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Autore: mikeychan    01/11/2013    3 recensioni
Raphael porta un fascio di rose blu... ma non certo per Leo. Attraversa un cancello un po' arrugginito e lì s'inginocchia davanti a un ciliegio... T-Cest (RxM)
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Donatello Hamato, Leonardo Hamato, Michelangelo Hamato, Raphael Hamato/ Raffaello
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Incest
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Il primo novembre. Raphael amava e odiava questa data, per ciò che rappresentava.
Una data che lui avrebbe sempre onorato...

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-Lo vai a trovare?- chiese debolmente la dolce figura di Donnie, appoggiato allo stipite della porta della stanza di Raphael.
Avevano tutti ventiquattro anni, adesso. E Splinter era ancora più anziano... tutto sembrava cambiato. E, in effetti, lo era.
Il focoso annuì, infilando una mano nella giacca nera aperta, che mostrava il suo maglione corvino, in tono ai jeans blu e agli stivali oscuri, con lo strappo. Tirò fuori un pacchetto di sigarette e se ne accese una. Sbuffò un piccolo anello di nebbia e sospirò silenziosamente.
Non poteva ritardare. Era quasi il tramonto, dopotutto.
-Sì. Lui mi sta aspettando-.
Il genio abbassò lo sguardo, mentre due braccia calde gli cinsero le spalle con affetto. Donnie sorrise debolmente allo sguardo d'amore di Leonardo, le cui labbra gli stamparono un bacio sulla guancia sinistra.
-Noi gli abbiamo fatto visita stamattina- spiegò il leader, mesto: -Tra non molto accompagneremo il sensei sul Nexus e da lì in Giappone, tramite i portali-.
Raph annuì e appoggiandosi la sigaretta nelle labbra, controllò il portafogli: i soldi non gli mancavano.
-Io vado. Salutatemi tutti-.
Non appena il rosso se ne andò, Leo e Don si scambiarono un bacio quasi sofferente.
-Non è più lo stesso, Leo...- gemette il genio, stringendosi maggiormente al suo compagno.
-Nemmeno noi, Donnie...-.

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Era il tramonto. Un cielo bluastro presentava striature rosse e arancioni, mentre la goffa palla della luna già appariva solitaria nella parte più buia del cielo americano. La città era luminosa, ma non come al solito. Tutto aveva un tono più soft.
Raphael era fermo all'ingresso del Central Park: il suo sguardo dorato, nascosto dal cappello nero, vagava alla ricerca di un fioraio ambulante. Era il primo novembre e ogni famiglia comprava la flora per portarla ai propri cari defunti. Erano quasi le 18:45.
Una piccola roulotte bianca era piena zeppa di fiori colorati: non era molto distante da dove era attualmente Raphie. Quest'ultimo, non appena l'adocchiò, sorrise appena e si diresse a passo deciso verso di essa...

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-Buonasera- salutò il proprietario di quel negozio di fiori a due ruote.
Raph ricambiò e squadrò il mulatto di vent'anni, dal magro corpo e i scintillanti occhi neri.
-Vorrei cinque rose blu- dichiarò la tartaruga: -Legate con un fiocco arancione, possibilmente. E' molto speciale...-.
Il ragazzo annuì e raccolse i fiori scelti, mentre entrò nella sua roulotte per pulire velocemente la flora e avvolgerla in una carta trasparente, per poi concludere con un elegante fiocco arancio di raso.
Il focoso aspettò volgendo lo sguardo ai passanti di ritorno dal cimitero, che si raggiungeva attraverso il Central Park. Ogni anno era sempre così mogio: c'erano tanti cittadini che camminavano, chiacchierando tra loro allegramente o con facce scure... ma la tartaruga si sentiva semplicemente più sola del solito.
"Mi manchi da morire, sai?" pensò, guardando la luna piena con dolore: "Sono passati cinque anni... da quando te ne sei andato...".
-Signore, ecco a lei-.
La tartaruga di spalle non sobbalzò, ma annuì e pagò con una banconota da venti dollari: -Tenga pure il resto...-.
Benché il mulatto avrebbe voluto ringraziare e obiettare al consistente resto di quel conto, non ebbe il tempo di farlo, perché Raph  era completamente scomparso dalla sua visuale...

