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Autore: inochan    17/04/2008    4 recensioni
Anime vaganti si cercano e si rincorrono fin dalla notte dei tempi, versando lacrime amare ma brillanti come cristalli incastonati attorno a un pendente, o come frammenti d’anima alla ricerca dei propri simili per riunirsi alla fine di questo mondo. Al fine, ce la faranno? O rimarrà solo un vuoto colmo di venti gelidi e dolorosi ricordi, che ridurranno in pezzi i fragili cuori umani?
[ShikaIno][InoShika]
Genere: Triste, Drammatico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ino Yamanaka, Shikamaru Nara
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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What you could be...

 

Anime vaganti si cercano e si rincorrono fin dalla notte dei tempi,

versando lacrime amare ma brillanti come cristalli incastonati attorno a un pendente,

o come frammenti d’anima alla ricerca dei propri simili per riunirsi alla fine di questo mondo.

Al fine, ce la faranno?

O rimarrà solo un vuoto colmo di venti gelidi e dolorosi ricordi,

che ridurranno in pezzi i fragili cuori umani?

 

 

 

Una di esse vaga per la propria stanza, fissa il letto a due piazze che ha davanti per qualche secondo per poi sdraiarsi sulla sua parte sinistra, contemplandone la destra vuota.

Le tende color ebano volteggiano appena spinte dalla leggera brezza di una piacevole serata d’estate, ma lui non la sente.

Si stringe le braccia introno alle spalle come se sentisse freddo e poi chiude gli occhi prima di dare un altro sguardo a quella parte vuota della sua anima.

 

 

Did I disappoint you or let you down?

Should I be feeling guilty or let the judges frown?

 

 

Domande costanti e frenetiche si sovrappongono ai pensieri sconnessi di colui che ora giace in silenzio in quella stanza, un tempo più luminosa.

Si chiede dove ha sbagliato, spera di portare indietro le lancette del tempo, insomma, desideri comuni a tutti gli esseri umani ma mai accontentati.

Ma alla fine, accontentati da chi?

 

 

‘Cause I saw the end before we’d begun

Yes I saw you were blinded and I knew I had won.

 

 

Troppe volte aveva avvertito sulla sua schiena degli occhi penetranti che lo fissavano bramando qualcosa, qualcosa che lui sarebbe stato in grado di darle.

Era una partita già vinta in partenza, solo che lui non se ne rese conto, così si alzò per andare a chiudere la finestra e contemplò per qualche secondo il paesaggio davanti ai suoi occhi.

Tanti se viaggiano nella sua mente, ma la vita non è fatta d’incertezze ma di obbiettivi precisi, come i loro.

 

 

So I took what's mine by eternal right.
Took your soul out into the night.

 

 

L’ennesimo soffio di vento lo fece rabbrividire, ma non osava chiudere quella finestra, gli sembrava quasi di sentire il soffio di lei sulla sua pelle.

Il suo respiro mentre stavano entrambi per chiudere gli occhi, quella sera, la sera del loro inizio, o almeno così avevano creduto.

D’altronde per lui lei era sempre stata così, sfuggevole e in continuo mutamento come il vento, sebbene essere paragonata a proprio quell’elemento la infastidisse non poco.

Ma lui non capiva.

 

 

It may be over but it won't stop there,
I am here for you if you'd only care.

 

 

Infine si decise a chiudere la finestra e si sdraiò nuovamente sul letto, questa volta guardando il soffitto e cercando di scacciare quel fastidioso dolore che gli comprimeva il petto.

Sentiva il respiro corto e notò che la sua vista aveva cominciato, per l’ennesima volta, ad appannarsi.

Ma non poteva cedere, non sarebbe servito a niente versare quei cristalli roventi sul cuscino per bagnarlo ancora una volta, no, lei non sarebbe tornata per questo.

Non poteva.

 

 

You touched my heart you touched my soul.
You changed my life and all my goals.

 

 

Si strinse la maglietta all’altezza del cuore e l’ennesimo ,doloroso, pensiero si materializzò davanti a i suoi occhi.

D’improvviso la stanza s’era fatta luminosa e le coperte, prima rigide e piegate in un ordine quasi innaturale e privo di vita, ora erano stropicciate e contorte in tanti riccioli vitali e pieni di emozioni e gioie, troppe per essere solo delle semplici lenzuola.

Avvertì una strana sensazione percorrergli la mano con la quale si stringeva il lembo della maglietta e subito allentò la presa quando vide una mano candita e pura posarsi delicatamente sulla sua.

Si girò appena per incontrare ancora una volta il suo sorriso, ma non lo vide e la stanza tornò di nuovo ad essere buia e fredda.

Lei non era lì.

 

 

And love is blind and that I knew when,
My heart was blinded by you.

 

 

Bruscamente si rannicchiò su se stesso e strinse di nuovo con le braccia le sue spalle nella speranza di ritrovare quel calore sentito pochi secondi prima.

