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Autore: Silvi_MeiTerumi    01/11/2013    0 recensioni
‘Hai fatto un casino amico’ continuava a ripetergli Calum mentre sorseggiava un goccio di Coca-cola in quel piccolo bar di periferia.
‘Non ho avuto le palle per abbracciarla e scusarsi, sono un orgoglioso del cavolo!’
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Luke Hemmings, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Doveva farsi perdonare, doveva scusarsi per aver alzato la voce la  scorsa notte, doveva abbracciarla, doveva baciarla, ma la cosa più importante era dirle ‘ti amo’.
Per tutto il giorno aveva implorato Calum di aiutarlo con Maya, lei era testarda e nemmeno lui, Luke Hemmings gli avrebbe fatto cambiare idea sul perdonarlo.
Il fatto è che la scorsa sera, quella litigata, iniziata a causa di una foto compromettente del cantante e chitarrista, aveva preso una brutta piega, e lui furioso per non essere creduto aveva cominciato a sbraitare ed alzare la voce, neanche se cantasse uno dei suoi assoli.
Tutto quel casino aveva fatto sì che delle calde lacrime cominciarono a scendere dal viso della ragazza.
In un primo momento aveva spalancato gli occhi, increduli, sì perché Maya Erikson non piangeva mai.
Non aveva nemmeno pianto quando si era rotta la gamba destra giocando alla Wii, lei non si mostrava mai debole.
E Luke questo lo sapeva, ma quando l’aveva vista tremare avrebbe voluto avvicinarsi e stringerla a sé al posto di sbattere la porta alle sue spalle.
‘Hai fatto un casino amico’ continuava a ripetergli Calum mentre sorseggiava un goccio di Coca-cola in quel piccolo bar di periferia.
‘Non ha avuto le palle per abbracciarla e scusarsi, sono un orgoglioso del cavolo!’. E lo ero, infondo era lei che aveva sbagliato, lui non si stava affatto baciando con la ragazza dello staff! Per l’amor del cielo, i media aveva inventato tutto. Non l’avrebbe mai tradita.
Sospirò per poi poggiare una mano sulla fronte pensando a qualcosa che potesse aiutarlo a sistemare con Maya.
‘Offrile una cena’ se ne uscì il moro di fronte mentre prendeva con una manciata le patatine portate poco prima dalla cameriera che se li stava mangiando con gli occhi.
‘Ma è banale! Insomma, non uscirebbe nemmeno di casa se sa che IO l’ho invitata! Non vuole parlarmi! L’ho chiamata un infinità di volte, ma dopo uno squillo mi mette giù’ dichiarò sconsolato per poi afferrare una patatina ed ingurgitarla in fretta.
‘Cosa le piace di più?’ se ne uscì Calum richiamando l’amico intento a scervellarsi per una buona idea.
‘Mh? In che senso? Le piacciono tante cose!’ dichiarò ovvio alzando gli occhi al cielo.
‘Oh dai Luke! Saprai come riappacificarti con la tua ragazza!’ lo canzonò il bassista.
‘Ho un’idea! A dopo Calum!’
E fu così che preso dalla fretta indossò la sua giacca celeste pronto per far ricredere a Maya che lui non era un ‘buono a nulla’ come lo aveva definito lei su una crisi isterica ieri.
 