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Un cancello arrugginito era ancora aperto e il suo catenaccio dondolava nel vento. Il fruscio della pineta oscura contro il cielo raggiungeva anche l'orecchio più fine. Non c'erano che poche persone, oramai. Ancora un'ora e il cimitero avrebbe chiuso.
Raph varcò l'ingresso, tenendo le rose nella piegatura del braccio sinistro. Bianchi lampioni illuminavano completamente un sentiero leggermente in salita, che spiccava fra immense distese di prato smeraldo, cosparse di tombe.
-Sono quasi arrivato- si disse Raphie, raggiungendo la sua meta.
Un alto e insolito albero di ciliegio, dalle foglie ormai scure, capeggiava nella zona del cimitero più isolata e accanto a un secondo cancello chiuso, dove si poteva vedere la periferia e appena il mare. Era un posto che piaceva davvero a Lui.
Raph rallentò, sino a quando si ritrovò ai piedi dell'albero frusciante: la luce arrivava soft e sfumava il suo corpo ancora perfettamente muscoloso. Egli s'inginocchiò dinanzi a una tomba, dove su una spessa pietra era scolpito un solo nome.
-Ciao, amore...- mormorò Raphael, poggiando il fascio di rose sulla tomba: -Come vedi, sono venuto anche quest'anno-.
Sapendo che, oramai, non c'era nessuno, il focoso si tolse il berretto, mentre le lacrime caddero sulle sue guance... Si era ripromesso di non piangere, ma ogni volta che vedeva quel nome, il ricordo era immenso...

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-Bishop! Lascialo andare!- urlò Leonardo, la cui spalla destra era un pasticcio di sangue: -Lascia andare Raphael!-.
Il focoso era caduto in un'imboscata di Bishop ed era stato portato nella lontana Area 51, per essere trasformato in una cavia da laboratorio. Eppure, nulla impedì a quel genio di Donatello di rintracciare il debolissimo segnale GPS proveniente dal T-Phone della testa calda martoriata per bene.
E ora, i tre Hamato erano lì, in quel tetro laboratorio dalle sfumature nere, grige e scarlatte. Su un tavolo di metallo, bloccato da cinghie di cuoio, vi era il povero Raphie, con i pettorali orrendamente trafitti di numerose cicatrici e la pelle completamente bucata da aghi. Il suo volto livido era pallido e ciò confermava l'ipotesi che era stato privato di parecchi litri di sangue.
Mikey lo guardò con tristezza... il suo amore... lo stesso che gli aveva gridato cose orribili con odio... era ridotto così!
-Ebbene, care tartarughe!- ghignò il sadico: -Siete venute a trovarmi! Un pensiero veramente gentile da parte vostra!-.
-Chiudi il becco, bastardo!- ruggì insolitamente Michelangelo, non afferrando i suoi nunchaku, bensì i Sai di Raphie: -Come hai osato fargli del male?!-.
Bishop rise e si aggiustò gli occhiali sul naso: -Michelangelo, mi chiedo se il tuo cervello possa sopportare molta adrenalina!-.
La tartaruga arancione scattò in una violenta corsa, diretto sempre più verso Bishop, il quale divenne serio. Era pronto a parare l'attacco di Mikey, il quale tagliò le cinghie all'ultimo secondo. Raph era stordito ma sorrise al gesto del suo fratellino, il quale lo scagliò verso Leo.
Lui lo sapeva... Bishop aveva qualcosa nella mano destra e per questo si era velocemente liberato del fratello focoso in quel modo.
-STUPIDA TARTARUGA!- urlò l'uomo, affondando lo stesso Sai di Raphael nel petto di Mikey.
Da un gemito strozzato, un fiume di sangue cadde sia dalla ferita, sia dalla bocca del minore, il quale crollò in terra.
-NO!- urlò Raphael, a pieni polmoni...

