Fumetti/Cartoni americani > Homestuck
Segui la storia  |       
Autore: randomnessUnicorn    01/11/2013    2 recensioni
Questa è una raccolta di una serie di Fiction auto conclusive, quindi ognuna non c'entra con l'altra. I personaggi saranno vari, per questo metterò "un po' tutti", idem per i generi che saranno sempre diversi a seconda della storia. Non so ogni quanto aggiornerò, però spero che siano gradite.
Capitoli pubblicati fino ad ora:
1- Self- Inflicted Pain ( Calliope x Roxy)
2- Waiting for you… (Nepeta)
3- I will learn to fly (Tavros & Vriska)
4- Whalecome Love (Meenah x Aranea)
5- Due cuori spezzati sono meglio di uno (Kankri & Nepeta)
6- Thank you for the Smile (Feferi & Gamzee)
7- L'utopia di un desiderio (Calliope & Cronus)
Genere: Generale, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

TITOLO: Self- Inflicted Pain
AUTORE: randomnessUnicorn
FANDOM: Homestuck
RAITING: Verde
GENERE: Introspettivo, triste e generale.
NOTE: AU, HumanStuck.
PROMPT: Mi dicevi di star bene con sorrisi fatti in plastica. {Salmo} 
PERSONAGGI: Calliope & Roxy
NOTE D’ AUTORE:  Ecco la prima storia di questa raccolta senza pretese, la prima fra tante, infatti in tutto dovranno essere 25 storie (finirò nel 2060 ma ok).
L’idea per codesta raccolta è saltata fuori grazie ad una Challenge indetta da una mia amica, in un forum di Fanfiction. Quindi ecco la prima, spero sia di vostro gradimento.
I personaggi principali sono Calliope e Roxy, due personaggi che amo e chi shippo, anche se la fiction non è sulla coppia. Non so che dire, buona lettura!

 

Self- Inflicted Pain

 
È una fresca giornata di autunno, un venerdì per l’esattezza. La temperatura non è ancora fredda e ostile come dovrebbe essere, anzi, è piacevole in un certo senso. Gli alberi si stanno spogliando pian piano delle proprie foglie e il sole gioca a nascondino tra le nuvole, proprio come Calliope che, timidamente, nasconde il viso sotto la sciarpa, mentre segue i propri amici che le camminavano davanti.
Calliope amava stare insieme ai suoi amici, ma era troppo timida per seguire le loro chiacchierate e ridere alle stupide battute di Dirk senza vergognarsi di sembrare stupida ed inappropriata .
Già, si è sempre sentita diversa in qualche modo, indegna di trovarsi nel gruppo “in” della scuola. Fuori luogo perché lei non si considerava affatto “In”, anzi, esattamente il contrario. Dunque preferiva ascoltarli e ridere, silenziosamente, senza farsi notare, in questo modo era felice, od almeno si autoconvinceva che fosse così.
Poi, a casa, sempre e comunque la solita solfa: pranzare, lavare i piatti, litigare con suo fratello perché non voleva aiutarla a fare le pulizie, fare i compiti, litigare nuovamente col fratello, chattare con gli amici, cenare, e leggere qualcosa prima di andare a dormire. Ormai non si aspettava più nulla dalla vita, poteva prevedere ogni cosa che le sarebbe successa durante la giornata, anche gli stessi dialoghi che avrebbe avuto e per quante volte avrebbe sbuffato. Sapeva già tutto, non perché fosse una maga che profetava il futuro, ma perché tutto era monotono e scontato. 
 
* * *
 
Mentre era presa dalle pulizie, Calliope sentì lo squillo del telefono, e fortunatamente riuscì a raggiungerlo in tempo, prima che Caliborn dicesse qualcosa di offensivo a colui che si trovava dall’altra parte dell’apparecchio.
 
