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Autore: atumnleaves    01/11/2013    5 recensioni
Durante gli anni mi accompagnarono nella vita. Non smisero di essere imbarazzate, curiose, sicure e violente. Cambiavano con te, si evolvevano e si trasformavano in base alle tue emozioni.
Baekyeol
Parole: 728 (conteggio word)
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Baekhyun, Baekhyun, Chanyeol, Chanyeol
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il giorno che ci siamo incontrati si muovevano sicure mentre maneggiavano la penna che inchiostrava il foglio bianco.

Il secondo giorno una di esse si mosse delicata attraverso l’aria in segno di saluto. Io rincambiai sorridendoti mentre mi avvicinavo.

Al nostro primo appuntamento non stettero mai ferme, sempre in movimento, congiunte l’una con l’altra in segno di imbarazzo.

Nei giorni seguenti restavano sempre meno unite tra di loro e aumentava il loro contatto con le mie.

Dopo un mese ci conoscevamo bene, loro mi conoscevano bene. Si posarono dolcemente sulle mie labbra prima di essere sostituite dalle tue. Dolci, soffici, calde labbra che assaporai avidamente.

Quella notte mi sfiorarono con passione. Piccole, fredde e curiose percorrevano ogni centimetro della mia pelle in cerca di più contatto. Toccarono le mie intimità. Io feci lo stesso.

Le strinsi, come si stringe un bambino impaurito, quando entrai dentro te sussurrandoti dolci parole mentre ti ricoprivo di baci per distrarti. Loro stringevano le mie sempre più forte per sopportare il dolore e io mi facevo stringere, volevo condividere quel dolore con te.

Quando la passione ti avvolse, lasciarono la presa e si posarono sulle mie spalle. Insicure, in cerca di sicurezza. Di una certezza, che ti dicesse che tutto questo era giusto.

Al primo litigio sfiorarono nuovamente la mia guancia, con violenza però. Una violenza che fece male. Ma non un male fisico. Un male più profondo che non sono mai riuscito a spiegare.

Quando capimmo di aver sbagliato, però, mi raggiunsero nuovamente, con ritrovata dolcezza, per chiedere scusa, mi accarezzarono nell’intimo e mi cullarono conducendomi al piacere.

Durante gli anni mi accompagnarono nella vita. Non smisero di essere imbarazzate, curiose, sicure e violente. Cambiavano con te, si evolvevano e si trasformavano in base alle tue emozioni. Il mio amore per te si evolveva con loro.

Quel giorno. Quel giorno anche loro, come te, ebbero paura. Un mese. Un unico mese ci rimaneva. Perché non ce ne siamo accorti prima? Perché deve essere tutto così fottutamente sbagliato?

Erano fredde, più fredde del solito. Prive della voglia di vivere io le scaldavo, ti scaldavo. Cercavo di donarti speranza anche se quella mi aveva abbandonato nel momento in cui capii che mi avresti lasciato.

Mi esplorarono spesso nell’ultimo mese. E io facevo lo stesso. Non le abbandonavo. Le stringevo. Le tenevo al sicuro. Gli infondevo coraggio perché avevo bisogno che almeno loro, almeno tu rimanessi forte perché io ero debole. Svuotato. Impaurito.

Ricordo ancora il nostro ultimo giorno. Ci svegliammo abbracciati, i nostri corpi nudi si scaldavano a vicenda e loro mi accarezzavano i capelli. Ti alzasti, quel giorno stavi bene. O almeno così credevo.

Quell’istante è ancora sfuocato per me. Una macchia scura indefinita che mi tormenta. Ricordo il vetro frantumarsi. Il tuo corpo a terra. Immobile. Ricordo le sirene. L’ospedale. Era giunto il momento.

Ti svegliasti. Non era previsto. La gioia che i tuoi occhi aperti mi donarono fu immensa. Quanto immensa fu la disperazione che mi raggiunse l’istante dopo. Mi dicesti addio. Un ti amo sussurrato e lei, che mi accarezzava la guancia e mi asciugava le lacrime prima di cadere, precipitare, priva di vita.

Io la strinsi. La strinsi mentre urlavo, gridavo al mondo il mio dolore sovrastando quel “bip” che mi lacerava i timpani e il cuore.

Rumore di passi. Voci. Qualcuno mi portò fuori dalla stanza. Non ricordo altro. Nel momento in cui ti lasciai tutto divenne nero. Svenni. Sperai di non svegliarmi più. Ti avrei potuto raggiungere.

Quando mi risvegliai mi sentì vuoto. Ero vivo ma ero morto. Perché la vita senza di te equivale alla morte. Il mio cuore non batterà più.

Ricordo ancora la tua mano. Fredda. Mi asciugava le lacrime infondendomi coraggio. Nonostante fossi tu quello bisognoso, fossi tu quello vicino alla morte, sono stato capace solo di piangere.

Quelle mani. Il modo in cui mi sfioravano. Il loro essere così tremendamente piccole, fredde e perfette. Le ho amate, ti ho amato. Anzi, le amo e ti amo. Perché tu sei ancora con me. Perché noi saremo di nuovo insieme. 

Ricordi ancora le nostre notti di amore? Le parole che ti sussurravo? Professavo il mio amore mentre accarezzavo la tua candida pelle. In mezzo ai ti amo c’erano le parole che preferivi. Che volevi che ti ripetessi all’infinito. Non smetterò mai di ripeterlo.

“Le tue mani sono la mia ossessione”

Baekhyun, ti amo, mi manchi, torna da me.

Tuo per sempre, Chanyeol





 
Odio le death-fic. A morte. Sono una sentimentalista schifosa che piange per tutto.
E alla fine ne ho scritta una.
Sono arrivata alla fine che piangevo. Ho ancora il magone. 

*Prometto che presto avrete anche il capitolo della long!*

Neena 
 
 
   
 
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