****************

Mikey venne immediatamente ricoverato, anche con l'aiuto di Leadtheread... ma... fu tutto inutile. Purtroppo, Bishop aveva letteralmente perforato il cuore con quell'affondo del Sai di Raph.
Il focoso non riusciva a placare le lacrime di dolore che crollavano inesorabili sul volto. Lui non poteva nemmeno credere alle orrende parole che aveva osato gridare alla sua metà...
Ma ora era troppo tardi per ottenere il perdono... avrebbe dovuto farlo molto prima...
L'agonia durò 48 ore, con un declino rapido e straziante... Il cuore di Mikey cessò di battere, dopo tre arresti cardiaci. Leadtheread e Donatello furono straziati dal dolore... loro non erano riusciti a salvare un eroe.
Raphael osservò il monitor cardiaco fermarsi, con quell'assordante "bip" infinito...
Ormai, era tutto finito...
E per colpa non solo di Bishop...
Ma anche sua...

*****************

2 settimane prima...

-Raphie... mi dispiace...- gemette Michelangelo, guardando il focoso, gemendo alle costole incrinate.
Erano andati insieme nelle fogne, quando Raphael si era infortunato per cercare di impedire che Mikey si ferisse la testa contro alcuni frammenti taglienti di detriti di alcuni mattoni. Da allora, il focoso guardava con rabbia il fratellino, perché a causa sua, si era ferito le costole.
-Togliti dai piedi!- ruggì l'altro, seduto sul divano: -Non voglio vederti!-.
-M... mi dispiace...-.
Il focoso spalancò gli occhi e ringhiò come un animale: -Te ne vuoi andare sì o no? Hai capito che tra noi è tutto finito?! Per causa tua, potrei rimanere per sempre su una sedia a rotelle! Mi hai perforato quasi un polmone e molti dei miei organi sono stati compromessi!-.
Mikey lasciò che le lacrime cadessero sulle sue guance... soprattutto perché ogni singola parola di Raph non era vera.
-N... non volevo...-.
-Non volevi? Sei un ipocrita! Ora non sono più adatto alla vita ninja! Maledetto!- sputò il focoso, scagliando il telecomando sulla testa di Mikey.
L'arancione attutì il colpo ma non se ne andò: -Tu mi odi, non è vero?-.
-Odiare è un complimento! Mi sento così sporco ad essermi messo con te!- rise amaramente l'altro: -Se avessi saputo che mi avresti rovinato la vita, ti avrei mandato a fanculo molto prima!-.
Mikey indietreggiò, ritrovandosi con il guscio contro il petto di Leo: si voltò e scoppiò in lacrime, correndo via...
-MIKEY!- urlò il leader, preoccupato, per poi rivolgersi al rosso: -Che cofano di bugie! Raphael, lo hai distrutto!-.
Il focoso si morse il labbro: -Ho dovuto farlo... p... perché... D... Don mi ha detto che... Mikey...-.
-Continua- ordinò l'azzurro, avvicinandosi.
-Mikey ha il c... cancro...-.
Leonardo spalancò gli occhi, ma con la coda degli occhi vide chiaramente Donnie, con gli occhi rossi di pianto.
-E' vero...- confermò quest'ultimo: -Ma tu hai sbagliato ad addossargli una colpa non vera! Inoltre, ti sei ferito solo tre costole e guarirai tra circa due settimane!-.
-Ho dovuto farlo!- gemette il rosso, singhiozzando: -Io non sopporto di vederlo così...-.
Uno schiaffo violento si abbatté sulla guancia di Raph: -Sei un vigliacco, Raph! Hai escluso Michelangelo solo per offrirgli conforto in un momento come questo! Sei il peggiore fratello che esista!-.
Leonardo, dopo aver urlato questo, batté verso la sua camera, sbattendo la porta. Rimasti da soli, Don e Raph si guardarono attentamente, mentre i singhiozzi del focoso si attenuarono un po'.
-Hai ferito Michelangelo più di quanto immmagini- mormorò Don: -Mikey già sapeva della sua malattia...-.
Raph affondò il viso nelle mani e ricominciò a singhiozzare...