«Pron-!» Stava per dire ma . . .
«Callieeeeee!!! » Nemmeno il tempo di alzare la cornetta che un urlo, potutosi udire anche dall’altro capo del mondo, le trapassò le orecchie. Infatti era una sua amica, Roxy; una brava ragazza, malgrado i problemi con l’alcool e l’esagerata euforia che la caratterizzavano.
«Ciao, Roxy! » Le rispose, massaggiandosi l’orecchio dolorante.
«Come staaaiii? » Chiese Roxy, allegramente. Calliope non riusciva a capire come potesse essere sempre così esuberante e piena di energie, forse era merito dell’alcool che ingurgitava ogni singola ora della sua vita, mah. Qualunque cosa fosse, i pensieri di Calliope vennero interrotti dall’amica, che stava aspettando una risposta.
 « Hey!!! Terra chiama Callie, rispondi Callie, passo! » Disse la ragazza, con una voce robotica e statica.
« Oh, scusa, comunque tutto bene, grazie. Tu come stai? » Dichiarò, balbettando leggermente.
« Oh, bella domanda. Una domanda da cento milioni di dollari. Mi fa male la testa, ma non è questo il problema – fa una breve pausa, sospirando- sono confusa, ho bisogno di un consiglio d’amica, e visto che tu sei la mia best friend 4 life ho pensato che mi potessi aiutare » Replicò Roxy, sbuffando alla fine della frase. Il suo modo di parlare era sempre esagerato, così come il suo tono di voce era squillante e a volte confusionario .
«Oh, certo, dimmi tutto! » Rispose Calliope, dirigendosi verso la sua stanza, in modo che nessun’ essere indesiderato – soprattutto suo fratello- avrebbe potuto ascoltare la conversazione o infastidirla, emettendo suoni disturbanti ed imbarazzanti. Poi chiuse la porta alle sue spalle e si sedette sul margine del letto.
 « Oh, Callie!!! Sono troppo fatta per dare delle spiegazioni sensate, ma ci proverò, visto che ti ho chiamato per questo! » Era delirante come al solito, insomma. Sembrava che facesse fatica a parlare.
« Non dovresti esagerare con gli alcolici, altrimenti ti riduci nello stato di non riuscire a creare un discorso sensato » Ribatté Calliope, con tono severo.
« Sì, cioè no, non voglio parlare della mia dipendenza ma di un problema maggiore… superiore!!! Ovvero i ragazzi!!! » Proclamò alla fine Roxy. Quindi si parlava di ragazzi, un argomento che a Calliope non stava molto a cuore, per il semplice fatto che per lei, il genere maschile, era un mistero .
«Cosa intendi dire? » Rispose, alzando un sopracciglio. Era sicura che non avrebbe potuto aiutare la sua amica, non avendo mai avuto esperienze con nessun ragazzo, sarebbe stata inutile. Poco dopo, Roxy interruppe i suoi pensieri perché aveva altro da dire.
« Oh, un ragazzo mi ha chiesto di uscire. Non penso che tu lo conosca, comunque sta nella stessa squadra di Football di Dirk, lui stesso mi ha detto che questo tizio ha una cotta per me. Però io non so se accettare, perché sinceramente non ho voglia, tuttavia è carino e sembra simpatico. Perché la vita di un adolescente è così difficile? Cosa devo fareeeeeee???? Callieeeeeeeeeeeee?!?!?!?! » Alla fine Roxy si mise ad urlare come un’ ossessa, tanto che Calliope ha dovuto spostare la cornetta del telefono per non rischiare di essere nuovamente insordita dalla squillante voce dell’amica.
Certo che Roxy aveva un grande successo con i ragazzi, idem con le ragazze. In fondo lei era sempre amichevole e scherzosa con tutti, perciò era impossibile non volerle bene o provare simpatia per lei. Roxy era estroversa, ben voluta, simpatica e schietta. Mentre, al contrario di lei, Calliope era introversa, solitaria, timida e forse anche noiosa. Non riusciva a capire come una persona solare come Roxy potesse esserle amica, spesso si interrogava su questo quesito, senza darsi una risposta.
« Hey, Callie! Ci sei o devo chiamare chi l’ha visto? » Urlò Roxy, che stava aspettando, per l’ennesima volta, una risposta.
« Oh, scusa, ero sovrappensiero – sospirò lievemente – ti piace questo ragazzo? » .
« Uhm . . . è carino e sembra simpatico, quindi sì, forse… non lo so ».
« Beh, allora dovresti uscire con lui e dargli una possibilità! ».
« E se si rivelasse un’idiota? ».
« In quel caso lo lascerai stare. Mai giudicare il libro dalla copertina! »
« Uhm . . . forse hai ragione. Gli darò una possibilità. Ero sicura che mi avresti dato un buon consiglio, non per niente sei la mia Best Friend 4 Life 4ever & Ever – ride rumorosamente- allora ti farò sapere appena ci saranno novità. »
«  Sì, va bene ».
« Beeeeeeeeeeneeeee . . . allora vado, c’è una certa bottiglia di Whisky che mi sta aspettando, e non vorrei essere così maleducata da farla preoccupare. Ci sentiamo dopo! Byeee best friend. Baci e abbracci! ».
« Ciao, Roxy – ridendo- ci sentiamo».
 