Chiuse e riaprì gli occhi con il desiderio ricolmo di speranze nel vederla di nuovo accanto a se, luminosa come il sole.

Luminosa come un campo di grano in piena fioritura.

Luminosa come quel sentimento che l’aveva reso cieco e l’aveva indotto a buttarsi completamente tra le sue, ma non uniche, braccia.

Ma non c’era nient’altro che buio.

 

 

 

I've kissed your lips and held your head.
Shared your dreams and shared your bed.
I know you well, I know your smell.
I've been addicted to you.

 

 

Non solo come anima che ardeva d’amore, ma anche come semplice amica gli aveva dato di tutto.

Da anni oramai si conoscevano, ogni centimetro del loro corpo non era sconosciuto a loro, a lui, a lei.

Eppure quel mero sentimento che l’aveva accecato una seconda volta, distrusse tutto.

Lei era sicura di conoscere ogni singola angolatura o sfaccettatura dell’animo del suo amante, eppure ben presto dovette ricredersi.

Non fu il suo cuore a metterla in guardia, bensì ricevette una semplice conferma dal suo sguardo che lui aveva sempre elogiato perché puro e limpido.

Il suo sguardo, sua maledizione, lo vide contorcersi con un’altra anima.

Anima che, forse, era in cerca come loro della semplice e pura felicità.

E’ dunque davvero colpevole?

 

 

Goodbye my lover.
Goodbye my friend.
You have been the one.
You have been the one for me.

 

 

E ora che cosa gli era rimasto a lui se non quel letto, ancora una volta, vuoto e quella stanza fredda?

Ovunque, poteva avvertirlo, in quella stanza non gli gridava il suo peccato, ma bensì gli diceva addio.

Parola che lui aveva sperato di non sentire mai, eppure era ora impregnata in quelle pareti fredde e buie a causa della mancanza di lei.

Lei era l’unica e solo ora se n’era accorto, ora che era troppo tardi.

Gli dovette dire addio.

 

 

I am a dreamer but when I wake,
You can't break my spirit - it's my dreams you take.

 

 

Doveva svegliarsi prima da quel sonno,quel sonno che oramai l’aveva ghermito tra le sue fauci e non gli dava la forza di andare avanti,non senza di lei.

Se chiudeva gli occhi poteva ancora avvertire la voce sua, alle volte un po’ petulante e stridente, ma melodiosa come quella di una sirena, una dea, per farla breve lei era il suo mondo che aveva distrutto con le sue mani.

Eppure non aveva smesso di stargli accanto, nonostante gli aveva urlato in faccia di non farsi più vedere.

Lei era comunque vicino a lui.

 

 

 

And as you move on, remember me,
Remember us and all we used to be

 

 

Lui strinse per l’ennesima volta le braccia attorno al suo corpo e poi si lasciò andare su un fianco, senza distogliere i suoi occhi color nocciola da quella parte di letto.

Stava aspettando qualcosa, un qualcosa che nemmeno a i più grandi profeti e i più misericordiosi dei santi era concesso.

Gli restava solo il suo ricordo, il loro ricordo e ciò che lui adorava fare con lei nonostante all’apparenza poteva sembrare seccato della sua presenza.

L’amava, semplicemente.

 

 

I've seen you cry, I've seen you smile.
I've watched you sleeping for a while.
I'd be the father of your child.
I'd spend a lifetime with you.

 

 

Una freccia invisibile lo colpì al cuore, facendogli affondare la testa nel cuscino nel tentativo di non far cessare di respirare i suoi polmoni.

Quanti desideri vani e quante speranze inconcrete, come natura vuole che siano, affollavano la sua mente, credeva di restare con lei fino alla fine dei suoi giorni.

Il dolore era troppo, la perdita pure perché quel giorno lei non era andata da lui solo per fargli una sorpresa.

La sorpresa è vero c’era, ma non poté dirgliela a causa della rabbia e dell’orgoglio ferito, non poteva dirgli che dal loro falso e fittizio amore sarebbe nato qualcosa.

O meglio qualcuno.

 

 

I know your fears and you know mine.
We've had our doubts but now we're fine,
And I love you, I swear that's true.

 

 

Sperava che tutto ciò in cui credeva si sarebbe realizzato, con lei, con lui, con l’altro di cui non ne era a conoscenza, almeno fino a quel giorno.

La pioggia era talmente fitta che andava diluendo il sangue che imbrattava il campo di battaglia e lui fu incauto.

Troppo confuso e stordito per avere un contatto con la realtà, fu lei che lo riallacciò al mondo donandogli la sua stessa vita, lei che credeva di non vedere mai più.

Poi vide il suolo macchiarsi per l’ennesima volta di rubini scarlatti che colavano copiosi dalle sue ferite, fu l’ultima volta che vide il suo sorriso.