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-Sai, Mikey...- cominciò il rosso, asciugandosi le lacrime ormai rapprese: -Non ti ho mai detto che mi dispiaceva...-.
Un gelido vento sembrò una mano che gli accarezzò il viso: il focoso si accese una sigaretta con mano tremante e iniziò a fumare, alzandosi in piedi. Sembravano secoli che non veniva al cimitero.
Basta incolparti... io l'ho sempre saputo. Non ti ho mai odiato...
La sigaretta cadde sull'erba umida, senza alcun tonfo. Raphael spalancò la bocca e gli occhi, tremando come in una convulsione. Aprì e chiuse la bocca un paio di volte, sino a quando una sensazione fredda con massaggiò la sua guancia destra. Riconobbe quel tocco e si voltò lentamente.
Ma non c'era nessuno. L'aveva, forse, immaginato?
Spense il mozzone con la scarpa e si rimise il cappello in testa. Era ormai buio e non c'era più nessuno al cimitero.
Raphie...
Raphael s'irrigidì ancora, ma stavolta per un buon motivo. Semi-trasparente, dinanzi a lui una sagoma un po' bassina era ferma. Occhi azzurri, un buco sul petto e la pelle spettrale. Solo i contorni si potevano intravedere, di un bianco appena visibile. Un accenno di arancio ricopriva metà volto.
-M...- pronunciò Raph, ricominciando a piangere: -M... Mikey?-.
Sì, sono io... diciamo che... dal primo novembre sino al sei gennaio, tutti gli spiriti possono stare con i loro cari. Senza farsi vedere, ovvio!
Raphael era ancora in lacrime: -P... perché, allora, non ti ho mai visto?-.
Mikey abbassò lo sguardo luccicante di lacrime e sospirò malinconicamente.
Sei tu che non hai mai permesso al tuo cuore di permetterti di vedermi. Ma ora è diverso.
Raphael provò ad abbracciare Michelangelo, ma lo attraversò: era pur sempre un fantasma, no? Mikey ridacchiò malinconicamente e guardò la luna piena con nostalgia.
Raph, che ore sono?
Un po' stordito dalla domanda, Raphael afferrò il cellulare e guardò il display: -Quasi mezzanotte, perché?-.
Posso essere consistente solo per dieci minuti... poi, tornerò ad essere uno spirito... per sempre...
Raph guardò la sua dolce metà, non sapendo cosa dire o fare. Troppe erano le domande nella sua mente, tanta la sensazione di stordimento.
Chiudi gli occhi, Raphie...
La testa calda non volle obiettare nulla e si abbandonò al freddo vento invernale, inspirando ed espirando lentamente. Per la prima volta, dopo tanto tempo, il suo dolore si era appianato, anche se non del tutto. Lui non poteva credere che Michelangelo era proprio accanto a lui...