 
Salutò Roxy e si sdraiò sul letto, fissando il soffitto color verde mela. Uno strano sentimento iniziò a manifestarsi nel suo cuore, però non era una sensazione nuova, infatti l’aveva già provata prima, anzi, ormai la veniva a trovare sempre più spesso. Ma che tipo di sentimento era? Di solitudine, inettitudine e insufficienza. Odiava pensare questo, ma Calliope si è sempre sentita inferiore rispetto a Roxy e a tutti gli altri. Sentiva di essere indegna e di non meritare la loro amicizia. Loro non avevano mai detto nulla di offensivo per farle credere ciò, difatti era tutto nella sua testa. Dentro la sua testa pensava di non essere mai abbastanza, di trovarsi sempre un gradino più in basso rispetto agli altri.
Convinta di essere brutta, realizzò che forse era questo il motivo per cui i ragazzi non l’avvicinassero e non l’invitassero mai ad uscire. La ragione per cui nessuno di essi  si interessasse mai a lei era questa, la sua bruttezza.
Questo pensiero la fece esplodere interiormente, tanto che non riuscì più a trattenere le lacrime che, come una bomba ad orologeria, ormai erano esplose, cadendo dalle sue guance pallide. Cercava di trattenere i singhiozzi perché non voleva essere scoperta, nessuno doveva essere a conoscenza della sua sofferenza.
Ancora una volta, doveva autoconvincersi di stare bene con sorrisi fatti in plastica. Per quanto tempo ancora sarebbe riuscita a resistere e a non scoppiare in lacrime davanti ai suoi amici? Cosa le avrebbero detto? Cosa avrebbero pensato di lei?
Il suo torace tremava e si muoveva su e giù a causa dei singhiozzi che aumentavano sempre di più. Prese un cuscino e se lo portò sulla faccia, quella faccia che tanto disprezzava e che desiderava solo vedere sparire. Disdegnava ogni parte del suo viso, ogni cellula che plasmava il suo corpo. Perché non poteva essere apprezzata e bella come Roxy? Perché non poteva avere almeno la metà od un quarto delle sue caratteristiche?
Desiderava soffocarsi sotto quel cuscino, quando ad un tratto il telefono squillò nuovamente. In modo sempre più insistente. Calliope non aveva nessuna voglia di rispondere, tuttavia alzò la cornetta. Prese un profondo respiro e, cercando di trattenere le lacrime, rispose.
 
