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Autore: LoL__    01/11/2013    1 recensioni
-Perché continui a starmi dietro?-
Janis non era mai stata più seria del momento nel quale aveva pronunciato quella domanda.
E sinceramente sperava che Harry non rispondesse, perché lui era sincero. Sempre.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Friends

 

 

Stava gelando, eppure non sembrava intenzionata a tornarsene a casa.

La conosceva da una vita eppure non era mai riuscito a comprenderla fino in fondo e, per quanto fosse frustrante, Harry questo l’aveva accettato.

Aveva imparato a farselo andare a  genio perché tanto Janis non sarebbe cambiata mai, neanche se a chiederlo fosse stato lui.

E ora, avvolta in un leggero maglione verde e un paio di calze forse troppo strappate Harry sapeva che stava tremando il più piano possibile per non fare troppo rumore e aveva perso la sensibilità alle dita dei piedi, perché si, stava proprio gelando.

E lui aveva cercato di coprirla con la sua giacca, ma lei aveva rifiutato.

-Torna a casa Harry.- aveva detto solo con il suo solito tono pacato ed Harry aveva contratto le labbra in una smorfia contrariata.

Non l’avrebbe lasciata a soffrire il freddo da sola, perché gli amici le cose le fanno in due.

E proprio per questo si era tolto la giacca, che la ragazza dai capelli colorati aveva rifiutato poco tempo prima, e l’aveva gettata sull’erba qualche metro più indietro rabbrividendo immediatamente a causa di una folata gelida di vento.

Londra era particolarmente fredda quel pomeriggio.

-Quando smetterai di essere così orgogliosa, Janny?- le chiese il ragazzo tremando e senza aver paura di fare rumore.

Janis non rispose, si limitò a scrollare le spalle e ricacciare indietro le lacrime. Odiava sentirsi debole e odiava il fatto che Harry fosse così dannatamente… Harry.

-Quando tu smetterai di farti gli affari degli altri, Harold.-

Harry rise. Quel nome era divertente solo pronunciato da lei.

-Ma io mi faccio gli affari tuoi. Tu non sei tutti gli altri Janis, è questo il problema…-

Harry si portò le gambe lunghe e strette in un paio di jeans scuri , che a Janis proprio non piacevano,cercando di riscaldarsi.

Si voltò verso la ragazza notando i suoi occhi limpidi un po’ troppo lucidi. Si portò una mano nei capelli ricci e scompigliati tirandoseli indietro.

-Devi smetterla.- le disse poi deciso.

Per la prima volta Janis si voltò verso di lui.

Non era sorpresa e neanche confusa.

Neanche stavolta Harry riuscì a capirlo tanto bene.

-Non puoi scappare di casa ogni volta che tuo padre decide di tornare. Janis, è il suo lavoro. Rischia la sua vita per la patria  e per poter mantenervi. Dovresti essere fiera di lui. So che è difficile sapere che si è perso tutti i momenti più importanti della tua vita, ma davvero pensi che a lui non dispiaccia? Davvero pensi che lui sia felice di mancare per mesi interi e poi tornare e vederti scappare di casa come una ragazzina capricciosa?-

Il tono del ragazzo non era duro e neanche arrabbiato. Harry sapeva che Janis stava per scoppiare  ma lui era così.

La sincerità era quello che la sua migliore amica aveva sempre apprezzato di più in lui.

Ma naturalmente questo non lo avrebbe mai ammesso.

-Non sei tu quello che deve convivere con questo peso sullo stomaco, non sei tu quello che deve fingere  un sorriso ogni volta che lui si decide di tornare a casa. Si comporta come se tutto gli fosse dovuto, e io questo non lo sopporto.-

Harry non rispose, si limitò ad alzarsi e rinfilarsi la giacca di pelle.

-Tu almeno hai qualcuno da festeggiare il giorno della festa del papà, io da piccolo quel giorno lo passavo in un cimitero.Ti voglio bene Janny, ma quando fai così proprio non ti sopporto.- 

Si voltò cominciando a camminare verso la metro.

Le voleva bene, e questo glielo aveva sempre detto. Ma in quel momento si sentiva ferito.

Voltò l’angolo con gli occhi verdissimi più lucidi del solito.

Aveva persino bidonato l’appuntamento con la sua fidanzata per poterle correre dietro. Eppure ora non riusciva neanche a pensare al suo nome.

Si fermò improvvisamente senza fiato, si era messo a correre.

-Mi dispiace.-

Si voltò di scatto notando che Janis era ferma di fronte a lui, con il fiatone e la pelle troppo bianca. Sembrava sul punto di svenire ma tanto, lo sapevano entrambi, non lo avrebbe mai ammesso.

-Mi dispiace di essere sempre così orgogliosa, impulsiva, insensibile e stronza. Mi dispiace di chiamarti tutte le notti alla stessa ora solo per chiederti un consiglio stupido che potrei chiederti a scuola ma che poi tanto non seguirò mai. Mi dispiace di comportarmi come una ragazzina che però vuole fare la grande e mi dispiace di ferirti ogni volta che vuoi aiutarmi. Perché tu per me sei importante, e anche se, lo sappiamo entrambi, non mi piace ammetterlo, ti voglio bene e scusa Harry, perchè io non mi merito niente e tu per me sei troppo.-

Piangeva e respirava pesantemente. E stava tremando senza aver paura di fare troppo  rumore mentre tutto quello che si era sempre tenuta dentro usciva fuori dalle sue labbra sottili.

Harry non sapeva cosa dire. Per la prima volta in vita sua gli mancavano le parole.

E per quanto si sentisse ferito e il ricordo di suo padre avesse ricominciato a tormentarlo, non riusciva a guardarla negli occhi e non perdonarla.

Perché lei era Janis.

-Perché devi essere sempre così convincente? Per  colpa tua ho dato buca alla mia ragazza!-

Gli disse il ragazzo alzandosi dalla panchina e abbracciandola stretta, fino a sentire tutte le ossa.

-Perché continui a starmi dietro?-

Janis non era mai stata più seria del momento nel quale aveva pronunciato quella domanda.

E sinceramente sperava che Harry non rispondesse, perché lui era sincero. Sempre.

E lei era troppo poco e lui troppo tanto.

E non poteva permettersi di perdere anche lui, non l’unica persona che avesse mai provato ad amarla.

-Perche tu sei Janis.-

-E tu sei Harry. Che risposta è mai questa scusa!?-

-Janis, dovresti smetterla di fare domande. Anzi se non sbaglio devi chiedere scusa a qualcuno…-

La ragazza ridacchiò alzando gli occhi al cielo. Harry la prese a braccetto cominciando a trascinarla verso casa sua.

-Sei un riccio idiota.- esclamò all’improvviso lasciando un bacio sulla guancia dell’amico. Harry rise scuotendo la testa.

-Anche per me sei la persona più importante del mondo.-

 

 

  
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