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Un paio di mani calde si appoggiarono sulle guance del rosso, il quale riaprì gli occhi e per poco non si ritrovò ad avere un infarto. Michelangelo gli stava sorridendo... nella sua forma originale. Era di nuovo una tartaruga come prima.
-Mikey...- espirò il focoso, premendo con forza le sue labbra su quelle dell'arancione, che ricambiò.
Quanto aveva desiderarlo farlo! Quanto gli era mancato tutto questo! Il suo cuore aveva sofferto per troppo tempo, per troppi anni, ormai.
Mikey spinse dolcemente il corpo del suo maschio sull'erba, mentre il focoso allargò le gambe, mentre l'altro si strinse al suo petto.
-Volevo questo da anni, Raph...- rivelò Michelangelo, baciando la bocca dell'altro, che strinse dietro la sua testa per incitarlo a proseguire.
Con estrema velocità e ignorando il freddo, il focoso permise al suo compagno di spogliarlo di tutti gli abiti, solo per avere l'accesso completo al corpo muscoloso. Mikey e Raph avevano, ora, una bella differenza d'età. L'arancione aveva perso la vita a soli sedici anni. E Raph era un ventiquattrenne.
-Avresti avuto ventun'anni, ora...- gemette Raph, accarezzando quella pelle morbida e calda.
-Avevi diciannove anni quando mi hai visto morire-.
Mikey gemette quando le sapienti mani dell'altro strusciarono lungo i suoi fianchi, dirigendosi verso le anche, per poi raggiungere la preziosa coda. Raph, a un passo dal raggiungere l'apertura anale di Mikey, si fermò, distogliendo lo sguardo.
-Non voglio farti ancora male, Mikey.... non ti merito più...-.
Mikey sospirò e si alzò, restando in equilibrio sulle sue ginocchia, mentre il suo inguine era proprio sopra a quello di Raph.
-Non ho molto tempo, Raphie... quindi, smettila di rovinare questo momento e continuiamo, ti prego!- rimproverò: -Non mi hai mai fatto del male!-.
La titubanza del focoso venne offuscata da un piacevole calore proveniente dalle sue parti intime. Mikey stava sfregando lo spacco intimo già gonfiato, con l'intenzione di avere la dominanza sul membro. Il focoso ridacchiò e si appoggiò sui suoi gomiti, permettendo al fratellino di gestire il tutto. Quando l'eccitazione divenne troppa, il membro cadde fuori e le labbra calde del minore lo inghiottirono completamente.
Perle di sudore caddero lungo la fronte del rosso, il quale ansimava senza pari, accarezzando la testa del suo angelo venuto dal cielo. Stavano facendo sesso in un cimitero...? E a entrambi non importava!
Mikey assaggiò il seme del compagno, sorridendo soddisfatto. A questo punto, si gettò su Raph per baciarlo ancora. Fu allora che la testa calda si ribaltò, ritrovandosi come un lupo sulla preda. L'arancione era finito sull'erba, con Raph che gli oscurava la visuale della luna. In fretta, Raphie baciò la bocca del compagno, sino a mordere e succhiare il collo, godendo delle gambe di Mikey che si avvosero sul suo guscio.
Raphael assaggiò il membro del fratellino, mentre le lacrime caddero dai suoi occhi. Nel puro piacere, Michelangelo si commosse, perché entrambi erano a conoscenza che non avrebbero più potuto far questo. In quella sfera piuttosto emotiva, Raphael alzò dolcemente la coda del compagno, spingendo il suo membro nella stretta e delicata fessura anale.
Mikey si sforzò di sorridere, benché il dolore si fece sentire. Raphael non desiderava sprecare neppure un secondo e creò una striatura di saliva dalla clavicola sino alla gola del piccolo ninja arancione. Quando le spinte cominciarono a farsi sentire, dapprima piano poi con un ritmo incalzante, Mikey sentì un benessere completo nel suo corpo.
-La ferita...- mormorò il focoso, notando il buco visibile al centro del petto dell'altro: -Ho smesso di usare i Sai...-.
-Raphie...-.
Il focoso sorrideva con il dolore nello sguardo, mentre continuò a baciare il suo Mikey: -Ho un'altra arma in mente... voglio il tuo parere, amore mio-.