«Callieeeeeeeee!!! » Era Roxy. Ancora. La persona che tanto invidiava e che, allo stesso tempo, tanto stimava. Calliope odiava se stessa per questo, non voleva provare invidia nei suoi confronti. Non era giusto, perché Roxy non lo meritava. Così Calliope si sentì una persona ancora più terribile.
 «Sì, pronto? » Disse, con uno strano vuoto nella voce, anche se cercò di trattenersi. Doveva resistere e riuscire a recitare quella parte …ancora.
«Scusa se ti disturbo di nuovo, ma stavo pensando. Sai, forse dovrei lasciarlo sulle spine, se gli dicessi subito di sì penserebbe che io sia una ragazza facile, no? Poi vorrei studiare bene la situazione, indagare sul suo conto e vedere se è degno di uscire con la Grande Roxy! – fa una piccola pausa per riprendere fiato- che ne dici?».
Calliope non sapeva cosa dire, infatti furono le lacrime a rispondere per lei; altre lacrime che iniziarono a solcarle il volto. Non voleva farlo, non voleva pensare quello che stava pensando. L’invidia si stava impossessando di lei, di nuovo. Cercava di cacciarla via e di pensare positivo, di essere felice per l’amica, perché voleva aiutarla, lo voleva davvero, ma nel suo cuore si chiedeva ancora perché. Intanto, dall’altro capo del telefono, Roxy le parlava, chiedendo se tutto andava bene, ma nessuna risposta giunse. Calliope era interdetta, muta e confusa.
« Callie, hey?! Tutto bene?! Riesco a sentire fino a qui che c’è qualcosa che non va! » La voce di Roxy era preoccupata e meno chiassosa del solito, anzi, era quasi tremolante.
« Va . . . va tutto … b-bene – presa dai singhiozzi- sto bene… » Mentì, perché niente andava bene, tutto era sbagliato. Lei stessa era sbagliata.
«No, merda! Non va affatto bene. Stai singhiozzando e ci sono solamente due ragioni per farlo: una è per le troppe risate mentre l’atra è per le troppe lacrime. Non mi pare che stessimo facendo un discorso divertente, dunque l’unica opzione rimasta è il pianto. Perché stai piangendo? Cosa è successo? ».
« Niente, credimi … sto bene … » Ripeté, cercando di convincere l’amica, anche se era difficile, visto che non riusciva nemmeno a convincere se stessa.
«Non ci credo! È stato tuo fratello! Cosa ti ha fatto quel maledetto?! Nessuno può trattare male la mia best friend sperando di uscirne illeso!» Disse, urlando.
« No, lui non c’entra niente, non stavolta» Rispose, tirando su col naso, tanto ormai l’ aveva scoperta, non poteva più fingere che tutto andava bene. Non poteva più recitare la parte della ragazzina felice e spensierata.
« E allora cosa c’è? Dimmelo! Devo saperlo, non posso aprire una bottiglia di vino pensando che la mia cara amica sta soffrendo. »
« Beh, non è importante, non preoccuparti, anche adesso non riuscirei a parlarne ».
«Oh, capisco. Allora domani verrai a casa mia, così faremo un grande pigiama party, al diavolo i ragazzi e tutto il mondo. Ovviamente non accetto no come risposta! »
« Oh, va bene, mi farebbe piacere » Rispose, anche se avrebbe preferito stare da sola, passare il week end in solitudine e nella depressione.
Come le avrebbe spiegato tutto? Soprattutto come le avrebbe detto che voleva essere come lei? Per ora Calliope riusciva a sentire solo un calcio nello stomaco, forse era la sua coscienza che la stava picchiando per essere così stupida.
Alla fine rimase ad osservare il vuoto, la sua mente era troppo ingarbugliata anche solo per formare una frase di senso compiuto. Quella notte non cenò nemmeno, perché non voleva vedere nessuno, né tanto meno udire la voce di nessuno.
La notte passò lentamente e pesantemente. La testa di Calliope girava come una trottola, come se portasse addosso un peso abnorme.
No, quella notte era da dimenticare… forse l’intera esistenza era da dimenticare.
 
 
       * * *
 
 
Il tanto inatteso sabato era giunto e le energie di Calliope venivano a mancare. Passò la notte a contorcersi nel letto, quasi fosse presa da improvvisi attacchi epilettici.
No, non aveva nessuna voglia di andare dalla sua amica, forse poteva dirle di stare male, in questo modo si sarebbe potuta risparmiare l’ignobile figura che avrebbe fatto cercando di spiegarle i motivi della sua sofferenza, ma si rese conto che non era affatto una buona idea, perché non ci avrebbe creduto, Roxy aveva un sesto senso  per le bugie, quindi era impossibile ingannarla.
Alla fine preparò la sua borsa ed uscì di casa, dopo aver salutato i suoi genitori e mandato suo fratello a quel paese.
Arrivata a casa di Roxy, non sapeva che fare. Non era per niente pronta e non si era nemmeno preparata delle risposte da darle in caso di domande complicate. In realtà il suo cervello non aveva nessuna voglia di pensare, perché faceva male, pensare era doloroso, visto che riusciva a elaborare solamente idee negative, niente di buono.
Roxy la accolse a braccia aperte e calorosamente. Inizialmente non le chiese niente riguardo il suo stato d’animo della sera prima, anzi, sembrava come se si fosse dimenticata dell’accaduto, delle lacrime che Calliope aveva versato per telefono. Come se nulla fosse mai successo. Calliope ne era dispiaciuta, perché una piccola parte di lei voleva urlare, dire la verità, ma l’altra parte voleva stare zitta perché quella verità era dolorosa, difficile da spiegare.
La giornata passò piacevolmente tra chiacchierate, film, giochi di ruolo ed abbuffate di dolci. Calliope sembrava serena ora; tutte le ansie, i dolori e le preoccupazioni, che prima le stavano distorcendo l’anima, sembravano sparite, per merito dell’allegria di Roxy, dell’amicizia che le aveva dimostrato. Ma la pace non può durare per sempre perché, come abbiamo detto, la verità può nascondersi ma non sparire, infatti riemerse, appena le fu fatta quella domanda.
 