Maya intanto stava sorseggiando un ottimo thè caldo appena fatto, davanti alla tv stava guardando scorrere le immagini di un film strappalacrime.
Sbuffò per poi distendersi sul divano color panna e guardando il cellulare vecchio, ormai da buttare.
‘Luke <3’ era questo l’ultimo nome che l’aveva cercata.
Quell’idiota la scorsa notte se l’era filata.
E aveva fatto bene, altrimenti lo avrebbe preso a calci, si sera permesso di darle della bambina!
Lei? Maya Erikson non era una bambina. Era matura e questo lo sapeva. . Ma la scorsa notte lui sembrava sincero, anzi lo era, glielo si leggeva negli occhi azzurri come il mare, sapeva che la tipa del suo staff non lo stava baciando, ma all’inizio non ci aveva fatto caso. Il titolo sul giornale era chiaro.
‘Luke Hemmings, il cantante dei 5 Seconds of Summer beccato a baciare una giovane ragazza nel backstage’ e quella ragazza non era lei.
Al diavolo quel biondo montato. Si alzò a fatica e dopo essersi disfatta la coda si diresse in cucina per posare la tazza nel lavello e prepararsi qualcosa per cena, infondo le sette erano scoccate da un po’.
Possibile che non c’era niente nel frigo o negli armadietti?
Fisso per un po’ con occhi infuriati i pacchetti vuoti dei biscotti. Luke. Sempre lui, finiva le cose e non buttava mai le carte.
Stava per chiamare la pizzeria a pochi isolati da casa per farsi portare una pizza quando il campanello suonò.
Chi potrà mai essere? Subito la risposta le venne in mente.
Non aprire si continuava a ripetere mente a piccoli passi arrivava all’ingresso e poggiava la mano sulla maniglia.
Aprì d’un colpo la porta e si trovò un Luke affannato con delle buste fra le mani.
‘Che vuoi?’ domandò scontrosa fulminandolo con i suoi occhi celesti.
Il ragazzo alzò lo sguardo e dopo averla sfidata con esso entro in casa sorpassandola.
La bocca di lei si aprì e con un colpo secco colpì la porta facendola chiudere.
‘Ti ha fatto una domanda, Lucas’ dichiarò, e quando usava il quel nome voleva solo dire una cosa: guai.
‘Sono tornato a casa, no?’ la guardò con il sopracciglio inaracato ‘ infondo è casa mia, la pago io’ disse poggiando le buste sul tavolo e estraendone due piatti di Sushi.
Il mio piatto preferito si ritrovò a pensare Maya, voleva farsi perdonare? Bhe, si sbagliava di grosso. Non funzionava con lei.
‘Non hai mangiato?’ la risvegliò dai suoi pensieri Luke che nel mentre si era seduto sulla sedia in legno.
‘No. Siccome qualcuno ha finito tutto’ sputò acida sedendosi di fronte continuando a guardarlo.
‘Allora mangia’ disse allungando verso di lei il patto contenente il sushi.
‘Non ha fame’ mentì deglutendo a fatica, lei non doveva cedere e il sorrisetto di Luke la fece solo che imbestialire. Cosa aveva da sorridere?
‘Quando avrai fame qui c’è il piatto’ decretò cominciando a mangiare come se nulla fosse e nel mentre estrasse il suo cellulare.
Maya odiava quel cellulare, conteneva troppe sue foto buffe e imbarazzanti.
Incrociò le braccia al petto aspettando che il ragazzo la degnasse di uno sguardo, al posto di scorrere qualcosa sul cellulare.
I minuti passavano lenti e dopo essersi guardata più volte le unghie ormai rovinate si decise a parlare.
‘Pensavo non tornassi, per tutto il giorno sei stato fuori’ questa frase gli fece alzare lo sguardo.
‘E invece eccomi qui’ dichiarò dopo aver ingoiato l’ultimo boccone e essersi portato una mano sulla pancia.
‘Davvero non hai fame?’ domandò scrutandola, non era da lei non mangiare.
‘Si, sicura’ ma la sua voce la tradiva, era insicura e tremante, stava cedendo.
‘Ok. . Io vado a letto. Buonanotte’ decretò freddo alzandosi e dirigendosi verso la camera da letto.
Il respiro di Maya accelerò a tal punto che si alzò di scatto e in pochi secondi afferrò per una spalla Luke.
‘Non ignorarmi!’ urlò esasperata per poi lasciar cadere le braccia lungo i fianchi.
Il silenzio regnava sovrano e venne solo interrotto dal ridacchiare di Luke che lentamente avvolse fra le sue braccia l’esile corpo della ragazza.
‘Vai a mettere qualcosa sotto i denti, dopo ne parliamo con calma piccola peste’ disse per poi lasciarle un bacio tra i capelli.
Maya restò interdetta per qualche secondo e si riprese solo dopo che la porta della stanza si chiuse.
Si affrettò a mangiare il delizioso Sushi e dopo essersi lavata denti e faccia era pronta ad affrontare Luke.
 
Lo scricchiolare della porta fece voltare Luke verso la piccola figura che lentamente si stava dirigendo verso il letto, dove lui se ne stava comodamente sdraiato.
Maya si sedette a gambe incrociate verso di lui, e sembrava alquanto calma.
‘E’ vero che mi hai tradito?’ richiese per avere una conferma.
‘No Maya, te l’ho detto. La foto è una farsa. Credimi’ disse alzando il busto per sporgersi verso il viso della ragazza.
I loro respiri piano piano si stavano fondendo e con movimenti lenti Luke scostò le ciocche castane che ingombravano il viso di Maya, e con tocco delicato cominciò ad accarezzarle il viso.
Le sottili labbra di lei si avvicinarono velocemente a quelle di lui prima di catturarle in un bacio, che dopo poco diventò tutt’altro che casto.
Si ripararono sotto le coperte e con gesti veloci si ritrovarono in intimo.
Maya aveva ceduto, non era riuscita a scostarlo e a tirargli uno schiaffo.
Luke aveva ceduto, non era riuscito a ignorarlo come previsto.
I due sorridenti si addormentarono dopo essersi sussurrati il dolce ‘ti amo’.
Avevano perso entrambi.

 
  
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