L’ultima volta che lei gli prese la mano, entrambe infreddolite per motivi diversi.

L’ultima volta che lo guardava con quei occhi chiari e lucenti come un cielo senza nuvole.

L’ultima volta che gli diceva “Ti amo”.

L’ultima volta che si scusava, ma la prima che gli diceva di aspettare un figlio da lui.

Finì tutto su quel campo di battaglia.

 

 

I cannot live without you.

 

 

Il respiro non accennava a tornare e il cuore gli batteva all’impazzata al ricordo dell’ultima volta che la vide tra le sue braccia, con in grembo il loro bambino.

Bambino che mai nacque e mai nascerà, e lui non poteva continuare a vivere senza di lei, di loro.

Ma non poteva cedere, questo si ritrovò a pensare quando i suoi occhi si posarono sulle cicatrici che sfregiavano selvaggiamente i suoi polsi.

Chissà cosa stavano pensando loro in questo momento nel vederlo così patetico.

Chissà come si erano sentiti tristi quando lui aveva tentato di raggiungerli, buttando al vento la vita che lui avrebbe dovuto conservare e trascorrere anche per loro.

Tanti, troppi chissà, ma gli unici che gli permettevano di continuare a vivere.

 

 

Goodbye my lover.
Goodbye my friend.
You have been the one.
You have been the one for me.

 

 

E ora quell’addio sembrava farsi più frenetico e rumoroso, ma era tutto nella sua testa.

Si alzò a sedere e cercò di calmarsi e ragionare a mente fredda come aveva sempre fatto, ma quella notte d’estate non glielo permetteva.

Le famiglie sarebbero scese in piazza per festeggiare l’arrivo di quella stagione così piena di vitalità come lo era lei.

Così, le lacrime scesero per l’ennesima, sperando che sia l’ultima, volta e lui che si copriva il volto deformato dal dolore al ricordo ciò che aveva perduto.

Ossia tutto.

 

 

And I still hold your hand in mine.
In mine when I'm asleep.
And I will bear my soul in time,
When I'm kneeling at your feet.

 

 

Ma poi sentì delle risate provenire dal cortile sotto casa sua, c’era qualcuno che lo stava chiamando.

Si asciugò le lacrime e affacciandosi vide i suoi amici che lo chiamavano a gran voce, incuranti del baccano che stava creando.

Lui accennò a un mezzo sorriso, ma non poté fare a meno di avvertire uno strano calore provenire dalla sua spalla, come se qualcuno vi avesse appoggiato delicatamente la mano.

Quasi inconsapevolmente si voltò e la vide di nuovo, sorridergli, in quella stanza che aveva piano piano avevo ripreso colore.

Lei gli fece cenno di andare e poi scomparve, accarezzando appena il volto di lui che fissava, stordito, quella luce che andava affievolendosi.

 

 

Goodbye my lover.
Goodbye my friend.
You have been the one.
You have been the one for me.

 

 

Fu allora che lui sorrise, di cuore, perchè gli era stato donato un ultimo desiderio.

Eppure, sebbene con il vuoto che ancora gli opprimeva il cuore, prese comunque le chiavi dell’appartamento e lo chiuse dietro di se per raggiungerli.

Ma quel vuoto non accennava a sparire.

 

 

I'm so hollow, baby

I'm so hollow

 

 

Il vuoto non se ne andava, ma non accennava nemmeno a ingrandirsi.

Era fermo lì ad aspettare qualcosa, di essere riempito o semplicemente di essere lasciato a marcire.

 

 

I'm so hollow, baby

 

 

Ma questa opzione non era nei piani di chi dall’alto, all’interno di una stanza luminosa e candida, era sdraiato sul fianco destro di un letto a due piazze.

L’anima, simile a un angelo, allungò la mano nella parte vuota senza però avvertire la presenza di nessuno e questo le fece scendere una lacrima che rigò la sua pelle candida.

Ma di lì a poco se l’asciugò per accogliere in un abbraccio una piccola anima di bambina dai capelli neri e gli occhi azzurri e dopo un bacio sulla fronte entrambe fissarono dall’alto quello che sarebbe stato e che sarebbe potuto essere il loro marito nonché padre.

 

Ed entrambe sorrisero.

 

 

I'm so hollow

 

 

 

(“Goodbye my Lover” – James Blunt)

 

 

 

 

 

Angolino dell’autrice

 

 

Cosa diavolo mi è saltato in mente di scrivere sta roba, dico io non volevo ammorbarmi la serata in questo modo ma vabbé questa era troppo perfetta per i nostri Shikamaru e Ino ;__;…

Spero comunque che vi sia piaciuta e ringrazio Elwerien, ryanforever, celiane4ever, Queen_of_sharingan_91, Sheerer, WishfulThinking, Kikichan, Mimi18 per aver commentato “Sin of pride” grazie mille a presto!!!

  
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