: “Volevo che tu mi leggessi una favola…”.

Lì, nel bel mezzo della tempesta, fu come se un raggio di sole fosse uscito dalle nubi e avesse irradiato il cuore del Maoh di un intenso calore.

Passò la mano tra i ciuffi flosci e umidi della bambina, accarezzandola con affetto palpabile: “Appena sarai guarita, ti leggerò tutte le favole che vorrai. Promesso.” le sussurrò, sfiorandole il viso arrossato e bollente per l’alta temperatura.

“GRETA!!”

La voce di Wolfram ne precedette l’arrivo come un falcone in picchiata su di loro: quasi non calcolò minimamente Yuuri, ma si concentrò subito sulle condizioni della bambina, che s’era addormentata placidamente tra le braccia del papà.

“Sta bene,” lo rassicurò subito il sovrano, alzandosi in piedi e osservando con aria affettuosa il biondo: “Dovete asciugarvi! Tutti e due!” sbottò invece lui, afferrando il fidanzato per la manica del pigiama e tirandoselo dietro, “Sei anche a piedi nudi!”.

Una mano gentile si poggiò sulla spalla del ragazzo, prima che egli venisse sollevato tra le braccia di qualcun altro mentre Greta veniva presa in custodia da Jozak: “Conrad! Sono in grado di camminare da solo!” si lamentò il Maoh, facendo sorridere il suo padrino, “Se, oltre a Greta, si ammalasse qualcun altro, soprattutto se questo qualcuno fosse il Maoh, Gisela se la prenderebbe sicuramente con me.” replicò lui e, senza ascoltare minimamente le proteste del suo Re, guidò il gruppo verso il castello.

§§§

Il silenzio che accolse Wolfram di ritorno in camera era piacevole.

Rincantucciati sotto le coperte e addormentati placidamente stavano Greta e Yuuri, la bambina stretta forte al petto del padre adottivo e il Maoh che le accarezzava istintivamente nel sonno la testa ancora umida per la pioggia.

Aldilà delle finestre, il tempo non era cambiato ma la sensazione di essere al sicuro, assieme, rinfrancava il biondo Mazoku, che si levò silenziosamente i vestiti, ripiegandoli con cura, prima di indossare la camicia da notte: era ormai l’alba ma nessuno si sarebbe sognato di venirli a disturbare prima del pomeriggio inoltrato.

Infilatosi sotto le coperte, dal lato libero rispetto a Greta così da poterla abbracciare e farla stare in mezzo a loro, Wolfram sistemò con cura la bambina prima di chiudere gli occhi, il respiro infinitamente più leggero ora che anche Yuuri era al suo fianco, al sicuro ed erano finalmente riuniti.

“Wolfram…?” bofonchiò il Maoh nel sonno, stringendo la mano del fidanzato.

Questi sospirò e si rannicchiò maggiormente senza però mollare la presa sulle sue dita: “Sono qui, dormi…” sussurrò il biondo con un vago sorriso a increspargli le labbra nel buio, sorriso che Yuuri imitò, soddisfatto della loro vicinanza.

Fuori, le gocce picchettavano sul vetro ma loro erano sereni.

   
 
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