« Callie, riguardo a ieri, stavi bene? Stai bene? » La voce di Roxy aveva colpito Calliope come un pugnale in pieno petto. Quest’ultima spalancò gli occhi verdi, rimasti interdetti. La sua bocca socchiusa non sapeva cosa dire. Come poteva una semplice frase fare così tanto male? Come potevano due semplici parole essere così tanto distruttive? Calliope rimase in silenzio per un po', fissando il pavimento. Non voleva mentire, non più, ma non voleva nemmeno essere odiata dall’amica.
« Allora? Rispondimi, sono seria … e sono sobria, strano ma è così. Sono stata tutta la notte in pensiero per te! » La voce di Roxy era inusuale, seria e determinata, così come il suo sguardo, duro ed irremovibile.
« I-io… » Non riuscì a dire niente, riuscì a sentire solamente i propri occhi inumidirsi. Iniziò a vedere tutto appannato, la stessa figura dell’amica sembrava sfocata.
« Per favore, Callie! Non fare così, qualunque sia il problema, troveremo la soluzione insieme, sono tua amica, anzi, sono la tua super best friend e sono qui per aiutarti. Ma non potrò farlo se prima non mi dici il problema. Sono super, ma non posso leggere nella mente! » Disse la ragazza, poggiando le mani sulle spalle di Calliope. Poi prese un fazzoletto e le asciugò le lacrime che le stavano cadendo lentamente dalle guance.
« No, non sto bene… non ci riesco – prese un grande respiro, cercando le parole giuste da usare- non voglio che tu mi odi, tengo molto alla nostra amicizia».
«Odiarti? E perché mai dovrei farlo?»
« Tu sei una persona fantastica, allegra e gentile con tutti e … - singhiozzando- invece io sono una nullità, inetta e brutta, che non merita né la tua amicizia e né nient’altro » La povera Calliope scoppiò a piangere come una fontana, singhiozzando così forte da non riuscire nemmeno a respirare.
« Ma che stai dicendo? Chi ti ha messo in testa queste assurdità? Sei impazzita? » Urlò Roxy, scuotendola, ma l’altra non rispose, non riuscendo nemmeno a parlare a causa del pianto.
« Tu sei una persona fantastica, creativa e super intelligente, tanto intelligente che spesso mi sento una stupida. Sei una bellissima persona, Callie, credimi. Per favore, smetti di piangere!»
« Non è vero, non lo sono. Io ho sempre desiderato essere come te, perché sei perfetta. Tutti ti amano e vogliono stare con te. Mi sento uno schifo, mi dispiace, capirò se dopo aver detto questo tu mi disprezzerai » Calliope si coprì il viso dalla vergogna. L’aveva detto, aveva confessato la sua invidia,  l’invidia che non dovrebbe esistere in un’amicizia.
«Disprezzarti? Se ci fosse un premio per la cavolata più grande dell’anno penso che lo vinceresti. Non potrei mai disprezzarti, e io non sono perfetta. Una ragazza fatta dalla mattina alla sera che nelle vene ha più alcool che sangue non è perfetta. Tu non sei inferiore agli altri. E se la gente la pensa così andasse a farsi fottere, anzi, ce li mando io personalmente a suon di calci nel sedere!» .
« Davvero non mi odi? Non ti importa se ho provato invidia per te, che sei mia amica? » .
« No, non ti odio, per l’ennesima volta. Anzi, mi sento un’imbecille per non aver notato prima il tuo stato d’animo e per non essermi accorta della tua tristezza. Mi dispiace molto, Callie».
« No, non devi scusarti, anche io sono stata stupida».
«Allora siamo stupide in due, siamo BSFF».
«Ovvero? ».
«BEST STUPID FRIENDS FOREVER!». Disse Roxy, lanciandosi su Calliope per abbracciarla. Entrambe sentivano che loro amicizia si era rinforzata, evoluta in un certo senso. Insieme avrebbero potuto superare tutte le avversità e combattere contro chiunque, anche contro il mostro più pericoloso.
 
Quindi da quel giorno Calliope non fu più costretta a recitare una parte, ma solo se stessa. Non fu più costretta a mostrare sorrisi di plastica, ma solo sinceri. Non fu più costretta a provare invidia verso la sua amica, ma solo affetto. E infine, trovò anche il coraggio di distruggere quell’odio provato verso se stessa; è più facile a dirsi che a farsi, ma finché ci sono amici sinceri su cui contare, tutto è possibile.
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > Homestuck / Vai alla pagina dell'autore: randomnessUnicorn