Mikey sentì il membro caldo di Raph sgusciar fuori da lui e ignorando il dolore, riservò lo stesso trattamento al fratellone. Raph lanciò un mini-grido di puro piacere e nelle spinte del minore, continuò a parlare.
-Voglio usare le tue armi-.
L'arancione abbracciò il guscio del focoso, strusciando la guancia su quella cupola d'osso: -Mi rendi felice... ma... saprai usarli?-.
-M'impegnerò al massimo!- ansimò l'altro, mentre Mikey lo voltò velocemente solo per baciarlo con impeto di dolore: -Mikey... che succede?-.
L'arancione si rattristò, massaggiandogli i pettorali: -Il mio tempo è scaduto, Raphie...-.
-N... no! No, ti prego!-.
Mikey lo zittì con un lungo bacio carico di diverse emozioni sulle labbra, dove le lacrime si unirono a quelle del focoso. Si strinsero insieme, entrambi addolorati di lasciarsi. Ma il permesso divino non era qualcosa che poteva essere infranto.
Un lontano orologio di una chiesa cominciò a battere i rintocchi dei dieci minuti dopo la mezzanotte. Era il due novembre, ora...
Raphael cominciò a non sentire più il peso di Mikey sul suo corpo: accigliato aprì gli occhi e osservò che la sua metà stava diventando trasparente. Mikey non smise di baciarlo, neppure quando il colore verde mare della sua pelle assunse quel tono spettrale.
Era solo una manciata di secondi, oramai...
Raphael sgranò ancora gli occhi quando si rese conto che non avrebbe potuto stringere o toccare il suo Michelangelo. Addolorato, cominciò a respirare superficialmente, incapace di lasciar scorrere la reale vita. Le mani fredde dell'arancione lo accarezzarono sulle guance, sino a quando la sensazione della lingua danzante contro quella del rosso non scomparve completamente.
Mikey era tornato a essere uno spirito.
Per sempre...
-Mikey!- esclamò Raph, alzandosi con le lacrime sul volto: -Ti prego! Dove sei?!-.
Sono qui, Raphie...
-Non voglio perderti ancora! Torna a essere visibile, ti prego!- implorò il rosso, cercando di afferrare quella mano che prima lo aveva accarezzato.
Purtroppo non dipende da me, Raphie... Resterò con te, accanto, sino al sei gennaio...
Raph era distrutto, adesso e non impedì ai singhiozzi di scuotere il suo corpo: -Mikey, io ti amo tanto!-.
Anch'io, Raphie... e grazie per le rose blu. Sono le mie preferite... Ricorda sempre che io veglio su di voi e anche se non mi vedete, io sono con voi.
Raph scosse il capo, ignorando gli ultimi rintocchi delle campane: -Mikey, fammi venire con te, ti prego!-.
Non puoi, Raphie. Non lasciare il sensei, Don o Leo... non è ancora il tuo tempo...
-Ma io non posso vivere senza di te! Lo capisci?!- urlò il rosso, incapace di arrendersi al duro destino.
Raphie... io devo andare, adesso. Io ti amo, ti amo con tutto me stesso... ti prego, proteggi gli altri come stai facendo...
Raph cercò di afferrare ancora Michelangelo, la cui forma spirituale scomparve ancora: -MIKEY! NO! NO! RESTA CON ME!-.
Resterò sempre con te... ti aspetterò, Raphie... Ti amo... Ti amo...
Raphael sentì una sensazione fredda contro le sue labbra... non ebbe bisogno di altri indizi per capire che Mikey lo aveva baciato per l'ultima volta, prima di andarsene per sempre. Con le lacrime sul viso, guardò il cielo stellato, sorridendo. Raccogliendo lentamente i suoi vestiti, si rivestì, guardando le sigarette.
-Queste non aiutano, Mikey...- mormorò, gettandole in un vicino cassonetto: -Grazie, amore mio... voglio che tu sia orgoglioso di me-.
Strofinandosi le lacrime, Raphael si infilò il cappello sulla testa, dirigendosi verso il muretto del cimitero, dato che il cancello era ormai chiuso. Prima di saltare, si voltò verso la tomba del suo fratellino, sorridendo.
-Ti amo, Mikey...-.

Qui giace Michelangelo Hamato, un eroe e un fratellino come pochi al mondo...

The End

 

Angolo dell'Autore

Ehi! Buon primo novembre! Ho pensato di scrivere qualcosa inerente a questo giorno un po' triste, ma sul TurtleCest. E' molto triste quest storia, lo so... ma mi sembrava giusto scrivere! Beh, ovviamente, è sulla mia coppia preferita! :)
A presto!

  
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